Inverno.
Interminabile, infinito inverno.
Buio, freddo, saturo di tristezza e malinconia.
Inverno fuori,inverno dentro.
Freddo fuori, freddo dentro.
Buio fuori, ancor piu’ buio dentro. Un buio solido, profondo, avvolgente; un buio in contrazione verso il centro dell’universo: il cuore.
Lei non c’e’. Non vuole o non puo’ esserci e il buio si fa piu’ nero. Ancora piu’ nero.
Nel nero c’e’ assenza.
Assenza di colori o di luci, assenza di musica e immagini. E l’inverno si fa ancora piu’ freddo, le strade si imbiancano di neve nera di smog e fango che si sciogliera’ in un attimo. Ma l’inverno rimane. Ed e’ interminabile.
TU… TU… TU… TU… TU… TU… TU… TU…………. Non risponde. Non risponde piu’.
Un messaggio. Ore a fissare un display che non si illumina.
Calma. Aspettare. Domani.
Al lavoro lei risponde.
Solo la sua voce. Non importa quel che dice, non importa per quanto tempo. Solo la sua voce.
E intanto passa un altro giorno di questo maledetto, interminabile inverno.
Libro. Una sigaretta.
Vedere senza guardare.
Suonare senza sentire.
Dormire senza sognare.
Svegliarsi senza volere.
Unica consapevolezza, l’assenza.
Assenza di Lei.
Freddo. Non importa. Accelero.
Tra auto folli e pedoni smarriti nel grigio topo della citta’, continuo ad accelerare. Tra poco arrivo.
Freddo.
Tra poco arrivo.
Pioggia.
Eccomi.
Freddo.
Telefono. Immediatamente. Una scusa si trova. La voce di Lei . Ecco, adesso va meglio.
Ma il buio ci mette poco a tornare. E inesorabilmente torna.
Come inesorabile torna la notte.
Il buio avvolge il buio e si amplia.
"Si, dai… ci sentiamo ".
TU… TU… TU… TU… TU… TU… TU… ……. Me l’avevi detto tu "ci sentiamo".
Perché non rispondi?
Dove sei?
Cosa fai?
A cosa stai pensando?
Con chi sei…?
Il buio si fa doloroso. E oltre ad oscurare tutto, provoca dolore vero.
Dallo stomaco alla testa. Un’altra sigaretta. Forse mi fa smettere di pensare, forse fa passare il dolore.
Un’altra ancora e ancora un’altra. Fino a perdere la percezione della realta’.
Ed e’ peggio.
La realta’ puo’ distrarre, anche se non la si vive compiutamente. Persa la percezione della realta’, nessuna barriera esiste piu’ tra me e i miei pensieri.
Lei, Lei, Lei, Lei, Lei, Lei, Lei……..
Infinitamente Lei.
Occhi, labbra, seno, gambe…
Il buio lascia posto solo a Lei. E al dolore della sua assenza.
L’inverno e’ ancora lungo e ho il terrore che possa durare anche per tutta l’estate.
Dio l’estate…
E’ adesso.
Lei…
Sembra ieri.
TU… TU… TU… TU… TU… TU… TU… TU…… Ma non e’ ieri. Sono anni astrali. Infiniti anni luce. In inverno rispondeva. No, non e’ ieri.
Un’altra sigaretta. Il pacchetto e’ quasi finito. Meno male.
Un po’ di realta’, un altro pensiero: trovarne altro.
Per qualche ora, la possibilita’ di pensare anche ad altro.
Fine della realta’. Torna Lei.
Si fa strada nel buio, si insinua sotto la pelle, si mescola al sangue stesso e scorre dentro di me.
Pompata da un cuore a pezzi, schizza nel cervello e si ancora alle pareti.
Sonno.
Un’altra notte senza sogni.
Lei non c’e’. E’ di qualcun altro. O forse non vuole essere di nessuno.
Almeno fino al prossimo inverno.
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