Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi di Gennaio 2008

Kuffour ceduto all'Ajax

Post n°1249 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

L'Ajax ha ufficializzato il prestito di Samuel Kuffour. Il ghanese ha firmato fino a giugno con i "lancieri", fino a quando scadrà proprio il contratto che lo lega alla Roma.

Ancora da decidere, invece, il futuro di Matteo Ferrari. Il suo agente, Gianni Corci, intervistato da calciomercato.it ha assicurato che la Roma resta la priorità: «Come ha assicurato la società, Ferrari non è sul mercato, e io mi auguro di trovare un accordo che soddisfi tutti. La Juve potrebbe cercarlo? Io dico di sì, così come altre squadre».

A Trigoria si lavora anche per risolvere la "questione Gianluca Curci". Il portiere potrebbe salutare Trigoria solo se Amelia lasciasse il Livorno per accasarsi al Palermo. Altrimenti, dovrebbe restare qui. In settimana potrebbe invece essere trovata una soluzione per Mauro Esposito. Il ds del Cagliari (proprietario di metà del cartellino), Nicola Salerno ha ammesso a laromasiamonoi.it che a volere l'esterno non ci sia solo il Napoli: «Il Torino e il Genoa? Mettendo il Napoli da parte, sono le società più interessate alle prestazioni del giocatore».

 
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Cassano, misterioso forfait!

Post n°1248 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

C'era chi ancora ieri mattina cercava vanamente una quota per scommettere sull'improvviso forfait di Cassano, forse per eccesso di malizia, forse nella convinzione che quella scenata di pianto che gli impedì di giocare la sfida dell'Olimpico di campionato non fosse totalmente sincera: quell'ammonizione, poi maledetta in quella maniera plateale, era apparsa evidentemente cercata ai più maliziosi, a quelli che pensano di aver capito che parte di quella guasconeria selvaggia sia in realtà posa, atteggiamento, finzione. Ecco perché i maliziosi non si sono stupiti affatto che nell'elenco dei convocati di Mazzarri per Roma, uscito nella tarda mattinata, non ci fosse il nome di Cassano, fermato da una presunta lombalgia e dalle non meglio definite ripercussioni «di alcuni colpi presi dal giocatore nella partita col Siena». Le uniche certezze di questa vicenda sono che Mazzarri perde per il ritorno dei quarti di Coppa Italia uno degli uomini in grado di far saltare il banco e ribaltare il pronostico adesso ancor di più sbilanciato dalla parte romanista e che per questo forfait verrà a mancare il suggestivo confronto con Totti tra due ex amici che per qualche stagione hanno fatto sognare i tifosi della Roma duettando con la maglia giallorossa. Però, e sia detto chiaro per l'ennesima volta, i motivi di suggestione sarebbero comunque finiti qui. Perché il tifoso della Roma non aveva alcuna voglia di salutare con affetto Cassano (il coro che risuonerà anche stasera allo stadio è piuttosto esplicito, per questo è comunque partito per Roma ma difficilmente sarà in tribuna) e comunque si parla di giocatori di livello assai diverso: uno sta sul tetto del mondo comunque si vogliano guardare le cose, l'altro ha perso già sette-otto treni per la gloria e adesso è ripartito su una corriera di provincia per ritrovare la strada di casa, e chissà se la ritroverà. Di certo, se il suo rinnovato spessore si dovesse misurare sul carattere mostrato in queste due possibili sfide all'Olimpico contro la Roma il giudizio andrebbe quantomeno sospeso, lasciandogli il beneficio del dubbio che davvero il destino cinico e baro abbia tramato per non farlo essere in campo, lui che ne aveva così tanta voglia.

Cassano o no, la direzione che la banda Spalletti dovrà seguire stasera è sempre la stessa. Potrebbe bastare un pareggio senza reti, ma sarà meglio conquistarsi il diritto a giocarsi la semifinale contro la vincente di Udinese e Catania battendo stasera la Sampdoria, con una formazione d'emergenza per la contemporanea e inedita assenza dei tre centrali titolari (Mexes, Juan e Ferrari: l'altro, Andreolli, rischia la fine di Martinez dello scorso anno), ma in ogni caso autorevole. Perché ci saranno Totti e Pizarro e De Rossi, e Panucci e Cassetti, e Mancini e Taddei e tanti altri che in questi mesi hanno contribuito a regalare così tanti motivi di fierezza ai tifosi giallorossi. E in particolare, la Coppa Italia è il trofeo che da sempre e a maggior ragione negli ultimi anni significa molto per la Roma, a volte tutto. Di fronte a queste stesse maglie sampdoriane chi ama la Roma ha vissuto momenti indimenticabili, come quel 3-1 il 30 maggio 1991, sette anni dopo quella tragedia sportiva del Liverpool, tre anni prima quell'altra tragedia umana di Agostino. Bruno Conti aveva appena lasciato il calcio e per non farci sentire meno soli volle seguire quella finale d'andata di Coppa Italia in curva sud. Al ritorno Flora Viola alzò la coppa in faccia ai tifosi della Roma stipati nella Gradinata Nord, a Marassi, lì dove una settimana fa c'erano non più di una trentina di romanisti ad accompagnare la Roma. Stasera ce ne saranno di più, ma non tanti di più. 15.000, dicono. Quanti 16 anni fa stavano solo in Sud.

Se andrà tutto bene, la Roma rimanderà alla semifinale del 16 aprile la questione della Coppa Italia. Il ritorno ci sarebbe il 7 maggio, la finale secca all'Olimpico di Roma il 24, probabilmente contro l'Inter o la Juventus, se difenderà il pareggio ottenuto a San Siro, o magari la Lazio, chissà. Da questa parte del tabellone sono rimasta invece Udinese e Catania e allora la strada verso la finale è ancora una volta cosparsa di rose gialle e rosse. Così magari qualche emozione a maggio si vivrà, comunque vadano le cose in campionato (ultima tappa, Catania-Roma il 18 maggio) o in Champions League (finale secca il 21 a Mosca), ma qui si tratta già di sognare, ed oggi è bello sognare che la Roma queste emozioni le vivrà tutte.

Oggi che l'Inter non sembra più irresistibile e magari i cinque punti di distacco di oggi prima dello scontro diretto potrebbero ulteriormente ridursi. Oggi che il Real Madrid che sta spadroneggiando nella Liga denuncia una fragilità difensiva che sembra fatta apposta per gli schemi offensivi a palla a terra dei romanisti. Oggi che la Coppa Italia sembra più che mai roba nostra. Poi magari le cose andranno diversamente. Ma è bello sognare per un momento di arrivare fino in fondo e più lontani di tutti. In fondo il tifoso della Roma è un po' come Cassano. Guascone e selvaggio. Ma sicuramente più sincero!

