Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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E le altre sere verrai? - Philippe Besson

Post n°1085 pubblicato il 18 Giugno 2013 da bluewillow
 

Titolo: E le altre sere verrai? Titolo originale: L'arrière-saison  Autore: Philippe Besson Traduzione: Francesco Bruno Casa editrice: Guanda pag: 158

Ispirato da “Nighthawks”, il più celebre quadro dell'artista newyorkerse Edward Hopper, “E le altre sere verrai?” è un breve raffinato romanzo che cerca di catturare un insieme di sensazioni sfuggenti e simultanee che si accavallano nel corso di poche ore, trascorse in un bar (il “Phillies”, ovviamente) da tre personaggi principali: il barista Ben, Louise affezionata cliente abituale e drammaturga e il suo ex-marito Stephen, un tempo assiduo frequentatore del Phillies.
All'apparenza ci sono solo poche persone in un locale di Cape Cod che affaccia sul mare (questa l'ambientazione scelta da Besson), con un barista intento al proprio lavoro, ma in realtà, anche senza che ci sia un corposo scambio di parole c'è un lungo discorso sotterraneo che dà ai gesti, alle parole e agli sguardi un carico di significati molto più grande, che rimanda ad intere porzioni della storia precedente dei personaggi e permette una inattesa evoluzione della loro probabile vita futura.
Ben, il barista affidabile, quasi un amico di Louise, è il testimone dello scambio, in un certo senso quasi muto, perché a contare non sono davvero le parole, ma la mole di pensieri che si scatenano, fra i due ex-coniugi:

“A tratti, Ben lancia rapide occhiate verso la sala: finge di non vedere, sedute su due sgabelli, appoggiate al bancone splendente, le due fiere che si fronteggiano, come preparandosi ad un attacco o a un abbraccio. Le osserva, senza rivelarsi, e ritrova la loro intimità passata, quella posizione del corpo che li identifica alla prima occhiata, quella prossimità che ha conosciuto in loro, quel modo di chinarsi l'uno verso l'altra che è tanto un abbandono quanto una diffidenza, tanto una resa quanto una rivendicazione di libertà. I loro volti potrebbero sfiorarsi, ma è come se s'ignorassero. Le loro mani potrebbero unirsi, ma loro optano, inconsapevolmente o no per l'immobilità; le loro pelli potrebbero entrare in contatto, ma loro badano a non fare, Dio ne scampi, un passo falso”.

Luise è nel bar per aspettare l'amante Norman, che forse potrebbe essersi deciso a dare una priorità alla sua relazione, mentre Stephen è lì per tentare di riallacciare i rapporti con Luise.
Quella fra Luise e Stephen è una silenziosa partita sulla scacchiera dei sentimenti, fatta di esplorazioni, di rivendicazioni di torti subiti, di tacite promesse per il futuro, tutta svolta su un piano non verbale. Ci sono sì delle parole, degli scambi di frasi, ma non significano mai davvero solo ciò che la loro banalità lascerebbe intendere.
In “E le altre sere verrai?” Philippe Besson riproduce in maniera straordinaria la complessità delle relazioni umane, la grande importanza dell'intuito e del non detto fra due persone che si conoscono a fondo e mostra come la sincerità dei sentimenti sia in realtà molto difficile da simulare per chi osserva attentamente.
Questo breve romanzo assomiglierebbe ad un piece teatrale, di quelle che si svolgono tutte in un'unica ambientazione, se il teatro potesse, senza bisogno di dialoghi, mostrare i pensieri dei personaggi.
Una lettura breve, ma veramente intensa, che mostra l'incredibile complessità delle relazioni e del linguaggio umano, raramente fatti solo di parole.

 
 
 
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- e nemmeno quello che non penso!
- perchè se il "Giornale del Grande Fratello" èuna testata giornalistica, va a finire che io sarei la CNN! (questa l'ho quasi copiata da un altro blogger!).
Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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