Vi lancio una sfida! Nel mondo dei blog siamo numerosi, pero', possiamo riuscirci a far girare un messaggio a tutti ed è per una causa buonissima ANTIPEDOFILIA! Perche' episodi su tanti bambini siano solo un brutto ricordo per tutti. Daremo un segnale... CREDIAMOCI INSIEME!! Ricopiate sul vostro blog questo stralcio e vediamo quanti di noi riescono realmente a dar vita a questa campagna e,dopo averlo copiato aggiungete la vostra firma... come dire IO CI STO!! Combattiamo insieme:
A cosa è disposto un uomo per l'amore di una donna?
Attilio è un poeta che ogni notte sogna di sposare la donna della sua vita, Vittoria, che nella realtà lo sfugge di continuo. Quando lei, partita per un'intervista al più importante poeta iracheno rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita Attilio la raggiungerà e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali al posto di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista.
Ragazzi che gran pariamiento ieri sera in questo locale.Ho trascorso una serata all'insegna della buona musica, ma sopratutto dell'ottima compagnia che c'era al nostro tavolo. Tavolo che poi si è trasformato in pista da ballo e lascio a voi immaginare cosa sia successo. Comunque invito a tutti voi napoletani a meno che non lo abbiate già fatto a trascorrere una serata in questo locale. un abbraccio a tutti voi, TOTONNO.
Salve a tutti,rovistando tra vecchi scatoloni e varie fotografie, ho trovato questo quadro alla quale non so ancora dare una giusta definizione...... Non riesco ancora a capire se è raffigurata una giovane ragazza oppure una vecchia anziana. Che e dite di darmi una mano?
Il ricordo di un amore viaggia nella testa e non c'è una ragione quando cerchiamo quel che resta è come un vento di passione o una rosa rossa il ricordo di un amore ci cambia e non ci lascia
Se avessi avuto almeno un'occasione adesso che so trovare le parole ma il ricordo di un amore continua a viaggiare nella testa
Il ricordo di un amore lascia in bocca il sale ed arriva dritto al cuore senza nemmeno avvisare è in una lettera d'amore è nel canto del mare il ricordo di un amore ci parla e non ci passa
Se avessi avuto almeno un'occasione adesso che so capire le parole ma il ricordo di un amore continua a viaggiare nella testa
La tombola napoletana nacque nel 1734 per una diatriba sorta tra il re Carlo III di Borbone, che era deciso ad ufficializzare il gioco del lotto nel Regno, perchè se fosse rimasto clandestino avrebbe sottratto introiti alla casse dello Stato, ed il frate domenicano Gregorio Maria Rocco, che riteneva il gioco del lotto un amorale e ingannevole diletto per i suoi fedeli. Alla fine riuscì a spuntarla il re, ma a patto che nella settimana delle festività natalizie il gioco venisse sospeso perchè il popolo non doveva distrarsi dalle preghiere. Il popolo che non voleva rinunciare a giocare si organizzò in un altro modo: i novanta numeri del lotto furono racchiusi in un" panariello" di vimini e furono disegnati i numeri su delle cartelle, così la fantasia popolana trasformò un gioco pubblico in un gioco a carattere familiare.
Il nome tombola deriva dalla forma cilindrica del pezzo di legno dove è impresso il numero e dal rumore che questo fa nel cadere sul tavolo dal panariello, che una volta aveva la forma del tombolo.
Ai novanta numeri del gioco furono dati significati diversi, che variano da regione a regione; quelli della tombola napoletana sono quasi tutti allusivi e talvolta scurrili.
Molto famose a Napoli sono le tombolate dei "femminielli" dei vicoli dei quartieri popolari della città.