 
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Totti: "Mi manca un gol in rovesciata"

Post n°1247 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Francesco alle premiazioni dell'Assocalciatori immagina il prossimo gol e guarda il portiere nerazzurro: «Ma il sogno è la Champions»

«Sono resuscitato, sono migliorato ancora di più». Parola del migliore giocatore italiano del 2007, Francesco Totti. Il capitano giallorosso è stato premiato ieri a Milano con l'Oscar dell'Aic (l'associazione dei calciatori) e con lui è stato premiato Luciano Spalletti come miglior allenatore. A Totti il premio va per la straordinaria stagione passata, 26 gol in campionato (tanto per gradire si è portato a casa anche il premio di miglior cannoniere), della Scarpa d'Oro, della Coppa Italia. Con l'aggiunta della Supercoppa strappata all'Inter. Un premio dato non da giornalisti (come il Pallone d'Oro) e neppure dai ct (il Fifa World Player) ma dai colleghi, i calciatori stessi. Un anno da incorniciare: «Il mio migliore in tutto. Non me lo aspettavo dopo l'infortunio alla caviglia», ha detto al momento di ritirare il riconoscimento.

Il premio del migliore in assoluto è andato invece a Kakà, ma la vera star della serata è stata proprio Francesco. Se lo sono coccolato tutti, anche quelli con i quali in passato c'erano state incomprensioni. «Ci mancherà - ha spiegato il presidente federale Abete riferendosi al suo addio alla Nazionale - ma la Figc rispetta la sua decisione e sappiamo che farà il tifo per l'Italia». E poi Donadoni: «Merita questo riconoscimento. Abbiamo un ottimo rapporto, ma c'è la volontà di qualcuno di interpretare male, e questo mi disgusta». Ma Totti non è uno che ha bisogno delle parole degli altri, lui la scena se la conquista da solo con le sue battute, la sua schiettezza, la sua presenza. A cominciare da quando si è alzato dal suo posto in platea, seduto tra due amici. Materazzi da una parte e Peruzzi dall'altra, con l'interista che lo ha punzecchiato in chiave scudetto: «Noi l'aspettiamo. Da San Siro deve passare prima o poi». E Francesco sarà pronto come al solito anche se il suo grande desiderio è un altro: «Sarò banale, ma sogno di vincere la Champions League, chè è l'obiettivo fissato da me e dalla società. Sarà difficile, ma con la voglia e la determinazione che stiamo dimostrando vogliamo provarci. Lo scudetto? Davanti abbiamo un rullo compressore come l'Inter. Sarà difficile». Poi anche una battuta con Spalletti: «Raggiungere i 300 gol? Se continua a farmi giocare sì». E il tecnico che sta al gioco: «Ne ha fatti 26? Può migliorare ancora. L'effetto sorpresa con Totti non vale più. E' uno che si prende sempre a cuore la Roma, non solo per quanto riguarda il calcio giocato».

Una giornata intensa per i due simboli della Roma bella e vincente di questi anni. La mattinata a Trigoria, poi il volo a Milano per partecipare alla riunione di metà campionato di tutti i capitani e gli allenatori con il designatore Pierluigi Collina. Poi all'Auditorium per la notte degli Oscar che li ha visti trionfare. Luciano Spalletti ha ricevuto il premio di miglior allenatore, è salito sul palco in un elegantissimo completo nero e subito una battuta: «Si è sparsa la voce che non faccio fare i ritiri e che do tante vacanze, per questo i giocatori mi hanno votato». Ma il vero mattatore è stato ancora Totti, chiamato pure a premiare il migliore gol dell'anno. E riecco il "one man show": «La rete che vorrei segnare? In rovesciata». Quando? Solo uno sguardo, un sorriso e tutti giù a ridere, perché il bersaglio scelto da Totti era il portiere dell'Inter Julio Cesar. C'è da aprire la busta per svelare il vincitore dalla categoria e lui: «Non c'è bisogno di aprirla, me lo ricordo a memoria. C'è solo quella frase ed è breve. Zampagna!». Non c'è due senza tre e allora eccolo per il premio più importante, quello di migliore giocatore. Si parla di obiettivi, e allora si torna a fare sul serio: «Il prossimo sarà un mese fondamentale per la Roma. Ci saranno 4 o 5 partite impegnative, quasi tutti scontri diretti. Speriamo di non fare come lo scorso anno». Quattro o cinque partite, anche quella con l'Inter. E Francesco ieri sera ha già fatto le prove generali. Lui Milano l'ha già conquistata.

 
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Zamparini ce l'ha con noi!

Post n°1246 pubblicato il 29 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Della serie, m'attacco a tutto, pure al fumo della pipa!

«Chiedo lo 0-3 a tavolino o almeno la ripetizione della partita». Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini fa ricorso contro la sconfitta della sua squadra sabato scorso all’Olimpico. Motivo del contendere è ancora una volta Gianluca Caprari, il raccattapalle dell’Olimpico di cui da tre giorni parlano tutti. E’ stato lui ad aver accelerato, mettendo il pallone sulla bandierina, la battuta del calcio d’angolo che ha deciso la partita. Con Taddei che ha pescato la testa di Mancini e la difesa rosanero colta alla sprovvista. Ci si è riso sopra, Guidolin si è infuriato con i suoi perché si aspettava questo tipo di giocata, ma Zamparini è andato ben oltre aggrappandosi al regolamento della FIGC che spiega come i raccattapalle debbano "rimanere dietro i cartelloni pubblicitari".

Gianluca Caprari non lo ha fatto e, anche se è ormai diventata una consuetudine accettata da tutti, il presidente del Palermo ha deciso di fare reclamo: «Ho dato mandato ai miei legali - ha detto - Dobbiamo finirla di premiare i furbi. Abbiamo letto il regolamento, quello che è successo sabato sera non è regolare». Solo una delle tante provocazioni di Zamparini? «Assolutamente no - ha continuato lui - voglio vedere se le istituzioni sportive continueranno a premiare i furbi e gli scorretti, ma credo che purtroppo resteranno sorde a queste istanze, a questo richiamo ai veri valori dello sport. L’avevo pensato subito che quel gesto era irregolare, ma non l’ho detto nel post partita perché non ne ero sicuro. Fosse successo a parti invertite se ne parlerebbe per giorni e giorni su tutte le televisioni e i giornali. E poi quei ragazzini là, quando la Roma vince, la palla la nascondono».

Insomma, una vera controffensiva che, secondo le sue richieste, potrebbe portare alla ripetizione del match. Potrebbe, appunto, perché c’è in realtà da verificare la tempistica del reclamo dei rosanero. Pare infatti che in Lega fino a ieri pomeriggio non sapessero nulla di questa protesta che sarebbe comunque una novità assoluta in quanto non esistono precedenti paragonabili. Non c’è insomma una giurisprudenza in materia. Lo stesso Zamparini nelle sue dichiarazioni ha detto «Ho dato mandato ai legali». Ma se il reclamo fosse partito solo ieri la Roma non correrebbe alcun pericolo. Il perché lo dice chiaramente un altro articolo del regolamento del gioco del calcio, il numero 24, quello che riguarda i giudici sportivi. Al punto 5/b, si legge che il procedimento sulla regolarità di una gara può essere instaurato su reclamo «che deve essere preannunciato entro le ore 24 del giorno successivo a quello della gara alla quale si riferisce (quindi entro domenica sera). Le motivazioni del reclamo e la relativa tassa devono essere trasmesse entro il settimo giorno successivo a quello in cui si è svolta la gara». Ma è la prima parte del punto 5/b quella che interessa maggiormente in casa giallorossa, perché le ore 24 del giorno successivo al match scadevano alla mezzanotte di domenica. Quindi, se il reclamo di Zamparini fosse partito ieri, sarebbe fuori termine massimo.

