Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi di Aprile 2007

Tiger Man De Rossi Show alle radio romane!

Post n°372 pubblicato il 30 Aprile 2007 da Urbe_immortale

UNA MARATONA RADIOFONICA DI CAPITAN FUTURO! UNA BOCCATA DI ROMA PURA!

immagine"Era giusto andare sotto la curva e salutare i tifosi, loro ci sono sempre stati vicino dappertutto. Ma devo dire che mi ha dato fastidio chi mi diceva "buffone" o "venduto". Un conto che lo dicono a Bergamo, un conto che lo dicono a Roma sotto la curva Sud".

Un fiume in piena, Tiger Man Daniele De Rossi, IL CAPITANINO, centrocampista romano e romanista, il giorno dopo il derby, intervenuto a Radio Flash, Centro Suono Sport e Rete Sport.

L'INTERVENTO A RADIO FLASH
"Era giusto andare sotto la curva e salutare i tifosi, loro ci sono sempre stati vicino dappertutto. Ma devo dire che mi ha dato fastidio chi mi diceva "buffone" o "venduto". Un conto che lo dicono a Bergamo, un conto che lo dicono a Roma sotto la curva Sud". Un fiume in piena, Daniele De Rossi, centrocampista romano e romanista, il giorno dopo il derby. Intervenuto a Radio Flash, nella trasmissione "Il mio canto libero", il giocatore di Ostia si è sfogato, irritato da alcuni titoli di giornali che a suo avviso hanno travisato alcune parole nel dopo partita: "Se ci fosse stato un malumore dentro - ha sottolineato -, non sarei andato dai giornalisti a piangere. Io non ho mai leccato il culo a nessuno (testuale, ndr), non lo faccio con nessuno, non lo farò mai. Né con i tifosi, né con i giornalisti. Se alcuni organi di informazione vogliono calcare la mano, non so che interesse abbiano a farlo. Io ora compro i giornali, i nomi li conosco tutti". Con foga e passione, poi, cerca di ribadire il suo pensiero riguardo il futuro: "Il mio sogno è rimanere a vita nella Roma, l'ho sempre detto, ma non posso essere certo che questo avvenga. Non dipende solo da me. Fine. Mi sembra un discorso chiaro e poco strumentalizzabile. A mio avviso - ha anche aggiunto - bisogna rapportarsi così con la gente, in maniera schietta. Se ci sono offerte mi fa piacere, vuol dire che sei apprezzato, ma non l'ho mai utilizzate per interessi miei. Certi giornali, invece, creano dei film assurdi". Quanto rammarico c'è stato per non aver vinto il derby? "Posso assicurare che da mesi aspettavamo questa partita, perché noi siamo più forti della Lazio. Ci tenevamo a dimostrarlo. Noi abbiamo giocato meglio, potevamo meritare la vittoria, non ricordo la Lazio quanti tiri in porta abbia fatto. E alla fine eravamo dispiaciuti per non esserci riusciti". E adesso? "Bisogna andare avanti - ha concluso - e pensare al grande campionato che abbiamo fatto e alla Coppa Italia che ci resta. Non bisogna dimenticare quanto fatto da questa squadra".

L'INTERVENTO A CENTRO SUONO SPORT
"Le mie dichiarazioni di ieri sono state mal interpretate, tutti quelli che erano nella mix zone sanno quali sono state le mie parole. Ho detto che voglio rimanere a Roma, ma i contratti si fanno in due e io non posso dare nulla per certo. Ci tenevo a precisare che non ho mai detto che non tornerò più sotto la curva Sud, non sono rimasto male per i fischi ma mi è dispiaciuto che mi hanno dato del buffone e del venduto. Non sono ne un venduto ne un buffone, queste sono parole pesanti. Penso che anche un giornalista ci sarebbe rimasto male dal punto di vista umano se gli avessero dato del venduto. Bastava riportare le cose come le avevo dette, senza crare problemi nè con la Roma nè con i tifosi, che sono due cose che io adoro. Il rapporto con i tifosi è splendido, sono in tanti che mi vogliono bene. Poi un commento alle pagelle sui giornali: "Gli occhi sulle pagelle vanno a tutti quanti. Certe volte li condividi, altre volte li accetti un po' meno. Non parlerò mai di una pagella, nè di un giudizio tecnico che mi dà un giornalista, perchè è il suo lavoro". Anche i giornalisti che seguono la Roma, che dicono di essere tifosi, a volte travisano quello che diciamo e questo mi dispiace". Quindi una battuta su Peruzzi che ha annunciato il ritiro: "A noi egoisticamente non è che ci fa malissimo, poi se ha deciso di smettere è perchè a lui sta bene così. E' persona di una correttezza esemplare". Poi fa un passo indietro, all'uscita dalla Champions. "E' un risultato che paghiamo, che continueremo a pagare e che ci rimarrà addosso. E' tanto mai aspettato e tanto mai visto come la Roma che arriva ai quarti di finale. Vuoi o non vuoi ci si torna di nuovo sopra, ma aspettiamo ancora un po' di tempo". Una battuta su Totti, ieri non al meglio: "Io penso che abbia fatto la sua partita, però dire ad una persona come noi di non giocare un derby, soprattutto dopo la gara d'andata, non è facile. Soprattutto avendo rispetto per l'annata, per le qualità di questo giocatore e per chi ha fatto la storia della Roma. Anche nel rispetto delle decisioni dell'allenatore". Infine De Rossi fa una considerazione su Lippi e Capello: "A Roma ho molti amici ma questo non vuol dire che io debba parlar male di Lippi e Capello. A Lippi sono molto legato in quanto durante il mondiale dopo tutto quello che era successo mi è stato molto vicino. Capello ha sempre creduto in me tanto da farmi esordire in Europa e quando dovevo andare al Chievo lui mi ha chiesto di rimanere". Conclude con una battuta: "Magari se fossi andato al Chievo avrei fatto una carriera migliore".

