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«No al Fiscal Compact significa no all’illegalità dell’ingiustizia sociale»

Post n°863 pubblicato il 01 Febbraio 2013 da VoceProletaria


«No al Fiscal Compact significa no all’illegalità dell’ingiustizia sociale»
Un giovane comunista intervista la candidata di Rc del suo territorio

di Simone Gimona,  30.01.2013

Laura Veronesi, segretaria provinciale di Rifondazione Comunista Bologna, candidata al Senato con Rivoluzione Civile, lista costruita attorno ad Antonio Ingroia che si candida a rappresentare la sinistra politica di questo paese.
Dacci tre buoni motivi per votare Rivoluzione Civile.
E’ l’unica forza alternativa alle politiche di “euro-austerity”, alternativa quindi alle politiche del centrosinistra fatto da PD e SEL, a maggior ragione alternativa alle politiche di centrodestra. E’ davvero l’unica forza che agisce in tutela dello stato sociale per equità e giustizia sociale, questo è sicuramente il primo vero motivo. In secondo luogo è una lista “polifonica”: ci sono più voci e più culture che si coniugano nella costruzione di questa alternativa. E’ una lista permeata dalla società “non organizzata”, quella che molti chiamano “società civile”.
Perchè la definisci così?
Perchè ritengo che “civili” siano anche le forze strutturate in partiti, associazioni costituzionalmente riconosciute, che hanno una coerenza di regole interne ed esterne. Coniugare le forze politiche “strutturate” con la società “non organizzata” è davvero cosa buona e giusta, se non altro per recuperare lo scollamento che c’è tra la politica classicamente intesa e la società.
Il terzo motivo?
Ci siamo noi, Rifondazione Comunista.
Molti imputano però a Rivoluzione Civile, lista costruita attorno alla candidatura di Antonio Ingroia, di essere schiacciata sui temi della giustizia, dell’antimafia e della legalità. Siamo nell’era della crisi: non sarebbe quindi importante centrare l’attenzione sui temi del lavoro, temi propri della sinistra ed in particolare di Rifondazione Comunista? Vi siete divisi i compiti dentro Rivoluzione Civile o c’è una progettualità collettiva di fondo?
Io credo che la figura di Ingroia coniughi al meglio i temi della legalità con quelli del lavoro. Il no al Fiscal Compact è il primo punto programmatico di Rivoluzione Civile, nero su bianco. La nostra sintonia, la sintonia che Rifondazione Comunista ha con questa lista “polifonica”, è totale: dire no al Fiscal Compact significa dire no all’illegalità dell’ingiustizia sociale. Per noi questa forma di illegalità, drammatizzata dalla crisi, ridefinisce il perimetro della stessa legalità. Significa dire nuovamente sì ai temi del lavoro, al consolidamento del suo mondo. Significa dire no alla precarietà, dire no al massacro dello stato sociale con l’attuazione del famigerato Fiscal Compact. La cosa drammatica è che sempre più forze mettono in discussione lo stesso, anche dopo averlo sottoscritto! Monti e la sua aggregazione, la destra -a maggior ragione-, il Partito Democratico e la sua coalizione, che comprende anche Sinistra Ecologia e Libertà, insomma tutti quelli che hanno votato le numerose fiducie al governo dei “tecnici” sono sottoscrittori pieni di questo patto scellerato; noi, al contrario, lo abbiamo contrastato da subito.
Il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà vengono ancora visti da molti come parte della sinistra, ma ne sono realmente portatori di contenuto?
Per quel che riguarda il Partito Democratico, sopratutto nei nostri territori, esiste una base militante che si ritiene ancora nel solco della sinistra, erede magari del Partito Comunista. A poco a poco però l’infingimento si sta smascherando. Nel momento in cui una forza così importante si adopera per smantellare l’articolo 18, insieme al Governo Monti, si smaschera, ridisegna il suo profilo in chiave liberale e liberista nei contenuti, magari con qualche allusione simbolica alla socialdemocrazia. In questo contesto il partito di Vendola è dolorosamente sotto schiaffo; credo però che, almeno nei gruppi dirigenti, la consapevolezza di questa fine fosse ben presente. C’erano lo spazio ed i contenuti per collocarsi a sinistra e partecipare alla costruzione di questo quarto polo: Sinistra Ecologia e Libertà ha scelto di non fare questo diventando la stampella sinistra del Partito Democratico.
Quindi dov’è la sinistra? Chi si candida a farne parte?
Sicuramente noi. Con i nostri temi riporteremo la sinistra ad essere protagonista nella vita quotidiana del nostro popolo, saremo protagonisti di questo spazio alternativo al centrosinistra filomontiamo.
Un diretto concorrente di Rivoluzione Civile è il Movimento 5 Stelle. In quest’Emilia Romagna, patria del movimento di Grillo, una segretaria di partito, per di più ex assessora, non rischia di ricevere dei facili attacchi? Sei anche tu parte della casta?
Non mi sono mai sentita parte della casta. Credo sinceramente che il problema della corruzione, non solo abbia delle parti importanti di verità, ma che tra le basi del distacco tra società e politica sia decisamente presente. Su questo malcostume, che ha interessato una parte importante dei partiti, si è rafforzata la “cultura” della lotta alla “casta”, alla politica non più ritenuta affidabile per dare risposte ai problemi dei cittadini. Questo attacco colpisce tutti indistintamente, anche le forze come Rifondazione Comunista che non sono state investite dal fenomeno della corruzione. Detto questo credo che sia necessario affrontare il problema della “cattiva politica”, che non è necessariamente la politica corrotta nelle economie, bensì la politica corrotta nei principi. Se una certa politica dice di fare alcune cose, dice di rispondere ai bisogni, alle necessità e alle aspirazioni dei cittadini e poi fa tutt’altro crea inevitabilmente disorientamento nel paese. I populismi si nutrono di questa contraddizione, creano il loro consenso sulle macerie della politica senza però dare una prospettiva di fondo.