1 L'Italia 2 ' A criatura (il bimbo) 3 'A jatta (il gatto) 4 'O puorco (il maiale) 5 'A mano (la mano) 6 Chella che guarda 'nterra (organo sessuale femminile) 7 'A scuppetta (il fucile)
8 'A maronna (la madonna) 9 'A figliata (la prole) 10 'E fasule (i fagioli) 11 'E surice ( i topi) 12 'E surdate ( i soldati) 13 Sant' Antonio 14 'O mbriaco (l'ubriaco) 15 ' O guaglione (il ragazzo) 16 'O culo (il deretano) 17 'A disgrazia (la disgrazia) 18 'O sanghe ( il sangue) 19 ' A resata (la risata) 20 'A festa (la festa) 21 'A femmena annura (la donna nuda) 22 'O pazzo (il pazzo) 23 'O scemo (lo scemo) 24 'E gguardie (le guardie) 25 Natale 26 Nanninella (diminuitivo del nome Anna) 27 ' O cantero (il vaso da notte) 28 'E zzizze (il seno) 29 'O pate d''e criature (organo sessuale maschile) 30 'E palle d''o tenente ( le palle del tenente- riferito all'organo sessuale maschile) 31 'O padrone ' e casa (il proprietario di casa) 32 'O capitone (il capitone) 33 Ll'anne ' e Cristo (gli anni di Cristo) 34 'A capa (la testa) 35 L'aucielluzzo (l'uccellino) 36 ' E castagnelle ( sorta di petardi ) 37 'O monaco (il frate) 38 'E mmazzate (le botte) 39 'A funa 'nganna (la corda la collo) 40 'A paposcia (ernia inguinale) 41 'O curtiello (il coltello) 42 'O ccafè (il caffè) 43 'A femmena 'ncopp'' o balcone (la donna al balcone) 44 'E ccancelle (il carcere) 45 'O vino (il vino) 46 'E denare (i denari) 47 'O muorto (il morto) 48 'O muorto che parla (il morto che parla) 49 'O piezzo ' e carne (il pezzo di carne) 50 'O ppane (il pane) 51 'O ciardino (il giardino) 52 'A mamma (la mamma) 53 'O viecchio (il vecchio) 54 'O cappiello (il cappello) 55 'A museca (la musica) 56 'A caruta (la caduta) 57 'O scartellato (il gobbo) 58 'O paccotto (liimbroglio) 59 'E pile (i peli) 60 Se lamenta (si lamenta) 61 'O cacciatore (il cacciatore) 62 'O muorto acciso (il morto ammazzato) 63 'A sposa (la sposa) 64 'A sciammeria (la marsina) 65 'O chianto (il pianto) 66 'E ddoie zetelle (le due zitelle) 67 'O totano int''a chitarra (il totano nella chitarra) 68 'A zuppa cotta (la zuppa cotta) 69 Sott'e'ncoppo (sottosopra) 70 'O palazzo (il palazzo) 71 L'ommo 'e merda (l'uomo senza princìpi) 72 'A meraviglia (la meraviglia) 73 'O spitale (l'ospedale) 74 'A rotta (la grotta) 75 Pullecenella (Pulcinella) 76 'A funtana (la fontana) 77 'E diavule (i diavoli) 78 'A bella figliola (la bella ragazza) 79 'O mariuolo (il ladro) 80 'A vocca (la bocca) 81 'E sciure (i fiori) 82 'A tavula 'mbandita (la tavola imbandita) 83 'O maletiempo (il maltempo) 84 'A cchiesa ( la chiesa) 85 Ll'aneme 'o priatorio (le anime del purgatorio) 86 'A puteca (il negozio) 87 'E perucchie (i pidocchi) 88 'E casecavalle (i caciocavalli) 89 'A vecchia (la vecchia) 90 'A paura (la paura)
Il personaggio esoterico più noto e temuto-amato dal popolo napoletano è "'o Munaciello", sorta di spiritello bizzarro che si comporta sempre in modo imprevedibile e sul quale sono sorte infinite leggende metropolitane e detti popolari. E' così vasta la testimonianza che riguarda questa simpatica "entità" che non vi è posto per nessun dubbio sulle sue "manifestazioni", che spesso sono oggetto di vivaci discussioni -da " basso " a " basso " -su come "onorare" questo spiritello che si mostra sotto forma di vecchio- bambino vestito col saio dei trovatelli accolti nei conventi. Scalzo, scheletrico, lascia delle monete sul luogo della sua apparizione come se volesse ripagare le persone, in genere fanciulle procaci e allegre, dello spavento provato o di inconfessate ( dalle fanciulle) confidenze "palpatorie" che ama a volte concedersi. Secondo una radicata tradizione "'o Munaciello" era il soprannome dato a un trovatello -molto malato - effettivamente vissuto in un imprecisato periodo tra il primo e il secondo Rinascimento, morto in giovane età, e noto per la sua dolce vivacità nonostante una debilitante malattia, a sua volta non ben definita. Gli occultisti pensano che questa versione se la sia inventata il popolo, arricchendola via