 
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Oscar del calcio: premiati Totti e Spalletti

Post n°1245 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Kakà ha vinto l'oscar dell'Aic come miglior giocatore straniero e come migliore giocatore in assoluto mentre Ronaldo è stato eletto campione dei campioni e cioè miglior giocatore degli ultimi dieci anni: sono questi i premi più importanti assegnati a Milano nel corso della cerimonia trasmessa da Sportitalia.

Questo è l'elenco completo dei premiati:

Miglior cannoniere: Francesco Totti.

Miglior portiere: Angelo Peruzzi.

Miglior allenatore: Luciano Spalletti.

Miglior arbitro: Roberto Rosetti.

Miglior difensore: Marco Materazzi.

Miglior giovane: Riccardo Montolivo.

Miglior giocatore italiano: Francesco Totti.

Miglior giocatore straniero: Kakà.

Miglior giocatore assoluto: Kakà.

Campione dei campioni: Ronaldo.

Nel corso della serata sono stati premiati poi Gianluigi Buffon con il Fan Award come giocatore più amato dai tifosi mentre il gol di Riccardo Zampagna segnato con la maglia dell' Atalanta contro la Fiorentina è stato votato come il più bello del 2007 secondo tutti coloro che hanno espresso la preferenza sul sito di Sportitalia.

 
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Convocati per Roma-Samp

Post n°1244 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Ecco i convocati di Luciano Spalletti per Roma-Sampdoria di Coppa Italia di domani sera:

ANTUNES Gabriel
AQUILANI Alberto
BRIGHI Matteo
CASSETTI Marco
CICINHO 
CURCI Gianluca
DE ROSSI Daniele
DONI 
ESPOSITO Mauro
GIULY Ludovic
MANCINI Alessandro
PANUCCI Christian
PERROTTA Simone
PIT Adrian
PIZARRO  David
TADDEI Rodrigo
TONETTO Max
TOTTI Francesco
VUCINIC  Mirko
ZOTTI  Carlo

 
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Spalletti: "L'Inter? Non illudiamoci troppo"

Post n°1243 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

«Domani vorrei vedere una Roma attenta, che non si faccia attirare dalla rincorsa all'Inter. C'è da pensare al passaggio del turno, noi ci teniamo e in funzione di quello fatto all'andata sarebbe un peccato non riuscire nella qualificazione». La soddisfazione per i due punti guadagnati sull'Inter non distoglie l'attenzione di Luciano Spalletti sull'obiettivo più immediato: il ritorno dei quarti di finale della Coppa Italia contro la Sampdoria. I giallorossi hanno pareggiato 1-1 a 'Marassì e domani possono cercare la qualificazione all'Olimpico.

Il tecnico della Roma chiede la massima concentrazione ai suoi giocatori per la sfida con i blucerchiati e con l'ex Antonio Cassano: «Noi vogliamo arrivare il più in là possibile in tutte le competizioni. Ad Antonio non so cosa verrà riservato, spero che i miei giocatori sappiano come accoglierlo». (Il tecnico giallorosso ancora non sapeva che Cassano non è stato convocato per domani sera a causa di una lombalgia).

«Devono essere attenti -aggiunge Spalletti-, perchè ha dimostrato di essere in condizione, ha evidenziato le sue qualità». L'Inter ha rallentato contro l'Udinese, ma Spalletti è consapevole che solo una Roma perfetta potrà cercare di recuperare i nerazzurri. «L'Inter ha perso due punti -spiega il tecnico giallorosso-, ma resta una squadra fortissima e lo ha dimostrato anche in dieci contro l'Udinese. Noi non dobbiamo farci facili illusioni, e proseguire su questi ritmi». «La Roma deve continuare a fare quello che sta facendo -prosegue-, certo non sarà facile perchè vuol dire vincere sempre. Fino a oggi la squadra è stata praticamente perfetta. Anche dal punto di vista dello spettacolo, lo dico da spettatore, ha fatto benissimo». La speranza è di accorciare ulteriormente le distanze nello scontro diretto con l'Inter del 27 febbraio: «Quella sarà una partita dove, se ci arriviamo con le caratteristiche giuste possiamo guardare in faccia l'Inter e provare a determinare il risultato. Ma prima bisogna arrivarci a quella partita. Già la prossima gara (contro il Siena ndr), sarà particolarmente difficile, contro una squadra che sta risalendo e sta facendo molto bene».

La Roma ha recuperato alcuni elementi fondamentali, come Totti e Perrotta, ma per pensare di arrivare fino in fondo ci sarà bisogno di tutti spiega Spalletti: «Da ora in avanti conterà avere Totti, conterà avere Giuly, conterà avere Perrotta, conterà avere Mancini, conterà avere Taddei. Francesco ha dimostrato di avere un'automobile in più, non soltanto una marcia. Ma c'è bisogno dell'apporto di tutti i calciatori».

 
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Parte il Viareggio: la Roma con le stelline D'Alessandro e Petrucci

Post n°1242 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Ultimi dettagli per l'operazione Viareggio: ieri è stata ultimata la lista dei convocati, oggi si parte, dopo l'allenamento di rifinitura e il pranzo a Trigoria. Lista dei convocati che ricalca in buona sostanza quella compilata venerdì per la trasferta di Grosseto: manca il solo Ilari, che aveva anche giocato uno spezzone di ripresa, al suo posto rientra Giuliano Falco, che sabato non c'era perché non ancora al massimo della condizione dopo la frattura al gomito rimediata ad Ascoli che gli aveva fatto saltare le ultime tre partite. C'è Davide Petrucci, la stellina degli Allievi, che proprio due giorni fa aveva ricevuto la prima convocazione in Primavera, finendo però in tribuna: ieri mattina ha rigiocato con gli Allievi Nazionali, da oggi sarà a disposizione della categoria superiore, tenendo conto che l'altro giocatore fatto salire sotto età, il compagno di nazionale Marco D'Alessandro, sta facendo vedere cose eccellenti. Undici gli '89 convocati, restano a casa per scelta tecnica il difensore Marongiu, il regista Viviano e l'esterno sinistro Mancini, una bocciatura piuttosto pesante per tre ragazzi al secondo anno di Primavera. Otto i rappresentanti della pattuglia dei '90, i due acquisti di quest'estate, Unal e Babbucci, e sei ex Allievi della scorsa stagione: tra loro i due portieri di riserva Lanni e Pagano, e Guido Giannotta, terzino destro, che fino a questo momento non ha giocato neppure un minuto in gare ufficiali. Esclusi De Domincis e Pedalino, capocannoniere e vicecapocannoniere della squadra dell'anno scorso, c'è invece il trequartista Manganelli, che sta recuperando posizioni in queste ultime settimane. Non ci sono neppure Sebastian Mladen e Alex Pena, i due romeni tesserati la scorsa settimana: hanno fatto solamente un paio di allenamenti con il gruppo di De Rossi, l'intesa con i compagni la cercheranno dopo il Viareggio, nel frattempo rimarranno ad allenarsi con la prima squadra.

Oggi pomeriggio gara inaugurale (Genoa-Tottenham) e giuramento (Giovinco ha sostituito Daniele De Rossi), la Roma esordirà domani alle 15 a Prato contro lo Shakhtar Donetsk, giovedì a Viareggio la seconda gara con il Siena, sabato a Monterotondo Marittimo chiusura del girone contro l'Ascoli. Passa solo la prima, la seconda può sperare in un non facile ripescaggio.

