Riflettevo su quanto la comunicazione sia di per se un fattore limitante , perchè nel momento stesso in cui uno dice un qualche cosa è come se di colpo intendesse anche escludere tutto il resto dal discorso . Dunque il comunicare in fondo potrebbe essere anche inteso come una continua omissione di qualcos'altro.
Pero' di contro è un po come mettere a fuoco un dettaglio , mirare e fissare un obiettivo . La comunicazione è di pertinenza sociale , lo sa bene chi ha studiato PNL i rischi del venire equivocati , perchè raramente si ascolta per udire .
La motivazione da' la traiettoria giusta alle nostre azioni, ed un motivo in fondo lo si ha sempre , occorre averne pero' consapevolezza , se avrete chiaro cosa muove l'altro saprete esattamente chi vi sta di fronte.
Per comprendere la motivazione vostra ed altrui bastera' che ne osserviate i fatti.
Essi sono incapaci di mentire , non serve scavare in fondo per trovare l'infinto , perchè esso ci avvolge e non rischiamo di evitarlo.
L'evidenza della verita' .
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dal vangelo: Guai a quell'uomo che confida nell'uomo
"...se avrete chiaro cosa muove l'altro saprete esattamente chi vi sta di fronte..." - cosa estremante difficile da capire e interpretarre, quindi gli equivoci, i malintesi e la nostra diffidenza, molto spesso hanno il sipravvento. Del resto anche l'immagine può essere manipolata, accompagnata da commenti ci distolgono o ripresa da diversa angolazione e quindi anch'essa causa di realtà distorta.
si volver è molto difficile da capire , diventa piu' chiaro se ne comprendi le motivazioni , esse di solito si esprimono nei fatti , poco nelle parole .
parole sante! eppure tante persone vivono le loro relazioni fraintendendosi continuamente...mi viene in mente un film di qualche anno fa "Ghost dog" dove i due amici sono uno inglese e l'altro francese e ognuno parla la propria lingua senza conoscere quella dell'altro. Entrambi temono che l'altro non abbia capito anche se in realtà sono in perfetta sintonia e sincronicità. Ciao e buona giornata!!
Una presa di coscienza della realtà che ci circonda è necessaria per non lasciarsi eccessivamente condizionare dai numerosi pregiudizi o dalle realtà strumentali della vita quotidiana.
L'uomo, in un certo modo,è la persona che, pur nel travaglio della vita sociale e nella solitudine, riesce a trovare un equilibrio interiore. Ciò non significa che la persona smetta di avere emozioni e sentimenti. Li sa compenetrare e gestire meglio perché ha la capacità di osservare se stesso e la propria mente.
Una mente semplice sa anche mettersi in discussione, sa porsi in crisi di fronte all'evidenza della verità.Ciao.
se tutto quello che ti scrivo nel commento è ambiguo e lo puoi interpretare in due modi diversi ed uno dei due modi è comprensibile ... sappi che io intendo sempre quell'altro!!
L'infinito è solo un elemento sconosciuto in più, che per fortuna non conosceremo mai davvero, questo ci salva dal rassegnarci alla vita. La comunicazione poi ormai credo sia solo una manciata di lettere,intenzioni,virgole e parole sprecate,sono daccordo con te le persone usano l'udito come senso e basta, poi ci sono gli esperti e quelli sono i capo tribù della popolazione che non ascolta più da un pezzo.
Un abbraccio
...uhm.. dimmi se ho capito bene: in pratica se io capisco qual è lo scopo di una persona, diventa quasi superflua la comunicazione, perchè so già dove vuole arrivare e qualunque strada intraprenda io ...avrò capito... Forse per questo mi destabilizza chi mi contatta senza uno scopo preciso, senza una ragione impellente, solo per il piacere di ...comunicarsi, appunto. ...ma sulla mia diffidenza ci vorrebbe un capitolo a parte, che ne dici roh? ...mi manchi, lo sai? ...un bacione enorme, Gabry
quasi sally.....diciamo che se una persona nel parlare ha una motivazione il dialogo è dirottato in quella direzione e smette di essere libero , per quanto riguarda la tua diffidenza tienila cara perchè preziosa, un beso enorme a te , cia'.
Quando dici che la comunicazione in fondo potrebbe essere l'omissione di qualche cosa d'altro, lo immagino come la variabile del tempo che si incontra con il pensiero e le azioni; come poter non omettere qualche cosa?, omettiamo sempre perchè il tempo scorre e l'elaborazione della parola e dei gesti nel pensiero e viceversa mutano la realtà in un moto perpetuo che solo così potrà generare quell'ignoto, quell'inconoscibile che troveremo pochi istanti dopo l'elaborazione della comunicazione.
Sui rischi poi che si ha nella comunicazione, beh direi che apri una biblica Treccani, forse vale il detto che solo chi si espone è oggetto di plauso o critica; la posizione in cui si resta immobili cn pensiero, parola o azione, ci lascia sempre molte più scappatoie nella successiva comunicazione o azione.
La motivazione poi, personalmente la vedo come un fattore dell'azione, non l'unico ne forse il più importante; è un poco come partire per un viaggio in un determinato luogo fissato da noi e scoprire strada facendo che il programma di viaggio cambia, che il vero obbiettivo sia in corso del viaggio che addirittura dopo e un'altro, e spesso l'obbiettivo iniziale viene surclassato abbondantemente dal viaggio e dai suoi incontri, tanto da non essere più l'itinerario di partenza.
I fatti probabilmente non mentono, ma solo nella misura in cui a loro volta non sono il risultato di menzogna o manipolazione, e comunque gli uni e gli altri restano assoggettati alle variabili esterne che possono far travisare tutto.
Il tutto (l'infinito come hai scritto) appartiene ad ognuno e ognuno appartiene al tutto, allora forse i fatti sono solo fotogrammi intercambiabili di una realtà delle tante possibili, non una verità vera, ma solo "una" verità.
So di non essere stato chiaro, ma anche la chiarezza è una verità difficile da comunicare :-) ciao Roh
caspita utark e da dove comincio mo? quasi su tutto avrei da ridire ,ma una cosa mi preme su tutte ossia , l'omissione è insita nella comunicazione per forza di cose , solo che delle volte è chiave di apertura su altre , oppure chiusura di alcune , o semplicemente volonta' di confondere , ma come sai meglio di me , comunicazione è questo e molto altro ancora.
"Noi siamo quello che facciamo", contrariamente a "noi siamo quello che diciamo".
Ma esiste un'altro messaggio della comunicazione che non è un'azione, il " linguaggio non verbale ", quello dei gesti, della postura, della gentualita', per chi sa' vederlo e tradurlo è una rivelazione.
P.F.
Io che sono una vecchia strega dico sempre una cosa:"Ci possono essere sviluppi e cambi di rotta in un rapporto alla fine però ti rendi conto che la prima impressione era quella giusta..":-)
Dovremmo sempre ascoltare più attentamente noi prima degli altri.-)
Inviato da: chiaracarboni90
il 31/05/2011 alle 11:10
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il 13/10/2008 alle 22:50
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