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Me, Myself ..and the Monsters under my bed..

 

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Nervosa.

Post n°113 pubblicato il 13 Novembre 2009 da phorzia
 

 

Oggi sono nervosa.

Acida.

Incupita.

Forse sarà merito del tempo, che mi allieta da stamani con una pioggerellina fina fina del tutto novembrina.

O forse è merito della mia dolce metà.

 

Ho sempre pensato di essere una persona che non si lega le cose al dito. Per me se una questione è superata.. è superata, senza strascichi e senza rancori.


Ma evidentemente mi sbagliavo.

 

L'ho capito ieri sera e mi ci sono arrovellata il cervello con una nottata insonne che poi ha dato vita ad una giornata, lavorativamente parlando, pessima.. “Come sei acida stamani..”.. anche i miei utenti se ne sono resi conto.

 

La questione è semplice:
lo scorso anno, verso ottobre, io e la mia metà abbiamo avuto una piccola grande discussione. Non una di quelle cose gravi che portano la coppia su binari diversi, per carità. Tant'è che posso tranquillamente dire che in 10 anni di storia è stato l'episodio che più mi ha dato fastidio e che sul momento mi ha messa parecchio in crisi.
In generale mi ha lasciato un amaro in bocca indescrivibile.
Avevamo appena iniziato la ricerca della casa, ci muovevamo per internet sui vari siti immobiliari per poi contattare le agenzie una volta individuato qualcosa che poteva fare al caso nostro.
Il fattaccio risale alla prima casa che saremmo dovuti andare a vedere con l'agente immobiliare, e dico “saremmo” perchè io, di fatto, quella casa non l'ho mai vista.

Successe che due giorni prima del sopralluogo la mia metà se ne venne fuori dicendo che anche il padre e la sorella architetto avevano piacere di venire con noi.. “ti diamo un consiglio..”... “giusto per rendersi conto....”..

 

Alt, fermi tutti.

Gli dissi subito (in modo tranquillo ovviamente.. non sono isterica.. sulle prime cercavo di spiegare il mio punto di vista sulla faccenda) che mi sembrava inutile farli venire.. e per parecchi motivi per giunta. I miei argomenti erano civili, puntai sul fatto che, probabilmente, quella era solo la prima di una lunga serie di case che avremmo visto e che era inutile scomodarli per un sicuro buco nell'acqua.. semmai li avremmo invitati noi (soprattuto l'occhio della cognata architetto era bene accetto in virtù appunto della sua professione) una volta che la cosa era abbastanza definita.. insomma, quando finalmente avremmo scelto una casa..

Arrivammo quindi alla conclusione: prima di proposta d'acquisto e compromesso, li avremmo chiamati noi. Due occhi sono sempre meglio di uno infondo, no?

Lui comprese il mio punto di vista e si rese conto che sotto sotto avevo ragione. Tornò a casa dicendomi che avrebbe avvertito il padre e la sorella sul fatto che saremmo andati da soli, come giusto che sia.


Il giorno seguente venne da me con la coda tra le gambe dicendo che il suocero insisteva per venire e che lui non se la sentiva di dirgli di restare a casa.

Non te la senti? Cacchio, è tuo padre.. non riesci a parlarci?

Effettivamente devo dire che il suocero ha un carattere non indifferente. Duro, testardo, ha sempre ragione lui, quando si mette in testa una cosa è legge.

Ho assistito a mille e più liti in casa loro, soprattutto con il cognato.. unico che cerca di alzare un po la testa e far valere le sue ragioni.

Il pino invece è un bonaccione, uno che cerca sempre di tenere la barca pari e che, soprattutto, non ha voglia di fare di ogni questione in ambito familiare una discussione.. accesa.

Morale, un po per cercare di scuoterlo, un po per spingerlo a lasciare il suocero a casa.. decisi di metterlo alle strette. Gli feci presenti che, se suo padre fosse venuto con noi a vedere la casa, io sarei rimasta a casa.

In cuor mio ero sicura che lui avrebbe trovato la forza, lo avrebbe “affrontato”.. e alla fine avrebbe scelto me.

 

Errore.

 

Lui quella volta non mi ha scelto.

 

Mi telefonò dicendo che pensava di chiamare l'agenzia in modo da inventare una balla e rimandare l'appuntamento... per poi fissarlo in un giorno in cui, sicuramente, il padre era impegnato.

 

Cazzo.

E' possibile?

 

Finii di andare in bestia.
Gli disse che se optava per una scappatella del genere era solo un bimbetto e che se proprio si doveva abbassare a questi sotterfugi.. bhe.. era libero di andarci con il suocero.

 

In realtà lo avevo messo alla prova un'altra volta.

Mi dicevo “stavolta sceglie me, ora lo deve fare”.

 

 

Alla fine andò con lui. Io restai a casa con un cuoricino piccolo piccolo nel petto e un nodo in gola che mi soffocava.

 

Quando tornò da me cercava di spiegarmi come era andata, com'era e che aveva visto.. ma io gli dissi a muso duro che non ne volevo sapere niente.

In un certo senso mi sentivo umiliata e messa da parte.

Tuo padre può essere duro quanto ti pare.. ma cavolo, è con me che devi costruire la tua vita.. la casa è solo il primo passo, uno dei più importanti da fare INSIEME.. e te l'hai fatto con tuo padre.

