Creato da: conte.oliver1 il 14/04/2008
notizie, novità, curiosità e speranze provenienti dal continente da cui ha avuto origine la razza umana

Cerca in questo Blog

  Trova
 

africa by brett murray

san sebastiano d'africa?

 

 

Questo spirutal sudafricano e questa bellissime immagini come contraltare alle brutture di alcuni post sul Sud Africa, e anche come preghiera.

Non parte da solo, bisogna schiacciarci sopra.

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Area personale

 

Tag

 

FACEBOOK

 
 

Parliamo d'Africa

In questo spazio inserisco, man mano che li trovo, siti e blog che parlano di Africa.

Più giù ci sono gli  ultimi articoli di alcuni di loro, quelli che frequento di pù.

I titoli, grazie ai potenti mezzi di Libero, vengono aggiornati automaticamente. Per leggerli basta cliccarci su.

http://marianna06.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/

http://africa.blog.ilsole24ore.com/

 http://www.inafrica.it/africando/link/blog.php

http://agoafricanblog.blogspot.com/

Questo invece è un meraviglioso sito italiano di musica africana, davvero bello.

http://www.tpafrica.it/

 

 

ritmi ed armonie a sud del Sahara

Caricamento...
 

JAMBO AFRICA

Caricamento...
 

SECONDO PROTOCOLLO

Caricamento...
 

AFRICA BLOG

Caricamento...
 

Ultimi commenti

SALUTI DA PARTE MIA: ANTONY, SENIOR CONSULTANT DI GOLDMAN...
Inviato da: ANTONY-GOLDMAN SACHS
il 04/03/2018 alle 21:56
 
articolo veramente ben scritto. I miei complimenti da lumaca
Inviato da: diletta.castelli
il 23/10/2016 alle 12:17
 
:-) grazie
Inviato da: conte.oliver1
il 03/04/2014 alle 23:05
 
articolo molto bello
Inviato da: flappy bird
il 21/03/2014 alle 21:52
 
Caspita che errore!!! Il problema è che non si trova nulla,...
Inviato da: conte.oliver1
il 02/04/2011 alle 19:58
 
 

Contatta l'autore

Nickname: conte.oliver1
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 60
Prov: VI
 

Musica africana

                                 Ismaël Lo - Dabah

                                  ISMAEL LO

 

Darfur

 

"E venne il giorno" di P. Lumumba

«E venne il giorno in cui comparve il bianco Fu più astuto e cattivo di ogni morte, barattò il tuo oro con uno specchietto, una collana, ninnoli, e corruppe con l'alcool i figli dei fratelli tuoi e cacciò in prigione i tuoi bimbi. Allora tuonò il tam-tam per i villaggi e gli uomini seppero che salpava una nave straniera per lidi lontani là dove il cotone è un dio, e il dollaro è imperatore
 

RADIO DES MILLES COLLINES

Radio delle mille colline, che bel nome per una radio, vero? Molto meno bello però il modo in cui è stata ribattezzata: “La voce del diavolo” . Più brutto sì, ma purtroppo molto più vicino al vero, come altro potrebbe chiamarsi la radio che durante il genocidio in Ruanda continuava a istigare la popolazione Hutu all’omicidio, al massacro, a riempire di corpi gli scavi ancora non completamente pieni, e non si limitava a questo: trasmetteva elenchi dei nemici da sterminare, non solo Tutsi ma anche Hutu moderati, che rifiutandosi di partecipare alle stragi diventavano nemici da sterminare anche loro, segnalava i rifugi dove poterli scovare e uccidere. La radio del diavolo cominciò questa campagna di odio diversi mesi prima dell’inizio del genocidio. No!!! Non si è trattato di pura follia, ma di lucido, agghiacciante e premeditato piano di sterminio, uno dei tanti del secolo appena concluso.
 

ES TU TUTSI?

raciste rwandais hutu tutsi
 
Citazioni nei Blog Amici: 13
 

Ismael Lo - Baykat

Ismael Lo - Baykat
 

 

 

elezioni in togo

Post n°35 pubblicato il 12 Febbraio 2010 da conte.oliver1
 
Tag: AFRICA, TOGO

 Quando ero ragazzino io “togo” era una parola che si usava molto, faceva molto giovane, molto ”trendy” (anche se trendy in italiano non esisteva ancora).

Era il corrispondente di figo, forte, da sballo.

Per questo lo stato del Togo mi ha sempre incuriosito tanto, lo immaginavo un posto molto divertente, pieno di gente allegra e simpatica. Ed è forse per non restare deluso che non ho mai approfondito molto le mie conoscenze su questa nazione. Beh, è arrivato il momento.

Difficile, come per quasi tutte le nazioni africane, reperire notizie certe precedenti alla colonizzazione, non per mancanza di documenti o di storia, secondo me; ma perché  forse si tende a sottovalutare l’importanza della storia antica dell’Africa e la continuità con quella attuale, come se tutto cominciò quel giorno in cui sbarcò il bianco. Le mie  prime notizie certe sul Togo risalgono perciò alla colonizzazione da parte dei  Portoghesi, seguiti dai danesi e dai soliti inglesi e francesi.

La costa sulla quale si affaccia il Togo è stata tra le più coinvolte nel mercato degli schiavi, e il popolo dei  Mina (anche questo evocativo come nome), uno dei più numerosi della regione, partecipavano attivamente a questo commercio, comprando schiavi da popoli dell’interno e rivendendoli agli occidentali.

Successivamente il Togo diventava un protettorato tedesco fino alla fine della seconda guerra mondiale, diviso poi tra Inghilterra e Francia.

Indipendente dal 1960 è una delle prime nazioni africane in cui comincia la macabra danza dei colpi di stato. Il primo nel 1963, mentre, a molti chilometri di distanza, in una cittadina del sud Italia nascevo io, il secondo nel 1967, mentre nella stessa cittadina nasceva mio fratello. Da quel giorno non sono nati altri miei parenti in quella città ed  è forse per questo che il colonnello Etienne Eyadema, uno dei tanti  big man africani,  agguantato il potere con quell’ultimo colpo di stato, riuscì  con qualche breve interruzione, a continuare a governare il paese (pessimamente) fino alla morte, avvenuta nel 2005. Si dice che dietro questo crudele dittatore, macchiatosi di stragi e atrocità varie, ci fosse in realtà la Francia.

Tra le varie stranezze di quest’uomo, c’è un monumento, questo. megalomaniaSiamo in un mezzo al nulla, vicino alla città di Sara-Kawa. Qui, nel 1974, l’uomo della statua, precipitò con l’areo presidenziale. Un disastro dal quale scampò soltanto lui. Allora fece costruire questa enorme statua. Nel mausoleo  che si vede in fondo sono conservati i “resti” dell’areo, come reliquie intoccabili, nessuno può spostare nemmeno una vite. Ogni anno dal 1974, nella ricorrenza del giorno dell’incidente si svolge una cerimonia in onore dei caduti.

Alla sua morte si tenta di fargli succedere il figlio Faure Gnassingbé sostenuto fortemente dalle forze militari. Si scatena una violenta protesta che viene repressa con grande spargimento di sangue e fughe di profughi a migliaia, verso i paesi vicini. Insomma, Faure è costretto a dimettersi nel febbraio del 2005. Si va allle elezioni, in aprile, e chi vince?

Ma Faure Gnassingbé, ovviamente!  Proprio in questi giorni  scade il suo primo  mandato, e, il 28/02/2010 i cittadini toghesi si recheranno alle urne per eleggere il nuovo presidente.

 

Le candidature sono 5.

1)      Ovviamente Faure Gnassingbé, figlio di Eyadéma, presidente uscente e rientrante.

2)      Kafui Brigitte Adjamagbo  58 anni, donna, designata dal CDPA (Convenzione Democratica dei Popoli Africani), di cui è già vicesegretario generale. Adjamagbo è tra l’altro uno dei membri fondatori del Gruppo “Donne, Democrazia e Sviluppo”, ed è coordinatrice per l'Africa occidentale dell'ONG africana Wildaf (Women in Law and Development in AFrica).

3)      4) e 5) i in ordine sparso Jean-Pierre Fabre,Yawovi Agboyibo e Agbeyome Kodjo, dei quali ammetto di non sapere alcunché, ma non è poi così grave, visto che non hanno nessuna possibilità di essere eletti.

 Eh, si, come in quasi tutte le elezioni africane non c’è molta suspense, anche in questa si conosce benissimo “l’assassino” che è ovviamente il presidente uscente, e non avrà nemmeno bisogno di imbrogliare più di tanto, dopo  35 anni di governo del padre e 5 suoi credo che questa famiglia abbia in mano tutti i centri di potere, i gangli vitali della nazione, non può certo lasciarsi sfuggire la presidenza. 

Tra l’altro bisogna riconoscere che L’attuale presidente in carica non ha governato malissimo, ed ha tentato di mostrarsi differente da suo padre, tanto da chiedere perdono per gli errori commessi nel passato. Ha reso gratuita la  scuola primaria,  ha liberalizzato l’informazione, ha rinnovato la classe dirigente, ma non ha convinto la maggior parte della stampa specializzata, che ritiene tutte queste migliorie fumo negli occhi per far dimenticare di essere figlio di cotanto padre.

Comunque sia le elezioni le vincerà lui, può essere comunque interessante il risultato della candidata donna, che se riuscisse a imporsi come seconda svolta potrebbe rappresentare una svolta per il paese.

