Creato da ofelia7700 il 20/11/2008

L'orablu

dedicato a tutte le creature innocenti. A chi amo di più: i miei nipotini ei miei amici a 4 zampe

 

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Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 30 Dicembre 2008 da ofelia7700

La Leggenda dell'Anno Nuovo

Nel nostro bosco incantato, cadeva la neve.
Gli alberi chinavano i loro rami appesantiti
fino a terra.

 

 

 

Gli animali infreddoliti cercavano nelle loro
tane un po’ di calduccio, stringendosi gli uni
agli altri.
Ogni tanto, un raggio di sole bucava le nuvole
e fasci di luce s’infiltravano attraverso il
fitto fogliame e creavano arcobaleni colorati nell’aria gelida di Dicembre.

Gli animali del bosco approfittavano di quei
momenti per uscire dalle tane in cerca di un
po’ di cibo, qualche bacca che ancora resisteva
sui cespugli induriti dal ghiaccio, qualche
corteccia di albero, qualche radice scavata
nella neve.

Poi scese il crepuscolo.
Il giorno moriva presto in quel periodo dell’anno.

 

All’improvviso qualcosa attirò l’attenzione degli animali del bosco:

Un uomo molto vecchio, imbacuccato in un vecchio soprabito, con una lunga barba bianca, si trascinava
a stento, appoggiandosi a un bastone. Il suo viso
era rugoso e i suoi occhi stanchi.
Ogni tanto si fermava a riposare e guardava in alto, verso il cielo che diveniva sempre più scuro.
Gli animali curiosi, a uno a uno uscirono dalle tane per guardare quello strano personaggio.
Gli scoiattoli saltarono sul ramo più basso, i passerotti volarono sulla sua testa, i cerbiatti timidi come sempre, lo spiarono nascosti dietro ad
un albero. La puzzola saltò fuori dalla sua tana
ma si tenne sotto vento per non farsi tradire dal suo odore. L’aquila scese in picchiata dalla cima dei monti e planò in cerchi concentrici sempre più bassi fino  quasi a sfiorare il vecchio il quale però non sembrò farci caso. L’orso infastidito da tutto quel movimento si svegliò dal suo letargo e uscì fuori battendosi il petto possente. I lupacchiotti, si tennero vicini a mamma lupa, non avevano mai visto un uomo!

Papà lupo si fece avanti. I suoi occhi gialli brillavano nell’oscurità.
 

”Chi sei vecchio? Cosa sei venuto a fare nel
nostro bosco?”
L’uomo si voltò verso il lupo e gli sorrise.
Ma il suo era un sorriso triste a cui non partecipavano gli occhi.

“Salute a te, Signore dei boschi e delle
foreste! Scusa se invado il tuo territorio.
Ma questa è la strada che devo seguire per
raggiungere la mia casa”.

”E dov’è la tua casa ?” chiese l’orso a cui non piaceva sentirsi messo in disparte.
Il vecchio indicò il cielo che diveniva sempre più scuro.
”E’ lassù fra le stelle”.

”E come ci arriverai fra le stelle?” s’informò l’aquila un po’ invidiosa. Lei per quanto alta
poteva volare non riusciva mai ad arrivare fin
lassù.
Il vecchio sorrise di nuovo. E questa volta il
suo era un vero sorriso.
Quando uscirà la prima stella, dal cielo scenderà
una scala e io potrò raggiungere la mia casa.
Tutti tacquero e guardarono in alto.
Come d’incanto la neve smise di cadere e una
stellina timida e lontana accese la sua lanterna
lassù nel blu. Contemporaneamente,
dal cielo una scala luminosa si srotolò fino
a terra.

Gli animali del bosco rimasero a bocca aperta.

Il vecchio fece un cenno con la mano per salutare.
”Addio amici miei! il mio tempo è scaduto. Devo andare!” e cominciò a salire la scala.
Il lupo corse verso di lui.
“Dimmi chi sei vecchio! Non andare via così…”

Il vecchio si voltò un’ultima volta.
”Sono l’Anno Vecchio. Oggi è il 31 dicembre e
fra pochi minuti è mezzanotte. Allora assisterete
a un prodigio: Un bambino arriverà tra di voi, accoglietelo con amore e speranza.
Lui è l’Anno Nuovo. Da lui dipenderà tutto ciò
che accadrà nei prossimi mesi”.

Il vecchio non si voltò più, incominciò lentamente
a salire le scale. I lupi intonarono il loro canto alla luna per salutarlo.

In lontananza si udì il campanile della chiesa scandire le ore.
Mezzanotte!!
Il vecchio era sparito, ma dove prima c’era la
scala luminosa in un raggio di luna scivolò fino
a terra un bellissimo bambino.
A piedi nudi sulla neve s’inchinò di fronte agli animali del bosco e scoppiò in  una risata
argentina.
”Auguri, auguri!” trillò la sua vocina

”Chi sei bambino che sembri così felice?”
chiese mamma lupa con tenerezza.
Il bimbo corse da uno all’altro e per tutti
ebbe una carezza:
”Io sono l’ANNO NUOVO e sono venuto a portarvi
12 mesi di speranza”

”Cosa vuoi dire bambino?”
“ Che con me comincia un nuovo anno e che io
vi porto in dono pace, amore e solidarietà.
Starà poi agli uomini fare buon uso di questi
miei doni”.
Un’altra risata, un cenno con la manina per
salutare tutti e il bimbo sparì.
Era cominciato il Nuovo Anno.

 

 

 

 

 

 

.

 


  

 
 
 
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