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I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono. I falsi amici invece pur vedendo allo stesso modo i tuoi errori... ti lusingheranno sempre
Messaggi del 05/06/2012
Il gelato fa gola a tutti, bambini e adulti, e non solo d’estate. L’87% degli italiani non ci rinuncia e spende in media 42 euro all’anno per concedersi questo piccolo peccato di gola. Ma cosa c’è dietro la scritta “gelato artigianale”, esposta ormai in quasi tutte le gelaterie? Si tratta di gelato fatto con ingredienti freschi? Purtroppo no: il 98% dei gelatieri utilizza semilavorati più o meno completi. E’ quanto emerge da un’inchiesta condotta da Altroconsumo su 45 gelaterie di 7 città italiane. A marzo scorso l’Associazione ha visitato le gelaterie di Palermo, Bari, Napoli, Roma, Bologna, Milano, Genova, insieme ad alcuni ispettori che hanno controllato che fossero rispettare le norme igienico-sanitarie nei locali e nei banconi di vendita. I “visitatori” hanno poi ordinato una coppetta di gelato ai gusti di fragola e fiordilatte ed hanno destinato una vaschetta di fiordilatte al laboratorio d’analisi. I risultati dell’inchiesta sono un po’ deludenti per gli amanti del gelato: gli ingredienti freschi sono una rarità e, nel migliore dei casi, si utilizzano solo degli addensanti. In tutti gli altri casi la materia prima di base è un semilavorato che può essere di alta qualità, cioè fatto con frutta pura, o un misto di aromi e coloranti. Il problema è che non esiste una norma universale sul gelato artigianale: il disegno di legge, presentato nel 2010, che vieta l’utilizzo di semilavorati, grassi vegetali, coloranti e aromi artificiali, giace in Parlamento. Leggi a parte basterebbe già essere un po’ più onesti ed evitare di reclamizzare troppo la presenza di “pistacchi di Bronte”, “limoni di Sorrento” o “nocciole delle Langhe” quando questi sono aggiunti sotto forma di semilavorato. Certo ci sarebbe l’obbligo di esporre in bella vista la lista degli ingredienti, in modo che ognuno possa leggere cosa sta per “gustare”. Ma quest’obbligo è poco rispettato, soprattutto al Sud: la metà delle gelaterie visitate da Altroconsumo a Bari e Palermo e 4 su 6 a Napoli non esponevano il cartello unico degli ingredienti. Niente cartello anche in una gelateria a Milano, in una a Bologna e in un’altra Genova, dove nessuno è stato in grado di riferire gli ingredienti del gelato. Ma anche quando presente, non sempre la lista era facilmente consultabile. Le migliori, sotto questo profilo, sono state le gelaterie di Roma. Rispetto alle norme igieniche, solo 13 gelaterie sono state promosse e il Sud batte il Nord: Palermo è la città con il numero più alto di gelaterie “pulite”. Parlando di qualità tutti i gelati se la cavano bene e non ci sono grandi differenze nella composizione tra uno e l’altro, ma gli esami di laboratorio hanno analizzato diversi parametri: residuo secco, zuccheri, quantità di grassi e composizione degli acidi grassi. In nessun gelato è stata riscontrata la presenza di grassi vegetali. E’ stata analizzata anche la presenza di microrganismi indesiderati e di agenti come salmonelle e listeria, essendo un prodotto deperibile: fortunatamente nessun problema, tranne che con le enterobatteriacee, che di per sé non sono pericolose, ma denotano una certa carenza igienica. |
Tre amici, un paracadutista, un acrobata ed un carabiniere, per vedere chi di loro è il più coraggioso e in gamba decidono di fare una gara.
Un carabiniere, un poliziotto ed un finanziere si trovano tutte le mattine a far colazione allo stesso bar. Una mattina il finanziere racconta: "cari amici, ieri ho scoperto di essere un cornuto. Mia moglie mi tradisce con il falegname".
Un poliziotto ferma un giovane in macchina che andava a 130 all'ora nella zona residenziale con limite 60 km/h.