Anche se il risultato è scontato il momento in Togo è preoccupante, i giornalisti hanno difficoltà ad entrare nel paese e questo è sempre un cattivo segno. Speriamo che la campagna “elezioni senza armi e senza violenza”  contro il traffico di armi leggere, sia sufficiente a consentire che la gente possa votare in pace.

Vedremo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

IL COLORE DELLA PELLE di Gavino Puggioni da Sassari

Post n°34 pubblicato il 08 Dicembre 2008 da conte.oliver1
 

Di quale colore sei, bambino mio vagante, che vuoi nutrirti in questa civiltà che ti ignora che confonde i colori di una tavolozza dipinta solo di lustrini ammaestrati, brillanti di una vita mascherata, subdola e incantata? Sono nero ma di pelle, come voi sono umano, voi che non abitate il mio Continente che è quello africano. Terra calpestata da avventurieri armati dalle così dette potenze che han voluto frutti ed enormi prebende come solo la mia terra sa dare, in cambio di nulla se non di schiavitù, sottomissioni e abbandoni e tutto il male ormai secolare, caduto e sopportato sulle nostre spalle, di bambini, di donne e di anziani che non credono più e nemmeno al loro domani. Sì, sono nero ma sono uguale a voi. Il mio sangue è rosso come il vostro, solo che il mio scorre come un fiume in piena e per la fame e per la sete e per le malattie, ed a voi, proterva razza ma umana, non importa niente dei nostri corpi martoriati dalle epidemie che ci avete lasciato in eredità come regalie.

Sassari 08 dicembre 2008

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

CENTINAIA DI MORTI IN SCONTRI TRA MUSSULMANI E CRISTIANI IN NIGERIA CENTRALE

Post n°33 pubblicato il 29 Novembre 2008 da conte.oliver1
 

 

La Nigeria è lo stato più popoloso d'Africa ed uno dei più "inventati" del mondo.

Tre grandi popoli, gli Yoruba, gli Ibo (o Igbo) e gli Haussa -Fulani, insieme ad altre centinaia di piccole etinie, condannati dagli inglesi a vivere tutti insieme tumultuosamente.

Nel 1960 la Nigeria ottiene l'indipiendenza e da allora iniziano le spinte centrifughe da parte di popoli assolutamente inadatti alla convivenza. Gli scontri peggiori riguardarono la violenza tribale tra cristiani e mussulmani che è già costata la vita a migliaia di persone.

E' di oggi, di poche ore fa, l'ultima puntata di questa tragica storia, e accade a JOS, capoluogo del PLATEAU,  uno stato della Nigeria centrale, lì ci sono cristiani che fanno gli agricoltori e mussulmani pastori, una storia che ricorda un po' quella dei tutsi allevatori contro hutu contandini. In questa città, dopo dieci anni, si sono svolti nei giorni scorsi le elezioni per l'amministrazione locale, e all'annuncio della vittoria del candidato cristiano su quello mussulmano sembra si sia scatenata una carneficina, raccontata molto meglio di come lo racconterei io nell'articolo che potete leggere qui

http://africa.blog.ilsole24ore.com/2008/11/nigeria-378-mor.html

Secondo il giornalista citato dall'articolo i morti, allineati in una moschea e da  lui contati uno per uno,  sono 378, ci sono altre notizie che parlano di un numero di vittime inferiore, altri di oltre quattrocento morti....

In parole povere le dimensioni della tragedia si chiariranno nei prossimi giorni.

 

 

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Malaika_Miriam Makeba -

Post n°32 pubblicato il 22 Novembre 2008 da conte.oliver1
 
Tag: Makeba

 

malaika significa angelo, in lingua swahili ed è una incantevole canzone d'amore keniota.

La metto qui in onore di chi la canta, mamma africa, che quest'angelo la possa accompagnare, ciao Miriam.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LE RAZZE UMANE NON ESISTONO!!!

Post n°31 pubblicato il 16 Novembre 2008 da conte.oliver1
 

Lo so, non è una frase nuova, vien voglia di rispondere "ma che bella scoperta".

Eppure  se un gruppo di eminenti scienziati italiani ha sentito il bisogno di incontrarsi, a San Rossore e di redigere il "MANIFESTO ANTIRAZZISTA DEGLI SCIENZIATI 2008" ci sarà pure un motivo.

Gente come Enrico Alleva, Rita Levi Montalcini, Elena Gagliasso, Alberto Piazza e tanti altri insigni professori universitari non si mobilita senza ragione. Riporto qui il primo articolo del manifesto. Chi volesse leggerlo interamente lo trova cliccando qui



I. Le razze umane non esistono.

L’esistenza delle razze umane è un’astrazione derivante da una cattiva interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri sensi, erroneamente associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla base di pregiudizi secolari. Queste astratte suddivisioni, basate sull’idea che gli umani formino gruppi biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in "migliori" e "peggiori" e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LAURENT NKUNDA BATWARE

Post n°30 pubblicato il 14 Novembre 2008 da conte.oliver1
 

 

E’ sicuramente una delle figure emergenti più importanti ed inquietanti del continente,  il protagonista della guerra che insanguina in questi giorni il Kivu.

Nasce nel Kivu il due febbraio del 1967, per cui deve ancora fare 42 anni, praticamente un bimbo. Appartiene alla famiglia dei tutsi,  è sposato, padre di 4 figli, ha studiato psicologia all’università ed è un sedicente cristiano pentecostale,  insieme agli immancabili occhiali da sole e  mimetica porta sempre una spilla con scritto “ribelli per Cristo”.   Sembra si sia vantato di ricevere aiuti e sostegno dalla chiesa Avventista del settimo giorno. Nel 1993 entra nell’esercito regolare Congolese  dove realizza una carriera travolgente che lo porterà, in soli 11 anni al grado di Generale.

 Nel 1994  entra a far parte del Fronte Patriottico, il movimento di ribelli  Tutsi che combatte dall’esilio contro gli hutu del Rwanda. Il nostro generale è tra coloro che nel luglio del 94 entrarono nella capitale ruandese, dopo aver sconfitto l’esercito Hutu, mettendo fine al genocidio.

 Torna quindi nell’esercito regolare congolese, ma nel 98  cominicia la sua attività  tra le file dell’ RCD-Goma,  un gruppo di ribelli che, con l’appoggio di Ruanda e Uganda, si oppone al presidente del Congo  Kigali.

 Nel 2002 un episodio cruento, per il quale sarà accusato di strage,  lo vede protagonista. Il suo gruppo infatti è accusato della morte di più di 160 persone a Kisangani soffocando un tentativo di rivolta.

 Dopo la fine della prima guerra del Congo, nel 2003 Nkunda rientra nell’esercito regolare congolese, dove un anno dopo viene promosso generale, ma si rifiuta di rientrare a Kinshasa, e,  a capo di poche centinaia di soldati, si ritira nelle foreste del nord del Kivu, che diventa il suo campo di battaglia.

 Nell’Agosto del 2005 Nkunda entra in guerra contro il Congo,  a fianco delle altre nazioni. Successivamente, in Kivu,  fonda un’organizzazione politica chiamata Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo. Attualmente

 Sono fiorite molte leggende intorno a questo stravagante personaggio. Qualcuno dice che si tratta di un pazzo sanguinario, che dopo aver ucciso i propri  nemici gli strappa il pene e se lo appende  alla  cintura. Molto più concretamente Amnesty International invece lo accusa di reculutare ed utilizzare bambini soldato. Lui respinge tutte le accuse dichiarandosi un fervido cristiano, nemico del corrotto governo congolese, e che il suo obbiettivo è di liberare i Tutsi dall’oppressione degli Hutu e impedire che le ricchezze del  Congo vengano svenduto ai cinesi. Recentemente infatti è stato stipulato un accordo tra il presidente Kabila  e la Cina, in base al quale i cinesi si impegnano a costruire infrastrutture in Congo in cambio dello sfruttamento del sottosuolo. Nkunda sostiene che in realtà le strade e le ferrovie costruite dai cinesi non servirebbero al popolo ma solo agli stessi cinesi per raggiungere il fiume Congo dalle miniere e  portarsi via  i minerali estratti dal sottosuolo.  Scuole e ospedali invece sono sicuramente una gran bella cosa, ma senza libri, insegnanti, medici e medicine, non servirebbero assolutamente a nulla.  Inutile costruire cattedrali che non potranno funzionare. L'accordo ha contribuito a scatenare gli scontri che stanno insanguinando il Kivu, Nkunda è ormai deciso a raggiungere con il suo esercito la capitale Kinshasa rovesciando quello che lui giudica un dittatore figlio di dittatore, l'attuale presidente Joseph Kabila, che però, dopo essere succeduto al padre con la forza, è stato regolarmente eletto nelle elsezioni presidenziali del 30 luglio 2006, ma questa è un'altra storia e un altro post. 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LA GUERRA MONDIALE DEL CONGO

Post n°29 pubblicato il 08 Novembre 2008 da conte.oliver1
 

Ok, provo a scuotermi di dosso la pigrizia che mi sta attanagliando e torno a parlare di Africa.

 E che Africa, il cuore del cuore,  il  Congo.

Qualcuno ha detto che se l’Africa fosse una pistola, il grilletto si troverebbe sicuramente nel Congo. 

