Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

 

« Tonetto: "A Roma sto viv...Controlli medici per Aqu... »

Oggi moriva un pazzo assassino sanguinario

Post n°697 pubblicato il 09 Ottobre 2007 da Urbe_immortale

Oggi è il 9 ottobre e per la prima volta da quando ho crato questo blog, voglio parlare qualcosa al di fuori del calcio e che mi porterà ad avere anche le critiche di chi non la pensa come me, ma chissenefrega.

Oggi è l'anniversario della morte di un pazzo assassino sanguinario, che l'idiozia comunista ha eletto a mito: Ernesto Che Guevara.

«Vi sono innumerevoli forme di oppressione, alcune più sottili delle altre, talvolta abbellite dal richiamo alla giustizia sociale, talaltra mascherate dalla scusa della sicurezza. Per questo, riconoscere e denunciare il subdolo meccanismo psicologico per mezzo del quale i nemici della libertà cercano di indurci ad accettare una servitù volontaria è uno dei compiti più urgenti del nostro tempo». Così scrive Alvaro Vargas Llosa nell’introduzione de “Il mito Che Guevara e il futuro della libertà” (Lindau, pp. 112, euro 12). Nel resto del libro, l’autore si dedica a questo compito demolendo Ernesto Che Guevara, l’icona alla quale si richiamano movimenti più o meno rivoluzionari e, almeno in America Latina, uomini politici di primo piano come il venezuelano Hugo Chávez. Oltre, naturalmente, a Fidel Castro.

Il Che è diventato un simbolo di libertà, uguaglianza, ribellione al dispotismo. Addirittura pacifismo. Vargas Llosa sottolinea il primo paradosso. Le icone vendono bene: «Guevara, che tanto (o poco?) ha fatto per abbattere il capitalismo, è oggi ridotto al più classico marchio capitalista». In effetti, il suo volto adorna «tazze, felpe, accendini, portachiavi, berretti, sciarpe, bandane, camicie, borse, jeans, confezioni di the alle erbe». I seguaci del culto, tra cui si annovera anche Diego Armando Maradona, conoscono la vera storia del loro eroe? Pare di no.

Ministro dell’Industria incompetente, è lo stesso Guevara ha sintetizzare il proprio sanguinario ideale di giustizia nel suo “Messaggio alla Tricontinentale” (1967): «L’odio come fattore di lotta - l’odio intransigente contro il nemico - che spinge oltre i limiti naturali dell’essere umano e lo trasforma in una reale, violenta, selettiva e fredda macchina per uccidere». «Selettiva» fino a un certo punto. Nella prima metà del 1959, a rivoluzione ormai conclusa, Guevara dirige la prigione di La Cabaña, anche nota come “galera de la muerte”. I nemici politici sono sottoposti a processi sommari. Il Che impartisce disposizioni precise ai membri del tribunale: gli accusati sono tutti assassini e devono finire al muro. Stime attendibili parlano di 400 esecuzioni in meno di sei mesi. Forte di questa esperienza, il Che crea, insieme con Fidel, l’apparato di polizia che ridurrà in schiavitù sei milioni e mezzo di cubani. Nel 1961, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci, il nuovo Stato di polizia si consolida. Secondo il Che è l’occasione buona per far sì che i contro-rivoluzionari «non rialzino mai più la testa». La categoria “contro-rivoluzionario” è intesa nel modo più estensivo possibile. Le porte dei campi di concentramento progressivamente si spalancano per «dissidenti, omosessuali, cattolici, testimoni di Geova, sacerdoti afro-cubani e altri indesiderabili». C’è un aspetto poco noto che merita di essere descritto: il moralismo del Che. «Nel 1958 - scrive Vargas Llosa - dopo aver preso la città di Sancti Spiritus, Guevara cercò (senza successo) di imporre una sorta di shar’ia regolamentando i rapporti fra i sessi, l’uso dell’alcol e le scommesse informali». Il tutto all’insegna di un puritanesimo che il comandante non si sognava neppure di applicare nella sua vita personale.