La Primavera della Roma non è di certo una squadra fortissima, quest'anno come lo scorso anno, ma dalla prossima stagione potranno tornare quelle soddisfazioni delr ecente passato perchè i ragazzi degli ALlievi sono fortissimi, D'Alessandro e Petrucci in testa.

PORTIERI: Delfino, Lanni, Pagano
DIFENSORI: Cafiero, Erba, Giannotta, Ianniciello, Palumbo, Pizzuti, Poli
CENTROCAMPISTI: D'Alessandro, Falco, Loiodice, Marangon, Massimo, Petrucci, Unal
ATTACCANTI: Babbucci, Bianchini, Della Penna, Giacani, Manganelli

 
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La gioia di Aquilani, Capitano per 4 minuti!

Post n°1241 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Portare la fascia di capitano della propria squadra del cuore, per un romano e romanista, è il massimo. E' una gioia unica e difficile da frenare, anche se giunge per soli quattro minuti ed a seguito della concomitante assenza degli altri graduati. Ne sa qualcosa Alberto Aquilani, che contro il Palermo ha indossato per la prima volta quella fascia già appartenuta ad altri "figli della Lupa" come Agostino Di Bartolomei, Giuseppe Giannini ed ovviamente Francesco Totti. E proprio l'attuale capitano giallorosso rappresenta uno dei modelli a cui dovrà ispirasi il Principino le prossime volte che potrà indossare i "gradi", anche perché il numero 10 è il giocatore che detiene il record di capitano più giovane della storia romanista con ventuno anni e mezzo. Un primato sfumato per Aquilani, che comunque non ha attenuato la gioia provata in quei pochi momenti e che ha senz'altro cancellato la piccola delusione per la partenza dalla panchina contro i siciliani. Ma per Alberto ci sarà la possibilità di tornare dal primo minuto già nel match di Coppa Italia con la Sampdoria, dove Luciano Spalletti punterà, come all'andata, sulla coppia tutta romana composta da Aquilani e De Rossi. Un'occasione importante soprattutto per il Principino, che potrà così aumentare la propria fiducia ed i minuti giocati, facendo riposare David Pizarro. Accanto a lui, come detto, ci sarà un De Rossi che sabato non ha fatto mancare il sostegno ai compagni dagli spalti dell'Olimpico, a causa della squalifica, e che ieri è stato uno dei primi a scendere in campo nel blando allenamento (dove erano presenti anche i due giovani rumeni Mladen e Pena) tenuto dalla squadra dopo il successo con il Palermo.

Daniele ieri si è esercitato con un partner d'eccezione: Luciano Spalletti. La "strana coppia" ha infatti lavorato per una mezzora dedicandosi ad appoggi, lanci lunghi e tiri in porta. Una serie di operazioni che mostrano tutta l'umiltà di un giocatore che, pur Campione del Mondo, non ha ancora perso la voglia di migliorarsi. Progressi, questa volta difensivi, che stanno caratterizzando anche le ultime prestazioni di un Cicinho che contro i blucerchiati tornerà ad occupare la corsia destra, con Tonetto che invece presenzierà quella sinistra. Al centro, vista la squalifica del duo Ferrari-Mexes e l'indisponibilità di Juan, toccherà a Cassetti e Panucci proteggere la porta giallorossa. E proprio tra i pali ci sarà uno dei principali rebus riguardanti la formazione, visto che la presenza di Curci nel match di andata non ne esclude una sua riconferma nel ritorno, anche perché Doni contro i rosanero aveva giocato pur avendo un problemino alla mano. Sulla trequarti, con la presenza di Perrotta, probabile un turno di riposo per uno fra Taddei e Mancini, con l'inserimento di Giuly dal primo minuto. In attacco dovrebbe esserci spazio per Vucinic, con Totti pronto ad entrare in caso di bisogno.

 
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Conti: "I ragazzi si meritano questa soddisfazione"

Post n°1240 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

«I ragazzi si meritano questa soddisfazione». La felicità di Bruno Conti di ieri pomeriggio, non è misurabile. Per l'Inter che scricchiola. E per il suo Daniele. Che a Cagliari segna come Il Principe Giuseppe Giannini contro lo Slavia Praga. Papà Bruno, per una volta, esulta anche per il figlio: «Per me è stata una giornata particolare...». Per il direttore tecnico della Roma, certo. Come per tutti i romanisti. Giocatori compresi: «Mi fa molto piacere per i ragazzi che si meritano questa soddisfazione di essere più vicini all'Inter - ammette Bruno nostro - ma noi non dobbiamo pensare all'Inter. Dobbiamo continuare a fare la corsa in questa maniera e basta. Sappiamo che è un cammino difficile ma ci crediamo. Dalla gara con la Sampdoria ci siamo messi in testa di andare avanti in questo modo e ci stiamo riuscendo». Intanto, questa Inter sembra avere perso l'appellativo di imbattibile: «Non dobbiamo pensare a questo - avvisa Conti - anche perché l'Inter ha dimostrato di saper vincere anche le partite nelle quali ha sofferto molto. Oggi, adesso, godiamoci questo momento, la soddisfazione di essere più vicini...».

Più vicini, già. Tra noi e loro ci sono solo cinque punti. Con lo scontro diretto di Milano che ci attende nel turno infrasettimanale del 27 febbraio. Di più. L'Inter è stata ferita. È tornata vulnerabile anche grazie a una Roma più concreta, che ha saputo ridurre lo svantaggio di due punti. Se domenica scorsa i nerazzurri non avessero rubato quei 3 punti al Parma, adesso saremmo stati lì, a 2 punti.

Chiamatela pure "controinerzia". Quest'anno era successo solo alla nona giornata. I ragazzi di Spalletti vanno a San Siro e s'impongono con la rapidità di Vucinic, mentre l'Inter rallenta a Palermo. Il gap si riduce, passando da meno cinque a meno tre. Il duello a distanza prosegue poi sul binario dei tre punti per entrambe. Fino a quando (quindicesima giornata con il Livorno e sedicesima con il Torino) la squadra di Spalletti non accusa una flessione, perdendo in una settimana quattro punti dalla capolista.
Più vicini. Molto di più come non eravamo l'anno scorso. Tutta colpa di un doppio passaggio a vuoto, che la Roma aveva accusato tra la diciannovesima e la ventesima giornata. Prima la beffa con il Messina, che al 90' evita la sconfitta con un calcio di rigore di Parisi. Poi, il turno dopo, la Roma si arenava a Livorno, salvata da Totti a sedici minuti dal termine. L'Inter rimontava il gol di Toni e volava via con Stankovic, Adriano e Ibrahimovic. Il vantaggio sulla Roma cominciava ad assumere proporzioni monstre : più undici, campionato finito o quasi.

