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« Pesca che ti passa...Un popolo in "nomination". »

Musica per organi caldi di C. Bukowski

Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2006 da Welch
 

Molto spesso gli USA ci vengono presentati come il paese in cui tutti i sogni possono avverarsi, riducendo a poco ed in maniera semplicistica, un “mondo” in cui si consumano magie e orrori come in tanti altri “mondi”.

 

L’America di Bukowski è fatta di personaggi cinici, che non amano troppo se stessi (anche se spesso tanto egocentrici da credersi il centro dell’intero universo) e per riflesso, quindi, non amano troppo neanche l’umanità.

 

“Musica per organi caldi” propone trentasei brevi racconti in cui, volta per volta, i protagonisti dissacrano ora le tragedie umane, ora la morte, ora l’amore, ora il sesso ed ora tutto quello che è a portata di mano.

 

A chi tuttavia si imbatterà nei personaggi di Bukowski non mancherà, comunque, una timida simpatia o una copiosa antipatia per l’uno o l’altro. Questo perché Bukowski non conosce mezze misure e così i suoi personaggi. Odiosi o patetici, brillanti o reietti, sarcastici o veri e propri pazzi. Ce n’è per tutti i gusti.

 

Non c’è, tuttavia, ossessione nel presentare un mondo gremito di questi “anti” personaggi. “La vita è una lotta impari”. E’ naturale, dunque, che come esistono dei fortunati vincenti esistono anche, magari soprattutto, dei perdenti, dei voluttuosi perdenti.

 

Lo “spirito alcolico”, invece, scorre in tutte le pagine in modo copioso. Quasi si potrebbe identificarlo come uno dei protagonisti. Un protagonista, anzi, indiscutibile e privo di pietà. Del resto, “le uniche persone che conoscono la pietà sono quelle che ne hanno bisogno”. L’alcol è un compagno di viaggio di una massa disincantata e soprattutto annoiata.

 

Poesia amara tradotta in versi “underground”! Certo, c’è anche questo in Bukowski. C’è nei suoi personaggi, spesso feroci o ironici, dotati qualche volta anche di una spicciola ma indiscutibile “verve” filosofica!

 

La vita, del resto, non viene sempre male anche nel mondo “paranoide” bukowskiano. Anzi, per dirla con parole sue: ”la vita è dolce quando uno sa come prenderla”.

 
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E' stato niente, l'orlo d'una stella, soltanto.
Ma tornati i miei piedi sulla terra,
quanto lontano sei rimasto, cielo!

Juan Ramon Jimenez

 

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Debolezze.

Tu non ne avevi.

Io ne avevo una:

Io amavo.

Bertold Brecht

 

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Devo imparare a voler bene allo stupido che è in me:
quello che è troppo sensibile, che parla troppo, corre troppi rischi, qualche volta vince e troppo spesso perde, che non ha autocontrollo, che ama e odia, fa male e si fa male, promette e non mantiene le promesse, ride e piange.
Solo lui mi protegge da quel tiranno autoritario e sempre troppo equilibrato che vive in me e che, se non fosse per il mio lato stupido, mi ruberebbe la vitalità, l’umiltà e la dignità.

Theodore Rubin

 

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[...] Non è facile fare amicizia. Anche se coloro con cui cerchi di fare amicizia non sono struzzirana o gorillopardi o pitospini o assassini o pazzi. La gente è complicata, sola, arrabbiata o ansiosa: è così e basta. Ma devi provarci lo stesso. Per quanto la gente ti possa spaventare, devi decisamente cercare di conoscerla. Perchè i fifoni non piacciono a nessuno.

(da "Gli incubi di Hazel")

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