"Montagne verdi"
Come deve essere una canzone perfetta? Può essere, ad esempio:
- evocativa: con poche parole può riassumere una storia
epica: può essere capace di trasformare una vicenda personale in una vicenda universalesociale: può parlare non solo di due o tre persone, ma di un'epoca o di un popolo Un esempio di canzone che ha tutti questi ingredienti esiste, ed è anche molto nota.
Lo so che si tratta di un brano non molto considerato dalla critica, e che a suo tempo
il cabarettista Stefano Nosei ne ha fatto una versione alternativa chiamata "Lasagne verdi"
("io sognavo lasagne verdi..."), eppure gli elementi della forma-canzone ci sono tutti.
Esagero? Seguiamo il testo.
Montagne verdi
Mi ricordo montagne verdi
e le corse di una bambinaIn un solo verso è evocata l'infanzia della protagonista in un luogo mitico
ma reale (l'appennino dell'Italia del Sud, non ancora raggiunto dal progresso)
con l'amico mio piu' sincero
un coniglio dal muso nero
e con una ulteriore pennellata aggiunge anche un tocco di malinconia
a questa infanzia evocata: una infanzia solitaria, probabilmente in un
paese spopolato dalla emigrazione, ma con intatta la gioia di vivere e
la capacità di inventarsi un mondo, tipica dei bambini
poi un giorno mi prese
il treno
l'erba, il prato e quello
che era mio
scomparivano piano piano
e piangendo parlai con Dio
arriva il momento di emigrare anche per la famiglia della protagonista,
i territori della infanzia scompaiono nel ricordo e nel mito
Quante volte
ho cercato il sole
la emigrazione italiana è dal Sud al Nord, e al Nord fa più freddo,
per chi è abituato al clima del Sud;
una canzone che parlava dello stesso fenomeno della emigrazione,
"Il treno che viene dal Sud" di Sergio Endrigo, diceva analogamente
"porta gente che va a scordare il sole, ma è caldo il pane, lassù nel Nord";
si trattava tra l'altro della risposta ad una canzone "buonista" di Bruno Lauzi,
"Maria"
quante volte
ho mangiato sale
quante volte ha assaggiato la amarezza della vita di emigrante, e qui
viene citato anche il sommo poeta Dante, che descriveva la sua vita
di esule con i versi "come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle
lo scendere e salir per l'altrui scale";
la città aveva mille sguardi
io sognavo montagne verdi
dalla campagna solitaria ma familiare e socializzante alla città
dove la gente è estranea, il salto è grande
il mio destino
è di stare accanto a te
con te vicino
più paura non avrò
e un po' bambina
tornerò e qui entra in scena l'altro protagonista, lui
Mi ricordo montagne verdi
quella sera negli occhi tuoi
quando hai detto
s'e' fatto tardi
t'accompagno se tu lo vuoi
ha riconosciuto nello sguardo di lui la stessa malinconia e la stessa origine,
si sono riconosciuti come membri della stessa tribù nella grande città estranea,
quella nebbia le tue parole
la tua storia che è la mia storia
poi nel buio senza parlare
ho dormito con te sul cuore
dal particolare della nebbia sappiamo ora che la città è proprio Milano, e
si ribadisce che sono figli della stessa storia, quindi lei può affidarsi a lui e
comunicare i suoi sentimenti anche senza parlare
Io ti amo mio grande amore
io ti amo mio primo amore
quante volte
ho cercato il sole
quante volte ho cercato il sole
la storia d'amore si dispiega, ed è rispettata anche la tradizione del Sud: è
il primo amore Il mio destino
e' di stare accanto a te
con te vicino
più paura non avrò
e un po' più donna
io sarò
montagne verdi
nei tuoi occhi rivedrò
"un po' più donna": anche per una donna le strade per diventare veramente
una donna sono lunghe e complicate, e qui c'è anche probabilmente una
velata citazione di "Blowin In The Wind" di Bob Dylan (how many roads must
a man walk down, before you can call him a man); trovare il compagno della
propria vita è solo una delle "strade da percorrere". (tagli e ritagli.it)