La "controinerzia" giallorossa? C'era stata, sì. Ma solo quando non contava più un accidente. Dopo la la trentunesima giornata la Roma si riprende quei sette punti, complice una mezza crisi dei nerazzurri. Mezza, sia chiaro: l'Inter aveva già lo scudetto in tasca. Doveva solo attendere che anche l'aritmetica facesse il suo corso. La festa tricolore si sarebbe dovuta consumare proprio contro la Roma il 18 aprile. Perrotta, Totti e Cassetti zittirono San Siro e l'Inter fu costretta a rinviare i bagordi alla partita con il Siena. In tutta la stagione, dunque, il gruppo di Spalletti non era mai riuscito a invertire il trend di una classifica che, alla fine, mise tra noi e loro ventidue punti. Adesso no. Adesso, il vento soffia da un'altra parte. Per sfortuna di Mancini & Co., sembra un ponentino. D'ora in poi non si può più parlare, nè scrivere, di un deja vu. In ogni caso, tranquilli, non sarà come un anno fa.

 
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Faccia di culo straparla!

Post n°1239 pubblicato il 28 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Faccia di culo Mancini ieri pomeriggio, nel dopo-partita di Udinese-Inter, ha semplicemente straparlato e delirato: «La prossima ci conviene iniziarla subito in dieci uomini», con chiaro riferimento polemico all'espulsione nel primo tempo (e a quella contro la Juve in Coppa Italia).

È stato tutto un pomeriggio elettrico, dove la tensione si tagliava a fette. La tensione a un certo punto ha rischiato di degenerare in qualcosa di ben peggiore di un semplice e vivace scambio di "opinioni". Udinese-Inter vissuta a bordocampo è il racconto di una giornata vissuta pericolosamente. Gli strascichi delle polemiche del dopo Siena-Inter e del dopo Inter-Parma, dove l'Inter ha complessivamente rubato 5 punti grazie ai due arbitri, erano la mina vagante presente allo stadio Friuli . Ed è bastato un fallo di Materazzi su Quagliarella (nettissimo, ma non punito come al solito) per scatenare i veleni. Sono trascorsi appena pochi minuti, ma il clima è già infuocato. Protesta la panchina bianconera, in particolare il d.g. Pietro Leonardi. Roberto Mancini, con la sua linda faccia di culo, scatta con arroganza e urla addosso di tutto al diretto interessato: «Ma cosa volete? Come fate a dire che era fallo?» E giù con altre invettive, sostenute anche da quell'altro idiota di Lele Orali, dirigente con qualifica di accompagnatore sulla panchina nerazzurra. Leonardi la prende male, il quarto uomo Damato fatica a tenere a bada tutti. Sul campo è Quagliarella ad avere la peggio. Il colpo non è uno scherzo e l'attaccante napoletano giocherà tutta la partita zoppo o quasi: «Dicevano che non era fallo - spiegherà negli spogliatoi Marino - avevano ragione a tal punto che Fabio ha giocato a mezzo servizio per tutti i novanta minuti e ho dovuto persino sostituirlo». L'impressione è che sul campo i giocatori riescano a controllare i bollenti spiriti, ben più di quanto non faccia faccia da culo Mancini.

Tutti, meno Cesar. Due falli in trenta secondi e Rosetti estrae prima il giallo e poi il rosso. È il momento di massima tensione: «Ma come si fa?» - urla faccia di culo, e mentre lo fa vorrebbe quasi entrare in campo. Ce l'ha con la prima ammonizione, sulla seconda non protesta più di tanto. Il problema, come sempre, è il metro di giudizio, quasi mai univoco sui campi di serie A. Rosetti applica il regolamento (l'intervento da dietro è punibile a prescindere, come abbiamo visto ai Mondiali di Germania), molti altri non lo fanno. Collina prenda nota e provveda.

Mai vista tanta tensione quest'anno su un campo di gioco. Vuoi vedere che l'accusa, sacrosanta e veritiera, "Siete come la Juve" ha colpito nel segno? Lentamente gli animi si calmano, ma nella ripresa tornano i fantasmi. Un paio di entratacce piuttosto dure su ambo i fronti, poi il gol annullato a Ibrahimovic (miracolo di una classe arbitrale che forse ora si sente in colpa per aver falsato il campionato), un paio di fuorigioco dubbi. E faccia di culo Mancini si scalda di nuovo: «Rosetti, e questo non era da ammonizione?» - urla il tecnico che poi si gira ancora verso la panchina friulana. L'Udinese soffre, annaspa, spreca quando avrebbe la possibilità di colpire (maledetto Pepe!), subisce l'Inter anche con l'uomo in più. I nerazzurri, va riconosciuto, sono forti. Giocano bene, dominano la scena, sfiorano più volte il vantaggio che probabilmente avrebbero meritato. Ma quel che conta è che la Roma adesso è a meno cinque: «L'Inter è fortissima - spiegherà Pepe negli spogliatoi - la Roma è appena dietro e se la può giocare. Dipenderà molto dallo scontro diretto». Marino ha un'analisi da snocciolare che vale più di qualsiasi altro commento: «Molti possono pensare che io non sia soddisfatto, ma in realtà sono molto contento della prestazione dei miei. L'Inter è fenomenale, in dieci contro undici ci ha messo in grande difficoltà. Complimenti a Mancini».

E lui, il bel Mancio-faccia di culo, offeso contro la stampa rea di avergli sbattuto in faccia la verità, lascia il Friuli senza aver sfatato il tabù-Udinese, ma confidandosi a Inter Channel. E proprio alla fine viene il "bello", state a sentire: «Non ci interessano questi episodi, vorrà dire che mercoledì a Torino scenderemo in campo già in dieci così avremo risolto anche questo problema. La nostra è stata una prestazione straordinaria».

Poi ecco Cesar. «La prima ammonizione è avvenuta sul mio primo fallo. Sul secondo giallo è vero, potevo tergiversare, ma io non sono entrato per fare male». Zanetti chiude: «Noi andiamo avanti sulla nostra strada». Anche la Roma dice la stessa cosa.

 
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Cicinho: "Questo Real è battibile"

Post n°1238 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

E' un Cicinho "a cuore aperto" quello che parla ai microfoni di "Guarda che lupa", programma di Sky sport1. Il giocatore giallorosso parla della sua infanzia trascorsa tra la povertà e l'affetto della sua famiglia e della sua esperienza a Roma con Spalletti.

