Creato da socrateinerba il 31/08/2007

VERO O FALSO?

Condizionamenti sociali e autenticità. Illusioni. Le maschere allo specchio. Correre verso la moralità comune o verso se stessi?

 

 

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IL DOPPIO BINARIO DEL NOSTRO CERVELLO...

Post n°16 pubblicato il 25 Settembre 2007 da socrateinerba
 

"Il cervello utilizza nella rappresentazione dei processi mentali sostanzialmente di due modalità di pensare: l’una analogica (basata su un segnale continuo) e l’altra detta digitale (basata su la discontinuita’ del messaggio); cio’ in quanto il cervello impiega un segnale bio-elettrico nel far scorrere un flusso continuo di informazione tra i neuroni, mentre utilizza il getto discontinuo della neuro tramissione alle sinapsi, per la realizzazione delle sensazioni e delle immagini mentali. Di conseguenza la capacita di conversione, tramite processi di codificazione e decodificazione dei segnali da analogici in digitali (e viceversa), permette al cervello di tradurre la complessita’ dello stimolo fisico nella piu’ semplice risposta sensoriale.

Semplificando possiamo infatti attribuire ai due emisferi cerebrali le differenziazioni di reciprocita’ funzionale del pensiero, a) quella Deduttivo - seriale e b) quella Intuitivo-analogica, che dalla loro comparazione determinano la creazione delle mappe concettuali mediante le quali ragioniamo.

L'esperienza scientifica del mondo è razionale. La percezione e l'esperienza vengono scisse dall'attività razionale della mente.
Analizziamo, l'attuale via di esperienza razionale. Le informazioni sono prima percepite dai sensi, poi passano attraverso la mente dove vengono elaborate e diventano esperienza.
    realtà - percezione (sensi) - elaborazione (mente) - esperienza razionale (mente)
La mente scientifica elabora la percezione di un oggetto attraverso la logica e la matematica" 
liberamente tratto da L'estensione della mente, del Dr. Paolo Manzelli, Università di Firenze

A questo punto, sorge una domanda: è possibile fare esperienza in modo diretto della realtà senza che la percezione di quest'ultima venga elaborata dalla mente? Perchè se ciò non fosse possibile, come pare asserire Manzelli, bisogna ricordarsi che nella mente risiedono anche le nostre emozioni, le immagini, i ricordi, e tutto ciò potrebbe alterare di molto la conoscenza vera della realtà.

Che ne dite?

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Commenti al Post:
aidoneo
aidoneo il 25/09/07 alle 12:15 via WEB
Ciao Socrate, per quanto possa valere il giudizio di un non esperto in materia neurologica (quale io sono), tutto cio' che percepiamo passa attraverso la mente. Sentire con il cuore e' solo un modo di dire, altrimenti cosa penseremmo di chi ha avuto il trapianto di un cuore bionico, di un animale o di un'altra persona? Certo, le emozioni e i ricordi alterano inevitabilmente la nostra percezione della realta'. Ci sono persone che a causa di emozioni e ricordi, subiscono una drammatica alterazione della realta'; altre, invece ne subiscono in misura minore. A mio giudizio, questo dipende (detto in maniera un po' grossolana) dalla capacita' di mettere ordine nella nostra memoria minimizzando le emozioni inappropriate a vantaggio di quelle appropriate. Questa mia annotazione vuole essere solo un abbozzo, con la speranza che possa fare da stimolo al dibattito in corso. Relativamente all'ultimo commento da te lasciato su femm... ecco la mia risposta: "Molte persone si muovono, spesso a scapito della ragione, sulla base del "politicamente corretto". Tra Jessica Alba e Luciana Littizzetto e' politicamente corretto dire che quest'ultima e' esteticamente bella quanto la prima. Peccato che questo giudizio non tenga conto della presenza o meno di asimmetrie o di tratti marcati." Cosa ne pensi?
 