via di caratteristiche " bonarie", per non accettare la teoria -più esotericamente giusta -di una presenza demoniaca (spesso le forze del Maligno prendono l'aspetto di un frate per meglio ingannare le vittime) che tenterebbe ogni volta, con piccoli e grandi doni, di " comprarsi" un'anima. Ma si ha notizia di cospicui ritrovamenti di denaro e di situazioni divenute di colpo favorevoli, attribuiti al Munaciello, che non hanno necessariamente comportato la prevista " crusca" rendendo molto commestibile e nutriente questa "farina del Diavolo". E allora? Allora il popolino, ancora e nonostante tutto, si augura, con un tantino di sacro timore, la visita del lascivo e dispettoso Munaciello, atteso spesso inutilmente tutta una vita.
A Natale, tra le tante tradizioni che ci sono fra le quali: il presepe, l'albero, il pranzo,gli struffoli i dolci e tante altre cose, ce ne un'altra alla quale non ci si può tirare indietro ed è quella di ritrovarsi insime a tutta la famiglia a guardare la classica commedia di Eduardo ovvero: "NATALE IN CASA CUPIELLO".
S.Gregorio Armeno, con le sue botteghe, con le sue bancarelle, è il luogo del Natale napoletano, la meta obbligatoria di una passeggiata sentimentale alla ricerca di un pezzo nuovo da collocare sul presepio. San Gregorio Armeno è il crocevia della meraviglia natalizia. Anche molti giovani si sono accostati all'antica arte. Le tecniche sono quelle di una volta, ma sono cambiati i sistemi di propaganda. E' vero, il presepe continua ad essere un giudice infallibile dell'affetto dei napoletani: soltanto chi è molto amato, come Totò, Eduardo, Massimo Troisi, ha diritto di comparire accanto a Razzullo e Sarchiapone, a Benito, ai musicanti. Negli ultimi anni sono apparse nelle vetrine e sulle bancarelle le figurine di Madre Teresa di Calcutta e di Lady Diana, perfino dello stilista Versace; niente da scandalizzarsi, il presepe tollera tutto. La famosissima via S. Gregorio Armeno che deve il proprio nome all'omonimo complesso monasteriale . Qui è il centro di produzione e vendita dei pastori. La stradina è ricca su entrambi i lati di negozi/laboratori che invadono la sede stradale con bancarelle ed esposizioni varie. Ci si può trovare di tutto: dagli "scogli" preconfezionati (scoglio, come si sa, è nel lessico presepiale napoletano la struttura delle grotte, il paesaggio) in corteccia di sughera al motorino per i "fiumi" e le fontane; dal lampioncino a batteria alla bascula di bronzo; dal balconcino in metallo alla frutta in cera; dal pastore minuscolo (moschella) al pastore vestito in stile '700 da mezzo milione e più... un vero paradiso per i presepisti. Per saperne di più: www.portanapoli.com
Beh, ormai è inutile nasconderlo il Natale è quasi arrivato già lo si sente nell'aria e lo si vede dai negozi addobati per l'occasione. E anche per il mio blog sono arrivati gli addobbi, cosa ne pensate? Sicuramente ne aggiungerò altri per farvi sentire l'atmosfera di qusta bella festa. Nella zona in cui abito( nei pressi di S.Gregorio Armeno), tuttii negozi sono pieni di addobbi, presepi,pastori e tutte le altre cose e cosucce che servono per abbellire qualuncue cosa. Quindi se vi trovate a passare per Napoli, non fatevi mancare questa bella e sopratuto caratteristica passeggiata, così anche voi potete dire: "TE PIACE O PRESEPIE"! fidatevi da chi ci abita da sempre.... Ok? Un abbraccio a tutti.