Prospettiva di fondo? A cosa alludi?
Noi intendiamo la Costituzione come prospettiva di fondo. Pensiamo ad esempio al disorientamento che, in questi anni, ha creato la sua messa nei fatti in discussione: la Costituzione definisce la scuola pubblica, eppure quante volte è stato messo in discussione quel dettato costituzionale? La Costituzione da bene l’idea di quali siano le politiche di pace ed internazionali, eppure a quante guerre abbiamo dovuto assistere? Dentro a questo contrasto di principi, dentro a questo contrasto ideologico tutto è possibile: l’avanzata del Movimento 5 Stelle non deve quindi stupire, non deve stupire la sfiducia nelle istituzioni e, sottolineo, nella politica. Le forze politiche che si sono rese responsabili in primis della corruzione dei principi, Partito Democratico compreso, hanno offerto su un piatto d’argento questa possibilità di crescita ai populismi, alle risposte facili dalle tentazioni autoritarie. Sullo sfondo c’è sempre la crisi economica e, come la storia insegna, non è detto che l’uscita dalla crisi sia a sinistra.
Le tue riflessioni maturano in un “ambiente collettivo”, il Partito della Rifondazione Comunista di Bologna. Ce ne dai un’identikit? Chi è oggi un appartenente a questa forza politica in questa città? E’ per caso membro della casta pure lui?
Assolutamente no, non è un membro della “casta” e le sue presenze in tutte le mobilitazioni della città lo dimostrano ampiamente. Non è facile generalizzare, ma posso dire con certezza che si tratta di un compagno o di una compagna molto giovane: vanto di avere una segreteria under 30, sono io la “vecchia” quarantenne. E’ una persona che ha una connotazione ideoligica maturata in una modernità molto forte, una connotazione che si muove su assi di contenuti e di coerenze interne ed esterne che sono quelle proprie di Rifondazione Comunista. Hanno tentato di descriverci più volte come “ancestrali” per le nostre idee e coerenze, al contrario il PRC è una forza propulsiva e modernissima della sinistra e del suo pensiero. Penso che la forza di Rifondazione Comunista, la forza dei militanti e delle militanti di questo partito, sia proprio quella di essere attuali nella richiesta e nell’immaginazione di un’altra società.
La richiesta di una nuova società passa anche attraverso la richiesta di nuovi spazi: Rifondazione Comunista insieme ai Giovani Comunisti si è distinta negli anni in una campagna per gli spazi sociali, per la liberazione delle forze positive di questa città. In questi giorni l’amministrazione comunale ha però scritto un nuovo triste capitolo in tal senso. Dov’era insomma la sinistra “istituzionale” quando Bartleby è stato sgomberato?
Non c’è stata, innanzitutto perchè non invita ad una discussione vera sul tema degli spazi pubblici. Si arriva sulle emergenze che vengono create scentemente, quella di Bartleby, infatti, non lo era: si accantona la parola per procedere con i mattoni. L’immagine della biblioteca di Bartleby murata con i libri ancora dentro fa male, realtà socioculturali come quelle sono fondative per la nostra città. Smentendo la tradizione culturale di una città che era famosa per la sua accoglienza -lo dico da bolognese e da comunista-, viene assunta una decisione in nome e per conto di una legalità male intesa, che ricorda quella dei tempi di Cofferati. Rifondazione Comunista, che ai tempi era una forza di maggioranza nel comune di Bologna, aveva inserito nel suo programma il tema degli spazi pubblici e con Cofferati lo scontro fu durissimo, com’è noto. Sinistra Ecologia e Libertà, al contrario, china la testa a questi atti di forza, alla letterale cacciata della cultura autorganizzata ed indipendente da questa città. L’amministrazione comunale sta agendo come il peggior padrone di fabbrica: mantiene sì i posti di lavoro, ma li sbatte fuori altrove, magari a qualche km di distanza, giusto per far desistere il lavoratore. Non si spiega altrimenti la “proposta” dello spostamento coatto del collettivo in una zona industriale, adibita come di norma ad altro.
Che cosa succederà dopo il voto? Che cosa succederà alla città di Bologna? Che cosa succederà a te?
Spero di continuare a fare la segretaria di Rifondazione Comunista, è un ruolo che mi sta appassionando davvero, mi sto “divertendo” nel senso più nobile del termine. Mi ha sempre entusiasmato la militanza, faccio tutto questo quotidianamente con dei compagni e delle compagne che mi motivano molto. E’ vero, sono candidata al Senato, ma non credo sarà esperibile la mia collocazione a Palazzo Madama, penso però che lo sarà per molti nostri candidati. Penso che avere una rappresentanza istituzionale in Parlamento sia fondamentale, affinché si abbia una voce coerente che porti le istanze del mondo del lavoro, del mondo dell’ambiente e del mondo della scuola. Per quanto riguarda Bologna, aspetto fiduciosa il risultato complessivo che porteremo a casa, anche se temo francamente la crescita dei populismi e dei fenomeni ad essi legati. A maggior ragione l’intervento di Rifondazione Comunista a sinistra sarà utile e necessario.
Quanto dovrà prendere Rivoluzione Civile in Emilia Romagna per eleggerti?
Ah, non lo so, non mi sono interrogata a riguardo! Credo tanto, anche se quel “tanto” non penso sia irraggiungibile come obbiettivo, non tanto perchè io miri all’elezioni, quanto perchè Rivoluzione Civile ha delle grandi potenzialità oggi e delle risposte concrete nel domani.

 
 
 
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