 
socrateinerba
socrateinerba il 26/09/07 alle 00:27 via WEB
Caro Aidoneo, io non credo che la questione sia definibile come "politicamente corretto". Il politically correct è un atteggiamento consapevole intrapreso al fine di non urtare la sensibilità altrui e di risultare gradevole ad ogni occasione per compiacere o per raggiungere scopi più o meno leciti... Ne erano maestri i politici della sinistra degli anni trenta in america, che ne fecero un cavallo di battaglia, ammiccandosi le simpatie di tutta l'orotodossia americana, non dicendo nulla che potesse discriminare qualsiasi genere di idee personali. In sostanza, dire tutto per non dire nulla (l'arte della politica, che conosco abbastanza bene!!) In questo invece il problema è la mancanza di consapevolezza, perchè chiunque affermi che la bellezza oggettiva non esiste è credo influenzato da atteggiamenti e condizionamenti culturali che portano a relativizzare tutto in nome della tolleranza e della "pace nel mondo".... (forse è un po' estremo come giudizio!!) MA la confuzione è tanta e non riusciamo a discriminare il vero dal soggettivo, dai gusti personali, dal credo interiore di ognuno... E' questo secondo me il punto... Saluti cari
 
   
aidoneo
aidoneo il 26/09/07 alle 01:18 via WEB
Socrate, e' interessante quello che dici: "...il problema è la mancanza di consapevolezza, perchè chiunque affermi che la bellezza oggettiva non esiste è credo influenzato da atteggiamenti e condizionamenti culturali che portano a relativizzare tutto in nome della tolleranza e della "pace nel mondo".... ". E' esattamente quello che pensavo io quando mi riferivo al "politicamente corretto". Pero' come lo chiameresti? "Buonismo"? O come? Tieni presente che alcuni commentatori di questo blog hanno risposto in merito alla bellezza oggettiva, facendo estrema attenzione a non discriminare ne' i belli, e ancor meno i brutti. Insomma se si fossero candidati nell'America degli anni 30 avrebbero sicuramente vinto le elezioni: le loro affermazioni "dicono e non dicono", si mantengono saldamente nella vaghezza. Questo relativizzare in nome della tolleranza e del buonismo a priori, e' secondo me uno dei fattori che piu' allontanano le menti dalle'essere consapevoli della realta'. E' come se la realta' facesse troppo spavento. Allora e' meglio convincersi dell'esistenza di un mondo dove Aldo Vitali (l'interprete di Pierino) e Mirko Bergamasco (il biondo giocatore di rugby raffigurato qui a sinistra) sono entrambi esteticamente belli (cioe' hanno entrambi un volto ugualmente simmetrico e con lineamenti ugualmente poco marcati). Un mondo dove gli uomini di tutte le culture hanno le stesse sensibilita' e possiedono la stessa scala di valori. Socrate secondo te, quante maschere produce questo buonismo? (rispondi anche su femm... se vuoi)
 
BARRY_BRITTEN
BARRY_BRITTEN il 25/09/07 alle 22:51 via WEB
La questione secondo me è capire che mente e cervello sono due cose distinte essendo il cervello l'organo fisico di cui si serve la mente per esprimersi. Noi esseri umani (la parola "uomo", se non ricordo male, etimologicamente dovrebbe significare "legato alla terra")siamo legati al mondo fisico, alla materia e proprio tramite il corpo facciamo esperienza delle cose fisiche ed il cervello ci serve per elaborare la Realtà; io mi chiedo ,però, se la Realtà è solo quella del mondo fisico o se invece esiste anche una realtà meta-fisica magari esperibile con ogani extrafisici che nulla o poco hanno a che fare con il cervello. Ciao :-)
 
 
socrateinerba
socrateinerba il 26/09/07 alle 00:39 via WEB
Ciao Barry e ben ritrovato. Ho visto un'interessante post sul tuo blog e lo commenterò con calma perchè voglio riflettere sulla questione. Rispetto al commento che fai, è interessante la proposta di approfondimento: esistono realtà metafisiche perxepite con organi extrafisici? Ci aggiorniamo fra qualche giorno? Tu che risposta dai alla domanda? A presto
 
