Creato da VoceProletaria il 26/02/2010

VoceProletaria

Controinformazione politica e sindacale

CONTATTI

AREA PERSONALE

 

TAG

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

FACEBOOK

 
 

 

« LA RIVOLTA DELLA PICCOLA...Quest'anno non ci ripre... »

Inaugurazione Anno Accademico Unibo e Laurea Honoris Causa a Napolitano

Post n°603 pubblicato il 27 Gennaio 2012 da VoceProletaria

Bologna, inaugurazione dell’Anno Accademico. Metafore convenzionali e naturali.

di Maurizio Matteuzzi,  26.01.2012

        I semiologi distinguono (perlopiù, le scuole sono tante) tra indice e simbolo, il primo essendo naturale, il secondo convenzionale (prescindo qui esplicitamente, per amore di brevità, dalla accezione di “indice” di Husserl, che appartiene a un’altra storia). Un segno, cioè, ha normalmente un suo darsi autonomo, naturale, e rimanda ad altro senza dovere passare attraverso assunzioni convenzionali.
        Così, il ghiaccio sul parabrezza è indice di freddo, mentre "eautostimorumenos"  sta per colui che punisce se stesso per via di una convergenza di assunzioni convenzionali.
        Alcune situazioni si pongono in modo naturale come metafore: i guasti di Pompei, nel pieno della vergogna berlusconiana, sono stati assunti da vari commentatori come metafora del crollo di una certa “politica”, quella delle igieniste dentali e dei responsabili, delle olgettine e della guarizione dal cancro, dei tunnel dei neutrini e delle transazioni immobiliari a propria insaputa; e, qualcuno comincia a dimenticare, ed è male, del milione dei posti di lavoro.
        La metafora era implicita, ovvia all’inverosimile, naturale per gli scriba che ne hanno fatto man bassa.
         L’inaugurazione dell’anno accademico dell’Ateneo di Bologna, tutt’uno con la laurea al Presidente Napolitano, è per disgrazia un indice e non un simbolo.
        È talmente naturale che non va interpretata, è autonimica, autoreferenziale, omeostatica, in un certo senso markoviana. Essa è un indice, non un simbolo: non c’è bisogno dell’aristotelico katà syntheken per capire; la situazione è di per sé chiarissima: da un lato, su una sponda, i notabili, i baroni, presidenti, rettori, coordinatori, gli ottimati, insomma, che si isolano in un ambiente blindato; dall’altra, fuori, lontani, i lavoratori dell’università, esclusi dall’élite dei superuomini.
        Persino quei professori che hanno conferito la laurea ad honorem sono esclusi.
        Paradosso dei paradossi: sono io che ti laureo, ma io non sono ammesso a sentire la tua lectio magistralis, non sono degno di parlare con te.
        Ma allora, vivaddio, chi laurea chi?
        Così ci sono due università, quella dei baroni veri, e quella di chi studia, scrive, fa ricerca.
        Quale più naturale metafora della legge Gelmini, della legge dei baroni, degli ottimati, del privilegio e dell’ingiustizia? Purtroppo, questo è un indice, e non un simbolo.
        Si chiudano pure lorsignori nella loro Santa Lucia, che avesse ancora la vista guarderebbe altrove. Gli altri, quei fessi che non hanno ancora rinunciato completamente a fare ricerca, o a riflettere, diano da mangiare ai piccioni in Piazza Maggiore, più in là di lì sicuramente non si andrà.
        C’è lo stato, la digos, la invincibile armada.
        Che sia sottratta alla comunità accademica la partecipazione all’inaugurazione dell’anno accademico è cosa che a me pare gravissima. Mai successa nei quarantasei anni di frequentazione di questo ateneo. A suo tempo, avrei potuto incontrare il Papa. Non mi avevano mai messo alla porta.
        Ma la legge Gelmini, che Napolitano ha firmato, parlando di “criticità” in mancanza del coraggio del realismo, e cioè di parlare di “incostituzionalità”, demarca bene ciò di cui questo evento è indice, e non metafora convenzionale: questa è la vera università dei baroni.
         Complimenti, parlate pure tra di voi, senza contraddittorio, con la clacque dei numerosi yes men: alla legge bisogna inchinarsi.
        L’Università vera sta fuori, sta lontana, Ma chi è lontano da cosa?
        La filosofia, intesa qui come amore del sapere, ha sempre seppellito i suoi becchini.
Date tempo al tempo. E godetevi il momento propizio. Si dissolverà in fretta.


