Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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Il bambino segreto – Camilla Läckberg

Titolo: Il bambino segreto Titolo originale: Tsykungen Autrice: Camilla Läckberg Traduzione: Laura Cangemi Casa editrice: Marsilio pag: 526

“Il bambino segreto” è il quinto romanzo della serie di gialli svedesi ambientati nella piccola cittadina di Fjällbacka, vicino al confine con la Norvegia, che vede come indagatrice la scrittrice Erica Falck in collaborazione con la polizia del distretto di Tanumshede, in particolare con il suo attuale marito, l'ispettore Patrick Hedstrom.
Non si dovrebbe mai iniziare una serie di libri collegati fra di loro dalla fine (anche se in realtà questo non è proprio l'ultimo, essendo stati già pubblicati in Svezia altri tre titoli della medesima saga, ancora non pubblicati in Italia), ma è precisamente quanto ho fatto in questo caso, visto che “Il bambino segreto” è il primo giallo  Camilla Läckberg al quale mi dedico.
Credo di poter tranquillamente assicurare che i romanzi si possono leggere l'uno indipendentemente  dall'altro, perché Camilla Läckberg lascia facilmente intuire tutti i rapporti fra i suoi personaggi ricorrenti senza problemi, ma credo avrei comunque fatto bene ad iniziare dal principio, se non altro per il fatto che credo proprio di essermi persa lo sviluppo della storia d'amore fra Erica e Patrick ed è cosa universalmente riconosciuta che un buon intreccio romantico migliora qualunque storia.
Invece si può dire che questo romanzo inizia dopo il classico “e vissero felici e contenti”, quando i nostri protagonisti sono già alla prese con la figlia di un anno Maja e Patrick, grazie alle benevole leggi svedesi, può restare a casa in congedo parentale per quattro mesi, lasciando alla moglie Erica la possibilità di rimettersi in carreggiata con il suo lavoro di scrittrice.
Sarà forse per il titolo che fa cenno ad un bambino (nell'originale suonerebbe, credo, “il bambino tedesco”), ma lungo tutto il volume bambini e maternità attraversano i pensieri di tutti i personaggi.
Dopo aver trovato in soffitta i diari, scritti durante il periodo della seconda guerra mondiale, della madre Elsy (morta qualche anno prima in un incidente stradale), insieme ad una vecchia medaglia della seconda guerra mondiale avvolta in una camicina da neonato macchiata di sangue, Erica comincia a ricostruire una porzione della storia della genitrice adolescente che fino a quel momento le era totalmente sconosciuta.
Nel frattempo a Fjällbacka, due ragazzini che si sono intrufolati in una casa per rubacchiare,  scoprono  il cadavere di un anziano storico, esperto di nazismo, Erik Frankel, da giovane molto amico proprio di Elsy: la polizia accorsa sul posto scopre subito che si tratta non di fatalità, ma di omicidio, avvenuto ormai da qualche mese.
In una doppia narrazione che scorre fra presente e passato, tra il nostro tempo e gli anni della seconda guerra mondiale, Erica e gli investigatori della polizia rispolvereranno una serie di segreti rimasti occultati da tempo, legati proprio alla vecchia compagnia di Elsy, della quale facevano parte anche Frans Ringholm, uomo violento, esponente di un partito neonazista, e Britta, una donna attualmente malata di Alzheimer. Ad essere coinvolto nelle investigazioni ci sarà anche Axel Frankel, fratello maggiore di Erik, un tempo collaboratore dei partigiani norvegesi, e finito per questo in terribili campi di concentramento, un uomo che ha dedicato l'intera esistenza alla caccia dei criminali di guerra.
Ad attirare Erica verso l'indagine ci sarà anche il desiderio di capire qualcosa di più della madre Elsy, descritta dai vecchi amici come una ragazza dolce e affettuosa, ma conosciuta invece dalla figlia come una donna rigida, fredda ed incapace di mostrare amore: questa storia porterà alla luce un pezzo importante della storia di Elsy, di rilievo anche per la stessa Erica.
In un viaggio fra passato e presente, Camilla Läckberg descrive un pezzo difficile di modernità: il ritorno di ideologie neo-naziste anche nella civile Svezia, cercando di capire cosa induca all'odio del diverso, giungendo alla conclusione che la spinta alla rabbia ad oltranza nasce soprattutto da situazioni di estremo disagio famigliare. Per esplorare i vari punti di vista verrà introdotto anche un nuovo personaggio nella stazione di polizia, Paula Morales, di origini cilene, rappresentante della prima onda di immigrazione in Svezia (ma anche della comunità gay, visto che è lei e la sua compagna sono in attesa di un bambino).
Mentre il mistero si dipana, la scrittrice ci racconta gli ulteriori sviluppi della vita dei suoi numerosi personaggi, gran parte dei quali legati all'argomento “maternità”: fortunatamente, anche per chi come  me che non aveva mai letto nessun altro libro di questa serie, è facile ricostruire i rapporti tra i vari individui e parte delle loro storie precedenti.
Il giallo è complesso ed ottimamente costruito, ma soprattutto a rendere molto interessante questo romanzo c'è l'assoluta aderenza di Camilla  Läckberg alla realtà: tutto quello che accade in questo libro potrebbe succedere realmente, le motivazioni dei personaggi sono assolutamente realistiche così come la loro psicologia. Niente effetti speciali, fughe senza fiato, colpi di scena ad ogni capitolo o personaggi affetti da assurde manie, ma un intreccio che, sebbene come tutto ciò che riguarda i delitti non comune, potrebbe effettivamente avvenire nella vita reale. A muovere i personaggi sulla via del crimine sono sentimenti non piacevoli, ma che tutti possono provare (odio, vergogna, gelosia, vendetta), interpretati però in una chiave estrema, così come avviene quando la normalità cede il posto al delitto. Ho decisamente apprezzato l'assenza di particolari morbosi e splatter, che secondo me non aggiungono niente ad un intreccio giallo, anche se devo dire che ho tremato e non poco, quando la protagonista Erica descrive l'abitudine del marito Patrick di fare colazione con pane, burro e uova di pesce inzuppati nella cioccolata calda e mi ha lasciata stupita un pezzo in cui la piccola Maja viene nutrita a cucchiaiate di spaghetti (Spaghetti? Cucchiaio?).
La scrittura è forse solo un po' troppo semplice per i miei gusti (ed infatti non ho citazioni da riportare), ma perfettamente funzionale allo sviluppo della storia che scorre senza intoppi.
In definitiva un buon giallo per l'estate (una specie di “La signora in giallo” feat. “Ellery Queen”), soprattutto se amate che all'intreccio mistery si sovrappongano i dettagli della vita dei personaggi, creando un romanzo nel romanzo.

 
 
 
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