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Congresso USB: chiediamo democrazia!

Post n°842 pubblicato il 14 Gennaio 2013 da VoceProletaria

Lettera Aperta agli iscritti e alle iscritte dell’Unione Sindacale di Base
AVVIATO IL CONGRESSO USB:
PRIMA DI TUTTO CHIEDIAMO DEMOCRAZIA!

L’USB, la nostra organizzazione sindacale, terrà nel 2013 il Primo Congresso, dopo la fase transitoria avviata con il Congresso fondativo del 2010 e l’unificazione tra SdL , RdB e parte della CUB. Un Congresso nel pieno della crisi, delle politiche di austerità e dell’ossessione del “risanamento del debito”. Un Congresso in una Europa attraversata da lotte sociali e sindacali, tra difficile resistenza e speranze di cambiamento. Un Congresso nel pieno della crisi della concertazione sostenuta dai sindacati complici. Un Congresso che dovrebbe essere aperto e basato sul pluralismo, perché senza un vero dibattito non si costruisce nulla di nuovo o di utile per le classi lavoratrici.
Questo Congresso viene invece avviato sulla base di un Regolamento apertamente e palesemente non democratico Si impedisce infatti di presentare posizioni diverse ed alternative a quelle della maggioranza dei gruppi dirigenti uscenti: a circolare e ad essere discusso in tutti i Congressi territoriali di USB sarà SOLO UN DOCUMENTO, quello che verrà votato dalla maggioranza del Coordinamento Nazionale il prossimo 26 gennaio. Secondo noi invece tutti gli iscritti devono poter fare una scelta ragionata e consapevole tra TUTTI I DOCUMENTI presentati, che devono partire alla pari tra loro. Se così non sarà, i numeri e le maggioranze attuali predetermineranno le scelte politiche e sindacali future, le modalità con cui si proverà a migliorare il nostro modo di fare sindacato ed anche, è bene dirselo chiaramente, la composizione dei futuri gruppi dirigenti.
Si vuole imporre inoltre l’applicazione del Regolamento Economico in modo tale da impedire la partecipazione al Congresso a quegli iscritti e/o strutture territoriali che in questa “fase transitoria” lo hanno apertamente contestato e non applicato, ritenendo sbagliata l’assoluta centralizzazione delle risorse e delle responsabilità di spesa, che hanno come naturale conseguenza la centralizzazione delle decisioni e una difficile trasparenza, a causa della distanza tra chi “finanzia” e chi “spende”. I dirigenti di USB invocano contro chi la pensa in questo modo il rispetto delle “regole”: ebbene, è proprio lo Statuto di USB (la nostra regola principale) a prevedere che sarebbe stato il Primo Congresso a definire un Regolamento Economico definitivo, attraverso un vero confronto democratico e senza alcuna forma di prevaricazione, tenendo conto della storia e della pratica sindacale di TUTTE le diverse realtà confluite in USB e non solo ed esclusivamente di UNA di esse.
La democrazia interna ad una organizzazione sindacale che si vuole democratica, alternativa, di classe e di base non è un “optional”. NON E’ FORMA, E’ SOSTANZA. Un Regolamento Congressuale non democratico definisce come non democratica l’organizzazione sindacale che lo accetta e che si costruirà negli anni successivi. Riteniamo che questo sia incompatibile con le aspirazioni che ci hanno portato a partecipare al percorso di unificazione che ha dato vita ad USB e con le esperienze concrete fatte da tutti noi nella costruzione di un’alternativa ai grandi apparati di Cgil, Cisl e Uil.
Alcuni di noi hanno più volte chiesto una riflessione sui due anni e mezzo di vita di USB, da ultimo con un documento presentato ai Consigli Nazionali del sindacato. Abbiamo un’altra idea di pratica sindacale rispetto a quella finora portata avanti da USB: più partecipativa e orizzontale e meno verticistica, più territoriale e meno “ministeriale”, più attenta a consultare e a far decidere chi lavora e gli organismi eletti direttamente nelle aziende, e meno rinchiusa negli apparati di organizzazione. Crediamo serva più possibilità di sperimentazione per i territori, che devono potersi connettere a movimenti e lotte che molto spesso non partono solo dalla nostra sigla sindacale.
Crediamo anche che tutta l’esperienza del sindacalismo di base sia da rifondare, abbandonando l’autoreferenzialità settaria, l’inamovibilità pluridecennale dei gruppi dirigenti, le logiche microburocratiche del tutto analoghe a quelle del tanto criticato sindacalismo confederale. Ma crediamo che le diversità possano e debbano convivere in un’organizzazione più grande e inclusiva, che provi a superare la deleteria frammentazione che continua a caratterizzare il sindacalismo alternativo in Italia. Per farlo c’è (e c’è sempre stato) solo uno strumento: la democrazia.
Il Regolamento Congressuale varato da USB per ora, purtroppo, la esclude e la nega. E con essa si escludono la libera scelta e le decisioni consapevoli e trasparenti degli iscritti tra ipotesi diverse e ugualmente legittime.
Per questo, i firmatari di questa Lettera Aperta, invitano tutti gli iscritti a far sentire la loro voce e tutti coloro che fanno parte del Coordinamento Nazionale che si dovrà riunire a Roma il 25 e il 26 gennaio 2013 a RIPENSARE l’impostazione del Regolamento Congressuale, in modo tale da rendere possibile l’avvio di un Congresso nazionale di USB più aperto, libero, democratico e partecipato.

7 gennaio 2013

Egidio Belloni (USB Legnano)
Fiorenzo Campagnolo (USB Varese)
Mario Carleschi (USB Brescia)
Riccardo Dobrilla (USB Roma)
Roberto Firenze (USB Milano)
Marco Galli (USB Varese)
Franco Lovascio (USB Livorno)
Angelo Pedrini (USB Milanoest)
Massimiliano Rancati (USB Milano)
Margherita Recaldini (USB Brescia)
Michele Salvi (USB Milano)
Giuseppe Tampanella (USB Legnano)
Tonino Vetrano (USB Milanoest)

 
 
 
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