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I morti di Atene

Post n°8 pubblicato il 07 Maggio 2010 da VoceProletaria
Foto di VoceProletaria

Atene. La testimonianza di un dipendente sui tre impiegati morti in incendio banca durante sommosse

     Dai media greci si  apprende  che tre impiegati di una banca di Atene sono rimasti uccisi a causa di un incendio appiccato dai manifestanti. Non si tratterebbe di un attacco attuato da gruppi di guerriglia, attivi nella distruzione dei luoghi del capitale ma non dei suoi lavoratori, bensì di un rogo scaturito dal lancio di molotov da parte dei manifestanti. Sono i primi morti in questa ondata di furia collettiva in risposta alle misure del governo, programmate per riparare a un fallimento del bilancio nazionale generato dai poteri finanziari e politici.
    Seguono i commenti e una dichiarazione tratti da http://www.occupiedlondon.org/blog/ - sito anarchico di riferimento per la traduzione in inglese delle lotte e delle azioni in Grecia.
    La traduzione è a cura di  informa-azione

    Le tragiche morti di questa notte lasciano poco spazio ai commenti; siamo tutti davvero scioccati e profondamente rattristati da questo evento. A coloro che insinuano che queste morti possano essere state deliberatamente causate dagli anarchici, possiamo solo rispondere così: noi non prendiamo le strade, rischiando la nostra libertà e le nostre vite fronteggiando la polizia, con lo scopo di uccidere altre persone. Gli anarchici non sono assassini, e nessun tentativo di lavaggio del cervello, ad opera del primo ministro Papandreou, dei media nazionali e internazionali, deve riuscire a convincere chiunque del contrario.
    Detto ciò, con gli sviluppi della vicenda che si susseguono freneticamente, vogliamo pubblicare la dichiarazione di un impiegato della Marfin Bank, nella cui filiale incendiata hanno trovato una tragica morte i tre impiegati.

    “Mi sento in dovere, nei confronti dei miei colleghi oggi ingiustamente morti, di comunicare alcune obbiettive verità. Sto facendo pervenire questo messaggio a tutte le agenzie di stampa.
    Chiunque abbia ancora un po' di coscienza dovrebbe renderlo pubblico. I restanti possono continuare a fare il gioco del governo.
     I vigili del fuoco non hanno mai rilasciato una licenza all'edificio in questione. 
   L'approvazione per la sua operatività è avvenuta sottobanco, come avviene praticamente per tutti gli esercizi commerciali e le ditte in Grecia.
    L'edificio in questione non è in possesso di alcun dispositivo di sicurezza, né installato né pianificato, non ci sono irrigatori dal soffitto, uscite di emergenza o idranti. Ci sono solo alcuni estintori portatili che, di certo, non sono in grado di contenere l'incendio di un edificio con standard di sicurezza obsoleti.
    Nessuna filiale della Marfin Bank ha dipendenti addestrati a gestire un incendio, nemmeno all'uso corretto dei pochi estintori di cui siamo in possesso. I manager usano come pretesto il costo elevato di tali addestramenti per non attuare le misure basilari per la protezione dei propri dipendenti.
    Non c'è mai stata un'esercitazione di evacuazione dell'edificio, né una dimostrazione dei vigili del fuoco per istruire lo staff su come reagire a simili situazioni. Le uniche forme di addestramento attuate alla Marfin Bank hanno riguardato l'evacuazione dei “pezzi grossi” dai propri uffici in caso di attacchi terroristici.
    L'edificio in questione, nonostante la vulnerabilità della conformazione e dei materiali, dai pavimenti ai soffitti, non è dotato di rifugi antincendio. Materiali altamente infiammabili come carta, plastica, cavi, mobilio. L'edificio è obbiettivamente costruito in modo inadatto ad ospitare una banca.
    Nessun membro della sicurezza interna è a conoscenza di tecniche di primo soccorso o antincendio, nonostante siano incaricati della gestione della sicurezza dell'edificio. Gli impiegati della banca devono improvvisarsi addetti alla sicurezza o pompieri in base agli umori di Mr. Vgenopoulos [proprietario di Marfin Bank].

    I dirigenti della banca hanno proibito ai dipendenti di abbandonare il lavoro, sebbene questi lo avessero chiesto dalle prime ore della mattina. I dirigenti intimavano di chiudere gli accessi e confermavano, via telefono, che l'edificio doveva restare chiuso [con i dipendenti dentro], arrivando anche a bloccare gli accessi internet per evitare che i dipendenti potessero comunicare con l'esterno.

    Da giorni oramai è in atto la volontà di ricattare i dipendenti della banca riguardo le mobilitazioni di questi giorni, con l'offerta verbale “o resti a lavorare o sei licenziato”.
    I due poliziotti in borghese, stanziati regolarmente per la prevenzione delle rapine, oggi non si sono presentati presso la filiale, nonostante la direzione avesse rassicurato i dipendenti del contrario.
    Infine, signori [della banca], fate la vostra autocritica e smettetela di fingere di essere scioccati. Siete responsabili per quanto accaduto, e in un qualunque stato di diritto (come quelli che usate di volta in volta come esempi chiave negli show televisivi) verreste arrestati per le vostre scelte sopracitate.

    Oggi i miei colleghi hanno perso la vita per malizia: la malizia di Marfin Bank e di Mr.Vgenopoulos in persona, che ha esplicitamente dichiarato che chi non si fosse presentato a lavoro [nel giorno dello sciopero generale del 5 maggio] avrebbe potuto restare a casa anche quelli successivi perché licenziato.

Mer, 05/05/2010 – 22:39     Un impiegato di Marfin Bank"

Dichiarazione originale in greco:

http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1163959
 
Traduzione di:  www.informa-azione.info/

 
 
 
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