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Le alternative al gas ci sono ma costano, cosa conviene ?

Post n°1197 pubblicato il 16 Ottobre 2022 da acer.250
 

stufa a pelet

Il pellet e la legna sono valide alternative al gas ma sta succedendo qualcosa anche in questo mercato, tra aumenti dei prezzi e carenza di materia prima. Gli italiani stanno ricorrendo più del solito ai sacchi di pellet e alle stufe adatte sperando di risparmiare sui costi in bolletta che si annunciano "senza precedenti". Le difficolta ci sono, ma queste alternative per riscaldare casa possono portare dei risparmi sostanziali che a fine inverno potrebbero fare la differenza. Ci sono però delle cose a cui fare attenzione.

L’aumento del prezzo del gas e i timori per il taglio delle forniture energetiche hanno aumentato la domanda di pellet e delle stufe. Secondo i primi dati disponibili del 2022 raccolti da AIEL, Associazione italiana energia agroforestali, nei primi 5 mesi del 2022 le vendite di stufe sono aumentate del 28 per cento rispetto allo stesso periodo del 2021. La domanda è trainata dal pellet, con un aumento delle vendite del 15 per cento, mentre la richiesta di legna è in calo rispetto all'anno scorso. 

Dunque sempre più italiani scelgono di riscaldare la propria casa con una stufa a pellet. Alcuni nutrono dei dubbi sulla sua effettiva sostenibilità ambientale, oltre che sui reali risparmi rispetto all'uso del gas. Secondo Altroconsumo le emissioni di anidride carbonica delle stufe a pellet sono decisamente inferiori rispetto all’utilizzo di GPL o di gas naturale. Il valore ecologico è effettivo, non solo per la riduzione delle emissioni di CO2 e di polveri sottili, ma anche perché il pellet, soprattutto quello di buona qualità, non avendo additivi chimici o sintetici ed essendo 100 per cento naturale, può essere smaltito in giardino, disseminando le ceneri e utilizzandole come fertilizzante naturale. E il risparmio in bolletta?

Nel 2022 il prezzo del pellet in Italia è aumentato. La guerra in Ucraina, l’embargo su Russia e Bielorussia, la dipendenza dell’Italia dagli approvvigionamenti esteri, e una domanda ancora molto sostenuta spiegano il rialzo del prezzo del pellet di quest’anno, come riferisce l'Aiel. Questo perché l’approvvigionamento italiano di pellet dipende dalle importazioni, che superano la produzione nazionale.

Il bando alle importazioni di legname da Russia e Bielorussia e l’ovvia riduzione dei flussi ucraini hanno causato una contrazione diretta del mercato italiano del pellet di almeno il 10 per cento delle quantità commercializzate ogni anno nel nostro Paese. Allo stesso tempo, nazioni come Regno Unito, Paesi baltici e dell’Europa centro-settentrionale che si approvvigionavano di più da Russia e Bielorussia hanno ridotto le proprie esportazioni per soddisfare i fabbisogni interni. Ecco perché il prezzo del pellet è aumentato.

Alle cause esterne si aggiungono anche quelle interne al settore, a cominciare dall’aumento della domanda di pellet in Europa dovuto all’impennata dei costi dell'energia. La domanda di pellet in Europa si è sviluppata velocemente e l’offerta deve ancora reagire e adattarsi pienamente ai nuovi livelli richiesti dal mercato, agitato dai rischi di razionamenti di energia che spingono i consumatori ad acquistare più materiale di quanto non sia effettivamente sufficiente a scaldare. la propria abitazione.

L'incremento del costo del pellet in Italia nel 2022 è conclamato: il prezzo medio di vendita al consumatore si attesta intorno ai 12 euro a sacchetto (iva inclusa). Dalle analisi effettuate da Aiel, il prezzo medio del pellet (classe ENplus® A1, Iva esclusa) è passato da 4,35 al sacchetto nel 2020 fino ai circa 10 euro di agosto 2022, con prezzi più che raddoppiati nel biennio di riferimento. Secondo Aiel sarà difficile che la situazione attuale possa risolversi già nel corso della stagione termica in arrivo ( 15 ottobre - 15 aprile), in cui i flussi d’importazione da Paesi come Germania, Austria e Paesi baltici diminuiranno fisiologicamente e la domanda crescerà.

Anche il prezzo della legna da ardere è aumentato, ma al netto dei rincari questa fonte rimane uno dei combustibili più economici con cui riscaldare casa, ancor più dopo l’aumento generale dei costi delle materie prime e dell’energia. Infatti, la legna registra incrementi di costo particolarmente contenuti in confronto alle fonti fossili tradizionali, come metano, gpl e il gasolio.

“Il pellet è ancora il combustibile più conveniente, con un risparmio del 30 per cento sui costi finali dell’energia rispetto al metano, il combustibile che ha registrato gli aumenti più importanti in termini di costo della materia prima (gas naturale) - dice Annalisa Paniz, direttrice di Aiel -  Anche la legna da ardere resta una scelta molto conveniente, consentendo un risparmio del 59 per cento rispetto al gas naturale e del 72 per cento rispetto al gasolio da riscaldamento”.

Il pellet rimane ancora il combustibile più conveniente tra quelli analizzati con un risparmio di oltre il 30 per cento rispetto al gas naturale. Le caratteristiche e le modalità di commercializzazione dei diversi combustibili, fossili e rinnovabili, variano fortemente tra loro, il confronto tra il costo di acquisto a parità di energia prodotta è l’unico modo valido per paragonare la convenienza delle diverse soluzioni di riscaldamento. Nello specifico, il confronto di Aiel viene effettuato considerando la quantità di combustibile necessaria a produrre un megawattora (MWh) di energia primaria: nel caso della legna da ardere, questa quantità corrisponde a circa 270 kg di legna secca.A parità di megawattora prodotti, riscaldare una casa a pellet costa poco più di 199 euro, farlo con la pompa di calore, quindi usando l'energia elettrica, 241 euro, mentre con il gas naturale 264. I prezzi dell'energia potrebbero però aumentare ancora, rendendo il pellet ancora più conveniente: i consumatori lo acquistano in quantità una volta sola, solitamente prima della stagione invernale, mettendosi al riparo da potenziali fluttuazioni del mercato e di prezzo.

Ipotizzando un appartamento di medie dimensioni, il costo annuale per riscaldarlo (10 MWh) con la legna da ardere può essere stimato in circa 510 euro, con un risparmio del 59 per cento rispetto al gas naturale, del 72 per cento rispetto al gasolio da riscaldamento e ancora di più rispetto al gpl, di cui però bisogna verificare il prezzo (molto variabile) sul territorio. Al netto degli aumenti e della disponibilità, pellet e legna possono dunque essere un'alternativa concreta per riscaldare casa nell'inverno 2022-2023.

Fonte : Brescia today

 
 
 
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