L'INTERVENTO A RETE SPORT
SPACCATURA CON I TIFOSI?
- "Io penso che non ci siano i presupposti per creare una spaccatura tra me e i tifosi, anche perché veramente mi danno tantissimo. Qualcosa penso di dargliela anche io a loro, ma loro mi hanno sempre amato tanto, anche nei momenti in cui le cose non mi andavano bene a livello personale, mi sono sempre stati vicino, non mi hanno mai fatto mancare l'appoggio. E mi è dispiaciuta questa cosa. Se l'hanno creata ad arte o c'è stato un fraintendimento e non mi sono espresso bene, questo non lo so. Io non ho mai pensato di delegittimare i tifosi di questo diritto che hanno. Con tutto quello che ci danno, ci mancherebbe che ci straniamo subito appena ci fischiano. Secondo me in quel momento non era giusto, anche perché stavamo rientrando sotto la Curva, dopo esserci resi conto di non aver salutato nessuno, dal sottopassaggio dei distinti. Volevamo salutare quelli che poi stanno sempre lì, che sono i ragazzi della curva. Io, come i miei compagni, stavamo tutti per rientrare. Magari qualcuno ha sentito qualche fischio è non è rientrato per niente, è andato direttamente negli spogliatoi. Lo sfogo che ho avuto io non è stato neanche uno sfogo, alla fine".
FINE PARTITA - Quando è finita la partita, i fischi li abbiamo sentiti subito e quelli sono rivolti alla squadra. E noi come squadra li accettiamo. Quando sono rientrato per salutare i tifosi, e non è stata solo una questione di fischi, è stata anche una questione direttamente a me che ero rientrato, c'è stato qualche fischio e qualche parola, tipo ‘buffone', ‘venduto' e quello mi ha fatto più male. Perché non era una cosa generale, un gesto di nervosismo che avevano i tifosi, o una cosa quasi isterica che fischiavano per il nervoso di non aver vinto il derby. Erano proprio questi pochi tifosi che mi guardavano e mi dicevano ‘buffone', ‘venduto', ‘vattene'. Sotto la curva, sentire ‘vattene', insomma... Ognuno fa quello che vuole, quello che crede sia giusto fare. Se mi vogliono fischiare anche la prossima partita, è una loro libera scelta, per carità. Questi interventi che ho fatto oggi assolutamente non sono per far rivedere niente a nessuno, perché non sarebbe giusto. Anche perché quando penso una cosa io non voglio che mi si gonfi la testa di parole per farmi rivedere la mia posizione. Il coraggio di rientrare in campo? I fischi non hanno mai ammazzato nessuno".
RISULTATO FINALE - "Non lo aveva digerito la curva, non lo avevamo digerito bene noi. Diciamo che è quello che abbiamo sempre fatto, un attestato ai nostri tifosi, se andiamo a vedere è una cavolata andare sotto la curva e battere le mani, però noi ci teniamo. Perché loro ci vogliono bene e noi, non solo io ma tutta la squadra, vogliamo bene a loro. E l'applauso che andiamo a porgere a loro, dopo quello che hanno fatto loro a noi, è un gesto che abbiamo fatto altre mille volte e che era giusto fare anche questa volta. Forse non è stato apprezzato al 100%, c'è stata una piccola parte che non ha accettato questo saluto. Era un saluto tra amici che si salutano, anche se non si era d'accordo sull'operato fatto nel pomeriggio, che noi volevamo porgere ai nostri tifosi".
STAGIONE SENZA COPPA ITALIA - "Il rischio lo corriamo e lo sappiamo anche noi. Quest'anno sarebbe importantissimo anche per questo vincere la Coppa Italia. Non nascondo che è un po' frustrante questa cosa, perché in due anni abbiamo fatto un lavoro... Veramente, stavamo, come si dice, con le toppe... Rischiavamo di andare a vedere degli scenari molto più bui del fatto di perdere un derby. Però ne siamo usciti con il lavoro, continueremo a fare quello che stiamo facendo, cioè bene. Perché sono stra-convinto che questa squadra sta facendo bene. E sono altrettanto convinto che questa finale di Coppa Italia abbia un valore superiore a quello che si dà di solito ad una vittoria di Coppa Italia. Per esempio, se avessimo vinto la Coppa Italia l'anno di Del neri, come disse Tommasi, che per me è una persona straordinaria, ‘sarebbe stata una follia di aver fatto una stagione così disastrosa, così brutta sotto tutti i punti di vista, e alla fine ti trovi con una Coppa Italia in bacheca'. Magari non saremmo stati capaci di renderci conto che avevamo fatto qualcosa di brutto in quella stagione. E invece, il fatto di non aver vinto niente ci ha lasciato questo coltello in mezzo ai denti, che noi lo vogliamo da due anni. Perché questa squadra sta lottando con tutte le proprie forze. Poi abbiamo fatto una figuraccia a Manchester, abbiamo perso male il derby d'andata, quello non ce lo toglie nessuno. Perché non siamo ancora una squadra perfetta, una squadra vincente che tutti noi vogliamo diventare. Però, cominciare con una Coppa Italia, che potrebbe essere quella di quest'anno, soprattutto se vai a battere l'Inter che è l'armata che quest'anno ha ammazzato il campionato, sarebbe importantissimo".
IL FUTURO - "Era un discorso molto più ampio, più generale, molto trasparente. Io prima ho sentito dire che magari i giornalisti non hanno capito. Io li conosco, viaggiano con noi in aereo. Non sono stupidi, loro. Se vogliono capire, capiscono. Le frasi erano molto semplici, quindi il fatto che sia stato travisato... Purtroppo devo generalizzare, non sto facendo nomi, ed io non ho problemi a farli, perché stamattina non ho comprato giornali. Sono rimasto a casa, a letto. E mi hanno avvisato di quello che era successo. Ho cercato di sapere in linea di massima. Ma non ho letto i giornali e prima voglio vedere con i miei occhi e sapere bene. Sparare nel mucchio non è elegante e non è produttivo. Io penso che chi ha frainteso, ha frainteso completamente. Mi dispiace non poter dire chi ha frainteso, perché chi lo ha fatto lo sa. Quindi facciamo finta che io stia facendo i nomi, come se avessi già letto il giornale. Ho detto soltanto che il mio desiderio è di rimanere a Roma tutta la vita. Il desiderio della società è lo stesso. Il desiderio dei miei tifosi è lo stesso. Penso che questa cosa si avvererà. Poi, se tu mi dici, ‘mettici la mano sul fuoco', io ti dico di no. Perché non faccio brutte figure come è successo in precedenza, che qualcuno ha detto che sarebbe restato a Roma tutta la vita, e poi dopo sei mesi si è trovato a salutare tutti. Perché quando uno va a rinnovare il contratto, ci sono mille fattori che non incideranno però sul mio desiderio e su quello della società di rinnovare il mio contratto che, tra parentesi, scade nel 2009. Quindi non è che scade tra due mesi, allora devi sbrigarti. E' una cosa molto serena, molto tranquilla. L'ipotesi che io lasci la Roma è molto molto remota, di più. Però è un discorso di onestà intellettuale: al 100% non è sicuro nessuno di rimanere con la squadra, secondo me. Ancora non c'è stato né il tempo, né il motivo di metterci su questo tavolo. Sicuramente, quello che sento, è una voglia di questa società di tenermi e di farmi diventare una colonna di questa squadra. Ed è lo stesso desiderio che ho io. Poi però, voi mi insegnate, che ci sono tante altre cose che girano intorno. E bisognerà vedere. Piano, piano. Quando ci incontreremo lo vedremo. Ma se io non ho mai parlato con la dirigenza per rinnovare un contratto o per un progetto, come posso dire che al 100% rinnovo con la Roma. Non sarebbe giusto. Io dico che al 99% succederà. Che al 100% è la mia volontà e la volontà che hanno i dirigenti. Questo lo sento e me lo fanno sentire sempre".

 
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Derby 0-0. Vendetta non è stata

Post n°371 pubblicato il 29 Aprile 2007 da Urbe_immortale

LAZIALI

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Vendetta doveva essere ma vendetta non è stata. Il derby finisce senza gol: uno 0-0 che sta stretto alla Roma, vogliosa di replicare al 3-0 subito dalla Lazio all'andata, ma che è riuscita solo a insidiare la porta di Peruzzi. Di fronte a un Totti in precarie condizioni (il capitano della Roma praticamente non si è allenato per tutta la settimana a causa della solita sciatalgia), la Lazio ha tenuto botta, facendo anche un paio di contropiedi che non hanno impensiertito Doni, ma mantenendo l'imbattibilità stagionale nella stracittadina.

Senza reti e con poche emozioni quindi. Alla fine tra Roma e Lazio prevale l'aspetto tattico, talvolta esasperato, che non porta a nulla. Da annotare solo un paio di occasioni a testa e niente di più. Due sole, tutto sommato le vere notizie: non siamo ancora aritmeticamente secondi, la Formellese perde il terzo posto in classifica, scavalcata dal Milan.

Francesco Totti, che insegue la palma di miglior bomber stagionale, alla fine è sceso in campo ma in condizioni precarie. Primo tempo con Roma e Formellese che tendono ad annullarsi con veloci capovolgimenti di fronte, ma senza mai affondare per regalare emozioni all'Olimpico. Al gioco memorizzato dei giallorossi, corrisponde il catenaccio e contropiede di quelli al di là dell'Aniene, che cercano di ripartire velocemente cercando Pandev e Rocchi.
La prima vera occasione da gol è di quelli là, al 34', quando Ledesma con una punizione da una trentina di metri sfiora il palo alla destra di Doni. La Roma conclude la frazione dominando nel possesso palla, esaltando le qualità di Panucci, davvero infallibile, i cui cross sono rasoiate millimetriche. Perfetto quello per Taddei che al 44' da due passi spreca clamorosamente a porta vuota. Insomma, un primo tempo giocato sul filo dell'equlibrio, con Panucci e Pizarro migliori nella Roma.
immagineSia Spalletti che il bagnino riminese che allena la Formellese decidono di non cambiare nulla all'intervallo. Si gioca infatti ricalcando lo stesso copione del primo tempo, con la Formellese inizialmente forse più intraprendente, con Jimenez e con Mutarelli. La Roma reagisce ma perde Tonetto per una distorsione alla caviglia sinistra. Spalletti lo sostituisce con Wilhelmsson che va a fare l'esterno a destra, mentre Taddei arretra dietro a sinistra per dare una mano alla difesa, dove Chivu e Mexes sono i terminali insuperabili.
immagineDifficile, invece, il compito di Totti. Il Capitano non sta bene e si vede; raramente in partita, costringe Mancini, Perrotta e Taddei a fare gli straordinari. Nella Formellese esce Pandev per Makinwa, ma nel gioco dei cambi quello più convincente è quello di Wilhelmsson che imprime maggiore spinta ai giallorossi. Al 28' finisce anche la partita di Totti che lascia il posto a Vucinic. Ma la vera emozione la regalano Mancini con un destro potente sul primo palo, e l'immortale Peruzzi che devia con un balzo d'altri tempi. L'ultima emozione tenta di regalarla Spalletti lanciando in campo Tavano per Mancini. Mai avvertita la presenza dell'ex-empolese. Il derby si spegne sullo 0-0, dopo una punizione debole di De Rossi annullata da Peruzzi.
immagineA fine partita, ai microfoni di Sky, Luciano Spalletti ha dimostrato di avere qualche rimpianto: "Un po' di dispiacere c'è ma questo risultato va accettato. Ci è mancata un
po' di fortuna in un paio di episodi perchè la squadra la partita l'ha fatta e l'ha fatta
anche bene, con un buon ritmo nonostante il caldo". Un match troppo sentito? "Per quello che si è visto direi di no. Se poi sentirla troppo significa cercare di
dare più del massimo, può accadere poi che non ci si riesca. Per la bravura dell'avversario però, non per il sentir troppo il nervosisimo. Secondo me la Roma ha fatto meglio della Lazio perchè ha tenuto di più il pallino del gioco. Ma questo non vuol dire, perchè la Lazio a volte la metà campo te la concede. Però per quanto riguarda lo sviluppo del gioco, la gara l'abbiamo fatta più noi anche se non c'è stata una superiorità netta".

