Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

Un blog di denuncia, osservazione e critica possibilmente costruttiva

 

 

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LA LUCIDA VISIONE DEGLI USA ATTRAVERSO WIKILEAKS

 

Da Repubblica riporto l'articolo sulle rivelazioni di Wikileaks sui rapporti statunitensi circa l'affidabilità del premier Silvio Berlusconi, caduta in verticale dopo i fatti di Noemi Letizia e la denuncia di Veronica Lario.

Chiaro che questi rapporti non svelano nulla di nuovo ma semplicemente ci danno la consapevolezza del peso internazionale che grava sull'Italia proprio a causa di comportamenti su cui pare che solo in Italia ci sia miopia.

A questo riguardo vorrei sfatare l'accusa o il merito che Berlusconi si dà di essere stato voluto dalla maggioranza degli italiani: in realtà una legge definita da loro stessi porcata ed una straordinaria astensione dal voto, ha permesso al Berlu di sedere dove siede, circondato da gente che, entrata per lo più senza particolari meriti ma per nomina diretta, ha tutto l'interesse a sostenerlo almeno fino a maturare il minimo per la pensione. Poi se pure ha vinto con il 33 per cento, una bella quota veniva dalla Lega, un'altra dai finiani, e pertanto non molto resta, se togliamo le astensioni, in tema di consensi. Poi c'è da dire che anche i vari Mubarak oggi cacciati a furor di popolo con scontri e sangue versato, avevano consenso popolare.

Che dire: leggiamoci l'articolo di Repubblica con uno stralcio di quanto sarà più esplicitato sull'Espresso, e che già si può leggere in parte sul sito del settimanale.

 

 

 

da Repubblica:

 

I CABLO DI WIKILEAKS"Le leggi ad personam del premier
per fermare i suoi processi"Ecco gli altri documenti della diplomazia statunitense dedicati all'Italia resi pubblici dal sito di Assange. Nelle carte le proccupazioni di Washington per le vicende giudiziarie di Berlusconi e i duri giudizi sul caos organizzativo al G8 dell'Aquila

di FABIO BOGO

 

IL PREMIER italiano Silvio Berlusconi "non è mai stato condannato in via definitiva nei processi a suo carico, che lo inseguono sin da quando è entrato in politica nel 1994". Diversi personaggi a lui vicini "sono però stati giudicati colpevoli, con sentenze confermate in appello". E in molti casi "per evitare una condanna al premier sono intervenuti i suoi legali, cercando di portare indietro nel tempo l'orologio della prescrizione. In un caso addirittura il Parlamento controllato dal presidente del Consiglio ha ridotto i termini di prescrizione per i reati a suo carico" (la cosidetta legge ex-Cirielli).

È l'8 ottobre 2009, a pochi giorni dalla bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale, quando Elisabeth Dibble, numero due dell'ambasciata americana a Roma, scrive a Washington per raccontare cosa sta succedendo in Italia.

Dopo la bocciatura della legge che lo avrebbe protetto dai giudici - riferisce la diplomatica - Berlusconi si scaglia contro i giudici "comunisti" e attacca direttamente il presidente Napolitano "rompendo un tabù" di garbo istituzionale e tacciandolo "di essere stato eletto da una maggioranza di centro-sinistra"; il portavoce della maggioranza intanto critica la Corte, definendo la sua sentenza "sfacciatamente politica" e si affacciano quindi timori di una crisi di governo. Un clima pesante, insomma. A Washington sono preoccupati. Vogliono spiegazioni. In un lungo cable, - che fa parte dei 4mila documenti ottenuti da WikiLeaks di cui l'Espresso ha l'esclusiva e che Repubblica anticipa - la Dibble lo fa.

I reati e la giustizia
Nel documento, classificato come "Confidential" e indirizzato al Dipartimento di Stato Usa - la funzionaria spiega che la Corte Costituzionale ha giudicato illegittima una norma che avrebbe evitato a Berlusconi di essere processato per almeno quattro reati di cui è accusato. Pragmaticamente la Dibble mette sul tavolo il fatto che "la magistratura italiana, durante la guerra fredda, è stata rifugio di membri del partito comunista" e che spesso le sue azioni, anche quando riguardano esponenti del centrosinistra, sembrano avere un timing politico", compresa quella del concorrente Cir per un risarcimento da 750 milioni di euro vantati nei confronti della holding Fininvest. E avverte anche che gli italiani "fanno spallucce su queste questioni così come spesso dimenticano le frequenti gaffes del premier e le sue trasgressioni sessuali".

Ma in ogni caso la bocciatura del lodo Alfano "ha indebolito il premier. Il doversi difendere dalle accuse - si legge nel documento - diventerà un'altra significativa distrazione" dalle attività di governo, "mentre le aspre critiche a Napolitano minacciano ulteriori divisioni tra Palazzo Chigi e il Quirinale" e hanno un eco poco favorevole tra i cittadini, che rispettano il Presidente della Repubblica. La Dibble comunque tranquillizza Washington. Berlusconi è indebolito ma non è sconfitto. "Il premier ha ancora una solida maggioranza in Parlamento". Lo aiuta anche l'opposizione, con il Partito Democratico definito "disorganizzato": l'ex leader Walter Veltroni ci ha detto che il Pd "sarà competitivo tra quattro-cinque anni, riconoscendo che nell'immediato futuro non sarà una seria alternativa a Berlusconi". E "i dissidenti della coalizione di maggioranza" infine "non sono ancora in grado di agire". Le crepe però si vedono tutte.