Non è per niente facile capire cosa sta succedendo in questa benedetta e maledetta terra.
Il Congo è vastissimo e complicato. Innanzitutto perché ce ne sono due,   che hanno cambiato nome un sacco di volte e che adesso  si chiamano quasi allo stesso modo, per cui non si capisce mai bene di che Congo si parli:
Repubblica del Congo è quella più piccola, ex colonia francese.
Repubblica democratica del Congo è più grande e famosa,  ex Zaire, ex Congo Belga, ecc… ;  è quella che è stata dominata prima da  Mobutu (uno dei peggiori ma più popolari big man d’Africa), poi da Kabila padre e adesso da Kabila figlio. Una sorta di dittatura ereditaria.
È diviso in 11 provincie.
La provincia di cui si parla in questi giorni è il Nord Kivu, dal nome del lago Kivu, uno dei laghi che caratterizza questa regione africana (la regione dei grandi laghi).
Confina con il Ruanda….ed è da qui che partono i guai.
E’ ricchissima di risorse naturali, forse una delle terre più ricche del mondo  ed è qui che continuano i guai.
Per capire qualcosa, torniamo alla catastrofe del Ruanda, che tante morti ha causato e tante continua a causarne.
E’ sempre il solito balletto, prima dominavano i Tutsi e gli Hutu  emigravano, poi ci fu la ribellione degli Hutu per cui i Tutsi furono costretti a sfollare. Quindi il massacro del 1994 e infine la vittoria dei Tutsi guidati da   Paul Kagame, che detiene, per il momento, il  potere.
Dopo quest’ultimo ribaltamento, gli Hutu, colpevoli del genocidio,  furono costretti ad abbandonare in massa il Ruanda, con un esodo epocale  che portò milioni di loro in Congo, proprio nella regione del Nord Kivu.
Ovviamente non finisce qui, non finisce mai così, se non interviene una vera, grande miracolosa riconciliazione  il sangue  continuerà a chiamare sempre sangue.
L’arrivo di milioni (milioni!!!) di  profughi in una regione in cui si muore di fame, non poteva restare senza conseguenze.  Tanto più se in questa regione  è  presente da sempre una numerosa colonia di Tutsi congolesi…. e ci risiamo!
Qui però gli Hutu trovarono l’appoggio dell’ONU e in qualche modo, del governo Congolese. Qesto fatto ovviamente non piacque al governo Rwandese che voleva vendicarsi sterminando allegramente gli Hutu sfollati, e cominiciò un conflitto, chiamato “GUERRA MONDIALE DEL CONGO” che, tra alterne vicende dura dal 1998 fino a tutt’oggi. Trattasi di una delle tante guerre dimenticate d’Africa. Bilancio, dal 98 ad oggi: 4 milioni di civili uccisi, e un numero imprecisato di profughi  destinati a rimanere per sempre tali.
Perché mondiale? Perché il fattore “ricchezza del sottosuolo” ha fatto si che tutti gli stati intorno ma anche gli stati europei,  gli USA, e adesso anche la Cina, non siano rimasti a guardare, ma sono entrati anche loro nel conflitto, addirittura a volte combattendo apertamente l’uno contro l’altro!
E arriviamo alle vicende più recenti. Fine agosto, il conflitto si riaccende, riprende corpo,  per le gesta di  LAURENT NKUNDA, un Tutsi, ex generale dell’esercito congolese,   fondatore del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP),  un gruppo ribelle al governo del Congo.  Nkunda ed il suo movimento  accusano  Kabila di difendere  ed armare le milizie Hutu che, contemporaneamente,  continuano a minacciare il Rwanda attaccandone costantemente i confini nel tentativo di  realizzare l’ennesimo cambio di scena, e tornare  nuovamente  a “casa”.
Il governo Congolese invece, sostiene che dietro questo generale ci sia proprio Kagame,  che l’eterno conflitto Hutu-Tutsi non centri nulla, e che i Rwandesi siano attratti dalla ricchezza del sottosuolo della regione, che sfruttano illegalmente …….(che casino!!  C’ho messo tanto impegno ma non lo so se stavolta sono riuscito a spiegarmi!)….
A tutto questo si aggiungono gli interessi di tanti altri stati occidentali e non, schierati ufficiosamente un po’ qui e un po’ lì,  anche se ufficialmente presenti nella forza di pace  Onu chiamata MONUC, composta da 16.000 uomini.  Ultimo stato fra tutti,  si è aggiunta la Cina, che ha stipulato un accordo col governo Congolese per una fornitura di infrastrutture in cambio dello sfruttamento del sottosuolo,  per un valore complessivo di circa nove miliardi di dollaroni. 
Da un paio di settimane, la città di Goma, capoluogo del Kivu  del nord e snodo di  importanza strategica, è presa d’assedio dalle  forze ribelli di  Laurent Nkunda   ed è  stata prima saccheggiata e poi abbandonata dall’esercito regolare del Congo. Adesso teoricamente è protetta dalle forze del MONUC, che hanno l’ordine di sparare sui ribelli se dovessero tentare di entrare in città.  Queste forze però sono   insufficienti, tanto che la popolazione locale non si fida affatto ed ha abbandonato la città. Intorno l’esercito dei ribelli Tutsi spadroneggia.  Violenze, omicidi, stupri, rapine, ai danni soprattutto della popolazione Hutu, non si contano più! E si teme perfino un peggioramento della situazione nei prossimi giorni.
L’ONU dovrebbe decidere un aumento del contingente, ma molti stati non sono d’accordo, e tra questi il nostro ministro Frattini!
Dimenticavo,  non bastasse tutto questo, nella zona ci sono diversi focolai di colera,  e,  non potendo adesso operare le organizzazioni umanitarie,  si rischia l’esplosione di una terribile epidemia.
A noi purtroppo non  resta che fare come Frattini:  stare a guardare e seguire gli sviluppi.
Alla prossima.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Un giorno in questura

Post n°28 pubblicato il 29 Ottobre 2008 da conte.oliver1
 

Avevo inserito questo scritto nel blog di un'amica ma adesso mi è venuta voglia di averlo anche nel mio.

 

Si, perchè racconta un episodio per me importante e legato a mio figlio, quello di colore.

 

Le norme per l’adozione prevedono che all’arrivo in Italia il figlio venga considerato in affido preadottivo fino alla sentenza definitiva di adozione. Per tutto questo periodo (che nel mio caso è durato più di un anno) il bambino è a tutti gli effetti extracomunitario, con tanto di permesso di soggiorno da rinnovare ogni anno.
Il primo rilascio è stato semplice perché è prevista una strada privilegiata per genitori adottivi. Il rinnovo invece mi ha offerto il “privilegio” di provare sulla mia pelle il trattamento al quale sono soggetti ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini stranieri. Quel giorno, dopo avere consegnato all’ingresso della questura il permesso di soggiorno in scadenza, mi “accomodo” in un  cortile in attesa di essere chiamato. Passa quasi un’ ora. Mi viene il dubbio che, essendo il mio un caso particolare, forse non dovevo fare la fila con gli altri, forse c'era un'altra fila per i permessi per adozione. Cerco qualcuno che mi possa aiutare, macchè!  Nessuno sportello informazioni. Un’impiegata gentilissima, unica nota positiva della mattinata, mi indirizza al piano superiore.

 

Salgo e mi ritrovo in una stanza in compagnia di una ventina di persone, tutte in attesa davanti ad una porta con su scritto in dieci lingue: VIETATO L’INGRESSO.
Qui però di impiegati gentili neanche l’ombra.
Sto per rinunciare quando vedo uscire dalla porta proibita una signora, provo ad avvicinarla rispettosamente dicendo “Buongiorno, mi scusi, …..” Vengo investito dalle alte urla della “signora”, che, dandomi del tu, mi grida:”Sto lavorando, non ho tempo da perdere, togliti dai piedi e aspetta il tuo turno in fila” Avrei voluto dirle “Ma in quale fila, è proprio questo che vorrei sapere”, ma la “signora” scappa via da una porticina e scende giù. Riesco soltanto a urlarle sporgendomi dalla tromba delle scale “Signora, visto che non ci conosciamo, diamoci pure del lei!!”.
Assisto a decine di scene simili a danno di altri stranieri.
Vedo cose che stringono il cuore.
Un signore  rimproverato e umiliato come un bambino davanti alla moglie e alle sue tre figlie da un impiegato che gli urla contro per non so quale gravissima mancanza.
Un altro signore nigeriano che chiede disperato cosa deve fare col pezzo di carta che gli hanno dato. L’addetto allo sportello risponde “deve compilare il modulo”, il nigeriano lo guarda mostrando di non aver capito nulla, allora l’impiegato ripete la frase in “nigeriano”….”DE VI COM PI LA RE IL MO DU LO!!!”
“Alè! Ora si che ha capito!!!” esclamo avvicinandomi per aiutare il malcapitato.
Decido di rinunciare ad eventuali privilegi legati alla mia condizione di genitore adottivo, mi sento serbo, albanese, africano; torno giù in cortile, con tutti gli altri, sperando che, prima o poi, qualcuno mi chiami. Segue un’attesa che non so quantificare, durante la quale fraternizzo con i miei compagni di sventura. C’è pure una scenetta gustosa: un giovane simpatico si avvicina dicendomi: “io sono albanese, e tu?” “io siciliano”, e dopo qualche istante di perplessità, risponde quasi indignato: “ma…anche voi avete bisogno del  permesso di soggiorno, adesso???”