Anche l’ideale collettivista poggia su massime non esattamente democratiche quali: «Le masse in lotta approvano la rapina delle banche, perché in esse non è depositato uno solo dei loro soldi». Il metro di misura della bontà delle riforme economiche consiste nel numero di individui «che capiscono che nella nuova società non c’è posto per loro». Fra il 1959 e il 1961, Guevara ha in mano le leve dell’economia cubana, prima come direttore della Banca Nazionale, poi come ministro dell’Industria. I risultati sono disastrosi. In quel periodo, scrive Vargas Llosa, «si verificò il crollo pressoché completo della produzione di zucchero, l’industrializzazione fallì del tutto e si dovette ricorrere al razionamento». La riforma agraria fu un affare per i burocrati: le terre sottratte ai ricchi non finirono ai contadini ma agli uomini dell’apparato politico, agli amici del Che. Fra il 1961 e il 1963 il raccolto si ridusse della metà.

Perfino l’immagine di genio della guerriglia mostra qualche crepa. Il maggiore successo di Guevara contro Batista, la conquista della città di Santa Clara, è stato messo in discussione di recente. Pare infatti che la resa fu concordata in cambio di una forte somma di denaro. I gruppi di guerriglieri organizzati in Nicaragua, Repubblica Dominicana, Panama e Haiti finirono presto e male. Disastrosa la spedizione in Congo. Guevara si schierò al fianco di due ribelli contro il regime congolese appoggiato dagli Usa. Il primo si chiamava Mulele. Dopo aver preso la città di Stanleille fece vedere di che pasta era fatto: fu assassinato chiunque sapesse leggere e portasse la cravatta. Il secondo era Laurent Kabila, un altro assassino patentato, come risulterà evidente negli anni Novanta. Nel 1965 Guevara capì che la partita era persa e cambiò aria. Salì al potere Mobutu che instaurò una tirannia destinata a durare decenni. La missione in Bolivia fu invece dilettantesca. Il Che non si accorse di non avere l’appoggio né dei contadini né del partito comunista boliviano. Fu catturato nella gola dello Yuro subito dopo aver incontrato l’intellettuale francese Régis Debray. Il giorno dopo, domenica 9 ottobre 1967 viene ucciso, verso le 13,10, il guerrigliero catturato - ha un berretto nero, un'uniforme militare assai sporca, una giacca azzurra con cappuccio, il petto quasi nudo, la camicia senza bottoni - sistemato provvisoriamente su una panca con i polsi legati, è ucciso, mentre ancora gli sanguina una ferita alla gamba destra. È finito da una scarica a bruciapelo di un mitra M-2. Le ultime parole che ha proferito nei confronti del sottufficiale dei Rangers governativi boliviani Mario Teràn sono state di sonante disprezzo: "Spara vigliacco, che stai per uccidere un uomo". Il guerrigliero cadde a terra con le gambe maciullate, contorcendosi e perdendo copiosissimo sangue. Altri due sottufficiali, entrati ubriachi nella stanza, spararono ciascuno un colpo, direttamente sul volto.

Nel pomeriggio, il comandante del reparto boliviano , che è il maggiore Ayoroa, dispone che il corpo venga adagiato su una barella e gli sia legata la mandibola con un fazzoletto perché il volto non si scomponga. Un fotografo ambulante ritrasse i soldati e il suo sacerdote intento a lavare le macchie di sangue. L'elicottero volò allora in alto con il corpo sfigurato del guerrigliero. Al sottufficiale Teràn hanno promesso un orologio e un viaggio a West Point per frequentare un corso. Egli ha ucciso il comandante Ernesto Che Guevara Lynch, detto il Che, medico argentino che, con decreto governativo del 9 febbraio 1959, è stato naturalizzato cubano per servizi resi alla Rivoluzione. Un pazzo assassino sanguinario fatto eroe dall'ipocrisia comunista!

