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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori... ti lusingheranno sempre
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Blue whale game, sembra quasi inarrestabile
Post n°1142 pubblicato il 31 Maggio 2017 da acer.250
Comprende il superamento di 50 prove, ma mentre le prime sono banali pian piano spinge ad un autolesionismo sempre piu devastante ed auto umiliante in alcuni casi fino ad arrivare al suicidio; A gestire questo percorso di prove, una sorta di ‘custode’in rete che dopo il 26esimo step indicherebbe al ‘giocatore’ il giorno della sua morte. Un comportamento che gli ultimi dati dell'Osservatorio nazionale adolescenza danno come sempre più precoce, si inizia anche a 11 anni, e sempre più diffuso: due adolescenti italiani su dieci sono autolesionisti l'11,5 per cento dei ragazzi, inoltre, si fa del male intenzionalmente e nel segreto della propria stanza senza che i genitori sappiano nulla, in modo ripetitivo; e proprio la cronicità, che diventa dipendenza dal dolore fisico, riguarda in prevalenza le ragazze (il 67 per cento del totale). C'è poi un altro dato che è quanto mai importante mettere a fuoco: il 50 per cento di chi si fa del male è, o è stato, vittima di bullismo o cyberberbullismo Per molte ragazze la scuola è un terreno di guerra, vengo prese in giro, bersagliate, insultate quasi ogni giorno e la mattina, e a un certo punto della mattinata, si tagliano per reagire con autolesionismo a tanta crudeltà, le compagne sono cattive, usano nomignoli osceni sembrano non capire… oppure lo capiscono e ci godono; Su Internet vi sono siti che diffondono la convinzione che dopo starai meglio, e i casi si moltiplicano, le ferite si fanno sempre più feroci, cè chi racconta che una volta messe in rete e che tagliandosi e poi condividendo le foto con altre autolesioniste su riuscivano a stare bene. Sui social il ruolo che, fa piu leva gioca sulla grande paura dei self- harmer di essere scoperti. Loro si vergognano moltissimo e temono lo stigma sociale più di ogni altra cosa, perché spesso sentono associare a chi ha il loro stesso problema termini come "pazzi" o peggio "scemi, e sempre lì trovano un "rinforzo" emotivo, che va al di là dei consigli su come non farsi scoprire dai genitori, ma è un rifugio che falsamente li fa meno sentire soli. Il primo passo di un genitore che ha sentore che il figlio si faccia del male è accoglierlo senza mortificarlo, bisogna evitare qualsiasi tipo di inquisizione, per far sì che i ragazzi non si chiudano maggiormente, e parlare con loro senza accuse e giudizi, evitando scenate teatrali e drammi familiari: si sentirebbero ancora più in colpa. |
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