In cielo non la trovi nel mare ce ne poca il diavolo ne ha una in paradiso ne troveresti due sull'Himalaia ne incontreresti tre e in tutto l'universo puoi cercare quanto vuoi,ma non ne troveresti nemmeno una. Che cos'è?
Nome: Mario Merola Data e luogo di nascita: 6 Aprile 1934, Napoli, Italia Data e luogo di morte: 12 Novembre 2006, Castellammare, Napoli, Italia Aspettavano, i napoletani, di risentire la sua voce tuonare come una nuova eruzione del Vesuvio, invece il cantante e attore Mario Merola è andato via senza sussurrare nemmeno una parola, nel silenzio più sacro, ma pur sempre sceneggiando la sua vita, lasciata ormai all'ultimo respiro, fra dolore e speranza. Per chi è totalmente estraneo alla sceneggiata, di cui era notoriamente il Re, Merola lascia un immaginario cinematografico visionario, labirintico e quasi incomprensibile, ma per chi invece ha la Napoli degli inganni e della musica nel sangue, la Napoli di quei quartieri dove l'aria ha il sapore di bucato steso ad asciugare al sole e di pummarola, Merola lascia in eredità un mondo filmico che è diametralmente l'opposto: lineare, intenso e soprattutto commovente. Nato da una famiglia di umili origini (suo padre era un ciabattino), nella sua giovinezza e, quindi anche durante le miserie del dopoguerra, cerca di sopravvivere come aiuto cuoco e scaricatore al porto di Napoli. Su incoraggiamento dei colleghi di lavoro, che ne apprezzavano le doti vocali e musicali, inizia a esibirsi come cantante nel repertorio classico della canzone napoletana, che lo porterà ad affacciarsi nei migliori teatri campani con la canzone "Malu Figliu", inserita subito in uno sceneggiato che lo vedeva come protagonista, raggiungendo nel giro di pochi anni un notevole successo e conquistando prima Napoli, poi l'Italia e perfino l'estero (soprattutto quel Nord America di emigrati italiani). Decide di dedicarsi esclusivamente al campo dello spettacolo e si guadagna fama e prestigio con quelli che sono i suoi cavalli di battaglia più tradizionali: "Guapparia" e "Zappatore". Instancabile artista, negli anni Sessanta realizza una discografia spettacolare, e non disdegna esibizioni in matrimoni e feste provate. Inoltre, a lui si deve la scoperta di un altro attore e cantante celebre napoletano: Massimo Ranieri. Uomo di mondo, con una vita fatta di eccessi, fra cui la buona tavola mediterranea, abbondante e ottima, fra il ventennio '70-'80, periodo in cui raggiunge la massima popolarità, rilancia la sceneggiata napoletana teatrale con la formula del triangolo: lei, lui e il mascalzone (issa, isso e o' malamente) arricchita dalla canzone popolare che poi trasporterà anche nei suoi B-movie. Il suo esordio sul grande schermo avviene nel 1973 con la pellicola Sgarro alla camorra di Ettore Maria Fizzarotti, storia ispirata a un fatto di cronaca nera, con Enzo Cannavale e Silvia Dionisio, cui seguiranno una serie di pellicole per la regia di Alfonso Brescia in cui Mario Merola diventa zappatore, carcerato che si dispera per la madre ammalata, analfabeta del quale il figlio arricchito ed imborghesito si vergogna e straniero in terra straniera. Sono gli anni di: L'ultimo guappo, Napoli serenata calibro 9, Lo scugnizzo, Napoli… la camorra sfida, la città risponde, Zappatore, Carcerato e I figli… so' pezzi 'e core. Ma non solo Brescia nella sua filmografia, anche Umberto Lenzi, Stelvio Massi, Ciro Ippolito, Stefano Calanchi che danno l'occasione a Merola di lavorare con i più grandi nomi del teatro del capoluogo campano: Angela Luce, Pupella Maggio, Franco Iavarone e Isa Danieli. Negli anni Novanta, minimante scosso dalle accuse di essere un camorrista, scopre il cantante Gigi D'Alessio (definito il suo figlio d'arte), con il quale incide la canzone "Cient'anne!". Al