Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi di Giugno 2008

Aquilani: "Io a Donadoni dico grazie"

Post n°1962 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

L'incubo è ancora vivo per quei due ragazzi che hanno la Roma nel cuore e non riescono a metabolizzare quest'altra delusione. L'incubo ha la forma di un rigore sbagliato che si sovrappone a quello dell'Old Trafford e quella di un esordio che nel sogno era stato molto diverso.

Alberto Aquilani con la Spagna non è mai sembrato quello che nella Roma sa essere decisivo, ficcante, pericoloso: «All'inizio mi sono un po' emozionato, poi piano piano ho preso fiducia e penso di aver fatto la mia parte. Ho corso tanto, molto di più di quello che faccio nella Roma, loro facevano girare la palla benissimo e ogni volta che noi ne perdevano il controllo ripartivano in velocità, cercando di tagliarci fuori». Logico che qui abbia corso di più: quando gioca per Spalletti, l'organizzazione tattica consente ad ognuno di svolgere il proprio compito in funzione del movimento del compagno di squadra. La Nazionale è vissuta da sempre, e in particolare con Donadoni, sull'estro dei singoli, senza grande attenzione all'organizzazione generale, senza particolari meccanismi in fase di possesso-palla. Eppure anche Alberto rimette il disco già suonato dai suoi compagni, e non potrebbe essere diversamente: «Devo ringraziare Donadoni per quello che mi ha dato sul piano personale e per quello che ha fatto per la squadra. Fosse per me sarebbe sicuramente confermato, non vedo come si possa parlare di fine di un ciclo».
Aquilani è davvero riconoscente nei confronti del ct. Donadoni l'ha convocato nonostante qualche perpessità dovuta agli infortuni che ne avevano minato la stabilità nel corso della stagione, Donadoni l'ha tenuto quando c'era da eliminare uno dal gruppo dei 24 convocati (Montolivo l'escluso), Donadoni l'ha fatto esordire contro la Francia, Donadoni gli ha dato fiducia mettendolo in campo dal primo minuto al posto di Pirlo, squalificato, contro la Spagna. E proprio i dieci minuti contro la Francia hanno ridato fiducia ad Alberto che per un po' s'era sentito un corpo estraneo a questa nazionale. E' l'inevitabile destino degli ultimi arrivati. Basti vedere che cosa è accaduto su quella palla che Cassano ad un certo punto del secondo tempo ha portato avanti con la Spagna presa in controtempo: dovendo scegliere tra il passaggio orizzontale leggermente arretrato, per favorire la soluzione centrale verso Aquilani, e il cross anche un po' alla cieca verso Toni, il sampdoriano di Bari ha preferito la seconda soluzione, sprecando la superiorità numerica. Ci fosse stato Pirlo al posto di Aquilani forse la scelta di Cassano sarebbe stata diversa. Ma certe dinamiche sono sempre esistite in una squadra di calcio, a maggior ragione quando si parla di nazionale. Anche se chi le "subisce" poi le soffre: soprattutto se il soggetto ha il carattere di Alberto Aquilani.

Poi, fino alla fine, ha sperato nella vittoria, che avrebbe dato magari un senso diverso anche alla sua prestazione: «Quella palla di Camoranesi parata da Casillas col piede l'avevo vista dentro. Lì poteva cambiare la nostra partita e probabilmente il nostro europeo. La Spagna non ha fatto molto più di noi». Ma alla fine forse è stata premiata per la maggior determinazione. Ai rigori ha sbagliato Daniele, se Alberto fosse stato in campo sarebbe toccato anche a lui provare: «Non mi sarei tirato indietro». Come non l'ha fatto De Rossi. Loro sono romanisti.

 
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Torna Lippi... e forse anche Totti

Post n°1961 pubblicato il 24 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Lippi lo ha sempre difeso, lo ha portato in Germania con una placca nella caviglia, ha creduto in lui mentre tutta Italia lo voleva fuori squadra. E Totti gli ha dato tutto se stesso, giocando su una gamba sola fino a Berlino. In passato Francesco disse: «Sudafrica 2010? Nì...» E se con il C.T. campione del mondo diventasse sì? Intanto i nostri sono già tornati. Aquilani: «Confermerei Donadoni, mi ha dato fiducia». Spalletti: «Un applauso a chi si è preso le responsabilità»