 
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Commenti al Post:
hoppipolla_sigurros
hoppipolla_sigurros il 09/10/07 alle 11:57 via WEB
Purtroppo ci sono tanti comunistelli che sono di sinistra per moda ed indossano le magliette con la faccia di quell'assassino senza sapere un minimo di storia e senza sapere chi fosse realmente quel pazzo sanguinario, e pedofilo, di Che Guevara. Si, pedofilo, perchè è bene che si sappia che nel “Campo di lavoro correzionale”, ossia di lavoro forzato che rano dei veri e propri lager, di Capitolo, nella zona di Palos, c'erano soltanto bambini sotto i 10 anni, figli di oppositori a loro volta incarcerati e uccisi, per essere “rieducati” al comunismo. Già, rieducati da carcerieri pedofili, autorizzati a compiere gli abusi più efferati dal loro ispiratore, pedofilo in "corpore" anche lui. Bel mito del cazzo che hanno sti comunisti!
(Rispondi)
 
hold72
hold72 il 09/10/07 alle 13:09 via WEB
Fino ad oggi ti stimavo per il lavoro che quotidianamente fai per aggiornarci in modo puntuale e preciso sulla nostra ROMA. Da oggi ti adoro per aver fatto luce su questa verità. BRAVO!!! P.s.: posso pubblicare il tuo articolo sul mio blog?
(Rispondi)
 
 
Urbe_immortale
Urbe_immortale il 09/10/07 alle 15:33 via WEB
Certo che puoi pubblicare questo post sul tuo blog. D'altronde, queste verità sono pubblicate su diversi siti che hanno la volontà di far luce sulla storia, la storia vera, non quella raccontata dai mistificatori comunisti...
(Rispondi)
 
Gioez
Gioez il 09/10/07 alle 16:27 via WEB
Complimenti Urbe, sei un grande. Purtroppo non ho mai capito come una persona del genere potesse essere considerata un "eroe". Se ragionassimo così Stalin sarebbe un eroe in misura maggiore... ciao e sempre forza Roma.
(Rispondi)
 
antijuventini
antijuventini il 10/10/07 alle 10:38 via WEB
ciao urbe adoro il tuo blog è fatto molto bene, aggiornatissimo.. ma non vedo che c'entra questo argomento con ROMA e LA ROMA... ma perchè sta maledetta politica non proviamo a lasciarla fuori dallo sport???? FORZA MAGGICA ROMA
(Rispondi)
 
 
Urbe_immortale
Urbe_immortale il 10/10/07 alle 12:04 via WEB
Lo sò, caro mio, te ne dò atto, però questa è stata la prima volta in 13 mesi di blog che ho parlato di un fatto extra-calcio. Ti assicuro che la cosa accadrà ancora raramente, o per niente, ma questa era una cosa a cui tenevo e che non mi andava giù. Tutto qui... Forza Roma!!
(Rispondi)
 
