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Lotte nelle cooperative: non solo Esselunga

Post n°599 pubblicato il 23 Gennaio 2012 da VoceProletaria

 Lotte nelle cooperative: non solo Esselunga

di S.I.Cobas Milano,  23.01.2012

Riportiamo in sintesi un resoconto riguardante alcune fra le principali vertenze che si stanno sviluppando sul territorio (di altre non si può per il momento riferire pubblicamente), e affiancano l'ormai ultra-conosciuta battaglia di Pioltello.
Pur trattandosi di un lavoro che muove da un terreno sindacale, e si sviluppa attraverso l'intervento del SI.Cobas, riteniamo che abbia molto a che vedere con la battaglia che stiamo portando avanti comunemente davanti ai cancelli di Esselunga e che quindi l'informazione possa essere d'interesse più generale.
In primo luogo perché abbiamo sempre detto che la vertenza Esselunga può vincere solo se si allarga e si sviluppa, sotto forma di conflitto di classe, anche altrove, per mettere in piedi un movimento che sappia questionare il sistema delle cooperative nel suo complesso e quindi contribuire concretamente ad una battaglia politica più generale. 
In secondo luogo perché molti dei protagonisti delle vicende di cui sotto, hanno avuto un ruolo di primo piano proprio nelle varie iniziative di lotta a Pioltello, mettendo in evidenza il valore concreto della solidarietà di classe e dell'organizzazione dal basso che in essa sta prendendo corpo.
In terzo luogo perché in alcune di queste situazioni potrebbe essere più che plausibile la necessità di un forte intervento a sostegno di futuri scioperi

1) Stef Italia di Tavazzano
Ci si è conosciuti mercoledì pomeriggio quasi per caso. E giovedì, 19 gennaio, si è realizzato immediatamente uno sciopero spontaneo con picchetto di 5 ore che ha bloccato i camion fin sulla via Emilia, a cui hanno partecipato 150 operai. Siamo alla Stef Italia (ex-Cavalieri) di
Tavazzano (LO).
Il problema nasce nel consueto cambio d'appalto fra cooperative, anche se in questo caso non è un cambio avvenuto come spesso succede fra coop. dello stesso consorzio. I nuovi entrati, la
cooperativa Quick Trade, sono decisamente più legati al management della committente e decidono anche di passare dal contratto dell'UNCI (forma assai arretrata di contratto e che si presta a ingenti pagamenti in nero) a quello della Logistica e trasporti (quello siglato da CGIL-CISL-UIL e che va per la maggiore in tutto il settore).
Ma in realtà poco sembra cambiare: l'inquadramento previsto è al livello 6° Jr (un sottolivello inventato col CCNL del 2011 che garantisce 5,10 Euro all'ora e un blocco di del salario per due anni; poi la Quick trade fa la pessima mossa di introdurre, all'atto della nuova assunzione, un mese di prova. Quando si rendono conto dell'errore è troppo tardi; il tappo è saltato e l'energia operaia si è già scatenata. I vertici cercano di correre ai ripari con tutti i mezzi a loro disposizione: strane garanzie di mantenimento della retribuzione netta, minacce di chiusura a causa delle perdite dovute al blocco, promesse di cambiamento della filosofia aziendale e di aumenti successivi....nulla da fare. Solo cambiando l'inquadramento al 6° livello pieno con passaggio al 5° entro 4 mesi, insieme alla rivisitazione dell'intero meccanismo degli incentivi, delle indennità e dei carichi di lavoro, gli operai decidono di rimuovere il blocco. 100 operai/e (su 200) sono ormai passati al SI.Cobas ed è partita la raccolta per la cassa di resistenza a Pioltello.
Apprendiamo poi che il picchetto ha fatto infuriare CGIL e CISL che, insieme alla Quick Trade avevano preparato il terreno per il passaggio.
Le loro dichiarazioni hanno le gambe corte come le peggiori delle bugie.
Oltre alla sostanza economica (che cercheranno comunque di riprendersi) pesa evidentemente quella politica e cioè la loro sostanziale delegittimazione.
Leggi gli articoli su: Il Cittadino e su Il Giorno

2) DHL di S.Giuliano
E' ormai da luglio che alcuni operai della TNT di Piacenza fanno un  lento lavoro sotterraneo per prendere contatto e incoraggiare altri colleghi della logistica a schierarsi, ad abbandonare gli indugi e le paure ed affrontare i padroni.
Siamo alla DHL di S.Giuliano, l'hub in procinto di essere trasferito a Carpiano dove nel frattempo sono in corso lavori di ristrutturazione e da cui sono stati momentaneamente trasferiti una sessantina di operai proprio a S.Giuliano per consentire tali lavori. Il periodo ora è caldo e nel frattempo, il lavoro sotterraneo, ha prodotto alcune riunioni semi-clandestine che,
sempre in crescendo, hanno portato gli affiliati al SI.Cobas, ad essere una cinquantina.
La cooperativa è la ben nota Gesco (la stessa della TNT). Il battesimo dei nuovi compagni di lotta avviene domenica 15 gennaio a Pioltello, dove si capisce bene quale sia il livello di
combattività espresso dal gruppo di operai della DHL, per lo più marocchini. La cooperativa si accorge dei movimenti e cerca di correre ai ripari. Prima cerca di incontrare gli operai e di dissuaderli dal far entrare il S.I.Cobas in azienda dichiarandosi disponibile a qualsiasi forma di dialogo; poi, dopo aver ricevuto la piattaforma sindacale, si dichiara disponibile a concedere tutto  (tranne l'indennità mensa) ma mettendo in campo un presunto ricatto della DHL rispetto alla presenza Cobas che porterebbe, secondo loro, al licenziamento degli operai. La risposta immediata è stata netta: tu licenzi e noi ti chiudiamo gli impianti di S.Giuliano ora e di  Carpiano poi. Vedremo gli sviluppi nelle prossime ore. Il 27 gennaio è vicino.