 
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Noi ne siamo usciti puliti e ne siamo fieri!

Post n°370 pubblicato il 28 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Ora che di Calciopoli abbiamo anche gli audio, le voci originali delle telefonate intercettate dai carabinieri di Roma, ora che abbiamo sentito come Luciano Moggi e la sua banda usassero il calcio come una roba loro, possiamo essere ancora più fieri di come ne è uscita la Roma. Di come, in condizioni di emergenza economica e con il presidente ammalato, nella stagione 2004/2005 abbiamo resistito ad un assedio, un accerchiamento che puntava a sottometterci per sempre. A farci parte di quel sistema di malaffare che abbiamo sempre combattuto. Il tentativo postumo di qualche giornale di far apparire una Roma sottomessa e complice di Moggi è goffo e storicamente sbagliato. E lo dice un giornale, questo, che ad ogni segnale di avvicinamento con quel mondo ha protestato con tutta l'energia che avevamo. E che ha fatto di Franco Baldini un'icona della resistenza a certi poteri anche a costo di entrare in attrito, com'è puntualmente accaduto, con la dirigenza del club giallorosso che invece aveva scelto una via più diplomatica per arrivare allo stesso risultato.
Guardiamo i fatti, così come emergono dall'inchiesta di Napoli.

Nell'estate 2004 Franco Baldini deve fare mercato senza soldi e con Moggi che lo tallona grazie alle spiate di procuratori al suo servizio come Mino Raiola: è un miracolo che in quelle condizioni Baldini ci porti Ferrari, Mexes e Perrotta. La conversazione fra Moggi e Giraudo dove si parla di Emerson non va interpretata come un aut aut "o ci danno Emerson o niente contratto Sky": il contratto di cui si parla è quello per tre amichevoli grazie ai cui incassi la Juve sta saldando l'acquisto del brasiliano. L'abbiamo spiegato cento volte, e basta risentire l'audio per capirlo. Eppure ancora ieri sul sito di un grande quotidiano questa versione sbagliata si leggeva come assodata.

Per tutto l'anno la battaglia è per far sloggiare Baldini e mettere al suo posto un fedele di Moggi: fra Moggino, Zavaglia, Leonardi e Fabiani c'è una gara neanche tanto sotterranea. Se la Sensi ha scelto Pradè e Pradè ha indicato come allenatore Spalletti al posto di Guidolin spinto da Moggi jr qualcosa significa e smonta il peso di certe telefonate sgradevoli. Le telefonate di Pradé con Zavaglia possono non piacere: il quotidiano Il Romanista ne ha dato notizia in prima pagina un anno fa col titolo "Pradé perché". Ciò detto, Pradé non è mai stato indagato e se ne chiedete conto a Baldini, che in quei mesi di Pradé era il superiore, vi dirà che spesso era lui stesso a chiedere a Daniele di chiamare Zavaglia, perché la Gea aveva sotto contratto mezzo settore giovanile, perché c'era da rinnovare il contratto ad Aquilani, e perché se avesse chiamato Baldini non ci si sarebbe mai riusciti. In questo contesto collegare il contratto ad Aquilani al "van" di cui si parla in una telefonata è fuorviante: non c'è stato nessuno scambio e nessun acquisto di van.

In quei mesi la Roma va a picco fino a sfiorare la B: eppure non c'è agli atti dell'inchiesta una sola telefonata per chiedere un arbitro favorevole, un occhio di riguardo, qualche protezione. Tutte cose che tanti altri dirigenti hanno fatto, ottenendo la salvezza a scapito di altri club e poi rimediando una condanna molto più lieve del giusto. Noi no: noi ci siamo salvati da soli. E con le mani pulite. Di questo possiamo andare fieri!

 
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Spalletti: Vincere il derby

Post n°369 pubblicato il 28 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Alcuni passi della conferenza stampa di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, a Trigoria in vista del derby in programma domani allo stadio Olimpico alle 15 contro la Lazio di Delio Rossi.

TOTTI, CONDIZIONI INCERTE - Francesco sta abbastanza bene per quello che ho visto oggi. Bisognerà verificherà tra qualche ora, ma sono molto contento di quello che è riuscito a sviluppare. Stava davvero male? Non commento neanche certe cose, qualche giorno fa aveva difficoltà a rimettersi in piedi dal lettino dei messaggi. Sono stati bravi Silio Musa e il dottor Brozzi a rimetterlo in piedi. Un campione del genere, ci stai ad averlo anche non al massimo delle sue potenzialità.

CHI ARRIVA MEGLIO AL DERBY? - Entrambe le squadre arrivano molto bene. Roma e Lazio hanno fatto un grandissimo campionato, creato presupposto per il futuro, vincerlo significa colorare ancora di più la stagione di giallorosso.

FESTEGGIARE - Se vinco vado a casa dai miei figli. Io sto bene quando i nostri tifosi sono tranquilli, soprattutto in questo ambiente. Io sono contento se loro sono contenti.

RISCHIO DI METTERE  TROPPA RABBIA - Mi sembra di no. Noi abbiamo fatto una settimana come dovevamo, siccome c'è questo rischio di arrivare troppo nervosi, abbiamo cercato di limitare i danni. Il caldo? Probabilmente tutte e due le squadre ne potranno risentire.

LAZIALI DA TEMERE - Bisogna essere una squadra per fermarli. Bisogna avere una lettura anticipata delle situazioni che si svilupperanno e mettere le nostri doti tecniche. Mauri? E' bravo, l'ho allenato a Udine, all'andata ci ha creato non pochi problemi.

GARA DI ANDATA - L'ho rivista, anche se in genere non lo faccio. Noi quella partita l'abbiamo sviluppata bene, poi è stato il gol di Ledesma a cambiare tutto e in noi sono venute meno alcune convinzioni.

APPORTO DEI NUOVI - Se si è fatto più dello scorso anno, lo dobbiamo a quelli nuovi. Hanno fatto gol, si sono immedesimati nel nostro modo di ragionare. Abbiamo fatto passi in avanti importanti non solo per gli undici titolari. E mi dispiace chi gli ha tirato la croce addosso o chi ha detto che a noi non farebbero comodo per il futuro. Martinez sta meglio? Sono contento soprattutto per lui. Ho visto con quale entusiasmo e con quale sensibilità abbia affrontato questa stagione.

PRADE' - In questi due anni io ho avuto a che fare con Daniele Pradè. Ho visto con quale dedizione ha cercato di migliorare la Roma e se è migliorata anche grazie a lui.

 
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Totti si, Totti no?

Post n°368 pubblicato il 27 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineTotti o non Totti, il mondo giallorosso è con il fiato sospeso, per sapere se il capitano scenderà in campo nel derby oppure no. Oggi si è rivisto in campo. Ha sostenuto un allenamento leggero di 45 minuti: corsa, scatti e allunghi. Il dolore è diminuito. Domani mattina, nell’ultimo allenamento, il test decisivo. L’impressione è che alla fine dovrebbe farcela, ma le sue condizioni di forma saranno sicuramente precarie: non gioca da Inter-Roma di nove giorni fa.

Se la situazione dovesse precipitare, via libera a Vucinic, che in questi giorni è stato provato da Spalletti nella squadra titolare. Intervistato da Mediaset, il centranti montenegrino ha detto: "Sappiamo tutti quanto Francesco tenga a questa partita, per lui il derby è qualcosa di speciale e sono convinto che alla fine ce la farà - ha dichiarato l'attaccante -. Io comunque ci sono, se non dovesse recuperare prenderò il suo posto. Sarebbe bellissimo, una grande opportunità...". Un posto da titolare e proprio nella partita più sentita dalla tifoseria romanista. U'occasione irripetibile, ma anche una grande responsabilità dopo l'amara sconfitta del derby d'andata, quando i giallorossi furono costretti ad assistere ai festeggiamenti dei cugini: "Ricordo ancora con amarezza quella partita, ma capisco l'esultanza dei laziali - ha ammesso Vucinic -. Il gesto di Delio Rossi? Lo giustifico e lo comprendo: anche io farei una pazzia se la Roma dovesse vincere, magari grazie ad un mio gol". Infine un pensiero sulla stagione in corso. Le occasioni per mettersi in mostra sono state davvero poche e non tutte sfruttate al meglio, ma per Vucinic non si tratta di un campionto da buttare: "Se si ha davanti un giocatore come Totti è molto difficile trovare spazio. E' anche vero però che, solo allenandosi con gente come lui, si impara tantissimo". 

Panucci ha invece parlato ai tifosi uscendo da Trigoria: "Un gol nel derby? Io non faccio mai questo genere di promesse, ma la voglia di vincere è grande".