brokenheart74dgl
brokenheart74dgl il 15/10/07 alle 19:18 via WEB
Sono capitato su questo blog per caso, non ritenendo il calcio, soprattutto quando assume forme di fanatismo, che un ulteriore "oppio per il popolo", ma questo è un altro discorso. Fatto sta che mi son ritrovato a leggere questo post al quale in realtà non volevo nemmeno farne un commento, vista l'ovvietà truistica, banale, astorica, acritica non dell'argomento trattato. Ho visto che sei un imprenditore e ciò mi fa comprendere quella che presumo possa essere, da ciò che traluce dal tuo post, la tua posizione politica: è chiaro che la mia è fondamentalmente oppost, ma ben venga il confronto quando esso è costruttivo. Non so se tu conosca la vita del Che al di là di ciò che è trattato nel libro di Vargas - la cui vita privata e pubblica, tralaltro, lascia alquanto a desiderare in quanto a giustizia, etica, veridicità delle fonti ecc -, certo è che il Che era soltanto un uomo e non un mito, un DIo o un privilegiato eroe ultraterreno: solo un uomo, come me e te. Una differenza però fondamentale lo rendeva diverso da Noi: lui non se ne stava seduto dietro un PC (analogicamente parlando) o a dedicare il suo tempo a una squadra di calcio, quasi quest'attività fosse di chissà quale importanza o valore. No, pur errando - era un semplice uomo, lo ripeto, e in quanto tale passibile di sbagliare)egli cercò di cambiare qualcosa in questo mondo, in questo sistema ove vige una pseudolibertà e in quello del tempo ove persino quest'ultima era nemmeno lontanamente presente. Si parla spesso della violenza del Che per edenigrare iul suo operato, ma credete che le forze dell'esercito di Batista o dei governi filo-americani fascisti usassero le parole, o delle piume per soggiogare i popoli dell'America Latina? Com'è facile sparare sentenze quando si ha avuto la fortuna - come noi - di non aver mai sofferto la fame; di potersi impegnare per raggiungere un obiettivo gratificante senza preoccuparsi di essere pestati a sangue da un soldato governativo; di avere un computer per parlare della propria fede calcistica - di cui continuo a non comprendere il fondamento -, insomma è semplicistico e comodo sparare sentenze e giudizi in modo gratutito dall'alto del proprio benestare. Questo modo di argomentare contro il Che, assomiglia a quello adottato nei confronti delle critiche dei C.L.N. partigiani nell'epoca fascista: Senza il loro intervento armato, contro le falangi fasciste armate anch'esse, noi non saremmo certo qui a poter discorrere. Fuor d'analogia, Signori miei, nei paesi che noi sfruttiamo e su cui fondiamo il nostro benessere, si muore di fame e il potere è oggi, come lo era al tempo del Che, in mano a forze pseudodemocratiche che sparano sulle folle per mentenerle sotto il loro controllo, sotto il controllo del poter economico del neoliberalismo occidentale. Nè è un esempio moderno l' EZLN nel Chiapas che lotta per l'indipendenza degli indios: una lotta contrastata da Fox, il presidente fantoccio appoggiato dagli USA, con l'esercito armato. Lo ripeto è semplicistico e ipocrita sparare sentenze dall'alto della propria posizione privilegiata ... ma adesso mi fermo perchè so di diventare noioso e che questo non è il luogo adatto a trattare di tali argomenti. Solo una cosa per riassumere il tutto: non ho nulla contro le critiche quando sono costruttive e fondatamente e dialetticamente articolate, come in questo post sul Che non avviene affatto. Questo blog ha come tema il calcio, argomento del quale credo tu sia esperto: lo stesso non mi sembra per quanto concerne il Che. Saluti Brok
(Rispondi)
 
