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LA MUSICA IMMAGINATA

 

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Post n°240 pubblicato il 09 Marzo 2006 da annisexanta
Foto di annisexanta

....i fotoromanzi... ed io bambino, andandola a trovare e sfogliandoli,sognavo di diventare un giorno come lui,nella finzione.....Franco Gasparri....

Alla domanda di una fan nel 1974, "Che cosa ti esalta?", rispondeva così: "Una corsa in moto". Erano i tempi d’oro del fotoromanzo, che coincidevano con il suo enorme successo, ma mentre correva sul raccordo anulare con la sua Kawasaki 900 il destino gli preparava il conto.

"Ero bello, ricco, famoso, spensierato, pieno di speranze e di progetti, felice. A un tratto tutto questo è finito", così Gasparri ricordava il momento del terribile incidente avvenuto il 4 giugno del 1980. Se n’è andato il 28 marzo 1999,stroncato da una crisi cardiaca, a soli 50 anni, nell’indifferenza generale (da notare che in diverse occasioni alcuni produttori americani avevano cercato di realizzare un film sulla sua vita, proponendogli di interpretare se stesso sul grande schermo). Nei funerali tenutisi nella chiesa di San Pio V a Roma, è stata la gente comune a ricordarlo con immenso affetto: i colleghi, le lettrici affezionate e i tifosi della squadra del cuore, la Lazio, ne hanno pianto la prematura scomparsa. Costretto sulla sedia a rotelle, da quasi quattro lustri Franco passava le sue giornate con discrezione, dedicandosi alla riabilitazione, alla lettura, alla cura dei suoi fiori e dei suoi cani, alla visione dei western preferiti, amorevolmente accudito dalla madre e dalle due figlie dopo la tragica morte della bella moglie Stella. Nato a Senigallia il 31 ottobre del ’48, si era trasferito ben presto a Roma con la famiglia: il fratello Franco Junior, più giovane di lui di una decina di anni, la madre Violetta e il padre Rodolfo, pittore e illustratore di grande talento, autore di alcuni dei manifesti dei più noti film degli anni ’50, tra cui figurano diversi titoli di Gianfranco Parolini. Fu sognando davanti a quei cartelloni per lui così familiari che nacque la passione per il cinema; partecipò prima come comparsa ad alcuni film di genere peplum-mitologico per prendere confidenza con il set, poi partì per il servizio militare. Congedatosi, fece dei provini per alcune case editrici di fotoromanzi (il primo ruolo che gli venne affidato fu quello di un carabiniere!). Ci provò anche con la Lancio che fu la prima a credere in lui, malgrado all’inizio col taglio di capelli da naja non fosse proprio il massimo. Poi i capelli crebbero… E anche il suo fascino, e le quotazioni salirono alle stelle. Fu un susseguirsi di successi incredibili nelle pagine delle riviste Lancio, lette da milioni di fan in tutto il mondo. E i produttori cinematografici, avendo fiutato l’affare, cominciarono a fargli una corte serrata. L’intenzione era quella di portare sullo schermo i personaggi che lo avevano reso famoso, come Ken Rogers, l’investigatore privato della fortunata serie "Le Avventure Di Jacques Douglas", ma Franco, schivo e riservato, non volle mai rifare il verso alla casa editrice per cui provava una riconoscenza enorme, e si dedicò al cinema solo tra un fotoromanzo e l’altro, quando gli fu finalmente proposto qualcosa di convincente. Interpretò "La Preda" e "La Peccatrice" entrambi con Zeudi Araya, ma la grande occasione che aspettava giunse con una fortunata serie poliziesca. Il regista Stelvio Massi gli affidò il ruolo di protagonista (il bel personaggio di Mark Terzi/Patti, commissario della squadra narcotici) in "Mark Il Poliziotto", successo poi bissato da "Mark Colpisce Ancora" e "Mark Il Poliziotto Spara Per Primo" (i cui cartelloni portavano la firma del padre Rodolfo).

Il fotoromanzo ha conosciuto il suo momento di massimo splendore proprio negli anni ‘70, di pari passo al successo di questo incredibile personaggio amato sia dalle donne che dagli uomini. Franco era di più di due bellissimi occhi verdi, era l’amico che tutti avremmo voluto avere, un uomo sportivo (praticava equitazione, pesca e calcio), molto alla mano, discreto, sensibile e di sani principi. I colpi di testa li riservava soltanto alle pagine dei fotoromanzi, dove ad ogni avventura aveva accanto una partner diversa, sempre brava e bellissima: Michela Roc, Paola Pitti, Maria Antonietta (anche lei tragicamente scomparsa qualche anno fa), Katiuscia, Barbara De Rossi, Claudia Rivelli e sua sorella Francesca - anche lei passata al cinema con successo con il nome di Ornella Muti - nel fotoromanzo preferito da Franco, "Troppo Piccola Per L’Amore", Ornella non aveva che quattordici anni. In circa dieci anni di fotoromanzi Franco ha interpretato personaggi di ogni tipo, studiava i suoi personaggi nei minimi particolari, per dare sempre il meglio di sé; credeva moltissimo nel fotoromanzo, il cui livello culturale era notevolmente cresciuto dagli albori dei primi e criticati "giornaletti per massaie" degli anni ’50, e voleva dimostrarne l’evoluzione. Franco era un simbolo degli anni ’70 (non a caso fu eletto uno dei primi cinque uomini di successo italiani di quel decennio), riceveva migliaia e migliaia di lettere per le quali aveva riservato un’intera stanza di casa sua. Le sue fan gli sono state di grande conforto nel momento della disperazione, dopo il terribile incidente che lo aveva inchiodato senza speranza ad una sedia a rotelle, e gli hanno dato quella forza interiore che continuò a trasmettere nonostante tutto ai suoi familiari: la moglie Stella (scomparsa a causa di una terribile malattia nel 1994) e le figlie Stellina e Luna. (mondoculto.com)

 
 
 
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