 

Finalmente  un signore chiama me con altri 5 o 6 colleghi migranti, e ci “invita” con un grugnito ad aspettarlo allo sportello x . Adesso, l’impiegato, che ha in mano il permesso di soggiorno di mio figlio, lo sa che io sono italiano, genitore adottivo, e cambia tono diventando gentile, quasi ossequioso. Ma solo con me, i miei compagni stranieri continua a trattarli male, urlandogli di togliersi dalle scatole, di mettersi in fila e di allontanarsi dallo sportello. 

 

Conclusione.
Per carità, lavoro anch’io in un ufficio pubblico e capisco benissimo lo stress di chi tutti i giorni si trova alle prese con persone che non parlano la nostra lingua, so anche che non è colpa di nessuno se alcuni impiegati non hanno ricevuto una adeguata educazione da piccoli, o se non sono dotati di umanità e comprensione. Ma l’idea che ogni giorno centinaia di esseri umani vengano trattati come animali, che venga calpestata la loro dignità di uomini, che padri di famiglia vengano insultati davanti ai propri figli, è davvero insopportabile!
E’ così difficile ad esempio istituire uno sportello di prima informazione, con su un bel cartello con scritto: “INFORMAZIONI”, in tante lingue, almeno in tutte quelle in cui era scritto VIETATO L’INGRESSO, davanti alla porta proibita. Non risolverebbe del tutto il problema, ma sicuramente servirebbe a rendere meno caotica l’attesa.
Ecco, quella stanza, quel cortile, quell’ostilità diffusa che mi circondava, lo smarrimento ed il senso di impotenza che si leggeva negli occhi di tutta quella gente in attesa, qualcuno con neonati in braccio, senza un punto di riferimento, addirittura senza la certezza che l’attesa sarebbe servita a qualcosa, tutto questo credo che non lo dimenticherò mai, e mi torna in mente ogni volta che vedo un immigrato in altri contesti. Perché io, uscito da lì, son tornato ad essere italiano; loro le mancanze di rispetto e gli attentati alla propria dignità li devono fronteggiare anche nella vita di tutti i giorni, anche fuori dalla questura restano stranieri, stranieri per sempre

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Houston, abbiamo un problema

Post n°27 pubblicato il 27 Ottobre 2008 da conte.oliver1
 

Come stai?

 

Bene grazie.

 

E la moglie?

 

Bene, bene anche lei.

 

Ah, mi fa piacere, e i figli?

 

Bene, benissimo, grazie.

 

E il lavoro, come va il lavoro?

 

Abbastanza bene, grazie, abbastanza bene.

 

E lo zio?

 

No, lo zio è morto, sono diversi anni...

 

Ah vero, dimenticavo, ma i suoi figli come stanno, i tuoi cugini insomma...

 

Ecco, i miei cugini bene, stanno bene, si. E tu piuttosto?

 

Beh, io bene grazie.

 

E il lavoro?

 

....

 

Stiamo sempre a fare queste domande, a chiedere come stiamo, se va tutto bene, e la salute e tutti gli aspetti della nostra vita. Sembriamo l'equipaggio di una navicella spaziale pronta a partire alla scoperta di  nuovi mondi, impegnatissimo nell'effettuare  l'ultimo cekap, motore di destra? ok, motore di sinistra? ok, spia gialla? ok, spia blu....

 

Soltanto che finito sto controllo, non andiamo da nessuna parte, non intraprendiamo nessuna mirabolante impresa, ma al massimo, incontriamo un'atro amico e cominciamo un altro cekap! moglie? figli?

 

Questi rapporti formali che caratterizzano il mondo reale  alla fine ce li  trasciniamo pari pari  anche in questo mondo parallelo, molte messaggerie ne sono piene
Vero è che i tanti
"ciao come stai" "io bene e tu" sono il mattone su cui si fonda la socialità ma....a volte diventano vuoti, noiosi, tanto da sembrarmi falsi.

 

 Ok, stiamo bene, siamo tutti belli  e in forma, sprizziamo salute da tutti i pori, e adesso? Di tutta questa salute che ne facciamo?

 

 Eh si, perchè si dice sempre che la salute è un valore assoluto, basta che c'è la salute, l'importante è che ci sia la salute, pensa alla salute...io ricordo invece un frase di una vecchia novena, che recitavo da bimbo con mia nonna.

 

Diceva "facci conoscere l'importanza della nostra salute, perchè possiamo operare la stessa per mezzo di opere virtuose e sante!"

 

Ecco, cavolo, a cosa serve la salute, a farci qualcosa di buono, alle opere, ad agire!

 

Vivessimo 100anni in perfetta salute, passando il nostro tempo a scartravetrarci  le palle....beh, potremmo andarcene anche qualche anno prima senza grossi rimpianti.

 

Operare la salute, impegnarsi, sembra una frase fuori moda, eppure senza questo impegno, senza le opere, la nostra vita diventa molto simile a quella di una pianta. Ok, facciamo l'ennesimo cekap, controlliamo bene tutte le componenti....ma poi partiamo una buona volta! Cazzo!

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

RAGNI E VISIGOTI

Post n°26 pubblicato il 18 Ottobre 2008 da conte.oliver1
 

Questa doveva essere la risposta ad un intervento di Marta, ma poi vista la lunghezza ho preferito fare un nuovo post.

La domanda gira da un po’ nell’aria, la si sente in tv, nelle radio, sui blog.

Cosa è razzismo e cosa non lo è.

Perché ci sono atti violenti che vengono definiti razzisti mentre per altri non si usa questa parola.

Vorrei chiarire subito una cosa: secondo me il razzismo non è l’atto violento in se. Quelli che hanno ucciso gli africani in Campania  non sono razzisti, sono assassini.

Anche i due tipi di Milano, non sono razzisti semplicemente perché hanno ammazzato Abdul, ma perché hanno avuto quella assurda e violentissima reazione probabilmente anche a causa del colore del ragazzo, tanto è vero che mentre lo sprangavano urlavano il loro odio.

Viceversa, odiare un negro che ci ha picchiati o derubati per strada, o che ha violentato una ragazza, non è un comportamento razzista, assolutamente.

Lo diventa però se, per questo motivo,  appena vediamo un altro negro lo guardiamo con odio pensando che sarà anche lui capace di fare altrettanto. Ecco, il razzismo è fare diventare collettive  le colpe individuali.

Tornando a quanto diceva  Marta....chi lo ha detto che non esiste il razzismo dei neri nei confronti dei bianchi? C'è sempre stato, come anche tanti altri razzismi collaterali, neri più chiari contro neri più scuri, gialli chiari contro gialli limone ecc... Perchè fa più rumore il razzismo bianchi contro colorati? Semplicemente perchè stiamo meglio noi.

Il razzismo dei neri nei confronti dei bianchi diventerà grave quando i primi supereranno il tenore di vita dei secondi. Allo stesso modo, l'antipatia dei meridionali vs i settentrionali, non rileva, fino a quando i settentrionali se ne staranno a casa loro. E' possibilissimo che un barbone sia snob da morire, estremamente selettivo nelle amicizie, ma nessuno se ne accorgerà fino a quando questi non diventerà ricco e la sua amicizia richiesta dagli altri. (Brutto st'esempio, vero? Beh, ma rende l'idea e lo lascio)

“Vietato l'ingresso ai ragni ed ai Vichinghi” diceva Benigni. Anche questa frase sarebbe razzista, ma visto che Vichinghi in giro non se ne vedono, la frase è simpatica, ironica. Se ci fossero tanti Vichinghi la stessa affermazione sarebbe inaccettabile, e Santoro imbastirebbe tanti programmi sui Vichinghi e sulle loro precarie condizioni di vita...o lo farebbe Emilio Fede? ahahaha, mah!

Che i giornalisti si lancino sulle notizie che puzzano di razzismo come le mosche sulla cacca è verissimo ed è una cosa che sta sulle balle anche a me. Ma il razzismo non è in aumento perchè lo dice Santoro o qualche altro, ma solo perchè è aumentato il contatto tra popoli diversi. Anzi, direi che il razzismo non è aumentato affatto, è sempre lo stesso, solo che ci sono in giro....molti più vichinghi. Io ho visto il primo negro a 14 anni, alla stazione di Roma Termini....adesso le cose vanno in un altro modo.

Non è che non eravamo razzisti allora, ma ci mancava la materia prima. Il razzismo non lo avverto dalle notizie sui giornali, ma dagli sguardi della gente per strada.. beh, basta così.

Saluti a tutti, ho chiuso il profilo per stanchezza, ma spero di continuare col blog Buon fine settimana

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Vittime della camorra

Post n°25 pubblicato il 21 Settembre 2008 da conte.oliver1
 
Foto di conte.oliver1

E passiamo al secondo episodio che ha evidenziato la tensione tra bianchi e negri in Italia. La strage di Castel Volturno, molto più inquietante, intrigata e difficile da raccontare dell'omicidio di Milano. Anche le conseguenze e la rabbia che ha generato sono notevolmente maggiori Il fatto è complesso e mal raccontato dai mezzi d’informazione,  non c’è nemmeno unanimità sul numero di morti e sulla nazionalità. Mi piacerebbe moltissimo se qualcuno meglio informato sui fatti intervenisse  nel blog per chiarirmi meglio le idee.

Intanto ci provo io.

Giovedì 18 settembre – Tra Napoli e Caserta –   11 di sera

Un commando irrompe in una sala giochi di Baia Verde  ed uccide, sparando una ventina di colpi di pistola, Antonio Celiento,  un pregiudicato italiano con precedenti per furto e rapina,  appartenente, pare,  al clan degli Schiavone. Tra tutti i morti di quella sera, questo italiano è l’unico di cui tutti i giornali ed i blog ricordano nome e cognome.

