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Messaggi del 24/05/2006

Lui sì che non...

Post n°339 pubblicato il 24 Maggio 2006 da annisexanta
 
Tag: ligabue
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...ha mai saputo cosa fosse fare... 

..."Una vita da mediano"

«Ho speso un sacco di soldi con l' alcol, le donne e le auto. Il resto l' ho sperperato». (George Best)

Avrebbe compiuto sessant' anni il 22 maggio. Trenta trascorsi a costruire il mito del genio del calcio. Gli altri trenta a distruggersi con l' alcol. Ma per la gente di Belfast resta il ragazzino magro che cominciò a giocare a pallone per le strade di un quartiere operaio e saltò nella leggenda direttamente dalla squadretta dei Cregagh Rangers al Manchester United. E ieri i concittadini orfani di George Best gli hanno dato l' ultimo pegno d' amore, intitolandogli l' aeroporto. «George Best Belfast City Airport» si legge nella grande insegna sulla facciata dell' ingresso, un onore da Capo di Stato come John Kennedy, o da maestro dell' arte e della scienza come Leonardo Da Vinci. Best era sempre stato lontano dalla politica, ma di capolavori calcistici ne aveva prodotti tanti da quando un osservatore lo aveva segnalato al manager del Manchester Sir Matt Busby: «Credo di aver trovato un genio». Titolare a quindici anni della squadra più gloriosa del calcio inglese, che guidò alla conquista di due campionati nel 1965 e nel 1967, nel 1968 miglior giocatore europeo, 466 partite e 168 gol con la maglia rossa. Uno stile da pop star dentro e fuori dal campo, barba lunga, pantaloni attillati, giubbotti di pelle, ragazze bellissime e auto veloci. Troppo veloci, come la sua vita. Gli piaceva lo champagne, anche il vino, anche il whisky. Il declino fu rapido e umiliante, fatto di risse e di condanne per guida in stato d' ubriachezza. Lasciò il Manchester e il grande calcio nel 1972, a 26 anni. Non lasciò mai le cronache, da quelle rosa per matrimoni e divorzi, a quelle giudiziarie. E non si separò mai dalle bottiglie. Tanto che si rovinò il fegato. Ma andò vicino al lieto fine, perché nel 2002 gli trapiantarono un fegato nuovo, lo rimisero in piedi facendogli giurare che non avrebbe più toccato una goccia d' alcol. Gli offrirono anche un contratto da commentatore calcistico in tv. E lui si guadagnò i soldi perché sapeva muovere la lingua con la stessa leggerezza con cui correva sul campo: cominciava l' era di David Beckham, la nuova star inglese e George emise la sentenza: «Usa solo il destro, non sa calciare col sinistro, non sa colpire di testa, non sa fare i tackle e non segna molto. Ma a parte questo è a posto». Non seppe dire di no a un altro goccio. E dopo il primo venne il secondo e tutta la bottiglia, molte altre bottiglie. Lo piantò anche l' ultima compagna, la bellissima ex hostess Alex, 26 anni più giovane di lui, stanca di ubriachezza e tradimenti. Ma non smise mai di amarlo. Neanche quando George, ridotto a un vecchio, finì in ospedale per l' ultima volta, con il fegato nuovo spappolato dall' alcol e una serie di infezioni procurate dalla caduta delle difese immunitarie. Era l' ottobre dell' anno scorso. Best, Semplicemente il Migliore, chiamò i fotografi che avevano inseguito i suoi gol e i suoi eccessi per tutta la vita e si presentò come «l' esempio da non seguire». L' ultimo beau geste. Morì a Londra il 25 novembre del 2005 lasciando inglesi e nordirlandesi uniti per una volta nel rimpianto. Il medico che lo aveva seguito nelle ultime settimane disse che era stato rassegnato e coraggioso fino in fondo. Tony Blair disse che «aveva dato gioia a chi lo aveva visto sul campo». Lo portarono a Belfast per il funerale. Tutta la città scese in strada mentre la bara saliva verso il castello di Stormont. Fu quel giorno che decisero di dedicargli l' aeroporto. Non mancò qualche polemica. Ai giornali arrivarono lettere di cittadini indignati: «Dunque, per essere ricordati basta ubriacarsi e sprecare l' occasione di salvarsi con un trapianto? E nessuno pensa al poveretto senza nome che ha aspettato invano il fegato nuovo ed è crepato nell' attesa perché prima bisognava salvare il divino George?». Ma i tifosi che lo avevano osannato allo stadio o visto in bianco e nero in televisione e ieri erano al «George Best Belfast City Airport» non hanno dubbi. Come si fa a non apprezzare uno che quando gli chiesero dove fosse finita la fortuna accumulata con gli ingaggi milionari rispose: «Ho speso un sacco di soldi con l' alcol, le donne e le auto. Il resto l' ho sperperato». (Corriere.it)

 
 
 
 
 

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