Il Sole di Stagno

Tra i molti testi che sono andati in libreria dall’apparizione italiana di José Mario dos Santos Felix Mourinho nel nostro Campionato di calcio c’è anche un libriccino gustoso di un giornalista napoletano: Mimmo Carratelli, “Elogio di Mourinho(pagg. 40, euro 3.90; Pironti)”. Questo che a prima vista può sembrare un panegirico immotivato è in realtà qualcosa di molto rispondente all’etimologia del genere. E’ infatti dalle parole di Mou che Carratelli parte per definire carattere, competenza calcistica, e furbizie tecnico-tattiche di questo figlio di Setubal che sa quattro lingue, non ha mai giocato a calcio in vita sua, e che con quello spolverino grigio-blue sembra un personaggio di un fumetto popolare con ambizioni colte. Mou - come Capitan Harlock - è infatti atterrato nel nostro Torneo calcistico sparigliando gerarchie, convinzioni generali e codici televisivi non scritti, allenando la nobile, storica ed un po’ bislacca Inter di Massimo Moratti, dove come è noto erano molti i galli a cantare ma nessuno si prendeva una sola responsabilità. L’entrenador nerazzurro invece fin dalla prima dichiarazione sulla sua non natura di “pirla” non si è mai tirato indietro e l’unica gaffe che gli si può attribuire è quella di avere insistito ancora con un giocatore inutile come Quaresma. Non sappiamo se l’ex allievo di Robson e Van Gaal riuscirà a riportare la Coppa con le orecchie nella Milano più pateticamente tifata d’Italia, ma sicuramente solo i grandi condottieri della pelota hanno ricevuto elogi di tal fatta dai poeti di turno come Mimmo Carratelli.

VIncenzo Aiello