 
aidoneo
aidoneo il 26/09/07 alle 16:22 via WEB
BARRY-BRITTEN, credo di aver letto tutti i commenti che hai lasciato su "VERO O FALSO?" il blog di Socrateinerba, e ti riconosco una profondita' e una lucidita' rare. Credo anche che l'ultimo post di Socrateinerba sia strettamente connesso con il mio. Potremmo riassumerli entrambi con la domanda seguente: SE IL CERVELLO STA ALL'HARDWARE COME LA MENTE STA AL SOFTWARE, COME CI PONIAMO NOI UMANI DI FRONTE ALLA REALTA'? COME I COMPUTER ANCHE NOI ABBIAMO VIRUS CHE ALTERANO L'ELABORAZIONE DEI DATI OGGETTIVI? E INFINE ESISTE UNA REALTA' OGGETTIVA? Prendiamo ad esempio un volto asimmetrico e con i tratti marcati, come quello di Toto'. Nel mio post n6 cito i risultati di alcune importanti ricerche scientifiche secondo le quali la bellezza di un volto e' oggettiva e risulterebbe dalla simmetria, equilibrio tra le parti e dall'assenza di tratti marcati (a quanto sembra anche i neonati sono attratti dai volti con queste caratteristiche). Ebbene la domanda che io mi pongo e' quella che segue: perche' se esisterebbe la bellezza oggettiva (ma si potrebbero citare altre certezze), molti la negano? E' forse per via di un certo virus che altera la fruizione della realta' come ad esempio il "politicamente corretto", il "buonismo a tutti i costi", il "semo tutti uguali" e via discorrendo? ... ... Commentando il post di socrateinerba giustamente tu hai scritto: "[...](la parola "uomo", se non ricordo male, etimologicamente dovrebbe significare "legato alla terra")siamo legati al mondo fisico, alla materia e proprio tramite il corpo facciamo esperienza delle cose fisiche ed il cervello ci serve per elaborare la Realtà [...]"... Caro Barry, concordo appieno e sulla base di questo mi viene anche di aggiungere che potremmo ricondurre tutto ad un verbo chiave: ORGANIZZARE. Cosa trasforma un piccolo seme in una bella spiga di grano? E' il DNA che stabilisce le regole della crescita, che organizza le molecole in insiemi e strutture sempre piu' grandi e complesse. Negli esseri umani, alcuni di questi insiemi e strutture, interagiscono tra di loro per la scelta di cio' che nel cibo va assimilato e cio' che va invece scartato. Ecco, secondo me Barren, la struttura piu' complessa in assoluto, il cervello e' come un computer che puo' accogliere in se i software piu' disparati. Alcuni di questi software (simili a quelli di un onesto giudice di gara) ci avvicinano alla realta'. Altri, invece organizzano male le informazioni provenienti dal mondo esterno, ovvero minimizzano cose che andrebbero enfatizzate ed enfatizzano cose che invece andrebbero minimizzate. Il risultato e' una distorsione e uno scollamento dalla realta' che puo' toccare picchi drammatici. Insomma, al di la' del fascino della personalita' e del carisma, secondo te Toto' e' oggettivamente piu' bello di Gregory Peck? ;-)
 
 
aidoneo
aidoneo il 27/09/07 alle 19:16 via WEB
Ritornando al quesito principale di questo post, potremmo ricondurre tutto ad un verbo chiave: ORGANIZZARE. Cosa trasforma un piccolo seme in una bella spiga di grano? E' il DNA che stabilisce le regole della crescita, che organizza le molecole in insiemi e strutture sempre piu' grandi e complesse. Negli esseri umani, alcuni di questi insiemi e strutture, interagiscono tra di loro per la scelta di cio' che nel cibo va assimilato e cio' che va invece scartato. Ecco, secondo me la struttura piu' complessa in assoluto, il cervello e' come un computer che puo' accogliere in se i software piu' disparati. Alcuni di questi software (simili a quelli di un onesto giudice di gara) ci avvicinano alla realta'. Altri, invece organizzano male le informazioni provenienti dal mondo esterno, ovvero minimizzano cose che andrebbero enfatizzate e ne enfatizzano altre che andrebbero invece minimizzate. Il risultato e' una distorsione e uno scollamento dalla realta' che puo' toccare picchi drammatici. Insomma, al di la' del fascino della personalita' e del carisma, secondo te Toto' e' oggettivamente piu' bello di Gregory Peck? ;-)
 
socrate52
socrate52 il 26/09/07 alle 00:00 via WEB
Ciao ecco un bel post!Ci voglio riflettere su .. a domani !
 
