Creato da blazau_zen il 04/12/2007

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Sedere e Guardare dentro se stessi, Brillare in Silenzio

 

 

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La meditazione come modo di vita (Parte 1)


"Quante persone ai nostri giorni hanno familiarietà con la meditazione?

In alcune parti del mondo in particolare, la meditazione è diventata un fenomeno molto comune, quasi un lavoro domestico. Ha incontrato un'accettazione generalizzata, perchè viene riconosciuta come pratica che spezza molte barriere, sia culturali che religiose, e che mette a fuoco lo sviluppo spirituale personale; giacchè da molti punti di vista, la meditazione è una pratica che trascende la religione.

Se dovessimo presentare la meditazione da una prospettiva Buddhista, per prima cosa dovremmo notare che la pratica meditativa mira a lavorare sulla mente, sul cuore, e con l'energia. Certe volte possiamo praticare la meditazione in maniera molto semplice: lasciamo tranquilla la nostra mente, in una condizione naturale; nell'immobilità, nel silenzio e nella pace.

Quietamente.

Alcuni possono conoscere un metodo e usarlo, come l'osservazione del respiro. Ma altri, quando diciamo loro "Sedete", poi non sanno assolutamente che fare, e aspettano che il silenzio finisca il più presto possibile, perchè è qualcosa a cui non sono abituati, e per quanto idilliaco possa essere l'ambiente in cui viviamo, senz'altro è stato raggiunto dagli influssi del ventesimo secolo.

Limitarsi a rimanere tranquilli e silenziosi è una cosa con la quale abbiamo la minima familiarietà: l'immobilità ed il silenzio ci rendono nervosi ed insicuri, come se trovarsi di fronte a se stessi, senza alcuna attività - tutti soli con noi stessi - fosse un'esperienza piuttosto terrorizzante. E la maggior parte delle volte, quando sediamo tranquilli, quello che succede è che i nostri pensieri cominciano a correre a 2000 l'ora, se non più veloci. Quasi sempre, quando sediamo, il problema riguarda l'energia.

A volte però, le cose sono facilitate da un certo ambiente, potrebbe essere un ambiente naturale, o una certa atmosfera creata da amici o praticanti che siedono in silenzio tutti insieme: allora, anche se non avete familiarietà con la meditazione, il fatto stesso di essere in un ambiente del genere vi ispira la pace mentale.

Nelle prime fasi, quindi, la meditazione calma, pacifica e stabilizza la mente. In effetti il termine sanscrito per indicare la meditazione è 'Dhyana', in Tibetano 'Samten', in Cinese 'Ch'an' ed in Giapponese 'Zen'. Che cosa significa la parola tibetana 'Samten'? 'Sam' è la mente pensante, e 'Ten' significa solidificare, calmare o stabilizzare. Significa anche "affidabile" o "stabile".

Così il nostro primo passo è calmare e stabilizzare la mente pensante. Se la mente è in grado di stabilizzarsi da sola, senza ausilio di oggetti o tecniche, va benissimo. Altrimenti, se non siamo abituati, o se non ci sentiamo a nostro agio, e se semplicemente non sappiamo come fare, allora in certi casi ci serviamo di tecniche quali osservare il respiro, guardare un oggetto, od usare un mantra, per aiutare la mente a focalizzarsi, calmarsi e stabilizzarsi.

Quello che è sempre molto importante tenere a mente è che il metodo, o l'esercizio, non sono che un mezzo; in altre parole, non sono la meditazione. E' per mezzo della pratica che si raggiunge la perfezione: il puro stato di presenza totale, che è la meditazione.

Quando siamo realmente noi stessi ... quando noi ci manifestiamo ... quando tutto il nostro ego innaturale si è dissolto ... quando non esiste più dualità ... quando siamo in grado di arrivare alla condizione non duale di assenza dell'ego ... quello stato si chiama meditazione, nel senso ultimo della parola.

Allora non esiste più alcun conflitto, perchè la dualità viene naturalmente dissolta e liberata.

Così, quello che cerchiamo in realtà di fare quando pratichiamo la meditazione è calmare e stabilizzare, così da dimenticare la nostra mente confusa o "sé egoico".

L'ego è un sostituto, un sé fasullo, sempre mutevole. Non è altro che un insieme di idee, concetti, condizionamenti, basati non sulla verità; ma, su pure menzogne e credenze che, sottoposte ad esame, dimostrano di non aver alcun fondamento reale.