Infine, chi è convinto di vedere Totti in campo è eusebio Di Francesco: "Se Totti ha corso oggi a Trigoria, sono sicuro che alla fine scenderà in campo al derby". E' la convinzione dell'ex giocatore e team manager della Roma, intervenuto a Radio Spazio Aperto. "Francesco - ha poi continuato il Eusebio - ha tante motivazioni per scendere in campo: vuole battere il record di presenze e di gol in una stracittadina. Inoltre per lui è una partita tutta particolare che ha sempre sentito tanto". Partita che sicuramente sentirà anche suo figlio, un altro grande romanista: "Mio figlio piangeva a Manchester. Quando vede una maglia di Totti o di Mexes non capisce più niente".

 
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Allarme Totti: derby lontano

Post n°367 pubblicato il 26 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineL'allarme Totti continua a tenere banco in casa giallorossa. Il Capitano, alle prese con gli ormai noti problemi alla schiena, non si è allenato neanche oggi e la sua presenza nel derby di domenica, a questo punto, potrebbe essere in dubbio.
La squadra si è riunita questa mattina a Trigoria (ore 11): oltre a Totti (fisioterapia) e al "solito" Martinez (palestra), non si è allenato neanche Cassetti (fisioterapia) che comunque non sarà della partita con la Lazio perché squalificato. Il gruppo ha iniziato la seduta con un esercizio di possesso palla svolto prima con le mani e poi con i piedi.

Subito dopo, il tecnico Spalletti ha diviso i giocatori in due squadre per una partita a campo intero e a ritmi blandi, utile soprattutto a provare gli schemi offensivi. Al termine della stessa, partitella classica a campo ridotto, con le seguenti formazioni:
Verdi: Doni, Panucci, Mexes, Chivu, Tonetto, De Rossi, Pizarro, Perrotta, Taddei, Mancini, Vucinic
Grirgi: Curci, Freddi, Ferrari, Defendi, Rosi, Faty, Giacomini, Wihlelmsson, Aquilani, Virga, Tavano

Al termine dell'allenamento (12.30), Rosi e Faty hanno svolto esercizi di tecnica individuale, mentre Vucinic è stato impegnato in un allenamento specifico per i colpi di testa con Baldini. Tiri in porta per Pizarro.

L’atteso derby di Roma dunque si avvicina ma anche oggi il Capitano giallorosso non si è allenato: l'ansia e la paura di non vederlo in campo contro quelli là al di là dell'Aniene cresce ed è tanta.

 
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Il punto di Daniele Lo Monaco sul mercato giallorosso

Post n°366 pubblicato il 25 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Un articolo molto interessante di Daniele Lo Monaco de Il Romanista, che fà il punto sul prossimo mercato estivo giallorosso.

Detto un sì piuttosto impegnativo, l'amministratore delegato della Roma Rosella Sensi sarà chiamata a breve a dirne altri, di diversa importanza, ma forse di maggior responsabilità. La Sensi dovrà infatti illuminare le speranze di Daniele Pradè e Bruno Conti, e indirettamente di Luciano Spalletti. Per rinforzare la Roma, infatti, non basteranno i venti milioni di cui si è parlato nei giorni scorsi, sempre almeno che si voglia perseguire il progetto dell'allenatore di avere una rosa di 23 giocatori effettivi e perfettamente intercambiabili tra di loro, con tre portieri e due calciatori per ogni ruolo, considerando che il sistema tattico su cui si imposterà anche la prossima stagione sarà lo stesso di quest'anno, con quattro difensori, due centrocampisti centrali, due esterni (di cui magari uno in grado anche di segnare con frequenza), e Totti attaccante unico. Allargando il concetto già esposto ieri e affrontando la questione ruolo per ruolo la situazione al momento attuale è questa.

In porta solo Doni è sicuro di restare, mentre Curci andrà a giocare e Julio Sergio Bertagnoli, in scadenza di contratto, probabilmente non sarà confermato. Dietro al brasiliano, Spalletti vuole un estremo difensore di esperienza, delle qualità e della tipologia di Fontana del Palermo. Il terzo invece potrebbe anche essere un giovane.

Per la difesa tutto dipenderà evidentemente dalle trattative per i rinnovi dei contratti di Mexes e Chivu. Spalletti è convinto di poterli trattenere entrambi ma è d'accordo con la società con la scelta di fondo di non svenarsi per accontentarli. Non si andrà comunque oltre l'offerta di 2,5 milioni all'anno, al massimo escludendo i premi dal conteggio totale. Pronto alla sostituzione di uno dei due c'è il brasiliano Juan del Bayer Leverkusen, il costo del cui cartellino si aggira intorno agli otto milioni. Tutta da valutare invece la posizione di Ferrari, richiesto dall'Inter e teorica pedina di scambio nella questione Pizarro: sarebbe un peccato perdere un'alternativa così affidabile e un professionista di simile spessore, soprattutto se la motivazione non fosse quella di andare a giocare (all'Inter farebbe comunque la panchina a Materazzi). Infatti Spalletti non vuol sentirne parlare: trovare uno alla sua altezza e a prezzo contenuto non sarebbe semplice. Confermati Panucci, Cassetti e Tonetto, il teorico quarto difensore (utilizzabile sulla fascia ma anche al centro) sarebbe il costaricense Martinez, sempre se arriverà il via libera dei medici. Di sicuro arriverà un esterno basso preferibilmente mancino. Il francese Mathieu, sperando in uno sconto che il Tolosa non vuole concedere, o più probabilmente uno tra le decine di alternative che la Roma sta osservando, soprattutto sul mercato francese. Non sarà Mesto, dato già all'Inter.

La trattativa Pizarro è la questione principale che la Roma sarà chiamata ad affrontare. Nelle pieghe dell'accordo che la società giallorossa dovrà trovare con l'Inter potrebbero esserci ripercussioni per tutti i ruoli. L'Inter infatti non ha intenzione di riprendersi il cileno, ma potrebbe essere interessata a diversi altri giocatori: da Ferrari, a Chivu, a Mancini. E la Roma sta valutando la possibilità di riprendersi, in caso di necessità, Walter Samuel, mai più tornato sui suoi livelli da quando ha lasciato Trigoria. In ogni caso in mezzo al campo la Roma è tranquilla: Pizarro sarà in ogni caso confermato e con lui De Rossi e Aquilani, sul quale la società e Spalletti vantano grandissime aspettative. Se, come è probabile, andrà a giocare altrove Faty, servirà in ogni caso un altro centrocampista. Il nome giusto potrebbe essere quello di Matteo Brighi, da tre anni tesserato per la Roma eppure mai usato nella rosa.

Due esterni d'attacco dovranno essere acquistati, forse tre se arrivassero offerte irresistibili per Mancini. Wilhelmsson e Tavano saranno infatti restituiti al mittente al novanta per cento (anche perché secondo accordi il prossimo anno peserebbero come ingaggi rispettivamente per 1,7 milioni e 2,14 milioni di euro): qualche speranza può coltivarla ancora lo svedese, ma solo se il Nantes accetterà di cedere il suo cartellino con uno sconto sostanzioso sui tre milioni pattuiti con la Roma. Ovviamente, la scadenza del 30 aprile per far valere le opzioni che sono state concesse per riscattarli entrambi non sarà rispettata. Se ne riparlerà più avanti. Il sogno di Spalletti è avere almeno un attaccante in grado di puntare la porta partendo dall'esterno, in pratica quello che Tavano non è mai stato in grado di fare. Il principale obiettivo è Di Natale, l'alternativa Di Michele, non è stato dimenticato Esposito. Non sarà inseguita, invece, la chimera Iaquinta. Se non si presenteranno prospettive diverse, Vucinic potrebbe essere confermato. Oppure potrebbe arrivare un attaccante centrale giovane e di peso. I ragazzi (su tutti Freddi, Rosi, Okaka) saranno mandati a giocare. Per i prestiti di ritorno si troverà una soluzione, probabilmente lontano da Roma. E se Montella non avrà mercato (chi si accolla quell'ingaggio di 5,5 milioni lordi per la prossima stagione?) potrebbe essere un'alternativa in più.

 
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In ansia per il Capitano

Post n°365 pubblicato il 25 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Totti non è sceso in campo, ancora problemi alla schiena per lui. Uscendo dal centro sportivo di Trigoria, alla domanda "Come stai?", il Capitano ha risposto "Male".

immagineSi aspettavano progressi, ma non ce ne sono stati. Anche oggi (come ieri) Francesco Totti non si è allenato in gruppo, svolgendo solo lavoro in palestra e fisioterapia. La schiena continua a fargli male, e la risonanza magnetica a cui è stato sottoposto ieri non poteva che confermare quello che si temeva da giorni: un ematoma (creatosi dopo uno scontro fortuito in allenamento con Ferrari) gli preme sul nervo sciatico e gli provoca dolore. Si sperava che si sgonfiasse in fretta, ma non è avvenuto e perciò la Roma giallorossa teme che il Capitano possa dare forfait nel derby.

