Creato da lapassante0 il 11/02/2008

Chiaraviola

"Ci sono persone che lottano tutta la vita è di loro che non si può fare a meno" B. Brecht

 

 

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Amo Saviano

Post n°36 pubblicato il 04 Aprile 2008 da lapassante0
 

Saviano: «Caro Veltroni, più coraggio su potere e affari. Nomi nuovi per la svolta»

di Roberto Saviano 

Caro Veltroni, sono felice che tu abbia deciso di venire a parlare in questa terra. Sono felice che tu abbia accolto il grido che, attraverso le mie parole, gran parte di questo territorio avrebbe voluto urlare sull’assenza dell’argomento «mafie» e sulle proposte riguardanti la lotta all’economia criminosa in questa campagna elettorale.

Saviano: basta con la politica degli affari, guerra vera contro i clan

La politica ha perso autorevolezza, a Sud la mancanza di riforme ha distrutto ogni cosa. Ha avvelenato i territori, fatto divenire il cemento l’unica voce in attivo, reso difficile la vita all’imprenditoria sana, complicato i rapporti tra cittadini, imprenditori e banche, spinto all’usura, fatto perdere fiducia nelle amministrazioni. E ha permesso che ciò che funziona sia dovuto soprattutto all’impegno straordinario di molta parte dei cittadini meridionali. Un impegno straordinario, quasi eroico, di molte individualità, che però ha logorato le coscienze, reso estremamente faticoso vivere da queste parti. Bisogna ricordare i preziosi e rari esempi di una politica dimenticata, dimenticata da tutti poiché in queste elezioni molti nomi coraggiosi sono stati accantonati. Invece è necessario ricordare. Nella terra in cui ti trovi a parlare stamane, molti sono i politici che hanno pagato. Un vicesindaco è stato colpito alla schiena, rimanendo per sempre senza l’uso delle gambe. Lui che aveva deciso di non far camminare più senza ostacoli i clan di queste parti. E così i clan hanno deciso di non far più camminare lui. Un sindacalista è stato ammazzato nel 2002 per aver organizzato una resistenza al racket e al dominio dei clan. Un ex sindaco, per aver impedito alle imprese dei clan di decidere i piani regolatori, si è vista tappata la porta di casa con tonnellate di sterco di bufala. La politica deve partire da questi sacrifici. Mostrarsi immediatamente diversa da ciò che è stata. Ricorda, Walter, che la terra cui ti rivolgi è una terra dove tutto è difficile. Dove enormi capitali vengono fatturati e passano di qui per divenire poi hotel a Roma, aziende a Milano, negozi a Parigi, azioni a New York. Partono capitali, e partono anche le persone. I migliori talenti fuggono via. Dalla campagna elettorale è stato assente ogni discorso sull’emigrazione. Quella interna. Che è enorme: le statistiche dicono paragonabile soltanto a quella del secondo dopoguerra. Chi non va via, sembra non avere valore. Andare via sembra l’unica possibilità di sperare in una vita diversa. Ricorda, Walter, che le università del Nord, se non avessero gli studenti del meridione, avrebbero più della metà delle proprie entrate dimezzate. E da queste terre vanno via tutti. Tutti. Non dimenticare ciò che disse Giuseppe Mazzini ai suoi più giovani adepti: «Ricordate, l’Italia sarà quello che sarà il Mezzogiorno». Caro Veltroni, sappiamo che la politica non è magia, ma bisogna avere coraggio e dimostrare concretamente l’innovazione. Molto è stato fatto, ma con enormi fatiche. Qualche tempo fa sono stato con Fausto Bertinotti, Francesco Forgione, Corrado Gabriele, Gennaro Migliore e le associazioni antimafia a Casal di Principe: anche in quell’occasione i clan sono scesi in piazza. Hanno dimostrato il loro fastidio, hanno insultato, diffamato, tentato di delegittimare. Mostrandosi padroni del territorio e temendo che il loro potere potesse esser messo in discussione. Ma la terra dove sei stamattina è anche la terra dove un prete è stato ucciso per aver scritto un documento dal titolo «Per amore del mio popolo non tacerò»: ucciso per aver trovato le parole che raccontavano semplicemente ciò che era. E questo è bastato per condannarlo.Pronuncia quelle parole che più di tutte i boss temono: pronuncia i loro nomi, prometti che non ci sarà mai collusione implicita o esplicita con il loro mondo, con il loro sistema di risoluzione dei problemi, con le loro discariche, con i loro camion, con i loro voti. Prometti la fine della loro impunita latitanza. Conosco il peso della parola. Lo conosco, in questa terra. Usa parole che diventino «overtures» ai fatti. Nel Sud bisogna guardare ai problemi, che sono enormi, tali da oscurare il sole di ogni bellezza, la meraviglia della terra in cui potremmo vivere, lavorare e far crescere senza paura i nostri figli. Servono, sì, i fatti: bisogna catturare tutti i latitanti. Bisogna che a padrini come Zagaria e Iovine venga impedito di continuare ad amministrare i loro imperi criminali. Ma servono anche i nomi: bisogna indicare le persone a cui la politica vuole affidare la soluzione dei problemi. Quali sono le persone che cacceranno la camorra dagli appalti pubblici, dai comuni, dagli assessorati? Quali sono le persone che libereranno in modo stabile la Campania dalla vergogna dell’immondizia, unica regione in tutta l’Europa e forse in tutto il pianeta a non riuscire a risolvere il problema? Perché quella che altrove è la normalità da noi deve essere un miracolo? Quali sono le persone che strapperanno il suolo, l’acqua e l’aria di questa terra guasta dalla maledizione dei veleni che fanno marcire il nostro sangue? Le stesse che hanno governato finora? Le stesse che hanno permesso di arrivare a questa palude in cui stiamo sprofondando, che hanno tollerato la degenerazione fisica e morale? Le stesse che continuano a lavarsene le mani invocando le responsabilità altrui per non affrontare le realtà? Questa terra si aspetta che farai riferimento a ciò che non è stato fatto sino ad oggi. Avere il coraggio di confessare gli errori della propria parte. Di azzerare dirigenze che hanno confuso il bene comune con il proprio bene.