 Passano venti minuti.

Castel  Volturno: un gruppo di  killer, sei o sette,  probabilmente gli stessi del primo omicidio, sparano all’interno di una sartoria di immigrati ghanesi, “«Ob Ob exotic fashions»”.  Aprono il fuoco con pistole ed  un Kalasnikov, circa 90 i bossoli ritrovati! (Cosa deve essere  il rumore di 90 spari in pochi secondi? Che paura si prova in una situazione simile?).

Dopo avere svuotato le loro armi, gli assassini fuggono   indisturbati. Non altrettanto possono fare i sei giovani africani uccisi, tra i 25 e i 34 anni. Si tratta di 3 ghanesi, due liberiani  ed uno del Togo. I nomi non li ho trovati da nessuna parte, quando  li avrò li aggiungerò qui!  Tre dei morti si trovavano all’interno della sartoria, probabilmente  il vero obiettivo degli assassini, un altro si trovava per strada, uno in auto, ucciso con  la cintura di sicurezza ancora allacciata, il sesto  non sono riuscito a capire dove sia caduto.

Il particolare della cintura di sicurezza allacciata, in un posto così degradato, è interessante, e mi indurrebbe ad una serie di riflessioni semiserie ma torniamo ai fatti, con una serie di considerazioni.

Un agguato criminale con 6 morti è qualcosa di inaudito, una di quelle notizie terribili, che, grazie a Dio, non accadono quasi mai. E che dovrebbero fare molto rumore, pagine e pagine di giornale, approfondimenti in tv ecc..  Eppure stavolta, il risalto è stato davvero scarso,  e quasi interamente dovuto non ai sei morti ma ai disordini successivi per gli scoppi di rabbia della comunità africana.

Vista  la dislocazione dei morti, dovrebbe essere chiaro a chiunque che non tutte le vittime erano predestinate. Nel senso che sicuramente gli obiettivi del commando erano due o tre persone, forse quelli all’interno della sartoria, gli altri si sono soltanto trovati nel posto sbagliato, sono povere ed innocenti vittime di criminali spietati e sanguinari.

Altra considerazione: di fronte ad un agguato di camorra (di questo si dovrebbe trattare) nei confronti di una ditta commerciale, generalmente la prima cosa che si pensa è che si tratti di una punizione perchè qualcuno si è rifiutato di pagare il pizzo.

Ultima: la zona della strage è ad altissima densità di  migranti, tra cui  circa  20 mila irregolari , su una popolazione ufficiale di 25 mila residenti! In questa zona da tempo esiste un patto tra camorra ed un clan di nigeriani per gestire droga e prostituzione. Scorrendo le nazionalità delle vittime, non ci sono nigeriani.

Dove portano tutte queste considerazioni? A pensare che sia stata una strage camorristica contro qualcuno che si rifiutava di pagare il pizzo o, in generale di sottomettersi ai capi della mala locali. In ogni caso questa strage ha segnato la violenta fine dei sogni di  giovani e onesti lavoratori migranti, giunti in Italia pieni di speranze....

E  invece, la notizia della strage è stata data in questo modo:

“Volevano spacciare nella terra dei Casalesi senza pagare la tangente al clan. Per gli investigatori non ci sono altre spiegazioni alla strage di extracomunitari ieri sera nel Casertano.

Oppure..

“Volevano spacciare droga senza pagare la tangente al Clan dei Casalesi.
Per questo motivo sette immigrati residenti a Castel Volturno, in provincia di Caserta, sarebbero stati uccisi da un commando entrato in azione poco prima delle 23.00”

Potete controllare, quasi tutti i giornali, cartacei e non, sono usciti con  un titolo simile.

Caso risolto: Sei spacciatori africani sono stati uccisi da altrettanti camorristi, regolamento di conti tra criminali.

Eppure sembra (corriere della sera) che non sia stato ritrovato nemmeno un grammo di droga nelle abitazioni delle vittime, e nemmeno all’interno della sartoria! Strano,  vero?

Io credo che questi giudizi stupidamente frettolosi, sparati su tutti i mezzi d’informazione, ed evidentemente avallati dagli investigatori,  abbiano profondamente ferito la comunità africana, quasi di più del fatto di sangue in se.

Di nuovo, immaginiamoci di essere un fratello, una sorella, insomma, un familiare di uno dei morti, di quello onesto (almeno uno onesto c’era di sicuro, concedetemelo), immaginiamoci il dolore per la morte del congiunto, il desiderio di essere capiti, consolati,  il bisogno di solidarietà. Pensiamo ora alla rabbia e alla delusione che devono aver provato nel leggere cose come questa:

“sei spacciatori africani uccisi in un regolamento di conti della camorra”

Quello che è seguito lo sapete, nei giorni scorsi i migranti si sono riversati in strada, hanno rovesciato cassonetti, divelto cartelli stradali e dato sfogo a tutta la loro rabbia, urlando tra l’altro insulti contro gli italiani di merda, bastardi e razzisti. Porca miseria, fermiamoci adesso, fermiamoci in tempo, fermiamoci e ragioniamo. Alla prossima.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ADDIO, FRATELLO

Post n°24 pubblicato il 20 Settembre 2008 da conte.oliver1
 

Non inseguo la notizia d’attualità,   anzi al contrario quando si parla troppo di qualcosa tendo a disinteressarmene.  Aprendo il giornale faccio  lo slalom per evitare le notizie sull’ Alitalia, sul delitto di turno o  sulle ultime sparate di Brunetta.

 

Ma stavolta devo fare un’eccezione. Un blog che parla d’Africa non può ignorare quello che sta succedendo in Italia, dopo gli ultimi episodi inquietanti  di  Milano e Castel Volturno , episodi che hanno in comune i difficili rapporti tra  uomini di origine africana e resto della popolazione.

 

Mi infastidisce parlare di cose che ancora non sono state pienamente ricostruite, perché c’è il pericolo di gettare fango su gente innocente,  cosa orrenda, che ho sempre rimproverato ai giornali, figuriamoci se ho voglia di farlo io. Ma le cose che scrivo sembrano accertate, leggetele però ugualmente con prudenza.

 

Domenica  mattina,  bar della periferia di Milano,  Abdul Salam Guibrè,  un ragazzo italiano di origine africana (non suona meglio di quel “italiano di colore” che hanno usato tutti i giornali e telegiornali?”)  entra nel bar con  due coetanei ,  si impossessa di  un pacco di biscotti ed esce con gli amici senza pagarli.

 

I proprietari , padre e figlio, li affrontano, nasce una rissa, i due baristi  si armano di spranga, il figlio colpisce ripetutamente il ragazzo uccidendolo. Dalla ricostruzione dell’accaduto sembra che i due, oltre ad usare la spranga abbiano insultato pesantemente il ragazzo ed i suoi amici con frasi razziste…

 

Il figlio si difende dicendo che il colpo di spranga era uno solo e lo ha sferrato  per liberare il padre accerchiato dai ragazzi. Dall’autopsia sembra invece che Abdul sia stato colpito più volte con molta violenza….

 

Troppo prolisso? Riassumo:  Un negro 19enne  è stato insultato ed ucciso a colpi di spranga per avere rubato un pacco di biscotti…..a Pretoria nel 1960? No! A Milano nel 2008!  Non confondiamo i due posti e i due momenti storici, in Sud Africa c’era razzismo, a Milano, a sentire giornalisti e Pubblico Ministero, sembrerebbe di no. A sentire loro, chiamare negro di merda un ragazzo mentre lo si colpisce a morte a colpi di spranga, non è razzismo.

 

Oggi  pensavo  alla sorella di Abdul, ai suoi amici, a tanti altri italiani negri che nei giorni scorsi sono scesi in piazza. Immaginavo che i loro pensieri dovrebbero essere più o meno questi:  “ Sento da sempre, dalla nascita essendo nato qui, sulla mia  pelle il disprezzo razzista di tanta gente, mi guardano male sugli autobus,  mi lasciano solo sui treni, se mi siedo su una panchina si spostano, a scuola ero  sospettato sempre per primo   se spariva qualcosa. Poi succede un episodio mostruoso e dolorosissimo come questo…..e sti italiani di merda (categoria alla quale dovrei appartenere anch’io, essendo nato qui)  mi negano  perfino la miseranda soddisfazione di riconoscere che esiste un diffuso atteggiamento razzista  nei nostri confronti, insomma, nemmeno la consolazione di un bacino sulla bua!"

 

 E che cazzo! E concediamoglielo almeno questo! Non sarà stato un delitto razzista, ma sicuramente il razzismo c'entra eccome!  C’è il razzismo in Italia, ce n’è tantissimo, monta sempre di più, cresce la paura  che spinge poi ad azioni  imbecilli, insensate e terribili come questa.  Da un lato un ragazzo di appena 19 anni ci ha lasciato la vita, la sua famiglia lo piange disperata, dall’altra un padre ed un figlio sono in carcere e chissà per quanto tempo ci staranno, anche la loro vita e quella delle loro famiglie è  distrutta, e tutto questo per qualche biscotto. Ma che immensa stronzata che è il razzismo!

Cliccando qui,

 http://lombardia.indymedia.org/?q=node/9006 trovate una lettera dei familiari di Abdul, chiedono solidarietà e affetto per affrontare il loro dolore. Ci invitano domani, alle 14,30 ad una manifestazione a Milano.