Oggi, tra l’altro, uscendo dal centro sportivo di Trigoria, lo stesso Totti ha ammesso: "Va male…". Nello staff medico e fisioterapico, comunque, la speranza resta viva. Mancano ancora quattro giorni alla partita e di certo il numero dieci giallorosso farà di tutto per esserci, magari anche grazie a una provvidenziale infiltrazione antidolorifica dell’ultim’ora. Certo, però, che la sua forma non potrà essere delle migliori, come d’altronde non lo è stata nelle ultime apparizioni.
Ma Totti è abituato a giocare "sopra" il dolore. Senza contare che per lui il derby di domenica potrebbe essere davvero speciale. Scendendo in campo, infatti, sarebbe il giocatore ad averne disputati di più in campionato: 23 (più 4 di coppa Italia) contro i 22 di Guido Masetti, portiere del primo scudetto romanista. Insomma, gli stimoli non mancano e proprio per questo siamo convinti che alla fine il numero dieci ce la farà. In fondo, c’è anche il titolo di capocannoniere da blindare e segnare alla Formellese, poi, sarebbe una soddisfazione doppia…

 
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Panucci: Vincere il derby per arrivare secondi

Post n°364 pubblicato il 25 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineLa conferenza stampa di Christian Panucci, difensore della Roma, a Trigoria. Il giocatore parla alla vigilia del derby in programma domenica allo stadio Olimpico alle ore 15.

DERBY - Ci avviciniamo bene, è una partita molto sentita dall'ambiente, dal gruppo. Vogliamo vincere per riscattare l'andata e mettere fine alla questione secondo posto. Totti non si è allenato? Ogni giocatore se può cerca di recuperare ed essere a disposizione. Lui farà di tutto per esserci, anche se non dovesse essere così ci dispiacerebbe ma metteremo doppiamente le forze. Nella Lazio c'è un Totti? Rocchi per i gol, anche se hanno un gruppo molto forte.

MESSAGGI ALLA FORMELLESE - Noi dobbiamo cercare di giocare al calcio per prenderci la rivincita. A me interessa solo la gara, gli slogan ci sarà tempo per farli. Loro all'andata hanno vinto con merito, quella sconfitta ci ha fatto male, ma noi dobbiamo vincere questa volta per arrivare secondi. Siamo molto più forti di loro? Parla il campo, il campo dice che noi siamo avanti a loro, anche se il derby è una partita particolare, aperta a qualsiasi risultato. Quello che hanno fatto alcuni della Lazio dopo la partita, è incommentabile. Io credo che non si debba mai sfottere nessuno.

PROSSIMO ANNO - Rispetto allo scorso abbiamo migliorato, speriamo nella prossima stagione arrivino altri giocatori che possano farci fare più punti ancora. Lo scudetto? E' giusto che i tifosi ne parlino, dobbiamo essere una squadra ambiziosa ma noi dobbiamo parlare con equilibrio. L'Inter è stata superiore, anche il Milan può inserirsi in questa lotta.

MODULO - Se facciamo tutti questi punti, il modulo non è tanto prevedibile. Fino ad ora ci siamo tolte tante soddisfazioni, noi non vogliamo cambiare questo sistema di gioco.

RECORD GOL - Proverò a superare il mio record, vorrei arrivare a sei gol, anche se la squadra resta più importante.

GARA DI MANCHESTER - Siamo ancora una squadra poco esperta, forse quella partita lì ci servirà. Abbiamo avuto poca personalità. Il Milan? Non l'ho visto, stavo a cena fuori.

SCUDETTO ASSEGNATO ALL'INTER LO SCORSO ANNO - Se fossi stato un giocatore dell'Inter, non me lo sarei sentito. Moratti la pensa diversamente? E' un suo pensiero, io non la vedo così.

 
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Squadra al riposo e partecipe al completo al matrimonio della Sensi

Post n°363 pubblicato il 23 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineLuciano Spalletti, allenatore della Roma, oggi ha concesso ai giallorossi una giornata di riposo. La squadra riprenderà gli allenamenti domani con una seduta pomeridiana, i giocatori si riuniranno al centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria alle ore 15.30 e scenderanno in campo alle ore 16 in vista del derby di domenica allo stadio Olimpico.

La squadra al completo oggi ha partecipato alle nozze di Rosella Sensi con Marco Staffoli, che si è tenuta nella cappella S. Stefano degli Abissini al Vaticano. Il primo ad arrivare è stato lo sposo Marco Staffoli, intorno alle 16.30. Subito dopo le sorelle della sposa, Silvia e Cristina Sensi, poi Bruno Conti, il direttore sportivo della Roma Pradè, e alla spicciolata anche i calciatori giallorossi con l'allenatore Luciano Spalletti. Pizarro e Ferrari sono stati i primi, Totti e De Rossi sono arrivati insieme, il capitano alla guida al suo fianco il centrocampista. Pochi minuti prima della 17 (orario previsto per l'inizio della funzione), è arrivata la mamma della sposa. Poi è stato il turno di Rosella Sensi in rigoroso abito bianco con un velo che le copriva il volto, in macchina con il papà, il presidente della Roma Franco Sensi. Tra gli invitati anche il sindaco Walter Veltroni, il presidente della Lega Antonio Matarrese, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Poi il figlio di Agostino Di Bartolomei, capitano storico della Roma dello scudetto 82-83, Luca. Vincenzo Montella tornato appositamente dall'Inghilterra, Giovanni Malagò e l'ex tecnico della Roma Carletto Mazzone. Molti degli invitati andranno direttamente al ricevimento che si terrà a Villa Leprignana a Fregene, la tenuta della famiglia Sensi che è stata teatro della festa dello scudetto vinto dalla Roma nel 2001.

 
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Sconfitta a Bergamo con la testa già al derby

Post n°362 pubblicato il 22 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineC'è solo il derby nella testa della Roma. Nel nulla da ricordare di una partita nata male e finita peggio, con l'Atalanta scesa in campo per giocare il match della vita, restano alla Roma rabberciata di oggi gli undici punti di vantaggio sulla Formellese, a soli sette giorni dalla stracittadina che può valere la matematica conquista del secondo posto. E proprio in quest'ottica, potrebbe essere di buon auspicio il ko rimediato all'Azzurri d'Italia.

Si è chiuso sul 2-1 il match che ha consegnato lo scudetto più scontato ed ovvio all'Inter e tolto meno di zero alla stagione romanista. Novanta minuti diretti malissimo dal torinese Rosetti con una squadra, quella di Colantuono, a raspare dal primo all'ultimo, alla ricerca ossessiva dei tre punti; e un'altra, quella di Spalletti, più incline a risparmiare fiato e gambe in vista della stracittadina.

La minore aggressività nei contrasti porta spesso a soccombere chi giostra col freno a mano tirato, come è puntualmente accaduto alla Roma al cospetto dell'indiavolata Atalanta. Micidiale l'uno-due nerazzurro confezionato da Doni, perfetto colpo di testa su cross al bacio di Ferreira Pinto e una sghemba girata al volo di Zampagna che ha uccellato l'altro Doni, l'incerto nostro portiere brasiliano.

Di puro orgoglio la veemente reazione giallorossa nella ripresa, concretizzatasi in un lampo a metà ripresa. Azione da calcetto, con Vucinic che taglia sul vertice destro dell'area avversaria e mette in mezzo un pallone d'oro: puntuale l'inserimento del solito Perrotta che deposita in rete a porta vuota. Tutto il resto è noia e si arriva stancamente alla fine tra le cervellotiche decisioni di Rosetti, compresa l'ingiusta espulsione in extremis di Ferrari e un paio di mischie furibonde dalle parti di Calderoni.

Ma è una sconfitta che non duole, la quinta di questo campionato. Bergamo era un impiccio da smaltire con il minor danno fisico possibile e la missione può considerarsi compiuta. In vista del derby, Spalletti dovrebbe contare sull'undici migliore, quello che non tradisce mai. Totti è rimasto nella Capitale a curare il mal di schiena, lasciando Vucinic a subire le entrate assassine di Carrozzieri e Talamonti. E' già domenica...

 
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Questa coppia di merdosi voleva distruggere la Roma

Post n°361 pubblicato il 22 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Spuntano altre merdate della Juventus di Moggi nell'epoca pre-calciopoli! 

Il piano di Moggi e Raiola: «Distruggeremo la Roma»

L'agente: «Mancini è a Torino con Emerson, ma non viene. Farò casino con Mido»
L'ex dg: «Va bono». E spuntano le «commissioni» per l'ingaggio di Ibrahimovic...