 
Urbe_immortale
Urbe_immortale il 16/10/07 alle 01:23 via WEB
Vedi, caro Brok, tralascio il discorso calcio, perché se a te l’argomento è di totale disinteressa, non vedo perché debba esserlo per altri. Ti dichiari comunista, e da quel che leggo nel tuo scritto, lo sei della peggiore specie. Per comunisti della peggiore specie intendo quei comunisti che credono nell’ottusità di quell’ideale che ha portato nel mondo ben 20 volte il numero di morti del nazismo e che ha fallito miseramente ovunque ha esercitato la sua dittatura, lasciandosi dietro una scia di morte e povertà. Ronald Reagan diceva una grande frase: “Comunista è chi legge Marx e Lenin, anti-comunista lo è chi li capisce”. Il comunismo che tu decanti è quel movimento dittatoriale che ovunque ha scritto la storia attraverso la sua occultazione, la sua manipolazione e falsificazione. Se la parola lager è usata in ambito nazismo, corrisponde alla definizione di campo di concentramento, di prigionia, di tortura e di sterminio; se la stessa parola viene usata parlando dei lager sovietici o cubani di Che Guevare, allora il lager è un campo militare per addestramento militare, così come voi alle foibe date il significato di cavità carsica più o meno profonda prodotta dalle acque correnti ed a quella di gulag attribuite la corrispondente traduzione di "campo di rieducazione". Il vostro interesse, ancora oggi nonostante la realtà che i crimini comunisti siano di gran lunga superiori e peggiori di quelli nazisti (bada bene, non è una gara, ma soltanto l’attestare la vostra incapacità di ammettere i vostri stermini), è quello di dimenticare e negare, perché di fronte alla negazione dei crimini del comunismo, è più semplice elevare simboli e bandiere di Lenin o di Che Guevara, ovvero simboli di morte e umiliazione dei diritti fondamentali dell'uomo e della sua dignità. Il comunismo ha agito in maniera molto simile in tutti i Paesi nei quali ha raggiunto il potere, dall'Unione Sovietica alla Jugoslavia, dai paesi dell'Europa dell'Est all'Albania, da quelli dell'Asia sovietica a quelli dell'America latina, ed ha riprodotto quasi sempre gli stessi scempi che nell'arco di pochi anni si sono compiuti per mano dei regimi nazionalsocialisti. Ma la differenza che ha contraddistinto il comunismo dal nazionalsocialismo è nella menzogna di fondo di cui il comunismo si è dipinto, che pur mantenendo la sua identica forza distruttiva, si travestiva da redentore. Per questo i genocidi comunisti devono essere ricordati e non dimenticati o nascosti come avete fatto fino ad oggi, esaltandone addirittura chi, come quel criminale di Che Guevara, li commetteva. Ma voi avete letto la storia soltanto sui libri di scuola, e nessun professore vi ha mai raccontato di 200 milioni di persone morte, nessuno vi ha documentato questa che è una storia negata. Ed è lecito indagare sulle ragioni per le quali chi sapeva ha preferito tacere, anche su fatti e crimini della nostra Patria, come quelli commessi da Palmiro Togliatti che accolse i titini come liberatori e realizzò uno scambio tra Gorizia e Trieste, come tutti i crimini commessi dagli “eroi” partigiani, che dal 1945 al 1948, in tempo di pace, uccisero circa 100.000 persone solo perché erano stati fascisti durante e prima la guerra, uccidendone anche le moglie e i figli. Che ne sai tu di fosse fatte scavare con le proprie mani, per poi esserci gettati dentro, ricoperti di benzina e dati alle fiamme, solo perché moglie e figli di fascisti già uccisi in precedenza? E si era nella Valtellina del 1946, ’47 e ’48. Questi sono i vostri eroi! Come quel comandante partigiano di nome Rocca "specializzato ad uccidere personalmente i prigionieri fascisti squartandoli a colpi di pala". Questo “valoroso” partigiano, ovviamente, non ha avuto alcun problema per i suoi atti, se non una medaglia d'oro. Essere contro il comunismo non è una contingenza politica, ma è un principio ed un dovere morale, e il comunismo non lo si combatte con l'anticomunismo urlato ma semplicemente raccontando i fatti e ricercando quella verità che voi beceramente avete sempre occultato. Ma se un tempo chi vi raccontava la storia era pagato per disinformare e disinformarvi, oggi a sinistra si segnalano professori per la loro imbarazzante ignoranza. E' di pochi giorni fa un articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica di Tabucchi, autore tanto in voga e pompato dall'intellighenzia di sinistra, che tranquillamente si è preso il lusso di dichiarare che Gramsci fosse morto in carcere. Non c’è da stupirsi quindi se voi catalogate Che Guevara come un eroe buono e giusto, e non per quello che ra: un pazzo sanguinario, assassino crudele e sterminatore dei suoi oppositori e degli oppositori del regime comunista. E' evidente che dinanzi a simili mistificazioni si comprende anche perché sia abilmente taciuto da questi "professionisti della menzogna" la vera essenza del patto Molotov-Ribbentrop che nel 1939 ha sancito la nascita dell'asse nazi-comunista e che diede il via libera a Hitler per l'eliminazione degli ebrei. Fu in quel frangente che Stalin, in segno di concordia, si permise di offrire in "regalo" ad Hitler tutti gli ebrei internati nei gulag. Questo è un dato storico, provato, inconfutabile: la persecuzione degli ebrei partì con il benestare di Stalin, dei comunisti. Innegabile a tal punto che nei libri di storia non v'è menzione alcuna. All'epoca, inoltre, Hitler non doveva di certo apparire come un mostro dai "benpensanti rossi", visto che esiste un saggio vergognoso di Palmiro Togliatti per il quale il patto fu la conseguenza dell'aggressione ai danni della Germania compiuta da Francia e Gran Bretagna. Tornando al tuo mito, Ernesto Che Guevara, paradossalmente la cosa che lo salva è essere stato un dittatore pazzoide e sanguinario. Pertanto, ogni volta che c’è da tirare le somme sul suo operato, tralasciate di menzionare la conta dei morti, dei perseguitati, dei bambini stuprati e squartati nei campi di concentramento. Alla responsabilità di Che Guevara sono difatti ascrivibili numerosi crimini che, ancorché meno efferati della media, risultano essere altrettanto odiosi e destabilizzanti. E pensare che se Fidel Castro e quell’altro fenomeno del fratello non avessero raccattato Ernesto Che Guevara (ricco e possidente a Buenos Aires…) per giocare alla rivoluzione, del tisico dottor morte argentino oggi si sarebbe perso ogni ricordo. E invece ce lo ritroviamo a simboleggiare nientemeno che la libertà. Siamo l’unico pianeta della galassia che celebra come eroe della pace e della giustizia uno squallido sterminatore, un assassino violento e vendicativo, santificato a suon di magliette. Anche perché non esiste verso di spiegare a voi sventolanti dell’effige del sanguinario-pazzoide che in realtà ci sarebbe un equivoco. Vi si può dire tutto il possibile su La Cabana, sulla prigione di Santiago "Nueva Vida" che ospitava soltanto adolescenti, su quella di "Palos" che invece ospitava bambini di dieci anni o su quella di "Nueva Carceral de la Habana del Est" che rinchiudeva omosessuali dichiarati o sospettati. Voi queste atrocità nemmeno le ascoltate: aspettate che chi ve le racconta si fermi per prendere fiato, poi guardate con un sorriso disarmante e dite: “No, cioè, perché lui era un sognatore, capisci?”.
(Rispondi)
 