Francesco Totti potrebbe tornare a giocare in Nazionale. Una possibilità concreta, dopo il fallimento azzurro a Euro 2008 e il conseguente, quasi certo, addio alla panchina di Roberto Donadoni. Nei prossimi giorni il ct dovrebbe andare in Figc per sancire la risoluzione anticipata del contratto. A quel punto la federazione dovrà fare la sua scelta e comunicare il nome del successore. Il tutto in tempi piuttosto brevi, perché le qualificazioni ai Mondiali incombono. La prima uscita della nuova Italia con i tre punti in palio è prevista per il 6 settembre contro Cipro, impegno più che abbordabile in un girone (il nostro è il numero 8) altrettanto abbordabile con Georgia, Montenegro, Irlanda e Bulgaria. Prima ancora ci sarà l'amichevole del 20 agosto a Nizza contro l'Austria che segnerà l'esordio del nuovo Commissario tecnico, che poi potrebbe essere il vecchio. Ovvero Marcello Lippi, che dopo due anni passati a guardare calcio è pronto a tornare in panchina. E quella della Nazionale è per lui la soluzione migliore, perché gli permetterà di dedicare un po' di tempo anche alla famiglia e a se stesso.

Dunque, si va verso il clamoroso ritorno del allenatore campione del mondo che, di fatto, riprenderà da dove aveva interrotto, cioè dalla notte di Berlino, con l'obiettivo di centrare il bis in Sudafrica. Tanti dei giocatori che hanno deluso in Austria diranno addio all'azzurro, in molti casi anche per limiti d'età. Se non sarà rivoluzione, poco ci manca. L'Italia ripartirà da pochi punti fermi, come De Rossi e Aquilani e magari da Francesco Totti. Il capitano giallorosso qualche mese fa aveva riaperto la porta ad un suo possibile ritorno in azzurro. Allo spagnolo "Don Balon" aveva detto: «Non dico né sì né no. Non ho mai detto che non ritornerò. Naturalmente mi piacerebbe giocare il Mondiale in Sudafrica, ma devono cambiare diverse cose. La mia vita attuale, concentrata sulla Roma e sulla mia famiglia, mi piace molto». E adesso le cose sono cambiate, o stanno per farlo. Nell'ottica di un suo possibile ripensamento sulla decisione presa dopo il trionfo del 2006, la presenza di Lippi sarebbe una garanzia. Perché tra i due c'è un grande rapporto, iniziato con l'arrivo del tecnico toscano sulla panchina azzurra e rinsaldato fortemente nel momento dell'infortunio alla caviglia di Francesco. Poche ore dopo il crac, Lippi si presentò a Villa Stuart per rincuorare il capitano giallorosso, dicendogli qualcosa del tipo «Coraggio, vedrai che insieme ce la faremo». E fu così, perché Totti, dopo una così grande dimostrazione di fiducia, lavorò più duramente che mai con un obiettivo davanti a sé. Anche nel ritiro premondiale Lippi se lo "coccolò" e gli ritagliò su misura un ruolo in linea con le condizioni fisiche di quel momento. E Francesco lo ripagò con gare attente, giocate preziose e una rete decisiva, quella su rigore contro l'Australia, quando le gambe di tutti gli altri tremavano. Lui prese quel pallone e lo scaraventò in porta lanciandoci verso la vittoria. Poi entrambi lasciarono, ora entrambi potrebbero tornare. Lippi subito. Francesco, nel caso, tra qualche tempo, quando l'ennesimo infortunio (stavolta ai legamenti del ginocchio) sarà alle spalle. A quel punto ci si potrebbe ripensare, si potrebbe trovare una soluzione che soddisfi tutti: il ct, Francesco e la Nazionale. Che di lui, anche a 34 anni (tanti ne avrà nel 2010), ha sempre bisogno.

 
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Roma, terzo club con più introiti dalla Uefa