Necessario saper confessare anche gli errori della propria parte. Il sogno di Bassolino è finito

Il sogno riformatore dei primi anni di Antonio Bassolino si è trasformato in un continuo tentativo di mantenere i propri poteri, e la vita pubblica è stata spesso un susseguirsi di posti assegnati per quota politica e non per capacità. E, invertendo il mito di Saturno, sono i figli che si sono mangiati il padre. I suoi uomini e il suo sogno si sono infranti su una realtà che aveva perso la spinta riformatrice iniziale. Una spinta che aveva dato speranza al Sud. E qui in Campania si è parlato di musei e mostre, troppo spesso per coprire contraddizioni sociali enormi mai affrontate e risolte costruendo centri commerciali tra i più grandi del mondo in una delle realtà più depresse d’Europa. La cultura non può imbellettare le nefandezze, e i supermercati sterminati non possono sostituire la mancanza di crescita sociale. La politica viene odiata perché percepita esclusivamente come estensione di affari, strumento usato - nel migliore dei casi - per aumentare la propria sfera di potere o i propri conti in banca. La politica ha perso la sua vocazione primaria, ossia di creare progetti, di stabilire obiettivi, di mettere mano con determinazione alla risoluzione dei problemi. Nessuno crede che la politica debba costruire paradisi: che ce ne scampi il fato da questa maledizione. Nessuno può pensare che ci siano ricette taumaturgiche, che basti un po’ di decisionismo e di buona volontà per risanare ciò che per decenni è stato lasciato incancrenire. Ma si deve mutare. Gli elettori non ne possono più. Purtroppo non tutti i partiti hanno avuto il coraggio di mettere in conto di rischiare voti pur di dire ai mafiosi e alle loro clientele da che parte stanno. È con amarezza che ho dovuto prenderne atto. Ricordavo che, nelle elezioni del 1992, parlamentari del Msi votarono per Paolo Borsellino come presidente della Repubblica nel corso dell’undicesimo scrutinio. Invece, oggi, pochi hanno risposto al richiamo a quella tradizione. Io non sono un politico ma uno scrittore, e in quanto tale posso parlare non solo a una parte. E non voglio perdere la speranza che anche la base del centrodestra in queste terre possa indignarsi e raccontare degli errori dei propri dirigenti, delle connivenze, degli affari. Caro Veltroni, io spero che le parole che hai pronunciato e che mi auguro pronuncerai ancora quando verrai da queste parti, abbiano e avranno un peso.Però non dobbiamo illuderci: questo non basta. Servono i fatti. Fatti che vadano oltre ai successi ottenuti con gli arresti e le confische dei beni. Fatti che riguardano anzitutto la cattura dei grandi latitanti che con la loro lussuosa impunità incarnano l’impotenza dello Stato nella lotta ai clan. Servono strumenti più incisivi per combattere l’infiltrazione negli appalti, da cui i vampiri dell’economia criminale traggono la loro energia; servono fatti nella lotta al riciclaggio internazionale che permette alle loro ricchezze di contagiare aziende e Stati. E servono persone. Servono, più di ogni altra cosa, sempre più persone che in politica si facciano garanti che gli impegni presi in tal senso possano essere mantenuti. Persone che sappiano segnare una svolta rispetto ai veleni che oggi imprigionano la speranza dei cittadini onesti di questa regione. Non riusciamo a specchiarci in figure che sembrano non voler guardare l’abisso in cui le nostre anime e i nostri corpi stanno sprofondando. Questa regione, questi cittadini chiedono una speranza. Quella speranza che tu, Walter Veltroni, hai promesso. Sarai nel Casertano, in uno dei beni confiscati alle cosche. Non ci sarò perché, lo sappiamo, non è a me che devi parlare, ma a quei cittadini che chiedono proprio un sogno: la legalità. Sarà un lavoro lungo, duro, faticoso. È - come chiamiamo noi il lavoro - fatica, fatica vera. Ma in questa terra noi i bambini li chiamiamo «criature». Ed è per loro che va fatto: perché quando crescono quelle «criature», non si vagheggino anche loro create ad immagine e somiglianza di qualche boss. È una guerra. Ma si può vincere. Forse. 
di Roberto Saviano