Inaugurazione Anno Accademico
e Laurea Honoris Causa a Napolitano
 

di Sergio Brasini,  23.01.2012
 
         Lunedì 30 gennaio 2012 l’Alma Mater Studiorum di Bologna conferirà la Laurea
Honoris Causa in Relazioni Internazionali al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il riconoscimento è stato proposto congiuntamente dalle due Facoltà di Scienze Politiche presenti nelle sedi di Bologna e di Forlì dell’Ateneo. La consegna del riconoscimento e la relativa lectio magistralis del Presidente della Repubblica avranno luogo nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2011-12 che si svolgerà presso l’Aula Magna di Santa Lucia.
        È d’obbligo chiedersi perché il Rettore Ivano Dionigi abbia deciso di far convergere in un unico grande evento mediatico le due iniziative. Tra le varie risposte possibili, una emerge con particolare suggestione: le imponenti misure di sicurezza e il ferreo cerimoniale previsti come conseguenza della presenza in Santa Lucia del Presidente della Repubblica e di alcuni Ministri del Governo Monti (in primis Anna Maria Cancellieri, Francesco Profumo, Renato Balduzzi e Piero Gnudi) “blinderanno” di fatto la manifestazione e impediranno di conseguenza la partecipazione fisica di coloro tra docenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e studenti che non facciano parte degli Organi Accademici o che non ricoprano incarichi istituzionali in Ateneo.
        Il Rettore Ivano Dionigi, secondo questa chiave di lettura dei fatti, sta utilizzando la presenza di Giorgio Napolitano alla stregua di uno “scudo protettivo” per evitare di essere sottoposto, durante l’inaugurazione dell’Anno Accademico, alle più che probabili contestazioni per la sua gestione verticistica e non trasparente dell’Ateneo, compendiata in un processo di approvazione del nuovo Statuto che ha mostrato evidenti limiti di consenso.
          Vale la pena ricordare che la cerimonia di inaugurazione del precedente Anno Accademico 2010-11, originariamente prevista per il 18 dicembre 2010, venne annullata nell’immediata vigilia per timore di incidenti e di contestazioni e fu sostituita da un’assemblea pubblica. In quell’occasione il Rettore Ivano Dionigi affermò di aver voluto evitare che un momento di riflessione, di dialogo e di confronto plurale rischiasse di trasformarsi in un’occasione di incomprensioni e di reazioni imprevedibili, che avrebbero potuto compromettere un evento significativo come l’inaugurazione dell’Anno Accademico.
        Secondo recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa, la consegna della Laurea Honoris Causa a Giorgio Napolitano il prossimo 30 gennaio “sarà l’occasione per onorare l’altissimo profilo, nazionale e internazionale, politico e istituzionale del nostro Presidente e riconoscere il suo impegno culturale, civile e morale e la sua costante ed efficace attenzione e vicinanza alla causa della ricerca, della formazione e del futuro dei giovani del nostro Paese. E sarà anche l’occasione per dire al Presidente che l’Università può e deve svolgere un ruolo da protagonista per concorrere al superamento del difficile momento attuale”.