Com'è stata la tua infanzia?
La mia infanzia è stata difficile come quella di molti, ma ho avuto il privilegio di non lavorare fino a 18 anni. Mio padre Claudio era un fumatore: quando sono nato io ha smesso con le sigarette per investire su di me i soldi risparmiati. Non ho mai sofferto la fame, ma ero in difficoltà se dovevo comprare dei vestiti o uscire con gli amici. Non avevo soldi per andare ad allenarmi, così ho fatto dei lavoretti extra per rimediare qualche soldo. A 18 anni giocavo nel Botafogo di Ribeirao Preto e, un giorno, decisi di smettere. Volevo andare a lavorare, ma i miei genitori non vollero. Mi dicevano: 'Continua a giocare fino ai 21 anni, se a quell'età non avrai sfondato ti troveremo un lavoro. Ma fino ad allora proviamoci, facciamo una scommessa, vediamo se riesci a fare una vita diversa da quella dei tuoi fratelli che lavorano dalla mattina alla serà. Mio padre vedeva che avevo qualità per diventare un calciatore professionista, io non ero d'accordo. Pensavo che arrivare in una grande squadra sarebbe stato difficile, addirittura impossibile per chi giocava in una squadretta come il Botafogo di Ribeirao Preto.
Come sei diventato cittadino italiano?
Mio nonno era nato in Italia ed era andato a vivere in Brasile. Si è sposato con una brasiliana, ha creato una famiglia e nei nostri ricordi parlava sempre di Roma. In realtà era nato vicino a Roma.
Cosa vuoi migliorare nel tuo modo di giocare? Cosa ti chiede Spalletti?
Lui vuole che io migliori nella fase difensiva e ha ragione. Neanche io sono soddisfatto al 100% del mio rendimento, nel senso che cerco sempre di correggere gli errori e di migliorare. Questo mi aiuta molto, penso sempre all'errore da non ripetere o a come crescere. Ma devo anche dire che i miei progressi in marcatura sono stati grandi dal giorno del mio arrivo.
Hai lavorato anche con Capello al Real: qual è la differenza principale tra lui e Spalletti?
Sono diversi nel comportamento. Capello non scherza molto, è molto serio. Spalletti, invece, sta sempre con noi, partecipa al nostro lavoro, si diverte, fa parte del gruppo.
La Roma può eliminare il Real dalla Champions?
Certo, io ci credo, noi siamo forti esattamente come il Real Madrid. Abbiamo giocatori che interessano al Real Madrid, vogliamo tutti giocare la partita della vita e sentiamo già i brividi dall'emozione. Lo aspettiamo noi, lo aspettano tutti i nostri tifosi, anzi dovremo stare attenti a non farci trascinare dall'euforia e dall'attesa.
Chi piace al Real dei nostri giocatori?
Si è parlato di Mancini, di De Rossi, di Aquilani che interessa a molti club, ma adesso giocano qui e servono alla Roma per provare ad eliminare il Real.
Il primo gol di Cicinho con la Roma potrebbe arrivare contro il Real, la tua vecchia squadra?
Magari, sarebbe ancora più bello. Io non ho niente contro il Real Madrid, lì ho passato due anni splendidi, ma oggi gioco nella Roma e sto molto bene qui.

 
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L'Inter impatta a Udine. Siamo a -5

Post n°1237 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

L'Udinese ferma l'Inter sullo 0-0 e riaccende la corsa scudetto. E' stata una partita sofferta e aperta fino all'ultimo con un'Inter, soprattutto nel secondo tempo, padrona del campo. Ma l'Udinese ha lottato in attacco e si è coperta bene quando c'era da difendere il pareggio. Al 21' il nerazzurro Cesar si fa espellere per una doppia ammonizione e la partita per i ragazzi di Mancini diventa in salita. I friulani sfiorano anche il colpaccio, ma alla Roma va bene così... Il campionato si riapre.

A fine gara, facciadiculoMancini, trova perfino l'indecenza di lamentarsi dell'arbitraggio, dopo tutti i punti che ha raccolto finora grazie agli arbitri. Ai microfoni di Inter Channel (alle altre televisioni non ha parlato perchè il piccino è in silenzio stampa, poverino...), Robyfacciadiculo ha dichiarato: "L'espulsione di Cesar? Vorrà dire che mercoledì a Torino scenderemo in campo già in dieci così avremo risolto anche questo problema. Vorrei anche rivedere l'azione del gol annullato a Ibra per vedere se c'era questo fantomatico fallo su Lukovic"

FACCIA DI CULO NON HA PIU' RITEGNO....

 
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Contro la Samp una difesa di esterni

Post n°1236 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

C'è un Cassano da battere (anche ieri in gol contro il Siena, quarto gol in campionato), una semifinale di Coppa Italia da conquistare e un'altra gara da vincere, in poche parole bisogna ricominciare, e subito, a fare sul serio. Non c'è tempo per fermarsi a pensare e riflettere, già stamattina - alle 10.45 - la Roma di Luciano Spalletti scenderà in campo a Trigoria per preparare il quarto di finale di ritorno della coppa da vincere per il secondo anno consecutivo, da alzare sotto il cielo di Roma.

Il risultato di pareggio conquistato all'andata in dieci uomini con le unghie e con i denti lascia moderatamente tranquilli giocatori e tifosi, ma il tecnico farà i conti con gli atavici problemi di formazione. Tanto per cominciare, la difesa è tutto un rebus. A parte il solito dubbio Doni o Curci, con Mexes e Ferrari squalificati, Juan ancora infortunato, le scelte saranno inedite e per la prima volta in questa stagione Spalletti schiererà una linea con quattro esterni: Cicinho e Tonetto laterali, Panucci e Cassetti centrali. A meno che lo sfortunato Andreolli torni a disposizione, ma sarà comunque difficile vedere dal primo minuto l'ex centrale dell'Inter che in questa stagione non ha giocato nemmeno un minuto in gare ufficiali e che in giallorosso può vantare solo una serie infinita di infortuni.

A centrocampo spazio a Daniele De Rossi e Alberto Aquilani (stessa linea mediana dell'andata ) che ieri non è stato schierato dal primo minuto. In attacco Taddei e Mancini sugli esterni, Perrotta o Giuly a supportare il capitano, Francesco Totti, che ieri ha festeggiato i duecento gol. Al termine della seduta odierna, si potranno capire meglio le intenzioni del tecnico e cominciare a sciogliere i primi dubbi.

 
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La Sensi: "Francesco è il calcio!"

Post n°1235 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Anche lei se ne va con il sorriso di sempre. Perché questa Roma vince e convince e rende il suo amministratore delegato, Rosella Sensi, sempre più radiosa: «Che bello vedere questa squadra - dice il numero uno della Roma all'uscita dalla tribuna autorità -. E poi l'immagine di Francesco prima della partita... L'avete visto? Vederlo in mezzo ai bambini, lui che è cresciuto nella sua città e nella sua squadra del cuore diventandone capitano e cannoniere. Penso che lui sia il calcio». Rosella è al settimo cielo. Con il Capitano il rapporto è di quelli che vanno oltre l'Olimpico. Basta ricordare le lacrime che le scesero dal viso il 19 febbraio 2006. Francesco era a terra, steso dall'entrata killer di Vanigli. In tribuna, il dolore le si leggeva sul volto. L'amministratore delegato della Roma stravede per Totti, e non solo per lui: «Totti, Aquilani e De Rossi sono dei giocatori particolari dei quali la Roma ne va fiera e che le altre squadre non hanno. Una cosa bella da vedere e da farla vedere agli altri». Monumenti della romanità applicati al pallone. Roba de' noantri . Per forza che ce li invidiano.
Ora servirebbe un bel regalo da parte dell'Udinese: «Io penso alla Roma - dice la Sensi - poi se da Udine arrivasse un risultato positivo per noi sarebbe meglio». Basterebbe un arbitraggio senza sudditanza psicologica: «Di questo non voglio parlare, non è nello stile della Roma sottolineare questi aspetti». L'amministratore delegato romanista può essere soddisfatta anche per la bella prestazione di Mancini, autore del gol vittoria: «Sì, sono contenta perché nelle ultime partite si sta rivelando fondamentale per questa squadra». Parole che vanno interpretate nel senso di un'ulteriore apertura da parte della Roma nel dialogo con il suo agente, Gilmar Veloz? «Di questo preferisco parlare in altri momenti», sorride Rosella Sensi. A proposito di mercato,si pensa a qualcuno per l'attacco? «No, con un Totti così e con i suoi duecento gol chi volete? Poi il mister ha detto che va bene questo gruppo e noi seguiamo quello che dice lui».
Già, il mister. Spalletti, prima della partita con i rosanero, aveva voluto commentare lo stato di grazia di un Capitano sempre decisivo. Anche quando Francesco non fa esplodere l'Olimpico per un gol: «Totti ha raggiunto un equilibrio anche nelle reti che fanno clamore. 200 gol sono troppi, impossibili per molti calciatori. E, nonostante tutto, Francesco ha ancora voglia di continuare a migliorarsi».