Grazie a tutti
"Ringrazio tutte le vostre parole, tutto ciò che mi avete scritto, i vostri abbracci, i vostri sussurri. lo stare vicino. mi avete dato l'umanità che in questa condizione si perde spesso.
grazie davvero"
rs

Aggiornamento:

tratto da

http://www.myspace.com/oltregomorra  

SIPARIO

Su il SIPARIO!!!!!...nasce in questi giorni e sarà in allestimento continuo e costante, questo nuovo social network "OLTRE GOMORRA".

Perchè "OLTRE Gomorra"?

Motivazioni quanto mai molteplici ma riconducibili ad un unico capisaldo, "Gomorra" del prezioso Roberto Saviano, opera pregevolissima, come la ha affettuosamente definita il Procuratore Giancarlo Caselli durante una conferenza tenuta in Piemonte nell’ambito degli incontri sulla CULTURA DELLA LEGALITA’.

Gomorra, oltre ai contenuti trattati, agli squarci di cruda ed agghiacciante verità, aperti sul "cono d’ombra" del tentacolare fenomeno di potere del SISTEMA camorra, insegna ,vieppiù ,quanto possa la parola costituire arma oltremodo affilata, per la quale crollano i castelli di carte e vacillano pericolosamente gli imperi inabissati dell’illecito e del loro omertoso silenzio di circondario.

Le parole di chi  sappia adoperarle per ricercare, osservare, supporre il vero, diventano arma preziosa ed inalienabile che risponde alle regole ferree oltre che del  costrutto logico grammaticale, a quello della oggettività limpida ed acuta dell’osservatore.

ECCO COSA.Le parole come GERMOGLI che nascono laddove ci sia voglia di vita, speranza e verità, di RADICI e di REGOLE.

E dunque OLTRE Gomorra...per continuare a camminare lungo una strada ancora lunga ma ad occhi aperti e corroborati da ottime premesse.

 
Rispondi al commento:
cateviola
cateviola il 06/04/08 alle 18:32 via WEB
Sorellina, chiedi a Roberto se è il caso di fidarsi del PD... un bacio
 
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La ragione l'è dei bischeri

Il fiorentino ama la rissa (verbale) , il dissenso aperto, la battuta pronta e diffida di chi gli dà facilmente ragione, perché ci tiene ad averla, ma quando si sente dire "L'ha ragione, l'ha ragione..." sospetta che lo si prenda in giro (per bischero) e che uno gli dia ragione per poter continuare a fare quello che gli pare.