 

Addio, fratello Abdul, che tu possa essere felice lì, dove ti trovi ora!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Accordo storico o solito incuicio?

Post n°23 pubblicato il 17 Settembre 2008 da conte.oliver1
 

Sono imbarazzato nel dare questa notizia. Sembrerebbe buona, così almeno viene lanciata dai principali mezzi d’informazione, (un’intera pagina del corriere) e perfino dall’Onu. Quattro amiconi, che in una foto che non sono riuscito a postare si stringono la mano, hanno  firmato un accordo che dovrebbe finalmente dare allo Zimbabwe un nuovo governo. Sono:

 

Arthur Muthambara: leader di una fazione di dissidenti del partito di Tsangirai (MDC)

 

 Robert Mugabe

 

Morgan Tsvangirai:  capo del Mdc

 

Thabo Mbeki: presidente del Sud Africa.  L’accordo prevede la creazione di un governo di unità nazionale, con una spartizione di 31 ministeri tra i due partiti principali. 15 al partito di Mugabe e 16 a quello di Tsvangirai-Muthambara: Mugabe resta presidente della repubblica, ovviamente Tsvangirai presidente del consiglio E Muthambara diventa vice primo ministro. E chi è Muthambara? Presto detto. Ricordiamoci che Mugabe ha vinto le elezioni presidenziali (grazie al ritiro forzato di Tsvangirai), ma ha perso quelle parlamentari, e la maggioranza in parlamento ce l’ha l’MD. Tsvangirai si rifiutava di scendere a patti con Mugabe che, perciò, non poteva formare un nuovo governo. Muthambara appartiene al partito di Tsvangirai, ma nei giorni scorsi ha scavalcato il suo leader ed è sceso a patti con Mugabe, che così aveva di nuovo la maggioranza A quel punto Tsvangirai ha cambiato atteggiamento ed ha accettato l’accordo. Secondo molti osservatori ha fatto bene, non aveva scelte, anzi, la considerano una grande vittoria di Mbeki, il presidente del Sud Africa artefice della mediazione. Secondo questi esperti di Africa adesso lo Zimbabwe può ripartire, si possono fare le riforme, il governo è più credibile per cui possono riprendere gli aiuti economici dall'occidente….. Sarà, ma io ricordo che questi governi di unità nazionale sono sempre stati infausti, in Africa poi hanno sempre rappresentato un sistema per far si che un partito di opposizione di duri e puri, di partecipare al gioco del potere , diventando così un partito di molli e corrotti. Sarà, ma io ho in mente alcune  immagini, quelle che ho messo in alto: sono foto di Tsvangirai, di non molto tempo fa che hanno fatto il giro del mondo. Lo si vede col viso tumefatto,  ridotto da far paura,  dopo essere stato torturato e  picchiato dalle squadracce di polizia di Mugabe. Come ha potuto accettare di andare al governo con sì brutta compagnia? C’è un passaggio di un libro di Bartholomaus Grill, che ho sempre evitato di citare, ma che adesso continua a tornarmi alla mente per cui lo riporto così com’è. E’ tratto dal libro “Africa” edito dalla Fandango libri.

 

Nell’autunno del 2000 incontrai Tsvangirai, un uomo dell’opposizione, un leader sindacalista senza paura, un uomo del popolo, incorruttibile, con una visione democratica. Forse anche Tsvangirai , un giorno lontano avrebbe potuto finire come il suo predecessore Mugabe?Tsvangirai reagì piccato al quesito.” E’ fuori questione, la sua domanda è tipica. Lei ha in testa i vecchi pregiudizi contro l’Africa”Quasi le stesse parole le avevo già udite nel 1997 in un cortile di Abidjan…..dalla bocca di un insegnante di storia…..capo del FPI….partito d’opposizione in Costa d’Avorio….

 

la faccio breve, si trattava di Laurent Gbagbo che durante l’intervista dichiarò che le vere emergenze del paese erano vera democrazia, uguaglianza sociale, radicali riforme economiche, fine delle polarizzazioni etniche....Dopo pochi mesi dall’intervista il professore prese il potere….e la Costa d’Avorio piange ancora le stragi e la guerra civile che ne seguì) Grill è senza dubbio un ottimo giornalista, ma è eccessivamente pessimista e non ha fiducia in nessuno, o semplicemente conosce molto bene l’Africa? Lo sapremo presto.

 

 

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

C'è DEL GOLPE IN MAURITANIA

Post n°22 pubblicato il 14 Settembre 2008 da conte.oliver1
 
Foto di conte.oliver1

A scuola, nei compiti in classe di Italiano, il mio problema più grosso era quello di trovare la giusta introduzione per cominciare il tema.

 

Ho sempre odiato gli incipit, i cappellotti iniziali. Se il tema era ad es. sulla poetica del Leopardi, io perdevo decine e decine di minuti a leggere e rileggere la traccia, a cercare l’incipit giusto, a immaginarmi  qualcosa di travolgente, di inaudito, mi convincevo  che quello sarebbe stato il tema della vita, la svolta, che avrebbe cambiato per sempre il mio rendimento scolastico, anzi, avrebbe stravolto l’intera storia dell’istruzione pubblica. Dopo la prima ora passata invano, iniziavo tristemente il tema riprendendo le prime parole della traccia,  “La poetica del  Leopardi….”

 

Anche adesso che scrivo su questo blog.  il dramma dell’inizio resta, ma si è spostato ancora più a monte, al titolo.   A volte perdo più tempo a cercare il titolo giusto che a scrivere tutto l’articolo. E dopo tanto pensare partorisco genialate come questa “ C’è del golpe in Mauritania!”

 

Il fatto è che già l’argomento del mio blog non è di quelli che muovono folle oceaniche di cybernauti, mettici pure un titolo pesante ….e finisco per leggermelo da solo il post. OK, vada per il pochi ma buoni.

 

E allora, cominciamo.  L’argomento è di quelli che hanno caratterizzato l’estate:  Il colpo di stato militare avvenuto in Mauritania il 6 Agosto scorso.  Ehm, non lo sapevate? In effetti non è che se ne sia parlato molto, diciamo pure che giornali e tv hanno dedicato pochissimo spazio all’evento.

 

E in fondo hanno ragione loro, in fin dei conti cos’è un golpe?  Un gruppo di persone si organizzano per occupare con la forza i palazzi del potere e poi tutti i gangli vitali di una nazione, assicurandosi, per prima cosa, il controllo dei mezzi di informazione, in particolare delle televisioni.

 

Detta in un altro modo  prendono il potere e per farlo occupano le televisioni……cazzo, non so perché ma non mi viene per niente nuova sta cosa, l’ho sentita da qualche parte, ma non era in Africa.

 

Torniamo alla Mauritania, che è meglio. La democrazia in questo stato era molto giovane, il governo diretto  dal presidente Abdoulaye Mahmadou Ba, aveva poco più di un anno e si muoveva tra grandissime difficoltà, stretto com’era tra una  forte opposizione di integralisti mussulmani che si trovavano esclusi dal governo e l’ingombrante presenza dell’esercito, abituato, in quella regione, a esercitare un potere quasi incontrastato. Basti pensare che dall’indipendenza ad oggi, i colpi di stato in Mauritania sono stati numerosi (non ricordo se questo è il quinto o il sesto) e tutti di matrice militare. Nei primi giorni di Agosto  il presidente del consiglio aveva trovato  il coraggio di fare la voce grossa con l’esercito, e di sostituire parte dello stato maggiore, tra cui il generale Mohamed Ould Abdel Aziz, allora   capo di stato maggiore. L’ineffabile generale non si è perso d’animo ed ha risposto a destituzione con destituzione. Il presidente aveva rimosso lui? Bene, lui ha rimosso il presidente e si è impossessato del governo (e delle televisioni…..). Successivamente ha assicurato che nuove libere elezioni si svolgeranno al più presto ecc…. Che faccia di suola che hanno sti golpisti, prima demoliscono un governo democraticamente eletto, poi assicurano che andranno a democratiche elezioni, e il golpe che l’hanno fatto a fare? Vedremo, in questo momento è stato nominato un governo intermedio che dovrebbe portare il paese a queste nuove e memorabili elezioni, le elezioni della svolta, tutta la storia della Mauritania cambierà per sempre, l’Africa intera attende….. Alla prossima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

RISULTATI ELETTORALI

Post n°21 pubblicato il 11 Settembre 2008 da conte.oliver1
 
Tag: ANGOLA

Sono stati rapidi gli angolani. Ci sono già i risultati, pensavo peggio.

81,68 % all'MPLA

10,36 % UNITA

3,19% PRS (partito del rinnovamento sociale)

L'FNLA, già molto indebolito da lotte interne, praticamente scompare dalla scena politica.

Gli osservatori africani ed europei sono tutti li che giurano sulla regolarità delle elezioni, assicurano che il voto si è svolto liberamente, che gli scrutini sono stati regolari, che non ci sono state violenze.

I risultati plebiscitari destano sempre molti sospetti, ma bisogna considerare che in effetti il partito vincitore è sempre stato il partito di maggioranza in Angola, praticamente l'unico vero partito con un'ideologia dietro, gli altri  nascono come aggregazioni su base etnica. L'Mpla non ha bisogno di brogli per vincere le elezioni, gli basta non dare spazio in campagna elettorale ai compettori, o non permettere il voto ai residenti all'estero, ad esempio. Qui in Italia sono pochi, ma tutti sappiamo che possono diventare determinanti, pensate quanto diventano importanti i non residenti in un paese Africano! A volte possono davvero ribaltare la situazione, considerato che appartengono quasi sempre a partiti o ad etnie di opposizione. Ed è per questo, che nelle elezioni africani, i non residenti non votano mai.