 
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200 gol e un solo amore: questo è il Capitano!

Post n°1234 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

E' la sera della festa. Quella che si era potuta tenere una settimana fa, il giorno di Roma-Catania, ma si celebra questa sera. Duecento gol e un pallone. Tutto d'oro. Glielo regala la curva, la sua curva, il Pallone d'Oro. Non è quello assegnato da France Football, ma poco importa. Anzi. Per Francesco vale sicuramente di più questo. E' la sorpresa che lo aspetta quando esce dal sottopassaggio, quello alla destra della Monte Mario, e il suo primo pensiero è proprio per la Sud. E' lì che corre, a raccogliere l'abbraccio dei suoi tifosi. Quelli per i quali "c'è solo un capitano", come gli cantano correndogli anche loro virtualmente incontro. "To-tti, To-tti, To-tti-gol", parte il coro mentre lui alza al cielo quel trofeo così simbolico e prezioso. "Duecento volte grazie", c'è scritto sullo striscione dell'Utr che si affaccia dalla Tevere. E "duecento volte grazie" sembra dire lo stadio intero.

Sono in trentatremila stasera sugli spalti, anche se dalla voce sembrano molti di più. E' un'altra di quelle serate che più gelide non si può, ma dove ciò che veramente non si può è mancare all'appuntamento. Oggi meno che mai. C'è il capitano da festeggiare. Duecento gol da celebrare. Duecento perle, decisive sempre, checché ne dicano quanti gli vogliono male. A partire da quella prima segnatura, contro il Foggia, nel '94, quando appena diciottenne infiammò per la prima volta l'Olimpico, passando per quelli che hanno rappresentato tante tappe importanti: il 100°, contro l'Inter, con Toldo a braccia larghe, quasi rassegnato; e poi quello, il 107°, che gli consentì di superare bomber Pruzzo e diventare il primo marcatore in assoluto nella storia della Roma. Fino ai due contro il Torino, due settimane fa, che gli hanno fatto raggiungere quota 200. «Sono tanti - ha detto ieri sera Luciano Spalletti - troppi, per qualsiasi giocatore. Eppure lui ha ancora tante di quelle risorse e motivazioni, da poterne realizzare tanti altri ancora…». Per tante altre feste che verranno.

Ma intanto, che festa sia. Duecento volte Totti, dunque. Sono i duecento bambini che lo attendono in mezzo al campo. Tutti in fila, dalla bandierina del calcio d'angolo al centro del terreno di gioco. Sulle maglie, candide, il numero 10 sulla schiena e il 200 sul petto. Duecento bambini, come era Francesco quando ha cominciato ad amare questa maglia. Duecento, come ogni gol realizzato con questi colori addosso. Abbraccia anche loro, il capitano, passandogli accanto. Lo fa dando il "cinque" ad ognuno. Un modo per dire "Sono tutti voi". Perché, dentro di sé, è davvero tutti loro. Di più, come loro. Che lo guardano ammirati e ricorderanno certamente a lungo quella mano data al proprio capitano. E per chi sogna di poterlo emulare un giorno - come accadeva a lui quando era soltanto un raccattapalle - è quasi un "battesimo", un'investitura. Un tocco magico. Come la carezza di un papa. O, se si vuole, di un papà.

Dura pochi minuti la cerimonia, che comincia quando ne mancano una decina all'inizio della gara. Ma l'intensità è tale da riscaldare d'un colpo l'intero Olimpico. O è forse l'Olimpo? Perché Francesco è sempre più nella leggenda ma, probabilmente, da stasera, ancor più nel mito. Poca ufficialità, comunque, in questa piccola celebrazione pre-partita. Il tempo di salutare tutti i bambini ed è quasi l'ora di Roma-Palermo. Entrano infatti le squadre, parte come sempre l'inno di Antonello, ma non c'è tempo per ascoltarlo tutto. La canzone si interrompe quasi subito perché Brighi, l'arbitro, ha fischiato l'inizio della gara. E allora, la curva continua a cantarlo da dove si è interrotto. E' una voce sola, "Roma, Roma, Roma" fino al termine. Perché questa sera è davvero speciale. E anche quell'inno, cantato tutti in coro, vuole essere un altro omaggio al capitano.

Una partita, la sua, di quelle che gli capita di giocare quando non è al meglio ma vuole esserci comunque. Perché l'influenza dei giorni scorsi ha lasciato qualche segno e il non essersi allenato per più di una seduta lo restituisce al campo con qualche acciacco, ma la voglia che non manca. Mai. Gioca senza brillare, stasera, il capitano, spesso da fermo. Ma le giocate importanti sono quelle di sempre. E quando esce dal campo, a una manciata di minuti dal termine, lo fa tenendosi la sua fascia da capitano. Quella personalizzata, con i nomi di Christian e Chanel. Vucinic ne porta infatti un'altra a Mancini, che a sua volta la darà ad Aquilani, al momento della sua sostituzione (e viene da dire, mancando De Rossi e Panucci, che bel passaggio di consegne in sequenza!). Quando esce, il capitano riceve lo stesso un'altra meritata ovazione. Perché è la sua serata e lui è, più che mai, il passato e il futuro di questa squadra. Ma, intanto, e godiamocelo per questo, soprattutto il presente. Lo dice anche uno striscione: "Totti is now". Ora e sempre.

 
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Spalletti: "Grande difesa"

Post n°1233 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Le parole di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, a Sky. Il tecnico giallorosso elogia i suoi ragazzi dopo la vittoria di oggi, in particolare Mancini: "Lui è un grande calciatore, sappiamo cosa ci può dare, non vedo chi può pensare diversamente sul suo conto"

