a foggy day

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Dovrei essere altruista e contenta che tutto si sia risolto, ma... sinceramente sono egoista... e penso che è una tortura vedere la Bialetti per il cappuccino ferma sul piano di marmo della cucina; gli ultimi balsen sono ancora nel cassetto della colazione e spero solo che la voglia di dolci di mia madre li faccia sparire il prima possibile. Le tovagliette per la colazione sono rimaste nel cassetto, e continueranno a restarci fino a data da destinarsi. Il piano di sotto è stato perfettamente svuotato, e solo a entrarci mi manca l'aria. Stamattina ho sentito mettere in moto una macchina nella rampa alle 7, ho pensato per un attimo fosse la normalità,e lo era... ma per i vicini di casa. Niente più messaggini tipo: "torno per cena, mangiamo presto..?"; nemmeno l'uovo di pasqua della Juventus è più al suo posto. Lo zaino della macchina fotografica è scomparso dall'entrata... niente più foto alla luna... almeno da qui. Niente più "simon's cat". La copia delle chiavi di casa è tornata a stare dove stava prima, ed il telecomando del cancello idem. 

Abituarsi alla presenza di qualcuno è semplice, pur non volendo basta veramente poco. Il problema è disabituarsi. Ricordarsi come funzionava prima... e più mi viene in mente qualche flash... più la cosa mi lascia un amaro in bocca che non se ne va. 

Niente più Disney in compagnia...

Niente più calda copertina pelosa... rosa...

Solo tanto silenzio, dentro e fuori...

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