Comunque sia qui in Angola non ha importanza chi vince, ma chi perde. Accetterà il risultato? Rimetterà mano alle armi?

La notizia, splendida, è che sembrerebbe proprio di no!

I vertici dell'UNITA, pur avendo inizialmente protestato sulle difficoltà iniziali di voto (mancavano schede e matite, sono arrivate in ritardo, ma poi il governo ha tenuto aperti i seggi un giorno in più e tutto si è risolto) hanno preso atto della sconfitta e si sono complimentati coi vincitori augurandogli di governare nell'interesse dell'Angola.

E sarebbe ora! L'Angola adesso è il primo paese produttore di petrolio dell'Africa (più della Nigeria!) il 4 paese al mondo per la produzione di diamanti....ed il 162 esimo paese (su 177) come indice di sviluppo umano: secondo paese al mondo per mortalità infantile, aspettativa di vita 44 anni, l'85% della popolazione è povera, il 65% analfabeta. Mancano assolutamente politiche di sviluppo, ora un governo riconosciuto da tutti si può fare, staremo a vedere.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

PRIMI RISULTATI DA LUANDA

Post n°20 pubblicato il 07 Settembre 2008 da conte.oliver1
 
Tag: ANGOLA

Ed eccomi di ritorno dalle vacanze, proprio in coincidenza con le elezioni angolane.

Proprio poche ore fa si sono chiuse le  urne, che sono rimaste aperte un giorno in più  rispetto al previsto perchè in molte zone della capitale hanno aperto in notevole ritardo. Questo ritardo ha spinto l'UNITA, il principale partito di opposizione, a contestare le elezioni e chiederne l'annullamento ancora prima di conoscere i risultati.

L'esito comunque, dalle prime proiezioni, sembra essere molto favorevole all MPLA come previsto. Con il 35% delle schede scrutinate, i voti per l'MPLA, il partito attualmente al governo, sono pari all'81%.

Francamente speravo in un risultato meno "bulgaro" che potesse  essere credibile, portando alla foramazione di un governo serio, accettato anche dalle opposizioni.

In effetti gli osservatori africani ed internazionali parlano di  operazioni di voto trasparenti e regolari, ma queste preventive proteste dell'UNITA  non promettono nulla di buono e fanno temere un possibile rifiuto  dei risultati da parte di questo bellicoso partito che potrebbe perfino decidere di riprendere le armi appena attaccate al chiodo....speriamo si siano arrugginite.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

5 SETTEMBRE: ANGOLA AL VOTO

Post n°19 pubblicato il 29 Luglio 2008 da conte.oliver1
 
Tag: ANGOLA
Foto di conte.oliver1

OK, ultimo frettoloso messaggio prima di un congruo periodo di fermo.

Ci sono quelli che fanno le ferie intelligento io faccio le ferie furbissime......ad Agosto.

 Angola, grande paese, che però fa subito pensare a  guerre stragi sangue...

 Colonia portoghese.

 Nel 1975 diventa indipendente , dopo lunga e cruenta guerra contro Salazar e forse l'idea di Angola associata al sangue inizia lì.

 Si formano tre partiti:

     1) il movimento popolare per la liberazione dell’Angola ( MPLA) di fede marxista leninista, con a capo il l grande Agostinho Neto, che prende il potere, appoggiato da URSS e Cuba

     2) l’’unione per la liberazione totale dell’Angola (UNITA) appoggiato da potenze occidentali e, almeno all’inizio, vicina al governo razzista del Sud Africa.

     3) il fronte nazionale per la liberazione dell’Angola (FNLA ), di minore importanza, guidato da Roberto Holden, che si muove dall’esilio.

Tre partiti, non tanti, in Italia abbiamo visto molto di peggio.

Eppure riescono a mettere su una terrificante guerra che va avanti senza respiro, dal 1979. In quell’anno muore Neto, durante un’intervento chirurgico in URSS (?), e prende il potere Josè Eduardo dos Santos, ancora adesso Presidente in carica!

L’UNITA cominicia un’interminabile guerriglia, finanziandosi con il contrabbando di diamanti, con l’appoggio militare USA e sotto la guida del suo leader Jonas Savimbi.

Nel 92 si vota. Vince MPLA. L’UNITA non ci sta e ricomincia a combattere

Nel 2002, in battaglia, muore Savimbi, pace all’anima sua. Gli uomini dell’UNITA a questo punto decidono di trattare e cominciano lunghe e laboriosissimi preparativi per arrivare alle elezioni, fissa te prima per il 2006 poi rinviate.

Ora ci siamo,

Si vota davvero, è ufficiale.

 Dal 5 al 6 settembre!

Dopo 25 anni di guerra.

Dio voglia

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

BREVE GLOSSARIO SUL SUDAN (in rigoroso disordine alfabetico)

Post n°18 pubblicato il 22 Luglio 2008 da conte.oliver1
 

BASHIR (OMAR HASSAN AHMED al...): è il Big Man del Sudan. Protagonista del colpo di stato militare del 1989, raggiunge il potere assoluto nel 1993 e non lo molla più.
Una considerazione: libero da Mugabe penso che  lo Zimbabwe riuscierebbe a ripartire, non volare......ma viaggiare (come diceva Battisti)  Ed il Sudan senza Bashir? No, purtroppo non credo che l'allontamento di questo desposta basterebbe ad avviare la democratizzazione e la riappacificazione di questa  nazione inventata. Si, inventata, perchè il...

SUDAN: è un'aggregazione, un insieme assolutamente disomogeneo  di popoli con cultura, religione e tradizioni diverse. In realtà, il Sudan vero è proprio è la parte settentrionale della regione, attraversata e caratterizzata dal Nilo meridionale, per mezzo del quale ha grandemente influenzato, e a volte dominato, l'Egitto.  L'ultima parte della storia dell'antico Egitto e dei suoi Faraoni è in realtà storia del Sudan. Molto diversa invece la cultura e civiltà  del...

DARFUR: regione situata nel nord-ovest del Sudan,  popolata da negri appartenenti a varie popolazioni: (Dinka, Nuba, Zaghawa),  ma abitata da sempre anche da una minoranza di arabi mussulmani, che hanno sempre vissuto in precario equilibrio, a volte rotto da crisi anche violente, ma risolte rapidamente e senza eccessivi drammi. Questa regione, amministrata dagli inglesi come il resto della nazione, è stata annessa al Sudan dalla sua nascita, nel 1956,  ma ha dall'inizio  sofferto per una mancanza di rappresentatività nel governo nazionale. Questa situazione, aggravatasi col passare degli anni, ha portato allo scoppio di una feroce guerra civile, che vede protagonisti gruppi  di ribelli del Darfur, il  governo centrale, e i....

JANJAWEED: milizie arabe tristemente famose per i loro spietati massacri in Darfur.  Dall'inizio della guerra civile, sembra che il governo centrale utilizzi queste milizie per efferate azioni violente nei confronti della popolazione, innescando un odio tra etnie arabe e bantu che fino a qualche anno fa avevano convissuto in maniera pacifica. Non è infrequesnte che terribili atrocità avvengano tra uomini  cresciuti insieme, nello stesso villaggio, vecchi compagni di giochi. Tutta questa violenza ha provocato fino ad ora centinaia di migliaia di morti (CENTINAIA DI MIGLIAIA!!!!) e milioni di profughi, molti dei quali sono stati accolti nel confinante ....

CIAD: ex colonia francese, paese, se possibile, ancora più povero è disperato del Sudan stesso, ovviamente incapace di far fronte ai fabbisogni di un numero così alto di profughi. Basti pensare che i Ciadiani sono poco più di 6 milioni, i profughi Sudanesi sembrano superare i due milioni!!! Inutile dire che questo passaggio di profughi tra i due stati bene non fa ai loro rapporti, tanto che gli scontri, le dichiarazioni di guerra, le tregue, gli attacchi e le rappresaglie tra i due stati non si contano più. Facile immaginare, inoltre,  in che condizioni vivano tutti questi profughi, (basta guardare le espressioni  di quelle meravigliose e coloratissime fanciulle, nella foto che apre il blog), facile pensare anche che razza di fabbrica di ribelli che diventano questi campi.   Il Ciad infatti, oltre ad ospitare i profughi, è accusata di accogliere e appoggiare i gruppi di guerriglieri del Darfur, e cioè

JEM: Justice and equality movement,  di ispirazione islamica fondamentalista, (tanto per smentire quanti credono che la crisi in Darfur sia l'ennesimo episodio di una guerra di religione con mussullmani cattivi  che masscrano cristiani e animisti buoni...cazzate, la maggioranza degli abitanti del Darfur è di fede mussulmana!) Altro movimento di lotta per la liberazione è lo

SLA: Sudan Liberation Army. Queste due formaziioni, nell'autunno del 2006, hanno dato vita insieme al

NRF: National Redemption Front,  una sorta di coordinamento tra i due gruppi che comunque mantengono tutta la loro individualità.  Ognuno dei gruppi in armi, ovviamente, ha il suo bravo 

SPONSOR INTERNAZIONALE: ogni guerra Africana, è una piccola guerra mondiale, perchè dietro le parti in conflitto ci sono sempre sponsor internazionali che  appoggiano economicamente e militarmente i belligeranti. Nel nostro caso,  dietro  il Governo del Sudan ci sono Cina, Russia e Iran e perfino diverse società inglesi (l'ex potenza coloniale del Sudan) mentre i ribelli sono appoggiati  e armati da Ciad, Stati Uniti, Israele e altri. Tutte queste potenze sono ovviamente pronte a urlare contro la barbarie dei gruppi  nemici ma altrettanto rapidamente mettono veti a risoluzioni contro le violenze compiute dai propri protetti!  Perchè tutto questo interessamento per questo paese? Ahhhh, sì, dimenticavo....

