2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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Post n°22 pubblicato il 25 Ottobre 2013 da Vilma66
Foto di Vilma66

La differenza tra le persone che sanno aprire il loro cuore, e quelle che non sanno. Tu sai aprirlo. Ma solo quando dici tu, beninteso. - E se uno lo apre cosa succede ?. - Si guarisce -.                    

A volte quando vengono dei parenti a trovare mio padre, capita che veniamo qui a mangiare, e nessuno riesce a finire più di metà, come te adesso. E vedendo che io mangio, c'è sempre quella che dice. "Ma guarda come mangia con appetito! Beata te. Io ho lo stomaco chiuso e non ce la faccio proprio a mangiare". Ma ad assisrere mio padre ci sono io, non loro. E non è uno scherzo. Non è come venire ogni tanto a esprimere la propria simpatia. A fargli fare la caccca, a pulirlo dal catarro, a lavarlo, sono io. Se per risolvere il problema della cacca bastasse esprimere la simpatia, anch'io sarei tutta simpatia. Ma a loro questo non interessa, così quando  mi vedono mangiare tutto mi guardano scandalizzati... E ho anch'io le mie ferite, i momenti di stanchezza, quando vorrei piangere in pace.

Alle cinque e mezzo chiusi il libro e lasciai il locale per andare a fare una piccola cena. A un tratto mi attraversò il dubbio che potessero prospettarsi per me ancora decine, centinaia di domeniche come questa. - Domeniche tranquille, silenziose, tristi - dissi ad alta voce citando una frase della mia lettera a Naoko. Di domenica non c'era neanche il mio programma quotidiano a salvarmi ... Avevo l'impressione che le domeniche fossero molto più frequenti degli altri giorni. Altre due e avrei compiuto ventun anni. Mi infilai nel letto, e mentre guardavo il calendario fui invaso da un senso di scoraggiamento.

Quel giorno, il giorno della morte di Kizuki, ricordo bene il suo ultimo colpo. Era un tiro quasi impossibile, e io non pensavo minimamente che lui ce l'avrebbe fatta. Invece, sarà stato anche un caso, ma ci riuscì alla perfezione: la pallina bianca e quella rossa si urtarono leggermente quasi senza un suono, sul feltro verde, e con quel colpo si aggiudicò la partita. Fu un colpo così straordinario che ancora adesso me lo ricordo perfettamente. da allora non avevo toccato un biliardo per quasi due anni e mezzo ... Il fatto di non essrmi ricordato subito di lui mi ha dato la sensazione di avergli fatto un torto. Mi sono sentito come se lo avessi abbandonato. Però quando quella notte sono tornato nella mia stanza ho pensato: sono già passati due anni e mezzo da allora, e lui ha ancora diciassette anni. Ma questo non significa  che il suo ricordo dentro di me sia sbiadito. Tutte le cose che la sua morte ha portato con sè rimangono vivide, alcune addirittura più di allora. Quello che cerco di dire è che tra poco io avrò vent'anni e che una parte delle cose che ho diviso con Kizuki quando avevamo sedici, diciassette anni, sono già finite, e per quanto uno possa piangere e disperarsi non torneranno più.

Ehi, Kizuki, pensai, io a differenza di te ho deciso di vivere, e anche di cercare di vivere bene. Immagino quanto deve essere stata dura per te, ma lo è anche per me, credimi sulla parola. E lo è perchè tu sei morto lasciando Naoko in quel modo. Ma io non la abbandonerò così. Perchè le voglio bene e sono più forte di lei. Ma diventerò ancora più forte di come sono adesso, e più maturo. Diventerò adulto. Devo farlo. Finora ho sempre pensato che avrei voluto oscillare in eterno tra i diciassette e i diciotto anni, ma adesso non lo penso più. Non sono più un ragazzo. Comincia la responsabilità. Io non sono più quello che hai conosciuto. Ho vent'anni ormai. E devo pagare il prezzo per continuare a vivere.

Era un pomeriggio nitido e luminoso di inizio autunno ... Le nuvole erano bianche e sottili come ossi, il cielo così alto da dare le vertigini. E' proprio venuto l'autunno, pensai. I suoi segnali erano sparsi dappertutto: il profumo dell'aria, la tonalità della luce, i piccoli fiori che spuntavano tra l'erba, la differente qualità di tutti i suoni. A ogni nuova stagione la distanza che mi separava dai morti aumentava. Kizuki aveva diciassette anni, Naoko ventuno. Per l'eternità.

 

 
 
 
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