Le crepe nella popolarità
Le prime, nella visione americana, si erano già aperte in occasione del G8 de L'Aquila.
Silvio Berlusconi nell'estate del 2009, alla vigilia del vertice tra capi di stato e di governo è già definito - in un altro cable, sempre firmato da Elisabeth Dibble - "una caricatura" in Europa, "bersagliato quotidianamente dalla stampa estera". In Italia invece in buona parte della stampa nazionale - nota con stupore l'ambasciata Usa - "pochi analisti sembrano essersene accorti". Ma il suo gradimento, fiaccato dai primi scandali a sfondo sessuale (le frequentazioni con la minorenne Noemi Letizia e gli incontri a palazzo Grazioli a cui partecipa la escort Patrizia d'Addario, con corredo di imbarazzanti registrazioni audio) comincia a vacillare. "Berlusconi è lontano dai picchi di popolarità raggiunti nell'autunno del 2008 - scrive da Roma l'ambasciata Usa - e parte di questa sua debolezza è attribuibile alla stanchezza di molti italiani, inclusi gli elettori di centrodestra, nel vedere immagini in cui il presidente del Consiglio amoreggia assieme ad altri con giovani donne nelle sue residenze". La Dibble fotografa con esattezza un trend costantemente calante. Nell'aprile del 2008 l'indice di fiducia calcolato dall'Istituto Piepoli è a quota 52, sull'onda del tributo alla Resistenza che il premier fa ad Onna, quando in una cerimonia indossa il fazzoletto della brigata partigiana Maiella. Ma ad agosto 2008 è già precipitato a quota 46: in quei quattro mesi hanno fatto irruzione la visita a Noemi Letizia a Casoria, l'ira di Veronica Lario per il "ciarpame senza pudore", i festini a palazzo Grazioli con la escort Patrizia D'Addario. E nel giugno 2009, alla vigilia del G8, si tocca pericolosamente quota 42. Berlusconi lo sa, e come spesso accade inventa il suo colpo di teatro.

Il G8 della salvezza
Il vertice dei capi di stato e di governo non si farà più alla Maddalena, annuncia Berlusconi nell'aprile 2009, ma sarà trasferito a L'Aquila, da poco devastata dal terremoto. Una sfida coraggiosa, ma anche una decisione ispirata da opportunismo. Il 27 giugno la Dibble scrive direttamente al presidente Barack Obama, che sta per arrivare in Italia, e gli illustra cosa troverà. "Il summit - dice - era in origine previsto alla Maddalena - ma la realizzazione delle opere programmate era molto lontana dalla realizzazione". Così ci si trasferisce a L'Aquila. E sull'appuntamento il premier conta molto per invertire il trend di popolarità calante. Berlusconi - leggerà Obama nel rapporto - è in questo momento in difficoltà nell'affrontare i reali problemi economici del Paese, ed "è ansioso di ospitare Lei e questo evento dimostrando il suo ruolo e la sua importanza in qualità di capo di governo più longevo del G8. In Italia tutti gli occhi saranno puntati sul premier, ed il vertice cade proprio mentre la stampa nazionale ed internazionale è piena di impressionanti accuse che riguardano la sua condotta privata. Berlusconi - spiega la Dibble - spera di usare il vertice per dimostrare che gode del rispetto internazionale".

Gli americani staranno al gioco. A mettere i bastoni tra le ruote - paradossalmente - saranno gli italiani.

Un caos, ma aiutiamoli
Per strafare l'Italia organizza il G8 infilando nel programma tutti i temi possibili. Si dovrà parlare di stabilità finanziaria, di clima, di energia, di sicurezza, di pirateria, dei rapporti tra Pakistan e Afghanistan, di non proliferazione degli armamenti, di commercio mondiale ed anche di sicurezza dell'alimentazione. La Farnesina e gli sherpa sono un vulcano di iniziative. Tante. Troppe.

"La proliferazione di argomenti e una lista continuamente crescente di invitati caratterizza il vertice", scrive la Dibble, che usa toni ironici. A L'Aquila in effetti ci sono tutti. Il gruppo dei 5 emergenti Outreach (Cina, India Brasile, Sudafrica e Messico), avrà il piacere di vedersi allargato a Corea del Sud, Indonesia e Australia. I paesi del Mef (Major Economic Forum) inizialmente sono soli, ma l'organizzazione italiana provvede ad affiancargli anche la Danimarca. Ci sono anche gli africani del Nepad (Libia, Egitto, Algeria, Senegal, Nigeria ed Etiopia). L'Egitto però avrà in dono anche la possibilità di rendersi ubiquo potendo discutere anche con il gruppo Outreach. In più, visto che c'era posto, sono state chiamate anche Spagna e Olanda. "Il vertice del G8 italiano - scrive sconsolata la Dibble - sarà il più grande mai organizzato, superando come partecipanti anche il G20. Il risultato? "Sminuita la coesione tra i partner e vanificato l'obiettivo italiano di rendere adeguato il summit", e questo anche grazie a ministri in competizione tra loro.

L'Aquila insomma è una Babele con pochi frutti, ma gli americani daranno una mano. Anche perché, conclude la Dibble, gli italiani si sono detti disponibili a venire incontro "dovunque a tutte le nostre esigenze". "La sua visita - signor Presidente ha un significato particolare per il governo, mentre il premier Silvio Berlusconi vede il summit come l'occasione per dare di sé l'immagine di uno statista".

 
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