 
aidoneo
aidoneo il 26/09/07 alle 00:49 via WEB
Cos'e' che trasforma un frammento di materia inanimata (materia grigia) in vera e propria consapevolezza? Riguardo i progressi compiuti dalla neuroscienza, qualche tempo fa ho letto due interessantissimi libri: "Coscienza" di Daniel Dannett (oppure Dennet) e un saggio di cui ricordo solo il cognome dell'autore: Tononi (forse Vincenzo Tononi). Ebbene 2 libri sono pochi per consentirmi di dare in maniera ponderata, opinioni sensate. Cmq visto che Barren ha parlato (in maniera appropriata) di percezioni extra-sensoriali mi vengono in mente un bel po' di teorie sulle quali sono un po' piu' efferrato: la sincronicita' e l'inconscio collettivo di Jung e la teoria di un fisico; Julian Barbour. Nel saggio di quest'ultimo "la fine del tempo" avanza l'ipotesi che il tempo non esiste e la sensazione di una progressione cronologica degli eventi sarebbe pura illusione. Ho messo troppa carne sul fuoco?
 
lilliput73
lilliput73 il 27/09/07 alle 10:45 via WEB
capperini ma io su sto blog non ci posso scrivere niente!!! ma siete tutti così forbiti, colti e intelligenti che è veramente troppo per i miei due, 5 neuroni! e spesso se ne vanno in vacanza! va be! allora lascio un saluto veloce a socrateinerba e gli mando un bacio grande! lo accetti ugualmente????? lilli
 
almaplaena
almaplaena il 27/09/07 alle 12:58 via WEB
sarebbe ipoteticamente possibile nel momento in cui si abbattono le difese dell'ego che "non vuole morire" e impedisce quindi una visione pura ed illuminata della realtà (sogno) che stiamo vivendo. Teoria,purtroppo...ci sto provando, però ;))
 
 
aidoneo
aidoneo il 27/09/07 alle 18:56 via WEB
Almapleana il tuo commento ha stimolato un aspetto molto naif che in me coabita assieme alla razionalita' all'apparenza piu' fredda. In particolare hai evocato un ricordo: una volta la mia fidanzata torno' a casa con un libro di yoga. Allora, la sera abbiamo provato a respirare secondo le istruzioni di quel libro cercando allo stesso tempo di eliminare i pensieri. L'eliminazione dei pensieri doveva avvenire senza sforzo, nella maniera piu' naturale possibile (cosa molto difficile considerato che nella nostra mente c'e' un flusso di narrativa costante, una inarrestabile fiumana di pensieri). L'unico aiuto che le istruzioni fornivano era quello di contrastare il pensiero di turno, semplicemente dicendo mentalmente la frase seguente: "io sono il centro". Ebbene, incredibile a dirsi, dopo qualche minuto di tentativi io ho visto la luce. ;-) So che fa ridere. In effetti suona molto ridicolo, pero' a quanto pare e' capitato a diverse persone nel mondo. A mio giudizio quella luce era la somma della bellezza ed era associata a qualcosa di molto simile ad una musica. L'effetto che ha suscitato e' stata un iniezione di entusiasmo all'ennesima potenza. E' durato pochissimo. Qualche istante. Poi ho avuto un pensiero: "non sono in grado di sostenere tutta questa bellezza" era il mio pensiero e all'istante la luce si e' spenta. Ero ancora pieno di entusiasmo. Ho aperto gli occhi e pensavo che anche la mia fidanzata avesse vissuto la stessa esperienza. Ma niente. In effetti, ci abbiamo riprovato altre volte, ma nulla di nulla. Credo che questi fenomeni siano possibili nella misura in cui si ha un buon rapporto (di trasparenza) col proprio inconscio. Ecco perche' condivido appieno il nobile invito di Socrate in erba ad abbandonare le maschere. Guardiamoci allo specchio a viso scoperto e.... Auguri
 
   
aidoneo
aidoneo il 27/09/07 alle 18:59 via WEB
Oggi mi sento meta' Buddha, meta' Peppino di Capri ;-)
 