Piangevo a dirotto e lui mi diceva che avevo ragione ma che non poteva fare in modo diverso.
Alla fine mi chiese scusa. Sotterrai l'ascia di guerra e la cosa finì li, anche se gli dissi a chiare lettere che quell'episodio è stata una mazzata al cuore pazzesca e che dire che ci ero rimasta male era riduttivo, molto riduttivo.

 

Tornando ai giorni nostri devo dire che, da quando stiamo programmando il matrimonio, una delle prime cose che ho messo in chiaro è il fatto che gli incontri con lo chef amico di famiglia (di lui) si faranno solo ed esclusivamente in terra neutrale (ovvero o a casa dello chef stesso o alla nostra nuova dimora). Questo perchè 5 anni fa ci siamo gia passati con il matrimonio della sorella-architetto. Per decidere menù, location, piatti ecc ecc fu una guerra ..per il semplice fatto che queste “riunioni organizzative” venivano fatte sempre con gli sposi, lo chef e il suocero .. la sera a cena. Ho assistito a battaglie incredibili. Aveva da ridire su tutto, sul menù, sul modo di presentare i piatti e addirittura su come apparecchiare la tavola.

La futura sposa alla fine, annientata e stufa di combattere su tutto, si fece da parte e uscì di scena con un secco “fate come vi pare, non ne voglio sapere più niente, sono esasperata”.

Ora, al di la di come è riuscito o meno il matrimonio .. ditemi voi se è possibile che una sposa sia portata al punto di dover rinunciare ad organizzare le sue nozze. E notare che lei è la figlia.. se lei alza la voce in casa per farsi sentire, lui si arrabbia sul momento, poi, ovviamente gli passa. Se lo facessi io.. no.

 

Bene.
Nel pomeriggio di ieri la mia metà se ne è venuta fuori dicendo se stasera mi andava di andare a mangiare a casa sua e che c'era anche lo chef di cui sopra... (ovviamente seguirà anche il nostro matrimonio). Ho accettato, sarebbe stata una cena tra amici.. l'argomento nozze era rimandato ad altri momenti.

La mia metà poi non deve avere avvertito a casa sul fatto che anche io mi sarei fermata a cena perchè verso le 17 mi ha chiamato il suocero. “il pino non ti ha detto se vuoi venire a cena?.. perchè sai, viene lo chef.. almeno potete iniziare a parlare di qualcosa!”

 

..davanti a me si è aperta una voragine..
L'incubo e la sofferenza di quando sono stata messa da parte per la visita alla prima casa si è riproposto.

 

Gli ho detto che per stasera ho un impegno e mi sono scusata.

Ho attaccato il telefono e chiamato il pino.

Mi ha detto che non era una cosa organizzata.. e che doveva essere solo una cena tra amici.

Peccato che il suocero aveva gia altre intenzioni.

 

Dio, è solo novembre.. ci sposiamo a fine agosto.. se mi devo mettere a ragionare su che cosa mangeremo gia ora.. da qui a quel giorno sarò fuori di testa... e al di la di questo... se proprio devo iniziare a parlare di pietanze e compagnia bella.. sarà solo ed esclusivamente una conversazione a tre.
Io, pino e lo chef. Ne uno in più ne uno in meno.

 

Dopo mille discussioni ..stasera resterò a casa, non me la sentivo di andare.
Ammettendo anche che la cosa non era voluta.. conoscendo il suocero.. come può non venire fuori l'argomento? A me non va, per nessun motivo, di affrontarlo tra quelle quattro mura.. quindi.. dato che non avrei potuto interrompere il discorso dicendo “non parliamone ora”.. taglio la testa al toro e resto a casa mia.

 

Tutto questo ha riaperto in me la cicatrice del fattaccio della prima casa.

E' il mio matrimonio, è la mia vita e non la posso programmare come meglio credo solo perchè il mio lui, pur condividendo ogni mio punto di vista non riesce a lasciare da parte il padre.

 

Cazzo, però ci lasci me.

 

Ormai sono scesa sul piede di guerra, anche se stasera verrà proposta dallo chef una location stupenda o un piatto eccezionale, io rifiuterò in tronco. Per principio.

 

Non lo so, sarò scema, malata.. idiota.. ditemi voi.

Tutta questa faccenda mi fa star male.

 

Tante volte mi sono trovata in situazioni in cui, vedendo il mio lui in difficoltà davanti al padre, vorrei aprire bocca e far valere le sue idee e le sue ragioni.. ma sto zitta per non creare tensioni in famiglia e soprattutto per non farmi prendere sulle balle. Ma mi mordo la lingua, dio se me la mordo.

 

Proprio per questo motivo, stasera non mi muoverò dalle mie quattro mura. Gia mi immagino il pino che sente parlare di pasta e fagioli quando invece lui ed io vorremmo mangiare pasta e ceci.. conosco la faccia che fa in quei momenti. Ed è li, in quegli istanti, che io non riesco più a trattenermi.
Al punto in cui sono arrivata potrei scatenare l'inferno.

 

E voi, c'è qualcosa che pensavate di aver superato.. ed invece è sempre li.. a logorarvi l'anima?

 
 
 
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