 
 
cieloblu8
cieloblu8 il 19/10/07 alle 01:48 via WEB
ho letto lo scritto di brokenheart74dgl e mi domando una sola cosa: chi credi di essere? quanto pensi che durerà ancora il castello di menzogne che la sinistra ha costruito su se stessa facendosi passare per "buona e liberatrice"? Vi rendete conto che non potete piu investirvi della ragione assoluta come hanno fatto i vostri predecessori partigiani? loro l'hanno fatto perchè avevano comunque combattuto e "vinto" una guerra, che i perdenti subiscano è fisiologico, ma stavolta la storia scritta dai vincitori non è stata omologata in eterno...i romani hanno scritto che gli etruschi erano cattivi e che fino alla seconda repubblica sono sempre stati attaccati...ma sarà vero?beh, nessuno di quegli sconfitti ha scritto e poteva farlo, ora la gente sa scrivere, ci sono gli organi di informazione ora la gente sa come e dove informarsi! e non venire venderci i partigiani come eroi, hanno aperto il sedere ai nuovi dominatori, tutto qui
(Rispondi)
 
 
 
 
brokenheart74dgl
brokenheart74dgl il 19/10/07 alle 11:44 via WEB
Cieloblu, non credo di essere null'altro che un semplice uomo che espone le proprie idee e al quale piace confrontarsi con gli altri, ammettendo la possibilità di avere torto e di imparare dai propri errori. Probabilmente se Urbe_immortale avesse pubblicato la mia risposta al suo ultimo commento (non censurandola, nonostante io non abbia usato mai ne linguaggi scurrili, tantomeno offensivi),nella quale trattavo proprio dell'eroicizzazione, della miticizzazione e di quel "voi" nel quale anche tu mi fai rientrare, non avresti scritto questo post, perchè avresti compreso quale è il mio modo di essere. Urbe avrà avuto i suoi buoni motivi per non pubblicare la mia risposta (chissà perchè la tua, confacente alla sua prospettiva, però ha subito ottenuto la sua approvazione!!!), ma quasta censura è un esempio - seppur banale - di come "l'informazione possa far sapere alla gente" solo quello che ritiene essa debba sapere. Dunque non parlatemi proprio "Voi" di libertà dell'informazione, per favore. Ma forse non leggerai mai nemmeno questo post ... UN saluto Brok
(Rispondi) (Vedi gli altri 3 commenti )
 
 
 