socrate52
socrate52 il 28/09/07 alle 20:56 via WEB
Caro Socrateinerba ,ho riflettuto un pochino su questo post, troppo dotti e profondi i commenti che mi precedono per me! Per questo mi trovi titubante a produrmi su quel terreno ...così ti voglio raccontare di Socrate52 e del suo tavolino del salotto. Contento di averlo comprato ne osservavo le forme moderne ,il colore caldo del legno , il vetro spesso e colorato ...bello! Bello davvero! Mi dicevo parlando con me stesso ..poi sono uscito e sono tornato a notte fonda ..per non svegliare la mia Santippe , non ho acceso la luce e ... zaccheteeee! Sono inciampato in unoo sgabello lasciato fuori posto e cadendo sono finito col naso sullo spigolo del tavolino prediletto... quale sorpresa ! Mi si è rivelato duro,freddo,tagliente ,niente di amabile in quella realtà! Allora quale è la natura reale del tavolino? Moderno,caldo,colorato ...oppure freddo ,tagliente ecc. ? Ci ho riflettuto un poco e mi sono detto che tutte le qualità fanno parte della natura del tavolino ... è Socrate che ne conosce solo alcune a seconda degli "strumenti di esplorazione che usa " .. se usa gli occhi ..la realtòà del tavolino è una .. se usa il naso ..diventa un'altra. Allora mi sono chiesto "E' Socrate52 , dunque l'imbranato ? O succede così a tutti ? E la risposta è che , in effetti per tutti ..l'uso del naso ( come l'ho usato io ) dovrebbe essere sgradevole. Quindi la realtà ci si mostra in un certo modo a seconda degli strumenti di indagine che abbiamo a disposizione e per conoscerla nella sua interezza dovremmo averli tutti ? Direi piuttosto che la realtà che ci interessa conoscere è mediata da "quello che siamo" ed in base a "quello che siamo " troviamo gli strumenti che ci servono ..questo ci dà una immagine parziale della verità assoluta. Ma se prendiamo il computer e ci mettiamo dentro tutto il sapere dell'uomo ed affidiamo al computer il compito di conoscere la realtà in maniera imparziale ...riusciremo a fare dei progressi nel senso della conoscenza? In verità penso che la realtà ,intesa come complesso di "ciò che è "( il creato per chi ci crede), sia composta di sistemi ( ogni cosa , ogni essere ..un sistema) che interagiscono tra di loro ..conoscendosi a vicenda ..in definitiva il problema della conoscenza non è altro che un problema di comunicazione reciproca. Tanto più si abbanona la propria posizione , basata sulle necessità e la natura del proprio sistema ( egoismo?),tanto più si è in grado di capire l'essenza di un sistema che è altro da noi. Ad esempio è giusto cercare di interpetrare l'universo in funzione dell'interesse della razza umana? Non è limitante rispetto ad un progetto che va oltre l'uomo? Mah ... Ciao!
 
 
socrateinerba
socrateinerba il 01/10/07 alle 22:26 via WEB
Caro Socrate52, hai scritto un gral bel post e te ne ringrazio. Non saprei con esattezza risponderti, provo solo a pensare che.... anche io ritengo che il problema generale dell'uomo (di oggi aggiungerei..) è la incapacità di comunicare. Per comunicare (=entrare in relazione con gli altri) bisogna uscire da sè stessi, dal proprio baricentro, mettersi nei panni dell'altro, provare a guardare da diverse prospettive il mondo e la realtà e interpretare i fatti della vita in relazione al contesto e al momento specifico in cui sono vissuti. Per questo sono sempre molto restio al guidizio.. Nel giudicare gli altri, anche nei comportamenti più disdicevoli e più "moralmente condannabili", mi sforzo sempre prima di farmi una domanda "Ed io al posto suo - con la sua storia di vita, i fatti trascorsi, etc... - cosa avrei fatto^ L'esercizio aiuta molto. Il problema qui in questione però è: accettazione, tolleranza, apertura agli altri, comportano necessariamente l'affermazione: tutto è possibile? Ogni verità personale è giusta e non confutabile? Tutto è lecito? Io credo che le diverse Verità esistano (spesso scoperte da uomini che le hanno scoperte proprio distaccandosi dalle visioni umane correnti, quelle comuni...). Il che non significa imporle agli altri, autocentrarsi su esse (posto che mai si possano scoprire tutte..) per non aprirsi al dialogo e la conoscenza,etc.. Anzi lo sai che ti dico? Che gran parte della missione di ognuno di noi forse è proprio quella non di scoprire nuove verità, ma di apprendere quelle già scoperte... Come? Proprio dagli altri, da chi le ha già apprese.. in una sorta di continuo scambio e costante incontro.. Saluti cari
 
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