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L'Articolo 18 non si tocca!

Post n°730 pubblicato il 16 Luglio 2012 da VoceProletaria

L'Articolo 18 non si tocca!

 di Lavoratori Autoconvocati,  06.04.2012

 

Giù  le mani dall'Articolo 18.
Nessuno firmi l'accettazione di questo bidone.
SCIOPERO SUBITO!

 
Ecco venuto allo scoperto  il Pacco del Governo che vede la luce e che verrà  votato in Parlamento.
Con la controriforma della Fornero sostenuta da PD-PDL-TERZO POLO verrà  cancellato l'art.18.
Altro che mantenimento del reintegro. Vanno mantenuti e rafforzati tutti i percorsi  di mobilitazione verso uno sciopero contro questa riforma.
 
        La verità è che con il testo proposto dal governo - e sostenuto dalla trimurti dei diritti cancellati “Alfano-Casini-Bersani” – è stata introdotta la possibilità del licenziamento individuale anche per motivi “economici” senza reintegro ma con indennizzo.
Questa possibilità per i padroni prima non esisteva.
        Finora erano possibili un certo numero di casi di licenziamento collettivo per le stesse ragioni. L’azienda dichiara di essere in crisi, gli ispettori del lavoro verificano lo stato di crisi e il ministero concede gli ammortizzatori sociali quando sono previsti. Si possono chiudere già oggi in questo modo aziende e unità  produttive intere con tutta la manodopera mandata per stracci. Non a caso l’Italia, pur con l’attuale art.18, è già  oggi agli ultimi posti per tutela dei lavoratori dal licenziamento individuale (1). Figuriamoci con le modifiche del governo Monti!
 
        Ora le aziende potranno invece licenziare unilateralmente uno o più lavoratori “per motivi economici” senza dichiarare stato di crisi. Così si leveranno di mezzo gli “indesiderati” (rompiscatole, sindacalisti, i poco produttivi o anche solo per "alleggerirsi" arbitrariamente di qualche stipendio proprio come fatto finora con i precari nei momenti del rinnovo...).
Questo sarà  possibile con una motivazione fasulla, ma che grazie al governo Monti diventa ora “legittima”. 
        Il testo che verrà  presentato in Parlamento prevede che, se il lavoratore insiste proprio nel non volere l’indennizzo, il giudice possa verificare se la motivazione economica sia “insussistente” (ossia un datore dovrebbe fare autogoal e lasciare le prove scritte che in realtà  il motivo è discriminatorio) e solo in questo caso disporre eventualmente anche il reintegro. Ma senza poter entrare nel merito della motivazione economica (!). Ma come si dimostra l’insussistenza quando un’azienda dice che deve cambiare mansioni a un ufficio, che non ha bisogno più di quella specifica professionalità, che deve “riorganizzare” il processo lavorativo o anche semplicemente che quella funzione la appalta all'esterno o non gli serve più?
 
Spazziamo il campo dagli equivoci. E’  il licenziamento discriminatorio autorizzato sotto mentite spoglie ed è il segnale ai mercati che le aziende hanno mano libera sui lavoratori!
 
        Le motivazioni economiche e la riorganizzazione lavorativa saranno SEMPRE legittime.
 
        E quindi al massimo c’è un indennizzo e l’affidamento a non meglio precisate agenzie (private e interinali) per valutare una ricollocazione altrove (a quel punto con contratti precari). Un’enorme arma di ricatto in mano alle aziende! E, al contrario di quanto ci dicono, varrà  anche per la pubblica amministrazione impattata ormai dalla riorganizzazione e dai conseguenti esuberi da leggi di stabilità  e nuove norme (2).
 
Tutto questo senza che venga cancellata nemmeno una delle forme contrattuali atipiche e precarie che strozzano il futuro di milioni di giovani.
 
        Questa mannaia reazionaria su tutto il mondo del lavoro (dipendenti, precari, pensionati, disoccupati) è stata armata dalla lettera di Draghi e Trichet del 5 agosto scorso in cui si dettavano le linee ai futuri governi, accettate e omaggiate sin da subito UNITARIAMENTE tanto dal Terzo Polo (Casini), quanto dal PdL (Sacconi) che dal PD (Letta) (3) e ora APPLICATE da Monti e sostenute dai tre poli.
        La lettera Draghi-Trichet chiedeva proprio licenziamenti più facili (la citiamo: “Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l’assunzione e il licenziamento dei dipendenti”) e la sostituzione degli ammortizzatori sociali con un’assicurazione (ancora: “stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione”) e affidando gli esuberi senza reintegro ad agenzie per lavori temporanei (” un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi”).
Questi dettami della BCE e del padronato prevedono anche controriforme già  prontamente applicate da Monti su privatizzazioni (“la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala”) e pensioni (“è possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità”) e alcune che arriveranno sulle nostre teste prossimamente e già  anticipate dall’accordo del 28 giugno e dall’art.8 dell’ultima finanziaria di Berlusconi come l’attacco alla contrattazione collettiva (“riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione”). I dipendenti della Pubblica Amministrazione subiranno secondo questo “manifesto liberista” la stessa sorte di cancellazione di diritti e attacco al salario (”il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del Pubblico Impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi”). Stessa cosa dicasi per il pareggio in bilancio che renderà  eterne e non contingenti le politiche di tagli e austerity (“Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio”). (4)

 
Il futuro di lacrime e sangue è adesso!
No ai diktat di Governo, Confindustria e BCE!
 
Scioperare e manifestare subito contro questo ennesimo pacco ai danni di lavoratori dipendenti e precari!
Prima che sia troppo tardi licenziamo per giusta causa il governo Monti!

 
Coordinamento lavoratrici e lavoratori autoconvocat* - contro la crisi
lavoratoriautoconvocati@gmail.com
 
(1) fonte OCSE: http://mauropoggi.files.wordpress.com/2012/03/art18-classifica-tutele.png
(2) http://www.pubblicaamministrazione.net/leggi-e-norme/news/3134/legge-di-stabilita-la-mobilita-dei-dipendenti-pubblici.html
(3) http://www.coordinamentorsu.it/doc/altri2011/2011_0930_bce_paterno.htm
(4) Il testo completo della lettera alla pagina:
  http://www.corriere.it/economia/11_settembre_29/trichet_draghi_italiano_405e2be2-ea59-11e0-ae06-4da866778017.shtml

 
 
 
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