A bordo della propria auto, un uomo e' fermo al semaforo. |
Post n°825 pubblicato il 05 Giugno 2012 da acer.250
Dopo che il precedente governo manifestando tutta la sua immensa incapacità e dopo che le opposizioni, hanno voluto ancora una volta manifestare la loro, abbiamo avuto un governo “tecnico”, molti, e io fra questi sperava, in una svolta in senso positivo, da questo nuovo insediamento, purtroppo nella realtà dei fatti è accaduto l’esatto contrario, e proprio come il primo governo forte dei continui sondaggi che lo davano sempre al primo posto rimaneva del tutto cieco, (anche per palese malafede) ai veri problemi dell’ Italia, continuando un implacabile opera di disgregazione, non solo morale offerta indegnamente dal presidente del consiglio, ma anche distruttiva del tessuto economico e sociale del ceto medio, che come ben si sa da ogni parte del mondo ( trane che in italia) è la vera linfa di ogni nazione, tutto questo mentre i partiti di opposizione, giocando continuamente alle varie primarie, erano troppo presi dalle loro continue lotte intestine, che poco spazio davano ad impegno costruttivo di quel tessuto sociale da molti troppi anni martoriato e lacerato, allo stesso modo il governo dei tecnici, a loro volta presi dallo spirito di onnipotenza, e insensibili ai problemi reali del nostro paese, in accordo continuo con le classi dirigent, sia pubbliche che private (anch’esse una vergogna di questo paese ), ha proseguito l’opera di demolizione economica, in questo clima di continuo ed inarrestabile degrado, vorrei sperare una cosa, vorrei che finalmente per una sorta di illuminazione quasi “Divina”,si rendessero conto che il proseguire con una politica, da loro definita di rigore, ma che nella vera realtà dei fatti, altro non è che una continua stangata, su un popolo ormai in ginocchio, e un continuo allargarsi delle “forbici” fra chi troppo ha guadagnato, in questi periodi di oscurantismo morale ed economico, pur mai pagando nemmeno il dovuto, e chi invece viene continuamente martoriato da una miriade di balzelli, non ultimo l ‘amumento della benzina e fra non molto dell’iva. Vorrei che per questa illuminazione quasi “Divina", già da ora dopo che il devastante e continuo terremoto ha preso tante troppe vite, distrutto, devastato case, chiese, luoghi di aggregazione e disintegrato l’economia, vorrei che ” i tanti troppi tecnici” sapessero imporsi in Europa e decidessero non domani, perche il domani sarà troppo tardi, di uscire da quel patto di “stabilità” che sta letteralmente strangolando ciò che è rimasto della nostra economia, e che tutte le risorse possibili fossero impegnate per la ricostruzione di quelle terre e di questa Italia, vorrei che quelle nazioni,che ritenessero di opporsi, per vergognosi interessi,sparissero completamente da quest’Europa, perché questa è un Europa, che ora non appartiene ad una civiltà degna di essere definita tale. |
La Regione Emilia-Romagna ha anche attivato una raccolta fondi rivolta a quanti - privati ed enti pubblici - desiderano versare un contributo per far fronte ai costi del terremoto che ha colpito le province di Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna. Per i privati le possibilita' sono le seguenti: - versamento sul c/c postale n. 367409 intestato a: Regione Emilia-Romagna - Presidente della Giunta Regionale - Viale Aldo Moro, 52 - 40127 Bologna; - bonifico bancario alla Unicredit Banca Spa Agenzia Bologna Indipendenza - Bologna, intestato a Regione Emilia-Romagna, IBAN coordinate bancarie internazionali: IT - 42 - I - 02008 - 02450 - 000003010203; - versamento diretto presso tutte le Agenzie Unicredit Banca Spa sul conto di Tesoreria 1 abbinato al codice filiale 3182. Per quanto riguarda invece gli enti pubblici, e' previsto l'accreditamento sulla contabilita' speciale n. 30864 accesa presso la Banca d'Italia - Sezione Tesoreria di Bologna. In tutti i casi (privati ed Enti pubblici) il versamento dovra' essere accompagnato dalla causale: Contributo per il terremoto 2012 in Emilia-Romagna. Chi, invece, volesse comunque fare donazioni di beni materiali potra' contattare le grandi organizzazioni di volontariato che gia' sono attive (come Croce Rossa, Caritas, Associazioni nazionale degli alpini o simili). In molte piazze d'Italia nei giorni festivi, molti gruppi di volontari hanno da tempo allestito dei piccoli stand per la raccolta. Se si vuole impegnare in prima persona il proprie tempo e le proprie competenze, e' necessario rivolgersi alle associazioni di volontariato locali
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