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"All Along the Watchtower" (cover del pezzo di Bob Dylan) There must be some way out of here” Questa canzone conosce una strana sorte dal punto di vista dell’esecuzione live. La versione originale, contenuta nell’album John Wesley Harding, è del 1967 e si tratta di una esecuzione “magica”. Pochi anni dopo Jimy Hendrix si impossessa della canzone e ne dà una celebre interpretazione rock, che piacque molto anche a Dylan. Da quel momento in poi Dylan ogni volta che la eseguirà dal vivo (è una delle canzoni più ricorrenti del suo repertorio live) seguirà il modello-Hendrix, così come faranno altri artisti del calibro di Neil Young, U2, Dave Matthews Band, tutti ammaliati da quei versi misteriosi e ipnotici e dalla forza e intensità della melodia. («There must be some way out of here/Ci deve essere un modo per uscire di qui,") acquista la sua forza non per quello che dice, ma per la duttilità della voce che lo canta. Anche sul significato di quel verso, e del resto del breve e misterioso testo, molte volte i critici si sono soffermati estraendone le più diverse considerazioni. Per alcuni infatti quel verso iniziale e tutta la prima strofa in cui si parla di "troppa confusione e uomini di affari" era un chiaro riferimento alla situazione dell’America che in quel preciso momento attraversava forse il periodo più lacerante della guerra in Viet-Nam. Ma, l’interpretazione socio-politica si scoglie non appena si legge la canzone nella sua interezza. Ci sono altri temi "sotto", altri livelli, altri fonti, una rete fitta di allusioni e di richiamo, spesso raffinatamente letterari. Da Eliot a Wallace Stevens, Dylan tesse un ordito che forse trova la sua trama originale del capitolo 21 del libro di Isaia, che, nella versione della Bibbia di Re Giacomo, dice, tra l’altro: "Poiché così mi ha detto il Signore: «Và, metti una sentinella che annunzi quanto vede. Se vede cavalleria, coppie di cavalieri [..]». La vedetta ha gridato: «Al posto di osservazione, Signore, io sto sempre, tutto il giorno, e nel mio osservatorio sto in piedi, tutta la notte. Ecco, arriva una schiera di cavalieri, coppie di cavalieri». Essi esclamano e dicono: «E' caduta, è caduta Babilonia"". Le corrispondenze sono notevoli al punto da escludere l’idea della casualità, a conferma che la Bibbia è veramente il Grande Codice della cultura e letteratura occidentale come ha scritto il critico canadese Northrop Frye. Spiegato l’enigma di questa canzone? Neanche per sogno. E forse il segreto del fascino di Dylan sta proprio qui: le sue canzoni per noi, ma anche per lui (lo si vede da come le canta), si presentano come un mistero la cui interpretazione è infinita, inesauribile.(rai.it) |
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