3) Il Gigante di Basiano
Si tratta certamente di una vertenza minore e che riguarda una sola delle cooperative impegnate nel sito logistico di Basiano, di proprietà della catena della grande distribuzione "Il Gigante". In tutto una trentina di operai di cui 15 provenienti della Cooperativa Bergamasca provenienti da un precedente appalto che il Gigante aveva col consorzio Alma, lo stesso presente all'Esselunga di Pioltello. E proprio all'Esselunga ci si è conosciuti a novembre.
L'intenzione di abbandonare la CISL e di entrare nel SI.Cobas si era manifestata immediatamente e si è concretizzata due mesi dopo, all'improvviso, probabilmente frutto di una valutazione in proprio della serietà del percorso sindacale e politico intrapreso. Da allora il gruppo (tutti pakistani) si è sempre presentato compatto tanto alla manifestazione di Pioltello quanto ai picchetti dell'Esselunga. E il semplice invio di una piattaforma rivendicativa altrettanto elementare (le loro condizioni non sono tra le peggiori nel settore) ha prodotto  immediatamente un incontro con l'azienda ed un verbale (qui riportato che, aldilà del suo contenuto economico (60 Euro di aumento e 1300 Euro di arretrati) ha sancito l'esistenza del nuovo sindacato in azienda.

4) Ceva di Cortemaggiore.
Convocati ieri dall'azienda le OO.SS presenti alla Ceva di Cortemaggiore (fra cui il SI.Cobas) vengono informate del crollo della movimentazione presso il magazzino in questione e della necessità di dichiarare 18 esuberi su 43 dipendenti.
La decisione-proposta del consorzio CAL è quella di prolungare per questi 18 operai la CIG già adottata fra settembre e dicembre in attesa di una ricollocazione non si sa bene dove.
Nei prossimi giorni si farà un'assemblea con gli operai per decidere il da farsi. Troppi i dubbi che gravano sulla vicenda. Se è vero, come è vero, che l'attività si è notevolmente ridotta rimangono in piedi tutte le questioni già sollevate coi picchetti di autunno ed in particolare il  fatto che a Somaglia, non molto distante, la committente possiede un grande magazzino dove si fanno anche gli straordinari. Perché non si prende in considerazione questa ipotesi? E chi dovrebbero essere i "18 sfortunati"?
Per ora non ci sono liste nere ma, in ogni caso é legittimo prevedere un riaccendersi a breve delle ostilità sindacali a Cortemaggiore

5) TNT di Piacenza
Come previsto dopo la battaglia di luglio si sta per entrare nella vertenza successiva, riguardante in particolar modo l'applicazione dell'indennità sostitutiva mensa, nel completamento dei passaggi a full-time e nella conversione a tempo determinato delle situazioni precarie ancora esistenti nel sito piacentino. In questi mesi, in ogni caso, il SI.Cobas è andato rafforzandosi: gli iscritti sono ormai quasi 200 (il 70% degli operai); il ruolo dei delegati all'interno è cresciuto come era previsto e i preposti hanno abbassato la cresta.
Il peso del Cobas, inoltre si sta facendo sentire anche all'esterno, con una serie di contatti che, usufruendo anche dell'apertura di una sede in città, sta lavorando per estendere la  sindacalizzazione e preparare nuove battaglie. Fondamentale potrebbe risultare l'unità d'azione con i compagni di S.Giuliano data la corrispondenza della cooperativa e la convergenza delle piattaforme, in particolare sulla questione dell'indennità mensa.

6) SDA di Carpiano
Come nel caso della Stef Italia di ieri, anche a Carpiano venne conseguita una vittoria lampo, per quanto parziale.
Parziale perché gli obiettivi economici raggiunti erano tali (80 cent. all'ora di aumento ed uno scatto di anzianità, a fronte di un orario di lavoro rimasto discrezionale e di un corretto livello di inquadramento ancora da ottenere). Parziali anche perché, nella quotidianità, specie nel consorzio UCSA, si continuano a verificare abusi e atti di autoritarismo inaccettabili.
Nella settimana che arriva si terranno quindi riunioni con la possibilità che la giornata del 27 rappresenti la riapertura delle ostilità, anche in vista degli incontri con le cooperative, fissati per marzo, in cui affrontare e risolvere i problemi ancora aperti

SI.Cobas Milano

 

 
 
 
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