I fatti risalgono al 31 luglio del 2004, ne parlano al telefono alle ore 17.46 del 22 settembre di quell'anno Mino Raiola, procuratore, e Luciano Moggi, all'epoca dei fatti non più ferroviere ma direttore generale della Juventus. L'intercettazione telefonica emersa nell'ambito dell'inchiesta napoletana su Calciopoli è stata pubblicata ieri dalla Stampa : si parla della possibilità di prendere dalla Roma, Alessandro Mancini, dopo Emerson, e anche di come «distruggere» la società di Trigoria. E' Mino Raiola, che curava gli interessi di Emerson e non ancora quelli di Mancini, a presentare la situazione a Moggi: «Allora, stai a sentire, Mancini è stato due giorni con Emerson a Torino, il 31 luglio, mi sembra... Gli abbiamo fatto vedere Torino, gli abbiamo detto, gli abbiamo parlato... Anche Emerson ci ha parlato... Ma lui non se la sentiva di venire a Torino, ha paura, non si sente pronto e tutte queste cose qui... Quindi non è roba nostra. Non è uomo!». Moggi non commenta, si preoccupa di domandare a Raiola se «Glielo ha detto a Emerson?». L'agente: «Sì, sì, è stato con Gilmar, con Emerson, tutto fatto, ma...Luciano, senti, ma meglio così. Ce ne abbiamo uno meglio su quella fascia lì, non ti preoccupare. Mo' adesso comincio a far fare un casino a Mido, non ti preoccupare, te la distruggo io la Roma». La risposta di Moggi chiude tutto: «Va bono».
Stando a questa intercettazione la Juventus già un anno prima dell'estate 2005 provò a portare a Torino Amantino, esattamente tre giorni dopo aver fatto firmare a Emerson un contratto pluriennale al termine di una telenovela iniziata a primavera: era il 28 luglio quando il cosiddetto Puma coronò i suoi sogni, visto che il 13 luglio di quell'estate non si presentò in ritiro con la nuova Roma di Prandelli perché depresso dal mancato passaggio in bianconero. Mandò i certificati medici per questo. La Juve che da pochi mesi era allenata da Fabio Capello, dopo la romanzata fuga notturna fra il 27 e 28 maggio, voleva anche Mancini, fatto esordire in serie A, nel campionato da poco concluso, proprio dall'allenatore che "non sarebbe mai andato alla Juve". E' strano che questo tentativo sia stato fatto con Raiola, socio sì di Gilmar Veloz procuratore di Emerson, ma che in teoria non aveva nessuna voce in capitolo su Mancini, assistito invece da Ricardo Alemao. Su Mido, invece, l'ascendenza di Raiola era diretta essendo, ancora oggi, il suo procuratore. Di più, in quell'estate la Roma di Baldini nel tentativo non di comprare la luna ma di continuare a guardare le stelle, puntava forte sull'acquisto di Alberto Gilardino o , in seconda battutta, su Zlatan Ibrahimovic. Sfumata la possibilità di comprare l'attaccante italiano dal Parma, la Roma diede mandato proprio a Raiola per chiudere col suo assistito Ibrahimovic. A fine agosto, proprio nell'ultimo giorno di mercato, la Roma invece dello svedese si ritrovò Hossam Mido, Ibrahimovic finì alla Juventus di Moggi. Come sia successo si può capire in un'altra intercettazione fra Moggi e Raiola, del 15 settembre, ore 10.21. Raiola si raccomanda col diggì : «Però tu metti via a posto la commissione di Zlatan eh Luciano...». Moggi, a suo modo lo tranquillizza: «La commissione di Zlatan.. ora non parliamo per telefono.. . È già bello e detto, dai su».
Dando fede alle stesse parole di Raiola, l'artefice della doppia operazione (Mido a Roma, Ibrahimovic a Torino) di lì a poco l'egiziano sarebbe stato il suo cavallo di Troia per «distruggere la Roma». Sarebbe durato quattro mesi visto che a gennaio Mido sarebbe stato ceduto in prestito al Tottenham. Nel frattempo il 15 ottobre 2004, cioè 4 mesi e mezzo (137 giorni) dopo l'inutile passeggiata a Torino, Mancini ufficialmente annuncia in conferenza stampa il suo prolungamento di contratto con la Roma fino al 2009. Il suo procuratore è ancora Ricardo Alemao. Che sul giocatore, però, le pressioni siano continuate anche dopo la visita torinese lo dimostra sempre quella telefonata fra Raiola e Moggi del 22 settembre, l'inizio di quella conversazione (sono le 17.39) dove entrambi gli interlocutori anticipano il futuro di Amantino. Moggi: «E' andato... ha firmato i 4 anni oggi». Raiola: «A Madrid?». Moggi: «No a Madrid, a Roma, alla Roma. Mancini quello della Roma». Raiola: «Sì, ma già te lo abbiamo detto un mese fa; mo' lo chiamo Gilmar». Veloz, s'intende.
Di lì a qualche mese Mancini cambierà procuratore, il suo ex agente Ricardo Alemao denuncerà al Romanista questa situazione: «Alessandro mi ha scaricato perché pressato da altri procuratori che gli hanno promesso più soldi e il trasferimento alla Juventus». Mancini alla Juve non ci è mai andato, ma il suo agente adesso è il socio di Raiola, Gilmar Veloz. Raiola intanto è riuscito a piazzare Mido al Tottenham per la stessa cifra sborsata dalla Roma nell'agosto del 2004, in più ha regalato a Trigoria Defendi, un altro suo assistito. Mancini aspetta l'adeguamento del contratto.

 
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21 APRILE 753 A.C. - 21 APRILE 2.007 D.C.

Post n°360 pubblicato il 21 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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AUGURI URBE IMMORTALE!

AUGURI ROMA!

 
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Spalletti: "Vogliamo tenere tutti e ci rinforzeremo"

Post n°359 pubblicato il 21 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineLa conferenza stampa di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, a Trigoria in vista di Atalanta-Roma, gara valevole per la trentateesima giornata del Campionato italiano di serie A. La partita è in programma domani allo stadio "Azzurri d'Italia" di Bergamo a partire dalle 15.

DUE PARTITE PER ESSERE SECONDI ARITMETICAMENTE - Sì può dire che le prossime due partite saranno come finali per dargli l'importanza che hanno. Il secondo posto è un obiettivo di primo piano per quanto abbiamo fatto e il prestigio della società.

TORNA AQUILANI - Alberto sta abbastanza bene. Negli ultimi due allenamenti ha anche spinto, e questo è importante perché lui ha la percezione del muscolo. Di conseguenza va preso in considerazione. Partirà dalla panchina, farà uno spezzone di gara.

INTERCETTAZIONI - Per quello che ho potuto conoscere io, gli arbitri hanno sempre agito correttamente.

VALORE DELLA GARA DI BERGAMO - Un po' ci siamo rigenerati, ma la gara di Bergamo servirà a rigenerarci ancora e presentarci a posto per il derby.

PERROTTA MEDIANO - Ci può stare. Simone ha sempre fatto quel ruolo, lui è uno duttile, molto bravo a livello tattico.

VUCINIC E TADDEI - Stanno bene tutti e due.

FENOMENO DEL TIFO A ROMA - Non penso assolutamente niente, bisogna andare a diversificare quello che è il tifo e quello che fa un gruppetto di tifosi. I nostri sportivi hanno evidenziato molta passionalità e molto amore, il resto non può essere considerata nemmeno una minoranza.

INTERCETTAZIONE RAIOLA - Dipende da che contesto viene estrapolata una conversazione, mi sembra impossibile che un procuratore creda di mettere in difficoltà da solo la Roma.

INFORMAZIONE DROGATA NELLA NOSTRA CITTA' - Esiste un'informazione che a volta viene portata avanti per vantaggi propri, drogata mi sembra esagerato. C'è quello più serio, quello particolare che rincorre sempre lo scoop. Siamo influenzati? Ce ne sono molti di giornalisti, si parla molto. Ci sono le radio, molte parole, molti discorsi. E' facilmente valutabile che bisogna abituarsi a questo fatto dei giornalisti numerosi.

CHIVU ESTERNO SINISTRO - E' cambiata la mia valutazione su di lui? E' uguale. Può fare anche quel ruolo, ma lo considero un centrale.

RINNOVI - Noi non abbiamo fatto slittare niente. Pradè ha già iniziato i dialoghi con chi bisogna parlare. Daniele si sta comportando correttamente, al di là del fatto che decide lui perché è il suo ruolo. Io non vado ad interferire, giusto se mi viene chiesto qualcosa posso dare un contributo. Vedremo l'esito delle trattative. I procuratori possono rovinare i nostri piani? Andrà valutato di volta in volta, per ora nessuno ufficialmente ci ha richiesto un calciatore. Noi vogliamo rinforzarci e tenere tutti. Vogliamo arrivare ad avere due giocatori per ruolo perché le partite sono tante. E dare la possibilità a qualche ragazzo di andare a crescere e giocare con più continuità.

ATALANTA - E' una squadra molto tonica, è una squadra che ha un gioco ben codificato e che riconosce il collettivo. Hanno tanti meriti, gli vanno fatti i complimenti per il campionato che hanno condotto, mettendo anche in difficoltà grandi squadre.

EURO 2012 - Bisogna vedere a cosa hanno voluto dare valore e importanza. Ci sono rimasto male per la mancata assegnazione. Sono fiducioso per il futuro del nostro calcio, abbiamo capacità importanti da mettere in evidenza.