PETROLIO: il Sudan, pur essendo uno dei paesi  più poveri del mondo, e ricco di petrolio! Stranezze africane. Penso che in Africa sia secondo sotanto alla Nigeria.  La novità di questi ultimi giorni è la richiesta di arresto del Presidente Bashir da parte della...

CPI:  Corte Penale Internazionale, che ha sede all'Aia, non è riconosciuta da tutti gli stati (ad es. gli USA non riconoscono l'autorità di questo tribunale) ed ha compentenza, in base al trattato di Roma del 98, di giudicare coloro che commettono crimini contro l'umanità, crimini di guerra e ....

 

 GENOCIDIO:  - nota disambigua - ...  Magari si riuscisse a rendere disambigua questa "nota". Cos'è un genocidio? Da questa risposta dipende l'inervento o meno delle forze armate dell'Onu, che, questo è assolutamente chiaro, possono intervenire solo in caso di genocidio, quello che non è sicuro è quando tutta una serie di orrori diventa genocidio. E, dato il principio di inerzia, che, come insegna la fisica, dice che  le autorità tendono a conservare lo stato di quiete fin quando non interviene una forza a modificarlo,  sono stati inventati dai portavoce ONU fantasiosissime espressioni, come "episodi di genocidio", nel caso del Ruanda, ed altri simili in questo.
E adesso?
Si, indubbiamente togliere  di mezzo il vecchio al Bashir, insieme a tutti gli altri protagonisti negativi, dall'una e dall'altra parte, potrebbe essere un'inizio; ma per sperare in qualcosa di positivo ci vorrebbe anche un deciso passo indietro di  Cina, Russia Usa, insomma dovrebbe avvenire un vero miracolo perchè questo antico e splendido popolo, possa riappropriarsi  del proprio..

FUTURO: ?  Attenzione, Darfur non ha ancora una voce con questo nome, se vuoi lasciare il tuo contributo....

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

"IL TRADUTTORE DEL SILENZIO" di Daoud Hari (ed. piemme)

Post n°17 pubblicato il 11 Luglio 2008 da conte.oliver1
 

Torno su una delle peggiori crisi d'Africa, se non del mondo intero

Quella del Darfur.

Lo faccio paralando di un libro che sto leggendo in questi giorni e che consiglio davvero a tutti. No, non è un saggio, è un romanzo, e non è pesante e triste come l'argomento lascia supporre.

A me sta piacendo tanto. L'autore, Daoud Hari che, originario del Darfur, ha vissuto diversi anni in un campo profughi, ha quella qualità tipica dei grandi scrittori, o, quanto meno, di quelli che piacciono a me, di parlare di tutto, anche di agghiaccianti tragedie, senza mai perdere il piacere del racconto, senza compiacersi nell'orrore, ma informandoti con garbo, con grazia, e spesso ti strappa anche un sorriso.

 Riporto un pezzettino dell'introduzione, che spiega, molto meglio di quanto saprei fare io, cosa sta succedendo in quella regione

Se sai trovare l'Egitto sull'atlante, da lì scendi e trovi il Sudan.

La parte occidentale del Sudan si chiama Darfur (grande quanto la Francia)...quasi tutto piatto. Io vivevo lì con la mia famiglia prima che attaccassero il nostro villaggio di pastori...

Dar significa terra

Fur è la popolazione che la governava nel 1500

Forse saprai che in questi anni centinaia di migliaia (più di 300.000) di persone del mio popolo sono state uccise.

Altri due milioni e mezzo conducono una vita dura nei campi profughi o si nascondono in valli desertiche.

Ti spiegherò perchè sta succedendo.....

Quanto al futuro....

Se il mondo accetterà che il popolo del Darfur sia estromesso per sempre dalla sua terra e dal suo stile di vita, nuovi genocidi verranno, perchè saranno considerati un sistema che funziona.

Non dobbiamo permettere che funzioni.

Eh sì, non dobbiamo permetterlo.

Scrivo per la gente del Darfur, per una donna speciale e i suoi tre figli, che sono in cielo, e per un uomo speciale e sua figlia in cielo, e per mio padre e i miei fratelli in cielo, e per quelli che sono ancora vivi e che potrebbero ancora avere una bella vita su questa terra. 

 Continuando l'introduzione racconta di sua zia, stimata guerriera, lottatrice per sport anche contro uomini, che batteva regolarmente.

Ricorda come sua madre riuscì a salvare il gregge di famiglia tenedo lontani per due giorni e una notte un branco di leoni, solo con la forza della voce e battendo due bastoni.

E questa è ancora soltanto l'introduzione, poi....però adesso basta, mica ve lo posso leggere tutto io!

Ne parleremo ancora del Darfur, bisogna parlarne, per rispetto a tutti quelli che stanno soffrendo, di tutte le donne che sono state violentate e di tutti i trecentomila che adesso, come dice Daud, sono in Cielo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

BIG MAN

Post n°16 pubblicato il 10 Luglio 2008 da conte.oliver1

Nei paesi africani di lingua inglese con  BIG MAN si indica il leader africano forte, che gestisce un potere assoluto. E' una figura ovviamente non esclusiva dell'Africa, ma purtroppo qui trova il suo ambiente ideale per vivere e prosperare.

Difficile definirlo, riduttivo chiamarlo dittatore, caudllo, tiranno.....

Si può dire che il "Big Man" è una malattia, una delle più gravi tra quelle che infestano il buon vecchio continente africano. Un vero e proprio parassita, che colpisce la vittima spesso in un momento di prosperità e sviluppo e la lascia  esangue, senza vita.

In genere non mi piace usare inglesismi, ma questo termine mi è utile ed è difficile da tradurre. Non certo con "grande uomo"! Non sono affatto grandi uomini. Sono dei criminali. Direi più che grande...grosso, ingombrante, tanto ingombrante da occupare interamente tutto il paese, che si comprime, si rimpicciolisce, si affloscia sotto il peso del suo leader.

L'infezione non avviene sempre allo stesso modo. Ci sono quelli che cominciano come rivoluzionari marxisti, quelli che invece prendono il potere con un golpe militare, altri che lo fanno come leader religiosi.

Difficile la diagnosi precoce. Molto spesso infatti la partenza è promettente, a volte sono salutati dagli opinionisti internazionali come veri e propri messia, in grado di segnare la strada per uno sviluppo dell'Africa. Molti di loro sono dei padri della patria, i fondatori della nazione, coloro che hanno scacciato la potenza coloniale.

Il decorso della malattia però è sempre lo stesso. Passato qualche anno, questi tristi figuri finiscono per somigliarsi tutti. Diventano terribilmente egoisti, spietati, criminali, folli, e naturalmente, straricchi 

La caratteristica più tragica che accomuna questi uomini ai virus è quella dell'odio nei confronti dell'"ospite" . Un Big Man  non ama il proprio paese, non ha nessun interesse e nessuna cura per i suoi concittadini. Difficile perfino definirli "nazionalisti", anche se lo sono come tutti i dittatori, ma le nazioni  da loro governate non si sviluppano, non si espandono, non aumentano la  propria potenza. L'unica cosa che aumenta durante il regime è la miseria, la disperzione, le spese in armi.  la violenza nei confronti degli oppositori.....e ovviamente il conto in banca del Big Man, dei suoi familiarei, parenti e amici.

Il Big più Big di tutti i Big Man, diventato poi modello per molti di questi macellai, è Mobutu, capo indiscusso e semidio per molti anni della republica del Congo, da lui ribattezzata Zaire. Altro leader celeberrimo, anche perchè sembra praticasse il cannibalismo, era Bokassa, Imperatore della Repubblica Centroafricana dal 1976 al1979. E come non citare il gen. Siad Barre, che è stato dittatore per 21  anni della Somalia , e che per molto, troppo tempo, ha goduto dell'appoggio politico ed economico dell'Italia (Non bisogna dimenticare infatti che dietro ognuno di questi tiranni c'è una potenza occidentale che lo coccola e lo finanzia).  L'elenco è lunghissimo, credo si possa affermare che non c'è paese africano che non vanti un Big Man nella  propria storia recente.

E adesso?

Non ce ne sono più?

Magari.

Adesso però questo post sta diventando eccessivamente...Big anche lui!

Breve elenco, solo di quelli più perniciosi, a cominciare da Mugabe, poi caso mai  tornerò sull'argomento più avanti, e forse arricchirò lo schema nei prossimi giorni

PAESE                     BIG MAN

ZIMBABWE                              MUGABE

SUDAN                                    OMAR al BASHIR

CIAD                                        IDRISS DèBY

GUINEA EQ                              TEODORO OBLANG NGUEMA

GABON                                    OMAR BONGO

ANGOLA                                  JOSE' EDUARDO dos SANTOS

ecc....

Resta un solo aspetto da trattare.....la cura!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963