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Post N° 498

Post n°498 pubblicato il 02 Novembre 2006 da annisexanta
 
Tag: chopin
Foto di annisexanta

Le lettere d'amore fanno sempre ridere? Dipende immagine

(Le lettere d'amore di Francis Scott e Zelda Fitzgerald )

26 aprile del 1934
A Zelda
... Non c'è ombra di tristezza da parte tua che abbia la minima ragione d'essere. I tuoi quadri hanno avuto successo, la tua salute è molto migliorata secondo i medici, e la sola tristezza è vivere senza te, senza udire le note della tua voce con le sue particolari inflessioni d'intimità. Tu e io siamo stati felici; non siamo stati felici una volta sola, siamo stati felici mille volte. Le probabilità che la primavera, che è per tutti, come nelle canzoni, possa appartenere anche a noi - le probabilità stavolta sono abbastanza brillanti perché, come al solito, possono prendere quasi tutta l'opinione letteraria contemporanea e tenerla, liquefatta, nel cavo della mano e quando faccio così, vedo il cigno che ci naviga sopra e scopro che sei tu e tu soltanto. Ma, Cigno, naviga leggera perché sei un cigno, perché nella curva squisita del collo gli dei ti hanno concesso uno speciale privilegio, e anche se te lo sei fratturato cozzando contro un ponte fabbricato dagli uomini, è guarito e hai ripreso a navigare. Dimentica il passato, quella parte di esso che puoi dimenticare, e voltati e torna a nuoto da me, al tuo porto nei secoli dei secoli, anche se può sembrare un antro oscuro a volte, illuminato da torce di furore; è il rifugio migliore per te. Vira dolcemente nelle acque dove navighi e fai rotta verso casa. Può suonare allegorico ma è molto reale. Ti voglio qui. La tristezza del passato mi accompagna sempre. Le cose che abbiamo fatto insieme e le tremende fratture che ci hanno spezzati come residuati bellici in passato aleggiano come una sorta di atmosfera in ogni casa dove abito. Le cose belle e i primi anni insieme, e i bei mesi che abbiamo passato due anni fa a Montgomery mi accompagneranno per sempre, e dovresti anche tu come me sentire che possono essere rinnovati, se non in una nuova primavera, in una nuova estate. Ti amo tesoro, tesoro mio. Autunno 1930

A Scott 

Carissimo, Tesoro mio
vivere è una cosa fredda e tecnica senza di te, una maschera mortuaria della vita. Alle sette ho fatto il bagno ma tu non eri nella stanza accanto per fare un battesimo di tutto ciò che pensavo.
Alle otto sono andata alla ginnastica ma tu non eri lì a trasformare il movimento in una mietitura di brezze.
Alle nove sono andata alla tessitura e un vecchio col grembiule bianco cantilenava formule magiche ma tu non eri lì a far sembrare religiosa la sua voce implorante.
A mezzogiorno ho giocato a bridge e ho osservato il profilo del Dr. Forel che tagliava il cielo, controluce.
Tutto il pomeriggio sono stata a scrivere parole fradice nella pioggia e mi sentivo tutta inzuppata dentro, e pensavo a te. Quando una persona attraversa la tua fronte alta e scivola giù nelle dolci valli intorno alla tua cara bocca è come Annibale che attraversa le Alpi - ti amo, caro. Tu non cammini come una persona che fende la tempesta ma come una persona molto sorpresa dei propri mezzi di locomozione, che quasi non tocca terra, come se ogni passo fosse sperimentale.
E sei un tesoro e deve essere tremendo avere una persona che cerca sempre di insinuarsi dentro te come faccio io -
Buona notte, mio Dolce Amore
Zelda

Zelda a Scott, marzo 1919

Come puoi pensare di proposito alla vita senza di me - Se tu dovessi morire - O caro - caro Scott - sarebbe come diventare cieca. So anche che lo sarei davvero - non avrei nessuno scopo nella vita - solo una graziosa - decorazione.

Zelda, dalla clinica di Prangins, a Scott. Autunno 1930.

«Goofy, tesoro mio, non è stata una giornata deliziosa? Mi sono svegliata stamani e il sole era posato sul mio tavolo come un pacchetto di compleanno, così l'ho aperto e tante cose felici sono uscite svolazzando nell'aria... Ti amo moltissimo e tu mi hai telefonato - ho camminato su quei fili del telefono per due ore, dopo aver preso in mano il tuo amore come un parasole per tenermi in equilibrio».  

"Notturno in Do minore" (Frederic Chopin)

 
 
 
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