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La guerra in Libia e la fabbrica del falso.

Post n°287 pubblicato il 25 Marzo 2011 da VoceProletaria

La guerra in Libia e la fabbrica del falso:
la testimonianza di un'italiana scappata da Tripoli


23.03.2011
Sono "scappata" da Tripoli, come molti miei concittadini che vivevano lì.
Tutto è iniziato con una serie di notizie false! I media parlavano di massacri che Gheddafi stava compiendo nei confronti del suo popolo bombardando Tripoli. Parlavano di 10.000 morti...! Niente di più falso! Nessun bombardamento a Tripoli! E così la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica si è subito convinta che entrare in guerra con la Libia era cosa giusta. Quasi nessuno ha capito che alla fine, abbattuto Gheddafi, la Libia non sarà certamente riconsegnata ai ribelli. Al contrario saranno le compagnie petrolifere occidentali ad appropriarsene e a farne (di nuovo!) da padroni. Rimango sbalordita per le prese di posizioni di destra e sinistra. Obama che ci ha fatto commuovere quando è stato eletto, mi ha deluso profondamente. Avevo espresso queste mie considerazioni sulla pagina Fb dell'Unità e dopo qualche minuto me le hanno cancellate... nella pagina di Emergency sono invece rimaste...
Scusi se le sono sembrata invadente mandandole questo messaggio, ma in questi giorni, più che considerarmi fortunata per essere tornata in Italia (come molti dei miei amici e parenti mi dicono) non faccio altro che pensare ai bambini libici, ai compagni di classe dei miei figli, a quel padre di Tripoli (collega di mio marito) che sentendolo da qui piangeva al telefono raccontandoci che durante i bombardamenti notturni non sa come tranquillizzare il figlio di 10 anni che piange terrorizzato. E non faccio che pensare a questa inutile guerra e a detestare la frase "sono contrario alla guerra, MA....". Sul mio balcone di casa sventola di nuovo la bandiera della pace e il mio cuore è gonfio di tristezza.
La saluto cordialmente  Marisa

 
 
 
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