L'orablu
dedicato a tutte le creature innocenti. A chi amo di più: i miei nipotini ei miei amici a 4 zampe
IL BLOG DEI BAMBINI E DEI PELOSETTI
UN GIOCO PER I MIEI BAMBINI
Un gioco che, per alcuni versi, ci ricorda molto il mitico Gold Miner. A bordo di un carrello su un ponte, dovrete usare il vostro gancio per catturare di volta in volta il numero di fatine richiesto, entro il tempo limite del livello. Con un solo tiro potrete agganciare fino a 5 fatine contemporaneamente; inoltre, catturando più fatine dello stesso colore otterrete dei punti bonus. Giocare è semplice, basta usare il PUNTATORE del MOUSE per far scorrere lo gnomo lungo il ponticello, e il CLICK sinistro per lanciare il gancio.
I BAMBINI SONO ANGELI...
Msg. n. 10 | Inviato da ofelia7700 alle ore 11:14 del giorno 30/11/2008 | ||
Questo blog nasce dal desiderio che se i miei adorati nipotini, o qualsiasi altro bambino, si trovi a navigare |
PREGHIERA
Preghiera per gli animali
Oh mio Dio, ti prego, libera le tue creature
dalle mani del male,
liberale dal dolore che nessuno sente,
che solo Tu conosci.
Oh mio Dio, le Tue creature meravigliose,
le tue creature che non conoscono nè malizia
nè crudeltà,
le Tue creature che ci hai donato
perché potessimo amare, liberale!
Oh mio Dio io soffro, perché sento le loro
grida di silenzio
Ti prego, ferma queste mani che ti offendono
COLORI E PROFUMI DI PRIMAVERA
COLORI DI PRIMAVERA
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Post N° 38
Post n°38 pubblicato il 05 Gennaio 2009 da ofelia7700
Notte dell'Epifania Natale era passato da poco, nel freddo vento di Gennaio una bimba si stringeva al suo cagnolino in un angolo della strada. Nei giorni appena trascorsi, aveva guardato nelle finestre delle case dove altri bambini, più fortunati di lei, stavano al calduccio, intorno a tavole imbandite con ogni ben di Dio, circondati da parenti e amici, o vicino ad un albero di Natale illuminato da tante lampadine colorate, a scartare pacchi e pacchetti di doni ricevuti. Lei non aveva avuto nulla…perché lei non aveva nulla… Viveva di carità e per scaldarsi cercava riparo negli androni delle case…finchè non la scacciavano a lei e al suo Chicco. La bambina non aveva nemmeno un nome. Quando era nata qualcuno l’aveva abbandonata vicino a una chiesa. Le suore l’avevano accolta e l’avevano tenuta con loro. La chiamavano Bambina…perché nessuno di loro aveva saputo trovarle un nome. Lei era rimasta con le Suore finchè un giorno aveva incontrato Chicco. In realtà, era stato Chicco a trovare lei, l’aveva seguita per la strada e non l’aveva più lasciata. Quella sera di Gennaio il freddo era pungente, la neve caduta fino a qualche ora prima si era ghiacciata e il vento che soffiava gelido aveva liberato il cielo dalle nubi e ora quel cielo blu s’incurvava grondante di stelle sulla città addormentata. La bambina si strinse al petto il suo Chicco. Voleva dare e ricevere calore, ma quel giorno era stato triste, nessuno si era fermato a lasciarle anche un solo soldino….tutti sembravano andare di fretta, e correvano verso casa ridenti e felici. Una lacrima le scese lentamente sulla guancia fredda. Possibile che nessuno pensasse a lei? Non c’era qualcuno le volesse dare un po’ di cibo, di calore, di affetto? Sarebbe rimasta sola per sempre? Lei e il suo Chicco? Volse lo sguardo verso il cielo sempre più buio, un brivido la scosse forte. Aveva freddo. Aveva fame, aveva paura. “mamma”! gridò verso quel cielo indifferente. “mamma perché mi hai abbandonato?”. In quel momento la luna spuntò da dietro ai palazzi bui. E in quella luce argentata vide qualcosa che volava alta sui tetti delle case e dei palazzi. Trattenne il fiato mentre Chicco ringhiava piano. La vecchietta scese fino a raggiungerla. “Uffa! che nottata!!” sbuffò facendo però l’occhiolino alla bimba. La bambina non riusciva a parlare. Scosse la testa e tirò su con il naso. La vecchia scosse la testa energicamente. “No, no! Così non va! Stanotte è la “mia” notte. Nessun bambino deve piangere la notte in cui arriva la Befana!” La bambina sgranò gli occhi. “Tu puoi davvero farmi dei doni?” “Sono qui per questo!” affermò la Befana. “Ma i miei doni…sono molto particolari…” la bambina esitava a parlare, ma la Befana la incoraggiò. La bambina la guardò con occhi sognanti. “Cos’altro vuoi bambina mia?” La bambina sorrise con aria sognante. “Vorrei che qualcuno mi desse un nome…vorrei sapere come mi chiamo…” La Befana aprì il suo mantello e si strinse la bambina al petto. La piccola guardò dentro il sacco e un Ohh di stupore le scappò di bocca. Nel sacco aveva visto una casetta accogliente, c’era un bel fuoco nel camino che scoppiettava allegramente, un uomo e una donna che si chinavano con affetto verso una bambina e un cagnolino. E quella bambina era lei! E il cagnolino era Chicco! E adesso avvertiva il calduccio che proveniva dalle fiamme del caminetto, e sentiva il profumo di una zuppa fatta in casa. E soprattutto sentiva una mano amorevole che le accarezzava i capelli! Era davvero dentro una casa e Chicco scodinzolava felice davanti a una scodella piena di pappa. “Stella! Stella stai sognando?” la donna che le aveva carezzato i capelli le sorrideva dolcemente. La donna le sorrise di nuovo. “Ma io ho già avuto i miei doni!” esclamò felice la bimba. Quella era proprio una notte magica. Lassù sui tetti volava una vecchina su una scopa, e ogni tanto si asciugava gli occhi. Forse il vento glieli aveva fatto lacrimare…o forse aveva incontrato un angelo. BUONA NOTTE
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