Il gol con lo schema del raccattapalle.
Se batti una punizione un po' anticipata, può essere chiamato schema anche quello. Come nasce l'idea del raccattapalle veloce? Lo hanno fatto da soli, i calciatori hanno chiesto la palla velocemente e i ragazzi comunque la mettono sempre lì.
Mancini è il valore aggiunto di questa Roma. Tifa per il suo rinnovo?
Mancini è un grande calciatore, sappiamo cosa ci può dare, non vedo chi può pensare diversamente sul suo conto.
Potrebbe essere ceduto con una grande offerta?
Sono cose che valutano il Direttore e la Dottoressa Sensi. Io penso che a Mancini faccia piacere restare a Roma, ci sarà da guardarsi in faccia e alla fine si troverà una soluzione.
Giocando prima, siete avvantaggiati? Così non avete condizionamenti.
Se l'esito è questo, meglio giocare prima.
La solidità difensiva è il vostro segreto?
Qui parlano tutti delle azioni in velocità, ma la nostra squadra nel primo tempo è stata bravissima a chiudere gli spazi al Palermo che ripartiva in velocità. Nel reparto difensivo siamo stati bravissimi.
Sulle palle da fermo però avete rischiato in un paio di occasioni.
Loro sfruttano molto le palle inattive e poi hanno questa forza fisica, oltre che un grande battitore come Miccoli. Oggi ci mancava un po' De Rossi che spalmava la nostra linea difensiva e dava una mano ai due centrali.
La scelta di Brighi? Aquilani e Pizarro non potevano giocare insieme?
Matteo ha fatto una grandissima partita. Pizarro e Aquilani possono coesistere, però non è partito dall'inizio per una serie di ragioni. Non avevo un centrocampista di qualità da far entrare e poi lui ha appena recuperato dall'infortunio e non è al top.
Potrebbe essere ceduto con una grande offerta?
Sono cose che valutano il Direttore e la Dottoressa Sensi. Io penso che a Mancini faccia piacere restare a Roma, ci sarà da guardarsi in faccia e alla fine si troverà una soluzione.
Giocando prima, siete avvantaggiati? Così non avete condizionamenti.
Se l'esito è questo, meglio giocare prima.
La solidità difensiva è il vostro segreto?
Qui parlano tutti delle azioni in velocità, ma la nostra squadra nel primo tempo è stata bravissima a chiudere gli spazi al Palermo che ripartiva in velocità. Nel reparto difensivo siamo stati bravissimi.
Sulle palle da fermo però avete rischiato in un paio di occasioni.
Loro sfruttano molto le palle inattive e poi hanno questa forza fisica, oltre che un grande battitore come Miccoli. Oggi ci mancava un po' De Rossi che spalmava la nostra linea difensiva e dava una mano ai due centrali.
La scelta di Brighi? Aquilani e Pizarro non potevano giocare insieme?
Matteo ha fatto una grandissima partita. Pizarro e Aquilani possono coesistere, però non è partito dall'inizio per una serie di ragioni. Non avevo un centrocampista di qualità da far entrare e poi lui ha appena recuperato dall'infortunio e non è al top.

 
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Decide Mancini!

Post n°1232 pubblicato il 27 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

La Roma continua la sua marcia all'inseguimento dell'Inter. Nel secondo anticipo della prima di ritorno i ragazzi di Spalletti mostrano un gioco spumeggiante e battono 1-0 un Palermo sonnecchiante per 70 minuti, ma capace di mettere paura ai giallorossi proprio quando ormai sembrava tutto finito.

Nel primo tempo la Roma a tratti è bellissima, ma le manca qualcosa negli ultimi 16 metri. L'azione offensiva giallorossa è tambureggiante con fraseggi veloci. Totti è ispirato, Mancini e Perrotta penetranti mentre Tonetto e Cassetti sono bravi negli inserimenti da dietro. Il solo Taddei appare un po’ appannato e perde qualche palla di troppo.

Il Palermo è troppo rinunciatario e tenta solo qualche ripartenza veloce: Amauri però è ben controllato da Ferrari mentre Miccoli riesce ad andare alla conclusione solo dalla grande distanza.

Nella ripresa l'inerzia del match non cambia con la Roma che continua a macinare gioco senza però riuscire a impensierire Fontana. L'equilibrio si spezza quando il difensore rosanero Rinaudo entra a gambe unite su Brighi. Il direttore di gara, omonimo del mediano romanista, estrae direttamente il cartellino rosso e lascia il Palermo in dieci uomini. Non passano neanche due minuti e la Roma trova il meritato gol del vantaggio: calcio d'angolo di Taddei, Mancini salta altissimo e incorna a rete alla perfezione anticipando Fontana.

La Roma intelligentemente non si siede sul vantaggio ottenuto e continua a premere tenendo il possesso del pallone. Il Palermo però non crolla e nel finale tira fuori l'orgoglio. Cavani si ritrova sui piedi la palla del pareggio, ma sparacchia alto sulla porta di Doni. I siciliani mettono paura ai giallorossi, ma non basta. Nel finale è anzi Mexes a colpire un clamoroso palo. La Roma si porta a casa i tre punti e aspetta la risposta dell'Inter capolista, impegnata domani a Udine.

 
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Barusso in prestito al Galatasaray

Post n°1231 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Il Galatasaray ha ufficializzato, attraverso il vicepresidente Adnan Polat, l'acquisto di Ahmed Barusso dalla Roma. Il giovane calciatore ghanese andrà in prestito al club turco per sei mesi. "Confermo che Barusso giocherà nel campionato turco appena avrà terminato la sua avventura in Coppa d'Africa", ha dichiarato Polat. "Con la Roma siamo d'accordo su tutto. Il contratto verrà firmato e non ci saranno problemi".

 
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Guardate che gioello il Nuovo Anfield!

Post n°1230 pubblicato il 26 Gennaio 2008 da Urbe_immortale

Mentre noi siamo alle prese con i lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico, sognando un giorno di avere uno stadio come quelli britannici, gli inglesi stanno già facendo un passo in avanti. Loro, i grandi estimatori della tradizione, stanno demolendo i loro miti. Giù Wembley, giù Highbury, ora giù anche Anfield. Si proprio il tempio del Liverpool, della Kop, di un'atmosfera straordinaria. Gli statunitensi Tom Hicks e George Gillett, i miliardari proprietari del club, hanno deciso di portare a termine il progetto del nuovo stadio. Altro che passaggio di proprietà, altro che cessione al gruppo mediorientale del Dubai International Capital (come si era ipotizzato nei giorni scorsi), Hicks e Gillett rilanciano e mettono sul piatto 500 milioni di euro, quelli ricavati da un ambizioso piano di rifinanziamento del club.
Il nuovo investimento servirà non solo per saldare l'enorme prestito, oltre 300 milioni di euro, utilizzato dai due per l'acquisto della società nel marzo 2007, ma anche per dare il via alla costruzione del nuovo stadio di Stanley Park. Si chiamerà anche così il "New Anfield", prendendo il nome dal parco della città che divide fisicamente le due squadre rivali del Merseyside. Da un lato c'è Anfield, la casa dei Reds, dall'altra il Goodison Park la tana dell'Everton. Il nuovo impianto sarà costruito a poche decine di metri dal precedente. Una meraviglia progettata da uno studio di architetti di Dallas che cercherà di mantenere l'identità storica del club e al tempo stesso di non apparire come un pugno in un occhio nel panorama della città. Per questo la struttura in acciaio e vetro sarà in parte incassata nel terreno assieme al terreno di gioco e alle prime file di spalti. Sessantamila posti, che potranno diventare agevolmente 76 mila già dalla prima partita prevista per l'agosto del 2010. E la nuova Kop? Sarà lì, con i suoi 18 mila posti a sedere e le gradinate ripidissime per mantenere dimensioni e sensazione di intimidazione di quella originale. Tutto intorno un gioco di forme asimmetriche, concave e convesse. Più tradizionale il lato sud, quello che si affaccerà su Anfield Plaza, l'enorme spazio che verrà a crearsi con la demolizione del vecchio stadio. Qui sorgeranno la statua di Bill Shankly, considerato il più grande allenatore della storia del Liverpool, e il monumento alle vittime di Hillsborough. I "tradizionali" inglesi demoliscono e ricostruiscono. E noi? Ancora fermi al ritocco del 1990.

 
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