VENTI MILIONI PER IL MERCATO - Ci devo parlare con la società sotto questo aspetto. Avremo un incontro in futuro, non lo so, può darsi che le informazioni dei ben informati siano giuste. Sono soldi sufficienti? C'è sempre chi ha dei vantaggi nel calcio, io non sono in grado di promettere lo scudetto.

EVITARE RAPPORTI CON CERTI PERSONAGGI DEL CALCIO - La linea da seguire è quella di avere delle capacità e andare a prendere ciò che ci fa comodo. Noi parliamo con tutti, poi sta a noi fare le valutazioni. Ospitare chi ha parlato male della Roma a Trigoria? E' una reazione che ci può stare, ma bisogna dare una valutazione giusta alle cose. Poi si può non accettare il dialogo per quello che è stato detto e fatto. Ci può stare.

ADRIANO ALLA ROMA - Dico sempre sì quando si tratta di calciatori, figuriamoci quando si tratta di grandi calciatori.

Per finire, al termine dell'allenamento odierno Luciano Spalletti ha diramato la lista dei convocati per Atalanta-Roma. Nella lista diramata dal tecnico manca Francesco Totti, ma torna a disposizione Albero Aquilani

 
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Se prepari la festa, la festa te la fanno!

Post n°358 pubblicato il 20 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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Non ce le devono venire a raccontare a noi queste cose. Noi, le abbiamo viste e subite fin da quando andavamo in giro con le Clarks e il piumino dell Monclear! E' una regola non scritta ma efficace e precisa come la tabellina del due: se prepari la festa, la festa te la fanno! Non si sfugge!

Era tutto acchittato, la presentazione radiotelevisiva dell'avvenimento, tutti gli interisti d.o.c. in tribuna che non potevano disertare l'appuntamento con la storia, e che la televisione riprendeva sorridenti e pronti a fare strage di questa squadretta che il Manchester aveva ridicolizzato. Moratti in prima fila, Tronchetti Provera dappresso, Aldo Giovanni e Giacomo, Bertolino, Gino&Michele con formiche e bacarozzi annessi, Vecchioni&Giovanottoni, Ligabue&Antonacci, veline, starlette e zoccole varie; per l'occasione, avevano riesumato anche la buonanima di Ruben Sosa; Mentana sulle frequenza di RDS non parlava d'altro dal primo intervento mattutino!

Senonchè comincia la partita e la Roma non fa altro che giocare quel calcio che per l'85% della stagione hanno (e abbiamo) ammirato tutti, comprensivo delle numerose occasioni sprecate prima di segnare, come sempre accade. Non c'è niente da fare quando è così, nulla può Trefoloni che regala il rigore del momentaneo pareggio all'Inter per un imbarazzante tuffo in solitario di Adriano in area; nulla possono le gesta degli uomini contro il volere degli Dei, neanche quando c'è un Trefoloni qualsiasi che avrebbe voluto consegnare lo scudetto all'Inter, proprio lui che è l’arbitro che Mancini odia da sempre e che avrebbe voluto farsi perdonare quando ormai non serve più.

Ce l'abbiamo negli occhi e nel cuore ancora il giro di campo dell'allora sindaco Signorello in uno stadio festante in quel di Roma-Lecce, abbiamo i racconti di Alberto Di Chiara compagno di scuola e romanista d.o.c., autore del gol del pareggio dei Salentini: “ m'ha sbattuto la palla in testa e s'è infilata imprendibile, manco ho esultato”.... Ricordi lontani ma sempre presenti.

Cosicchè questa bella vittoria ci restituisce un minimo di sorriso dopo i difficili momenti del dopo Manchester. Lo vinceranno questo scudetto, è ovvio, ma annate a fà festa cor Messina!

La Roma è viva, la Roma è una squadra giovane, con limiti dettati dalla mancanza di esperienza e dalla panchina corta ma ogni volta che la dai per spacciata come una fenice risorge dalle ceneri. Il Lione doveva fare strami di noi, l'Inter sbatterci lo scudetto in faccia, la Lazio riprenderci senza problemi; solo il Manchester è stato zitto, c'ha aspettato e c'ha giustiziato.

La parola è d'argento, il silenzio è d'oro recita il detto popolare, ma siccome noi semo fatti a 'na certa magnera (usando il dialetto romanesco...) e siccome Rugantino era de' noantri, a fa' i guastafeste ce piace, a chiacchierà pure per cui invitiamo tutti i tifosi dell'Inter a preparare una bella festa per il double, scudetto e coppa Italia!

Noi fra un mesetto tornamo... tomi tomi ... cacchi cacchi!

 
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Le parole della Sensi e le squalifiche del Giudice

Post n°357 pubblicato il 19 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagine«Ieri è stata una vittoria meritatissima di una squadra che è scesa in campo per vincere ed ha saputo vincere». Lo ha dichiarato l'amministratore delegato dell'As Roma Rosella Sensi, a margine del «Premio Coni Roma 2006» in corso a Palazzo Valentini, commentando la vittoria della Roma che ieri a Milano ha battuto l'Inter per 3-1. «A me non piace dare voti - ha precisato Sensi a chi le chiedeva di esprimere un giudizio su Spalletti - ma se lo potessi dare sarei molto molto generosa». «È vero - ha aggiunto Sensi - l'Inter è composta da grandissimi giocatori, ma anche la Roma non può pensare di essere da meno». I tifosi si aspettano il rinnovo dei contratti dei giocatori in scadenza nel 2008: «Mi dispiace rispondere solo in parte a questa domanda. Sicuramente i rinnovi dei contratti sono cose che conosciamo e che abbiamo affrontato e affronteremo nel prossimo futuro. Per il mercato non ne parliamo. Una scelta che abbiamo fatto con lo staff è quella di condividere le scelte, portarle avanti. Preferiamo parlare con i fatti e non con le ipotesi, sperando di continuare a fare qualcosa di bello come fatto fino adesso. Ovvio - ha poi specificato - che la volontà della Roma è tenere tutti. Bisogna riconoscere a chi ha giocato quest'anno un grande impegno».

Intanto oggi il Giudice Sportivo ha squalificato per una giornata i giallorossi Mancini, Pizarro e Mexes ammoniti durante la sfida di San Siro, che così salteranno l'impegno di domenica prossima contro l'Atalanta. I tre erano tutti diffidati e le ammonizioni ricevute permetteranno loro di poter esser in campo nel derby con la Formellese nella giornata successiva alla gara con i bergamaschi. Sempre per quanto riguarda Inter-Roma, la società di Trigoria dovrà rispondere di un'ammenda di 2.000 € per "aver ingiustificatamente ritardato l'inizio della gara di circa due minuti".

immagineIl giudice sportivo ha squalificato per due giornate Adriano, attaccante dell'Inter, con la prova televisiva per la simulazione nel corso della partita di ieri contro la Roma, nell'azione che ha provocato il calcio di rigore concesso dall'arbitro Trefoloni e poi trasformato da Materazzi.

A questo punto la domanda lecita da porsi è una sola: cosa dovranno aspettare ancora per fermare Trefoloni? Il suo arbitraggio di ieri è stato scandaloso, completamente atto a favorire l'Inter e consegnare così lo scudetto a coloro che nel marcio del potere di questo calcio, hanno soltanto sostituito la Juventus e ne hanno preso il posto!

 
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Ferrari, Spalletti e il Capitano ai microfoni di Sky

Post n°356 pubblicato il 18 Aprile 2007 da Urbe_immortale

Le parole di Ferrari, Spalletti e Totti ai microfoni di Sky nel dopo partita.

immagineMATTEO FERRARI - "Siamo convinti che la differenza tra noi e loro non è così grande. Loro sono una grande squadra e  meritano di vincere lo scudetto. Però noi oggi volevamo fare bene perchè dobbiamo incontrarli ancora due volte per la finale di Coppa  Italia. Vincere oggi ci da grande morale, grande fiducia, proprio per  la finale". Il difensore della Roma, Matteo Ferrari, ai microfoni di  SKY, commenta la vittoria per 3-1 a San Siro contro l'Inter. Ferrari é riuscito a contenere bene il nerazzurro Ibrahimovic.  "Io sono tranquillo -afferma il difensore-. Sono convinto dei miei  mezzi, il mister mi ha dato fiducia e credo di averlo ripagato". Battendo l'Inter la Roma ha riscattato in parte la disfatta di  Manchester e ha consolidato il secondo posto. "Assolutamente. Noi ci  crediamo, perchè arrivare secondi e' come vincere lo scudetto  -conclude Ferrari-. Oggi abbiamo fatto una grande prova e credo che da qui in avanti per noi saranno tutte finali, ma il morale che abbiamo  oggi non ce lo toglie più nessuno".