In passato era ben vivo il gusto per le allusioni, la battuta con o senza doppio senso da cogliere al volo o dimenticare per sempre. Perché una battuta spiegata è un disastro. (Caterina)

Io con Caterina, la mia sorellina di cuore...

I Fiorentini sono dei passionali trattenuti e la fiorentinità è loro scudo. Prendono in giro gli altri soprattutto quando fanno cose che farebbero anche loro, in un festival perverso di autoironia. Questo scudo li rende spesso un po' chiusi, un po' orsi, tanto sono diffidenti, sospettosi, sempre pronti a pensare che gli altri li vogliano fregare. Ma è anche la loro salvezza: Firenze difficilmente si plasma, difficilmente si piega. Il loro terreno non è fertile per chi vuole piazzare le tende delle limitazioni alla libertà, e di questo i Fiorentini ne saranno sempre tremendamente orgogliosi e fieri! (Sandro)

I miei amici con i quali condivido la mia passione viola... Sandro, Caterina, Cristian, Simone e Salvatore, intelligenza e cuore: persone splendide.

 

E LA FIORENTINA

E’ tutto peggiorato nel mondo, non solo nel calcio, e allora bisogna partire da se stessi: in Italia si amano i riti, anche quelli falsi, evidenti, ridicoli… il calcio è un po’ tutto questo. Non so se siamo tifosi idioti, ma so che siamo veramente innamorati e che allo stadio andremo ancora. E sia chiaro:  non vogliamo regali, anche perché sappiamo che così è più bello vincere e non ce ne frega niente se siamo gli unici a farlo (o forse qui mi illudo?). Siamo rimasti solo noi? E allora diamo il meglio di noi stessi, non ci pentiremo, ma soprattutto teniamoci ben stretta la nostra diversità.

... penso all’urlo collettivo di Firenze, a quel modo di gridare al mondo la propria voglia di esserci.
Non esistono tifoserie capaci di esplodere d’amore infinito come i fiorentini. Una parte dell’Italia se ne è accorta, ma sinceramente non ci interessa… in fondo quelli che ora ci fanno i complimenti, sono gli stessi che hanno cercato di distruggerci… ipocriti…
Ci guardiamo in faccia e ci accorgiamo di avere negli occhi una luce nuova, intensa, brillante…quella luce è la Fiorentina. Hanno provato a portarcela via, non ci sono riusciti. E sapete perché? Immaginate di chiudere gli occhi, di riaprirli e accorgersi di vivere un sogno vero. Un sogno chiamato Fiorentina. Squilla il telefono, è un’amica, non tifosa, ma evidentemente contagiata…”Chiara, sono strafelice per te…un amore sincero non muore mai”.

 

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Essenso figlia privilegiata di due ex sessantottini il mio cuore è inevitabilmente ROSSO... Posso vantarmi di essere sempre rimasta fedele alle mie idee, anche se i tempi cambiano e la politica di oggi non è granchè. VORREI PIUTTOSTO AVERE LA STESSA DIGNITA' E FORZA MORALE DI QUESTI GRANDI UOMINI E DONNE, ALCUNI DI LORO VERI MARTIRI... SALVADOR ALLENDE, ERNESTO CHE GUEVARA, FIDEL CASTRO, JOSE' ZAPATERO, ENZO BIAGI, NILDE IOTTI, ENRICO BERLINGUER, PALMIRO TOGLIATTI, ALDO MORO. NELL'ATTUALITA', OLTRE A WALTER VELTRONI E ZAPATERO, ABBIAMO ROBERTO SAVIANO, UN RAGAZZO ECCEZIONALE E SONO ORGOGLIOSA CHE CI SIA UN ITALIANO, COETANEO CAPACE DI RIMANERE COSI' INTEGRO, LUCIDO, INTELLIGENTE E FORTE... LA SUA TRAGICITA' MI RICORDA PER CERTI VERSI QUELLA DI PASOLINI, LA SUA COERENZA INTELLETTUALE E' LA STESSA DI ENZO BIAGI, LA SUA PASSIONE PARI A QUELLA DI INDRO MONTANELLI... FINCHE' SCRIVERANNO PERSONE COME LUI, POTREMO ANCORA AVERE SPERANZA IN QUESTO MONDO.

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