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JUKE-BLOG

LA MUSICA IMMAGINATA

Messaggi del 13/07/2006

Vietato ai minori...

Post n°388 pubblicato il 13 Luglio 2006 da annisexanta
 

"Jamin-a" è un ritratto a tutto tondo di una prostituta di origine araba che ogni marinaio vorrebbe incontrate in ogni porto.

Ma è forse anche la più bella ode a una prostituta che sia mai stata scritta: un ideale proseguimento delle storie narrate in "Via Del Campo" e "Bocca Di Rosa", ma qui il racconto perde ogni valenza polemica o iconografica. Grazie all'adozione del genovese, De André non teme censure, e affronta il brano con esplicita, cruda, irriverente, irresistibile sensualità: il corpo di Jamin-a è protagonista, con la sua "lengua nfeugà" – lingua infuocata – e il "nodo delle sue gambe", incatena l'ascoltatore in un vortice di suggestione erotica e sonora. La struttura armonica del brano è affidata all'oud e al bouzouki, strumenti a corda di tradizione araba e greca.(ondarock.it)


"Jamin-a"  (Fabrizio De André)

Lengua 'nfeuga, Jamin-a, immagine
lua de pelle scûa,
cu'a bucca spalancà,
morsciu de carne dûa,
stella neigra ch'a lûxe,
me veuggiu demuâ
'nte l'ûmidu duçe
de l'amë dû teu arveà.
Ma seu, Jamin-a,
ti me perdunié
se nu riûsciò a ésse porcu
cumme i teu pensë;
destacchete, Jamin-a,
lerfe de ûga spin-a,
fatt'ammiâ, Jamin-a,
roggiu de mussa pin-a
e u muru 'ntu sûù
sûgu de sä de cheusce
duve gh'è pei gh'è amù sultan-a de e bagascie,
dagghe cianìn, Jamin-a,
nu navegâ de spunda,
primma ch'à cuæ' ch'à munta e a chin-a
nu me se desfe 'nte l'unda,
e l'ûrtimu respiu, Jamin-a,
regin-a muaé de e sambe,
me u tegnu pe sciurtï vivu
da u gruppu de e teu gambe.
E l'ûrtimu respiu, Jamin-a,
regin-a muaé de e sambe,
me u tegnu pe sciurtï vivu
da u gruppu de e teu gambe.
E l'ûrtimu respiu, Jamin-a,
regin-a muaé de e sambe,
me u tegnu pe sciurtï vivu
da u gruppu de e teu gambe.

Traduzione dal genovese:

"Jamina"

Lingua infuocata, Jamina,
lupa di pelle scura,
con la bocca spalancata,
morso di carne soda,
stella nera che brilla,
mi voglio divertire
nell'umido dolce
del miele del tuo alveare.
Sorella mia, Jamina,
mi perdonerai
se non riuscirò a essere porco
come i tuoi pensieri;
staccati, Jamina,
labbra di uva spina,
fatti guardare, Jamina,
getto di fica sazia,
e la faccia nel sudore,
sugo di sale di cosce,
dove c'è pelo c'è amore,
sultana delle troie,
dacci piano, Jamina,
non navigare di sponda,
prima che la voglia che sale e scende
non mi si disfi nell'onda
e l'ultimo respiro, Jamina,
regina madre delle sambe,
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe.
E l'ultimo respiro, Jamina,
regina madre delle sambe,
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe.
E l'ultimo respiro, Jamina,
regina madre delle sambe,
me lo tengo per uscire vivo
dal nodo delle tue gambe.



 
 
 

Ballando fra le...

Post n°387 pubblicato il 13 Luglio 2006 da annisexanta
 

...Parole                       

                                      

                                       "Eyes Wide Shut-Waltz"

"Piccolo valzer viennese"

A Vienna ci sono dieci ragazze,    immagine
una spalla dove piange la morte
e un bosco di colombe disseccate.
C'è un frammento del mattino
nel museo della brina.
C'è un salone con mille vetrate.
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!

Prendi questo valzer con la bocca chiusa.
Questo valzer, questo valzer, questo valzer,
di sì, di morte e di cognac
che si bagna la coda nel mare.
Io ti amo, io ti amo, io ti amo
con la poltrona e con il libro morto,
nel malinconico corridoio,
nell'oscura soffitta del giglio,
nel nostro letto della luna,
nella danza che sogna la tartaruga.
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!

Prendi questo valzer dalla spezzata cintura.
A Vienna ci sono quattro specchi,
vi giocano la tua bocca e gli echi.
C'è una morte per pianoforte
che tinge d'azzurro i giovanotti.
Ci sono mendichi sui terrazzi.
E fresche ghirlande di pianto.
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!

Prendi questo valzer che spira fra le mie braccia.
Perché io ti amo, ti amo, amore mio,
nella soffitta dove giocano i bambini,
sognando vecchie luci d'Ungheria
nel mormorio di una sera mite,
vedendo agnelli e gigli di neve
nell'oscuro silenzio delle tue tempie.
Ahi! Ahi! Ahi! Ahi!

Prendi questo valzer del "Ti amo per sempre".
A Vienna ballerò con te
con un costume
che abbia la testa di fiume.
Guarda queste mie rive di giacinti!
Lascerò la mia bocca tra le tue gambe,
la mia anima in foto e fiordalisi,
e nelle onde oscure del tuo passo
io voglio, amore mio, amore mio, lasciare,
violino e sepolcro, i nastri del valzer
(Federico Garcia Lorca)

 
 
 
 
 

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