 
Urbe_immortale
Urbe_immortale il 19/10/07 alle 12:16 via WEB
Non ho pubblicato la tua risposta per due semplici motivi: 1) non era una risposta, era un tomo, un trattato, che ci voleva un'ora per leggerlo tutto per quant'era lungo e, dopo poche righe, i più avrebbero interrotto la lettura. 2) il motivo più valido, è che io scritto un post politico un'unica volta da quando esiste un blog, e tirare avanti questi commenti, significherebbe spostare troppo il tiro sulla politica su un blog che tratta argomenti di calcio, che a te non interessano. Parlare qualche giorno di politica va bene, ma iniziare un qui confronto tra noi fascisti e voi comunisti, tra destra e sinistra, non mi sembra il blog adatto. Apriamo un blog politico e scanniamoci lì... Personalmente, ho inserito molti link amici di blog politici, quando ho voglio di leggere di politica e commentare qualcosa, vado lì...
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cieloblu8
cieloblu8 il 20/10/07 alle 04:39 via WEB
io credo che piu che un semplice uomo tu sia un semplice provocatore montato che si arroga la ragione assoluta e diritti su discorsi triti e ritriti che vengono sbandierati come cavalli di battaglia da 70 anni a questa parte....ti ergi a mentore della politica in un blog del quale argomento principale ti dichiari completamente disinteressato, allora io ti chiedo: che cacchio ci stavi facendo qui? FORSE, dico FORSE eri in giro per siti fascisti e link correlati alla ricerca di qualcuno da stuzzicare? la libertà di informazione non c'è mai stata nei regimi dittatoriali, cosa vuoi adesso? parli come se stalin la lasciasse... scrivi "l'informazione possa far sapere alla gente solo quello che ritiene essa debba sapere." relativamente al fatto che sei stato filtrato, Hai ragionissima, ebbene dopo 70 anni di menzogne i ora i tuoi grandi capi sono stati DEFILTRATI e ora anche gli sconfitti raccontano la loro e la gente ASCOLTA, non segue cecamente come fai tu e i pecoroni a sinistra...dai, lascia i libretti rossi e i sussidiari delle scuole elememtari, documentati un pò su saggi storici e poi torni a parlare, nell'intanto se riesci a mettere anche il naso fuori da quallo sporchissimo centro sociale pieno di drogati che sicuramente frequanterai, potrai notare che dal anche dal 68 sono passati un pò di anni, appena 40...sei datato e con le fette di salame davanti agli occhi, vivi in un filtro, sai quello che ti hanno voluto far sapere! soprattutto qui siamo un gruppo di amici che parla della ROMA, se abbiamo divagato una volta che almeno a rispondere sia qualcuno che si interessa di quello di cui parliamo sempre, non un frequentatore degli anfratti di internet alla ricerca del punto nero da sparare a vista...A DA VENI BAFFONE si dice a roma...
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brokenheart74dgl
brokenheart74dgl il 20/10/07 alle 15:27 via WEB
Ciao Urbe, scusa se uso il tuo blog per un argomento che ho compreso non essere in tema con l'icipit dello stesso, ma volevo solo rispondere a cieloblu, visto il tono con cui mi ha attaccato e le accuse che mi rivolge: sarò breve (stavolta davvero). Cieloblu, Non comprendo tutta questo rancore nei miei confronti. Non sono un "provocatore" (e credo che su questo Urbe, nonostante le nostre idee divergenti, possa essere d'accordo), non ho mai parlato di Stalin e tantomeno fatto invettive personali contro nessuno: ho solo cercato di discutere portando i miei argomenti. Anche tu sembra non abbia letto il post precedente, dove dico di essere consapevole di poter sbagliare e non mi faccio personalmente portatore di nessuna "verità assoluta". Di saggi ne ho letti molti, dato che passo tutto il mio tempo a leggere non avendo la TV (per scelta). Non frequento alcun centro sociale nè pieno di drogati, nè in generale. Infine sono giunto a questo blog durante una ricerca su Vargas per una relazione universitaria ed ho voluto esporre la mia posizione in merito: nulla di più. Sul calcio sono ignorante, infatti non metto parola. Bastava un semplice: "l'argomento non è in linea con il tema del blog", come ha detto Urbe. Infine, faccio notare che i miei commenti finiscono sempre con un saluto, o con una sua forma analoga, segno che non v'è da parte mia alcuna intenzione di provocare litigi o scintille di contrasto a livello personale. L'educazione e il rispetto per il mio interlocutore sono sempre al principio del mio agire, altro che "pecoroni di sinistra", o "libretti rossi" ecc., ecc. COn ciò mi congedo e ringrazio Urbe per lo spazio rubato ala discussione calcistica. Un saluto Brok
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