immagineLUCIANO SPALLETTI - La vittoria della caparbietà. Luciano Spalletti definisce così il 3-1 di San Siro, che ha strozzato l'urlo in gola all'Inter. "La partita e' stata viva, intensa - dice il tecnico giallorosso a SKY- e il risultato è rimasto in bilico sino all'ultimo. Dopo aver pareggiato l'Inter ha preso in mano la partita, è stata brava a insistere, noi abbiamo sofferto ma poi il risultato ci può stare, per la caparbietà dei giocatori a non starci, a non stare lì passivi a guardare gli altri. Il rigore? Ci ha un po' innervosito, i giocatori erano convinti di aver avuto un comportamento corretto. Poi si giocava per il secondo posto, che è importante, la reazione c'è stata. Arrivare con un po' di margine superiore ci mette tranquilli per quella che sarà poi la classifica finale". Avrebbe cambiato qualcosa giocare il 4 febbraio? "Assolutamente no. Se l'avessimo giocata a quei tempi lì avrebbe dato qualcosa di più alla possibilità di rimanere aggrappati alla situazione ma visto quello che hanno fatto loro dopo non sarebbe cambiato niente". Lìvicino c'è Mancini, a Spalletti viene chiesto di consolarlo... "Semmai è il contrario- ribatte lui – è Mancini che deve consolare me. La festa rimandata? Quando si rimanda una festa poi viene ancora meglio, la volta dopo partecipano più persone...".

immagineFRANCESCO TOTTI - "E' stata una bella soddisfazione, lo avevamo previsto. Eravamo venuti a Milano per fare una grande partita e rovinargli la cosiddetta 'festa', che comunque sara' rimandata alla prossima domenica. Abbiamo dimostrato di non valere meno dell'Inter ma loro hanno fatto un campionato ad altissimi livelli, e' la prima partita che perdono, non c'e' niente da dire contro una squadra cosi' grande. Noi abbiamo buttato parecchi punti ma questo e' il calcio. L'Inter ha devastato il campionato, era difficile stargli dietro, noi abbiamo sbagliato tre o quattro partite con le ultime della classe e quelli sono punti pesanti che mancano"

 
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La festa la fà la Roma all'Inter: a San Siro finisce 3-1!

Post n°355 pubblicato il 18 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineUna grande Roma espugna San Siro e rinvia la festa scudetto all'Inter. I ragazzi di Spalletti si sono imposti 3-1 grazie ai gol di Perrotta, Totti e Cassetti, e sfoderando una grande prova di carattere. I tifosi nerazzurri che avevano già preparato la festa scudetto, se ne vanno a casa senza festa e senza scudetto, almeno per questa settimana!

immagineProprio sul più bello quindi, l'Inter torna a fare...l'Inter! La festa-scudetto era pronta, tutti i VIP interisti assiepavano la tribuna d'onore di San Siro, la Curva Nord nerazzura aveva preparato la coreografia delle grande occasioni, piazza Duomo era pronta ad essere invasa da tifosi nerazzurri festanti, come era già pronto in Comune il piano di regolazione del traffico per isolare il centro storico che doveva essere invaso dalla festa tricolore. Invece la squadra di Mancini (Roberto, non quello vero nostro!) perde la verginità proprio contro chi per un periodo fin troppo breve ha recitato il ruolo di unica, diretta inseguitrice. E il 3-1 rifilato dalla Roma di Spalletti davanti a tutto il salotto buono di fede interista sa di classica beffa architettata dall'illustre guastafeste per nulla convinto di fare da sparring partner!

Sia chiaro, lo scudetto interista non è in discussione, ci mancherebbe: il vantaggio di tredici punti ancora in dote alla squadra di Mancini, che non perdeva dall'aprile del 2006 ad Empoli, non fa altro che rinviare solo di qualche settimana le celebrazioni dello scudetto, ma questa vittoria regala all'ambiente Roma la sensazione di potersela giocare con chiunque, sempre e comunque, e che il cappotto dell'Old Trafford va archiviato come un singolo, anche se turpe, episodio.

immagineSpettacolo doveva essere e spettacolo è stato, fin dal fischio d'inizio del pessimo Trefoloni. E Roma padrona del campo, più volte vicina al gol del vantaggio. Perrotta in almeno tre circostanze, una davvero clamorosa, la traversa centrata da Mancini e tanto gioco costruito sull'asse De Rossi-Pizarro hanno annichilito i nerazzurri, umiliati per tutto il primo tempo. Logica conseguenza il vantaggio realizzato da Perrotta a coronamento di un'azione corale rifinita da Chivu (eccolo, il nuovo terzino sinistro per Spalletti!).

A inizio ripresa sale in cattedra l'arbitro Trefoloni: il fischietto senese si inventa un rigore per inesistente fallo di Doni su Adriano. Vibranti le proteste degli uomini di Spalletti, poi Materazzi trasforma il rigore. La Roma sente il colpo, fioccano i cartellini gialli e l'Inter carica a testa bassa. Miracolo di Doni su Adriano e Stankovic, la rasoiata di Maicon accarezza il palo, i giallorossi si aggrappano all'orgoglio.

immagineMa poi, come nei migliori romanzi gialli, la sorpresa è nel finale. E' il veleno nella coda che inquina il pomeriggio interista: Totti calcia con potenza una punizione dal limite, il pallone sbatte sulla gamba di Figo e beffa Julio Cesar.

immaginePartita chiusa, ma c'è gloria anche per Cassetti che trova il primo gol con la maglia della Roma. L'Inter e tutta la tribuna vip masticano amaro, esultano i ragazzi di Spalletti: altro che agnello sacrificale...

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Prima giocare, poi vincere e semmai, dopo festeggiare!

Post n°354 pubblicato il 18 Aprile 2007 da Urbe_immortale

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GRANDE ROMA A SAN SIRO!

FESTA RINVIATA PER L'INTER, UMILIATA DALLA ROMA!

FESTEGGIATE SU 'STO CAZZO, PLEASE!!!!

A più tardi per i commenti....

 
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L'ennesima figura di merda del Don Tonino nazionale!

Post n°353 pubblicato il 18 Aprile 2007 da Urbe_immortale

immagineClamorosa figura di merda di Don Tonino Matarrese, che ieri, appena sbarcato a Cardiff dove stamattina l'Uefa ha deciso l'assegnazione dell'organizzazione degli Europei 2012, aveva dichiarato, infischiandosene della diplomazia, circa l'assegnazione dell'organizzazione del Torneo continentale all'Italia: «Sono presuntuosamente fiducioso perché siamo un grande Paese, calcisticamente e non. Vorrei però capire, quale è la nuova filosofia della Uefa: perché si mette a confronto una grande federazione con altre più piccole. C’é un Paese di tradizioni e titoli, contro avversari che rappresentano nazioni dall’impatto limitato, anche se ricche di passione. A volte le piccole squadre battono le grandi, quando sono distratte. Ma deve prevalere l’esperienza». A parte il fatto di sottovalutare il nemico, che non è mai una bella mossa, si dà il caso sia stata poi la Uefa a decidere: non contento, Don Tonino ieri aveva dichiarato: «Nel 2008 gli Europei ci saranno in Svizzera e Austria, e non credo che l’Uefa continuerà con le candidature congiunte». E Calciopoli? No problem: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra, casi del genere li hanno avuti anche altri Paesi. E poi non credo che da qui al 2012 avremo altri scandali come questo».

Ed oggi cos'è successo???? La beffa delle beffe! A Cardiff la Uefa ha designato il Paese organizzatore degli Euopei del 2012 e... non saremo noi! Preferita alla nostra candidatura, quella di Polonia e Ucraina che nei pronostici della vigilia non sembrava potesse insidiarci. Oltre all'ottimismo che era stato espresso dalla delegazione italiana, convinta di poterla spuntare sulle due avversarie, lo stesso Platini aveva ammesso: "Siete i favoriti, ma solo per le debolezze altrui". E invece qualcosa deve essere cambiato al momento di emettere il verdetto. Finisce malissimo e adesso un enorme punto interrogativo sorge sulla testa del calcio italiano.

Don Tonino Matarrese oggi non riesce proprio a capacitarsi della bruciante sconfitta, e invece di far scattare una seria riflessione sugli errori commessi, cerca altrove le cause del fallimento della candidatura azzurra: "E' evidente che l'Uefa sia mutata e che abbia voluto dimostrarlo votando Polonia ed Ucraina. Dobbiamo constatare che le grandi Federazioni non governano più nel calcio Europeo. Come andare andare avanti? Abete dovrà raccogliere i cocci, rimettere insieme i pezzi e rincominciare da zero".

Dello stesso tenore l'analisi dell'ex commissario straordinario della Figc Luca Pancalli: "Calciopoli e i fatti di Catania non hanno influito, l'Uefa ha semplicemente cambiato strategia nell'ottica di un maggiore coinvolgimento dei Paesi dell'Est". Giovanna Melandri invece fa gli auguri ai vincitori e continua a pensare agli stadi: "Dobbiamo prendere sportivamente questa sconfitta. Intanto faccio i complimenti a Polonia e Ucraina. Questa sconfitta però non ci deve distrarre dall'obbiettivo di arrivare ad una progressiva privatizzazione degli impianti sportivi".

Ma intanto, sorge spontanea una domanda: ma che cazzo ci vuole per cacciare via Matarrese? Visto che lui, con la sua bella faccia di culo, non si dimetterà mai!!!!

 
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