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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Il Pil della Compassione"

Post n°1228 pubblicato il 06 Dicembre 2015 da VincenzoAiello68
 

 

Si respira l’aria buona di una fede autentica in questo “Chiamatemi Francesco” il nuovo film di Daniele Luchetti che narra della vita di Jorge Bergoglio, un ragazzo di Buenos Aires con simpatie peroniste ed amante del ballo, che ad un certo punto decide di entrare nella Compagnia di Gesù abbandonando le promesse di amore di una ragazza. Il film si apre con  il Cardinale Jorge Bergoglio (Sergio Hernandez) che giunge a Roma per quello che sarà il Conclave del dopo Benedetto sedicesimo. Il prelato su una terrazza a Santa Marta ricorda la sua vita partendo da un ricordo familiare e snocciola la sua esistenza iniziando dall’insegnamento di sua madre che gli dice di seguire le persone che ama. In quasi tutto il film il Bergoglio pre Conclave ha la faccia simpatica di Rodrigo de la Serna che ci ricorda un giovane Bruno Cremer. Il giovane guerriero di Gesù non parte come missionario in Giappone ma diventa Provinciale del suo ordine ed in piena dittatura è vicino alla sua gente soprattutto nel momento dell’incognita desaparecidos di Videla, salvando molti argentini. Negli anni successivi – seconda conversione – lo ritroviamo a Cordoba vicino ad un popolo periferico e quest'attività pastorale gli vale la nomina a vescovo ausiliario, su queste tematiche scottanti, ed è di nuovo a Buenos Aires. Qui armato solo dei santini de la Madonna dei nodi è vicino alla gente senza casa. Luchetti dà un’immagine di Bergoglio come pastore che ha il carisma del contatto simpatico con il popolo di qualsiasi estrazione sociale. Quel ministro con il sorriso diventerà Francesco, il Papa di tutti, ma non del denaro.

Vincenzo Aiello

 

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Commenti al Post:
HansSchnier
HansSchnier il 03/08/19 alle 18:35 via WEB
Persona piena di contraddizioni, il nostro Papa. Parlarne male è spiacevole, ma sento l'esigenza di dire che ha deluso un po' tutti: la rivoluzione che prometteva non l'ha fatta (il gruppo dei cardinali che doveva riformare la curia è stato un flop) e neanche è stato capace di tenere fermo il timone nelle questioni dottrinali più delicate. Un uomo che vuole presentarsi come progressista, simpaticone, alla mano eccetera, ma ha messo il bavaglio agli oppositori interni di cui non legge le motivate doglianze perché a un primo sguardo non rinviene in esse "bontà spirituale". Troppo comodo!
 
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