cinema si concede solo per Roberta Torre e per il suo Sud side stori (2000) duettando con Little Tony. Poi doppia il personaggio di Vincenzone nel film di animazione di Maurizio Forestieri Totò Sapore e la magica storia della pizza (2003). Nella musica, invece, è sempre presente, soprattutto accompagnato dalla voce del suo vero e unico erede: il figlio Francesco, anche lui cantante e musicista. Vero e proprio mostro del palcoscenico, in teatro come davanti alla cinepresa, cantore di una Napoli che non c'è più, il 7 novembre 2006 viene ricoverato nella sala di rianimazione dell'ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia per un edema polmonare, cui seguirà un'insufficienza cardio-respiratoria che lo condurrà alla morte il 12 novembre, vegliato da sua moglie Rosina e da tutti i napoletani che si sono stretti attorno a lui in un solidale abbraccio. Abilissimo nel ribaltare le logiche della mostruosità umana, dove si contrappongono l'anima gentile e il sorriso largo, prigioniere in un corpo rude e ingombrante e dalle mani grosse, Mario Merola lascia alla sua città e all'Italia tutta le sue canzoni, giudicate dai napoletani come autentiche poesie, e i suoi film di notevole intensità emotiva, ricche di incompresa e preziosa umanità. Va via l'icona della sceneggiata, lasciando dietro di sé una schiera di cantanti e attori.
E femmene so’ comme è stelle Si te pierde l’he ‘a guardà Ce ne stanno a mille a mille Peccerelle, so’ scintille Ca pazzeano mmiezo ‘o ffuoco
E pircio’ n’ ‘e ppuo’ acchiappa’ Si ll’affierre ‘e ffaie stutà Lass’ è stà lass è vula Pò te cuoce, te faje male E cù cchi t’à vuò piglià ?
Si sapisse comme é bello A vedè sti lampetelle Ca se specchiano int’all’uocchie è chi è ssape accarezzà
una è lloro é ‘a stella mia pecché quanno ‘a notte è scura e stu core s’appaura pare comme si ‘a sentesse che me dice;” Aize ‘a capa, siente addore ? Guarda ‘ncielo e staje sicuro, tanto io stongo sempe ccà ! “
GOMORRA
Pino Daniele - Annarè
Il bacio
Un bacio è un apostrofo rosa tra le parole Ti amo!
Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle storie fotografate dentro un album rilegato in pelle tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate un treno per l'America senza fermate avrai due lacrime più dolci da seccare un sole che si uccide e pescatori di telline e neve di montagne e pioggia di colline avrai un legnetto di cremino da succhiare avrai una donna acerba e un giovane dolore viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore avrai una sedia per posarti ore vuote come uova di cioccolato ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano camminerai dimenticando ti fermerai sognando avrai avrai avrai la stessa mia triste speranza e sentirai di non avere amato mai abbastanza se amore amore avrai avrai parole nuove da cercare quando viene sera e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse Natale di agrifoglio e candeline rosse avrai un lavoro da sudare mattini fradici di brividi e rugiada giochi elettronici e sassi per la strada avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare avrai carezze per parlare con i cani e sarà sempre di domenica domani e avrai discorsi chiusi dentro mani che frugano le tasche della vita ed una radio per sentire che la guerra è finita avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano camminerai dimenticando ti fermerai sognando avrai avrai avrai la stessa mia triste speranza e sentirai di non avere amato mai abbastanza se amore amore amore avrai
Inviato da: Tinuccia1986
il 13/08/2008 alle 12:56
Inviato da: fioremagico81
il 11/07/2008 alle 12:31
Inviato da: fioremagico81
il 14/06/2008 alle 16:07
Inviato da: fioremagico81
il 03/06/2008 alle 19:05
Inviato da: applausi_x_IBRA
il 18/05/2008 alle 18:45