Post n°1960 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

La Roma, con quasi 30 milioni di euro, è la terza squadra più pagata dall'Uefa, fra quelle che hanno preso parte all'ultima edizione della Champions League. Solo Manchester United e Chelsea, vale a dire le due finaliste di Mosca, hanno intascato più soldi dei giallorossi, che sono stati eliminati nei quarti proprio dalla squadra allenata da Alex Ferguson. L'Uefa ha versato in tutto 43 milioni nelle casse dei 'red devils', che alla fine hanno vinto la coppa, battendo ai rigori il Chelsea. Al club londinese, invece, sono andati 36 milioni. Gli introiti sono stati distribuiti in base a due criteri ben precisi: uno legato ai risultati ottenuti da ciascuna squadra, un altro in relazione al valore televisivo del marchio della squadra stessa. Una somma è stata devoluta a ciascuna delle 32 formazioni che hanno acquisito il diritto a disputare la fase a gironi della Champions, partendo da una base di 3 milioni di euro cadauna, ai quali andavano aggiunti 400 mila euro per ciascun match disputato (a prescindere dal risultato finale) della prima fase. Per ogni vittoria, a ciascuna squadra andavano 600 mila euro, per l'accesso agli ottavi di finale 2,2 milioni, per i quarti 2,5 e per la semifinale 3. In finale 4 milioni sono stati assegnati alla perdente e 7 alla vincente. Questa la classifica degli introiti 2007/2008: 1. Manchester United (Ing) euro 42.879.000 2. Chelsea (Ing) 36.375.000 3. Roma (Ita) 28.949.000 4. Barcellona (Spa) 27.500.000 5. Olympique Lione (Fra) 27.290.000 6. Psv Eindhoven (Ola) 27.104.000 7. Schalke 04 (Ger) 26.872.000 8. Liverpool (Ing) 26.815.000 9. Inter (Ita) 26.683.000 10. Milan (Ita) 26.383.000 11. Arsenal (Ing) 23.205.000 12. Real Madrid (Spa) 21.092.000 13. Olympique Marsiglia (Fra) 20.680.000 14. Stoccarda (Ger) 19.449.000 15. Olympiakos (Gre) 19.092.000 16. Fenerbahce (Tur) 17.342.000 17. Siviglia (Spa) 17.327.000 18. Lazio (Ita) 16.469.000 19. Werder Brema (Ger) 15.397.000 20. Celtic Glasgow (Sco) 13.018.000.

 
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Settimana decisiva per il mercato giallorosso

Post n°1959 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

La trattativa con l'Inter per Mancini può definirsi se l'Inter offre i 15 milioni richiesti dalla Roma. Montella forse resta alla Samp. Pit via in prestito dopo il rinnovo. Per Okaka al Lecce, manca l'accordo tra il giocatori e i salentini.

Sarà una settimana importante per la Roma, quella che comincia oggi. Messi in archivio i colpi Riise e Vucinic, comincia una nuova fase del mercato giallorosso. Quello in cui bisogna cercare di fare cassa per poi reinvestire per l'attaccante e l'esterno da mettere a disposizione di Spalletti. Ma non solo, perché questa sarà anche la settimana in cui il direttore sportivo giallorosso Pradè incontrerà il Siena per definire le situazioni di Galloppa, Loria e Arthur. Con la società bianconera però potrebbero entrare in ballo anche altri giocatori, come ad esempio Antunes, Curci e Rosi, che la Roma deve sistemare in prestito (il portoghese) o in comproprietà e che interessano al ds Gerolin e al tecnico Giampaolo.
La trattativa più importante riguarda però la cessione di Mancini, che entra nella sua fase calda. L'incontro tra Pradè e Branca dovrebbe arrivare nella seconda parte della settimana, e dovrà essere per forza quello risolutivo. La società giallorossa infatti non può permettersi di aspettare troppo tempo per vendere, perché con i soldi ricavati dovrà fare il resto del mercato. Si tratta quindi solo per soldi perché così vuole la Roma, anche se l'Inter proverà fino all'ultimo momento ad inserire nella trattativa alcuni giocatori (Suazo e Cruz) che però a Trigoria non interessano. La differenza tra la richiesta (15 milioni cash) e l'offerta (8 più un giocatore) è ancora molta ma Pradè e Branca hanno continuato a lavorare negli ultimi giorni, pur non incontrandosi direttamente. L'incontro di giovedì scorso all'assemblea di Lega è saltato ma i due si sono sentiti telefonicamente e visto che l'accordo tra il giocatore e la società nerazzurra c'è (quattro milioni netti l'anno per quattro anni) appena Roma e Inter troveranno un punto d'incontro, l'affare sarà chiuso.
Domani dovrebbe essere invece il grande giorno di Simone Loria e Arthur, anche se la trattativa non sarà così facile come sembrava qualche giorno fa. L'idea della Roma era infatti quella di prendere il difensore e il portiere brasiliano, destinato a diventare il secondo di Doni, ma le due società non sono ancora d'accordo sulla valutazione dell'ex difensore di Cagliari e Atalanta. La Roma, vista l'età di Loria (32 anni ad ottobre) che lo scorso anno è costato 750.000 euro, vorrebbe risolvere la questione cedendo la seconda metà di Galloppa senza metterci altri soldi sopra, il Siena vorrebbe un conguaglio. La questione potrebbe risolversi se la società giallorossa decidesse di inserire nella trattativa (in prestito o in comproprietà) altri giovani che interessano ai toscani, tipo Curci, Rosi e Antunes. Il portiere però preferirebbe andare al Chievo, dove avrebbe maggiori possibilità di giocare rispetto a Siena, visto che probabilmente Manninger rimarrà.
Mercoledì è anche l'ultimo giorno utile per risolvere le comproprietà e non finire alle buste. Difficilmente però si eviterà questa soluzione per Barusso ed Esposito che la società giallorossa vorrebbe non riscattare.