        Ma le vicende politiche degli ultimi due mesi stanno probabilmente complicando in maniera decisiva il disegno del Rettore. La cerimonia di lunedì 30 gennaio si svolgerà a distanza di sole 48 ore dal via libera definitivo del Governo Monti al cosiddetto “Decreto semplificazioni”, all’interno del quale è stato preannunciato l’inserimento di un provvedimento che sembra muoversi nella perniciosa direzione dell’abolizione del valore legale del titolo di studio. Con questa iniziativa il Ministro Profumo porterà verosimilmente a definitivo compimento l’opera di disintegrazione materiale del sistema universitario pubblico già iniziata dal precedente Governo Berlusconi mediante l’approvazione parlamentare della Legge 240/2010.
        Dopo 40 anni, ad essere in pericolo è un pilastro democratico della nostra Società, cioè l’idea stessa di una Università aperta a tutti e tesa a favorire percorsi di ascesa sociale. I figli delle classi sociali più disagiate, anche se capaci e meritevoli, torneranno in larga parte ad esserne esclusi. Chi vorrà studiare decentemente, ma anche insegnare o fare ricerca, si dovrà rivolgere ai privati, pagando, indebitandosi o gravando sulle famiglie di origine.
        Una prospettiva che fa già gola a molti: il mercato della formazione si candida a diventare il nuovo grande “business” dei nostri anni. Il modello al quale tenderà a conformarsi l’Italia è verosimilmente quello dell’Università americana (ovviamente finanziamenti esclusi!), intesa come sistema nel suo complesso: dove oggi coesistono trenta o quaranta Atenei di grande livello e alcune migliaia di City College o di State University che sono qualcosa a metà strada tra il riformatorio e la scuola di avviamento professionale.
Un sistema fondato sui debiti e sui prestiti d’onore, che ormai le stesse banche americane sono restie a concedere.
        D’altra parte la stessa figura di Giorgio Napolitano è oggetto negli ultimi mesi di giudizi politici assai contrastanti, e vi è anche chi lo considera il vero artefice della “restaurazione liberista” in atto nel nostro Paese con l’insediamento del Governo Monti. In questa ottica il comportamento recente del Presidente della Repubblica viene interpretato come un esempio eclatante di quell’attitudine patologica di certa falsa sinistra, in realtà ultraliberista, a farsi paladina delle peggiori ricette della destra neo-thatcheriana e reaganiana, ormai sepolte nel resto del mondo da oltre un ventennio perché drammaticamente fallite.
        Un anno fa la forza del movimento di opposizione alla riforma Gelmini e al governo Berlusconi determinarono l’annullamento dell’inaugurazione dell’Anno Accademico bolognese. Oggi, nella fase di crisi che l’Italia intera sta attraversando, i motivi per temere dure e motivate contestazioni contro il Ministro Francesco Profumo e il Presidente Giorgio Napolitano sono più che reali.
        L’effetto congiunto dell’aver voluto saldare in un unico evento l’inaugurazione dell’Anno Accademico e il conferimento della Laurea Honoris Causa a Giorgio Napolitano sarà prevedibilmente quello di regalare alla città di Bologna un clima di forte tensione per l’intera giornata del 30 gennaio, azzerando contemporaneamente la possibilità per quasi tutti coloro che appartengono a vario titolo alla comunità dell’Ateneo di prendere parte ad un momento importante e dall’alto valore simbolico come l’inaugurazione dell’Anno Accademico.
        Perché il Rettore Ivano Dionigi non ritorna sui suoi passi e non rinvia ad altra data la cerimonia di inaugurazione, confermando per lunedì 30 gennaio il solo appuntamento con il conferimento della Laurea Honoris Causa?         L’intero Ateneo gliene renderebbe merito.

 

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

Axz88softmaker68silas_flannerydelfina19710vitoloduromaurizio.piscitillistudiolegalerodarinamarenalyda75walter.gellioperatore61chesterbos.colellimarconissimoUomoconlaclava76
 

ULTIMI COMMENTI

Un saluto By bed e breakfast palermo
Inviato da: MariaLara
il 28/06/2014 alle 23:22
 
Molto interessante il tuo discorso e credo che al fondo del...
Inviato da: cittadinolaico
il 10/05/2013 alle 19:07
 
ottimo una proposta di semplificazione terminologica:...
Inviato da: urs
il 07/05/2013 alle 12:32
 
Non male...Un pò di autocritica non può che far bene,...
Inviato da: charlyone0
il 03/03/2013 alle 23:49
 
A questo punto, siete voi a non dover cadere nello stesso...
Inviato da: Giona
il 02/03/2013 alle 14:02
 
 

CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963