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8 Marzo a Palermo. Un mare fatto di gocce.

Post n°270 pubblicato il 09 Marzo 2011 da VoceProletaria

"Siamo solo una goccia nel mare. Ma il mare è fatto di gocce".

8 marzo 2011  
Lavoratrici/precarie/disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
Donne del movimento femminista proletario rivoluzionario

 Precarie delle Coop Sociali, lavoratrici della scuola precarie e non, lavoratrici comunali, precarie postali, disoccupate, studentesse siamo scese in corteo a Palermo nella mattina di questa giornata di lotta dell'8 marzo.
 Dietro un grande striscione con su scritto "8 Marzo: per uno Sciopero totale delle donne contro governo, padroni, stato"  abbiamo inizialmente sfilato  attraverso alcuni quartieri popolari  portando con tanta determinazione e grinta un forte messaggio di lotta alle donne "normali", quelle " di tutti i giorni".
 Ad alcune giornaliste che sono venute al concentramento e che ci hanno chiesto incuriosite "ma come mai sfilerete in questi quartieri popolari e non nelle piazze ufficiali che solitamente si scelgono per le manifestazioni?" abbiamo risposto che noi siamo parte della maggioranza di donne proletarie, lavoratrici, precarie, disoccupate, casalinghe, studentesse, immigrate. che vivono in tante in questi quartieri, quelle donne i cui bisogni e necessità nei loro "bei discorsi" le tante parlamentari non  ricordano mai tranne quando strumentalmente se ne servono per i loro scopi elettorali o contro cui le tante sindacaliste dei sindacati ufficiali sono complici degli attacchi che governo, padroni, stato scagliano non solo in termini lavorativi ma anche in termini di vita vera e propria.
 E la risposta dalle donne è arrivata incoraggiandoci nella protesta, tante donne si sono affacciate dai balconi e ci hanno salutato, diverse commesse sono uscite dai negozi e hanno solidarizzato  prendendo volentieri il volantino/mozione/appello promosso dal Mfpr per la costruzione dello sciopero delle donne che contemporaneamente veniva letto e spiegato al microfono "uno sciopero al femminile, costruito dalle lavoratrici, da tutte le donne, operaie, precarie, disoccupate, immigrate, studentesse., uno sciopero su una piattaforma, parole d'ordine che esprimano l'insieme della nostra condizione di doppio sfruttamento e oppressione, uno sciopero per imporre sui posti di lavoro, nelle piazze, nelle scuole, il punto di vista delle donne, la doppia determinazione delle donne." "Tutta la nostra vita deve cambiare!"
 Arrivate dinanzi al mercato popolare del "Capo" dove ci siamo fermate per un po' bloccando la strada antistante,  donne  e anche uomini che facevano la spesa sono venuti verso di noi applaudendo e unendosi alla denuncia contro il governo con le sue politiche antiproletarie e antipolari che per le donne si traducono in doppio attacco, non ultimo il recentissimo provvedimento di legge che il ministro Sacconi ha iniziato a discutere con i sindacati confederali, compreso la Cgil, sulla cosiddetta conciliazione per le donne dei tempi di lavoro con i tempi per la famiglia, che dietro l'ipocrita intenzione di "aiutare" le donne, in realtà non è altro che l'ennesima manovra a favore dei padroni per sfruttarle maggiormente sul lavoro al ribasso e contro le donne che di fatto si vorrebbero ricacciare a casa, da usare sempre di più come ammortizzatore sociale al posto dei servizi sociali che dovrebbe garantire lo Stato, donne da attaccare anche sul piano ideologico riportandole indietro in un moderno medioevo.
 Un altro momento forte nel corteo si è avuto quando siamo passate  davanti al tribunale dove sono stati denunciati i tanti episodi di violenza sessuale che nel nostro paese sono in continuo aumento contro le donne, le sentenze vergognose dei giudici che in diversi casi hanno assolto gli stupratori e i violentatori, vedi il grave caso dell'assoluzione dell'ispettore di polizia che aveva tentato di violentare Joy, una donna immigrata rinchiusa in un CIE che con grande coraggio insieme ad altre compagne si è ribellata ad una situazione di oppressione che per le donne migranti significa anche violenza, e per non parlare dell'ultimo caso di violenza sessuale in una caserma da parte di alcuni carabinieri e un vigile in servizio contro una donna arrestata: "Poliziotti e carabinieri non stuprano solo nei CIE ma anche nelle caserme", "Vergogna! Vergogna!" , "Per ogni donna stuprata e offesa siamo tutte parte lesa!" " contro la violenza dello Stato di polizia scateniamo la nostra doppia ribellione  e lotta!" .
 Ma è stato anche denunciato con forza come la violenza sulle donne in questo paese parte dall'alto, il governo Berlusconi in questo senso rappresenta la sintesi più marcia dell'uso/abuso del potere politico per usare/abusare del corpo delle donne diffondendo a livello di massa un humus maschilista, sessista, fascista che inevitabilmente si trasforma in violenza crescente contro le donne, "dal 13 febbraio, all'8 marzo e oltre. Lottiamo per cacciare via Berlusconi e tutto il governo.!"
 Lungo il corteo abbiamo anche salutato le tante e  altre iniziative di lotta messe in campo oggi in diverse città da quella del Coordinamento donne di Trieste al presidio delle compagne, lavoratrici,  disoccupate di Taranto, a Melfi con le operaie della Fiat Sata, da  Milano, a Ravenna,  Perugia, Roma.
 Ma un messaggio di solidarietà è stato lanciato anche alle tante donne che stanno lottando in prima linea nel mondo dalle rivolte popolari della Libia, Egitto, Tunisia, Algeria., alle guerre popolari in India, Perù. contro un sistema sociale da trasformare totalmente.
 Il corteo si è concluso alla prefettura dove una folta delegazione di donne e studentesse ha incontrato il prefetto  cui sono state portate tutte le rivendicazioni della protesta.
 Il corteo è stato sostenuto anche dalla presenza di lavoratori e precari che hanno condiviso la necessità e le ragioni della lotta. 
 

 
 
 
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