E' importante ricordare che il principio dell'assenza dell'ego nel Buddhismo non significa che prima c'era un ego, e che per il Buddhista se ne è liberato! Al contrario, significa che per cominciare non esiste alcun ego, e che bisogna realizzare 'questa' assenza di ego."

...


Lama Sogyal Rinpoche, Meditazione: che cos'è e come praticarla




 
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IMPARARE

“Sai cosa significa imparare?
Quando impari veramente, impari dalla vita; non c’è un insegnante particolare da cui imparare. Tutto ti è di insegnamento: una foglia morta, un uccello in volo, un profumo, una lacrima, il ricco e il povero, coloro che piangono, il sorriso di una donna, l’alterigia di un uomo. Impari da ogni cosa, quindi non hai bisogno di guide spirituali, di filosofi, di guru. La vita stessa ti è maestra, e tu sei in uno stato di costante apprendimento.”

Jiddu Krishnamurti


 
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“Una vecchia leggenda indù racconta che vi fu un tempo in cui tutti gli uomini erano Dei. Essi però abusarono talmente della loro divinità, che Brahma - signore degli dei - decise di privarli del potere divino e di nasconderlo in un posto dove fosse impossibile trovarlo. Il grande problema fu quello di trovare un nascondiglio. Quando gli dei minori furono riuniti a consiglio per risolvere questo dilemma, essi proposero la cosa seguente: "seppelliamo la divinità dell'uomo nella Terra". Brahma tuttavia rispose: "No, non basta. Perché l'uomo scaverà e la ritroverà". Gli dei, allora, replicarono: "In tal caso, gettiamo la divinità nel più profondo degli Oceani". E di nuovo Brahma rispose: "No, perché prima o poi l'uomo esplorerà le cavità di tutti gli Oceani, e sicuramente un giorno la ritroverà e la riporterà in superficie". Gli dei minori conclusero allora: "Non sappiamo dove nasconderla, perché non sembra esistere - sulla terra o in mare – luogo alcuno che l'uomo non possa una volta raggiungere". E fu così che Brahma disse: "Ecco ciò che faremo della divinità dell'uomo: la nasconderemo nel suo io più profondo e segreto, perché è il solo posto dove non gli verrà mai in mente di cercarla". A partire da quel tempo, conclude la leggenda, l'uomo ha compiuto il periplo della terra, ha esplorato, scalato montagne, scavato la terra e si è immerso nei mari alla ricerca di qualcosa che si trova dentro di lui.”

 

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MAESTRI DI SE STESSI

"Un guru è una persona che può svelarvi realmente la vera natura della vostra mente, offrendovi una cura perfetta per i vostri problemi psicologici. Ma chi non conosce la propria mente non potrà mai conoscere quella degli altri, e quindi non potrà curare i loro problemi correttamente. Costui non può assolutamente essere un guru. Dovete fare molta attenzione prima di prendere qualcuno come guru; vi sono molti impostori in giro. Spesso gli occidentali sono troppo fiduciosi. Se arriva qualcuno che afferma: ‘Io sono un lama, sono uno yoghi. Posso darvi la conoscenza’ i giovani occidentali, molto interessati, pensano: ‘Sono sicuro che costui mi può insegnare qualcosa. Lo seguirò.’ Questo può realmente procurarvi dei danni. Ho sentito di molte persone sfruttate da ciarlatani. Gli occidentali possono essere molto ingenui. Gli orientali sono invece molto più scettici in proposito. Dovete prendere le cose con calma, rilassati, verificando attentamente. E' importante conoscere la concezione occidentale dell’esistenzialismo, secondo cui dobbiamo comprendere bene che noi siamo quello che vogliamo essere. All’inizio abbiamo bisogno di un maestro, ma in seguito noi stessi possiamo diventare il nostro maestro. Dovete capire che io e tutti i maestri vi possiamo aiutare, però sono fermamente convinto che la vera risposta che ognuno di noi cerca deve provenire da noi stessi, dall’interno della nostra mente, non è certamente qualcosa che viene dall’esterno, da un maestro o da qualcosa di esteriore. Questo significa entrare realmente in contatto con la nostra Natura Interiore, e ascoltare ciò che questa vera e profonda natura ci comunica. Così otterremo veramente una reale risposta alle nostre domande e saremo soddisfatti. In effetti, lo scopo e il significato della Meditazione è proprio quello di diventare i Maestri di Noi Stessi. 

Lama Thubten Yesce

 
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