Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva

 

 

« I GIOVANI STUDENTI IN PIAZZAUna finestra sul mondo »

L' Italia al bivio

 

 

Torno a scrivere su questo blog dopo molti giorni: un po' perché l'evoluzione degli eventi che riguardano la vita di tutti noi suggeriva prudenza e piuttosto invitava ad una più attenta analisi dei fatti, un po' perché i fatti quotidiani erano volti all'attesa di eventi familiari di straordinaria importanza. Ma quale occasione poteva essere migliore di un viaggio in treno  lungo abbastanza da lasciare spazio alla riflessione ed al commento su ciò che oggi si profila con più chiarezza nei contenuti e nell'impatto futuro sulla vita nostra, dei nostri figli e dell'intera società  italiana? Abbiamo assistito in questi mesi ed anni al realizzarsi  della piena sconfitta della politica che ha dimostrato di non essere assolutamente in grado di operare scelte coraggiose atte a non far crollare il paese Italia colpevole di aver mandato al potere chi non aveva nessun interesse a fare cose diverse da quelle che ha fatto. Abbiamo avuto un'opposizione debole e divisa su tutto, in puro stile intellettual-popolare. Abbiamo sopportato un sindacato incapace di agire in nome dei lavoratori con due delle più importanti sigle appiattite sulle scelte del Governo del Biscione e l'altra, con Susanna Camusso, in lotta per una causa condivisibile ma tanto lontana dalla pratica attuazione nelle realtà locali dove, più che la politica della qualità e del diritto del migliore, si è perpetrata quella del privilegio per i propri iscritti. È triste dirlo ma è stato così nella maggior parte delle realtà aziendali dove la CGIL ha posto condizioni sulla non licenziabilità più per i fannulloni che per i migliori screditando così, di fatto, la propria stessa ideologia. 

È andata così anche nella pubblica amministrazione dove per anni abbiamo dovuto assistere a questo pietoso spettacolo. Naturale dunque che siano proprio i migliori, coloro che hanno sempre lottato contro sprechi ed inefficienze, a sostenere la ineluttabile necessità dell'attuazione di misure che non fanno certo piacere ma che ben sappiamo essere indispensabili. Obiettivamente, di fronte al dramma dei nostri giovani privati del diritto fondamentale di entrare a pieno titolo nella catena produttiva italiana, risultano patetici i commenti drammatici sull'innalzamento a 41 anni per le donne e 42 per gli uomini dell'età contributiva necessaria per esercitare il proprio diritto alla pensione. Ugualmente, benché non sia certo un piacere sapere che noi, pensionati di domani, non avremo una indennità pari a chi ci ha preceduto, ciò dovrebbe farci vergognare un po' meno davanti ai giovani per i quali la speranza di una pensione resta  tutt'oggi una chimera.

Forse ci potremmo chiedere come potremo ancora sostenere i figli con introiti minori, ma su questo tema i tecnici posti lì a cercare di porre un rimedio efficace allo sfascio prodotto, introducono un concetto già consolidato in altri Paesi dell'area europea dove i contratti hanno una progressività che consiste nella possibilità data ai datori di lavoro di licenziare chi non rende, stabilizzando, nell'arco di tre anni, tutti gli altri ed aumentando loro la retribuzione ed i diritti; coprendo con un salario minimo garantito il disagio della disoccupazione ed inserendo di fatto i giovani nel tessuto sociale da cui oggi sono esclusi se non quando la classica botta in culo non permette loro di occupare posti. L'Italia, lo sappiamo tutti, è organizzata così:  raccomandati e non e la politica non ha mai cercato di combattere questa profonda ingiustizia sociale così tanto funzionale al clientelismo imperante dei Partiti e delle sigle sindacali. Credo che gli Italiani sappiano bene questo e sapranno stringere la cinghia a fronte di un beneficio futuro per loro stessi e per i figli e nipoti. Lo starnazzare di un Angeletti e di un Bonanni o il populismo di un Di Pietro, non cambierà l'opinione di chi entra nel numero del 40 per cento che con la cosiddetta politica non vuole avere più nulla a che fare. Avessero preso prima provvedimenti ci saremmo potuti risparmiare gran parte di queste misure ed altre tre manovre precedenti i cui introiti si è mangiati l'aumentata remunerazione di titoli di Stato che nessuno vuole  più. 

Ancora non si capisce perché nessuno se la sia presa con l'assoluta illegalità delle finestre mobili introdotte da parte del precedente Governo che, di fatto, costringevano i lavoratori a rimanere un anno e poi un mese all'anno in più dal 2012, senza che i contributi versati entrassero nel computo di quelli della pensione, ingiustizia questa che ha costretto tanti a cambiare programma di vita una volta raggiunti i fatidici 40 anni contributivi e trovatisi a dover restare al lavoro in assenza di una legge che avesse innalzato l'età minima contributiva. Ora tale finestra sarebbe assorbita e quindi, di fatto, recuperata nel raggiungimento del nuovo obiettivo.  Ma di questo ho sentito parlare solo da Cofferati qualche sera fa mentre tutti gli altri hanno omesso tale informazione. Sono personalmente toccata da queste misure di cui non conosco al momento l'impatto che avranno su alcune scelte da me recentemente operate a favore del volontariato che avrei dovuto svolgere fino al 2015 in sostituzione del servizio nel Ministero per i Beni culturali, con decurtazione dello stipendio del 30 per cento ma con il proseguo dei versamenti contributivi fino al 40esimo anno che sarebbe stato nel 2014 salvo poi che avrei dovuto restare in questa situazione un altro anno e tre mesi in virtù della finestra mobile di ulteriori 3 mesi. Oggi, quando mancano meno di 30 giorni al mio esodo verso il volontariato, non so bene cosa avverrà ma credo che,assorbita la finestra, dovrei uscire definitivamente alla stessa data del 2015 ma con 41 anni di contribuzione. Non so ma mi adeguerò a quanto sarà deciso perché chi mi conosce sa bene che la mia scelta non è stata in ossequio a ragioni di convenienza, ma per l'impossibilità ormai a realizzare politiche e buone pratiche nel Ministero per i Beni Culturali in cui ho dato il massimo finché mi è stato concesso di farlo, come si può vedere sfogliando il mio blog, ma le cui alte professionalità sono state ridotte al silenzio ed alla  inoperatività  da scelte dissennate bipartisan. Nei prossimi giorni vedremo chiarire meglio i termini della manovra ma per ora lasciatemi gioire per il disappunto in cui i tecnici hanno lasciato i Parlamentari annunciando loro che devono dare l'esempio se vogliono che la gente creda ancora che ci sia un poco di giustizia ed equità nei sacrifici che le si richiede di fare.

 

 

 

 

 
 
 
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