 
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Il futuro è Lippi, e magari anche Totti e Nesta

Post n°1958 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Tutti a casa. Oggi a Vienna alle 16.45 la comitiva azzurra prenderà l'ultimo volo di questa sua avventura europea caratterizzata da tanti bassi ed un solo importante picco positivo, quello con la Francia. Già prima della partita con i galletti si era pronti a fare le valige. Andarsene a quel punto sarebbe stata una vera disfatta sotto tutti i punti di vista (compresa la scelta strategica della sede del ritiro a Baden, cioè a 30 chilometri dalla capitale austriaca, nell'ottica di essere ben posizionati logisticamente nell'eventualità di giocare quarti, semifinali e finale). Ma l'approdo ai quarti e l'eliminazione (seppure solo ai rigori) per mano della Spagna non ha cambiato di molto lo scenario rispetto a 5 giorni fa. Sì, perché la risposta alla domanda "cosa succede adesso?" è pressoché la stessa. Sarà rivoluzione, o quasi. Tanti di questo gruppo diranno addio all'azzurro, su tutti Roberto Donadoni. Prima dell'inizio della rassegna continentale, al momento della firma del rinnovo, il ct aveva detto che «Se l'Europeo andrà male, sarò io ad andarmene». E' andata malissimo e in Figc sono pronti a scegliere il sostituto. Intanto, appena tornato in Italia, Donadoni fara tappa in federcalcio per sancire la risoluzione anticipata del suo contratto.

E poi? Poi comincerà la ricerca del nuovo ct, che potrebbe essere anche il vecchio, ovvero Marcello Lippi. Che, dopo l'anno sabbatico, è rimasto in attesa di un'offerta allettante. Che finora non c'è stata. E allora potrebbe ricominciare da dove aveva interrotto, da Berlino, da selezionatore (un tipo di impegno che gli permette molto spazio per sè e per la famiglia), per provare il bis mondiale. Un avventura affascinante perché Lippi si troverebbe a dover formare, plasmare, un nuovo gruppo, una squadra giovane che a centrocampo dovrebbe reggersi sul duo romanista De Rossi-Aquilani. E magari potrebbe esserci il ritorno di Francesco Totti. Ipotesi complicata, cui è prematuro pensare adesso viste le condizioni fisiche del capitano giallorosso e sui tempi del suo ritorno ad alti livelli. Ma comunque un'ipotesi plausibile. Sì perché il legame tra i due è rimasto fortissimo, una stima reciproca rinsaldata nel momento dell'infortunio alla caviglia di Francesco che ricevette la visita di Lippi a Villa Stuart e insieme decisero che avrebbero provato a farcela in tempo per la Germania. Se Lippi glielo chiedesse, Totti potrebbe anche fare marcia indietro, potrebbe tornare a vestire l'azzurro per puntare a Sudafrica 2010, quando avrà 34 anni. Tanti ma non troppi. Come è plausibile anche il ritorno in azzurro di Alessandro Nesta, che si è allontanato dalla Nazionale "perchè i rapporti con il CT Donadoni sono deteriorati". 

Per sapere se Lippi sarà davvero così non bisognerà attendere troppo tempo. Almeno per la nomina del ct, che dovrebbe avvenire la settimana prossima. Una necessità perché già il 20 agosto l'Italia sarà di nuovo in campo per la prima amichevole della nuova gestione (a Nizza contro l'Austria). La prima partita delle qualificazioni mondiali sarà il 6 settembre contro Cipro, poi il 10 contro la Georgia, quindi l'11 ottobre con la Bulgaria e il 15 con il Montenegro. Magari opotrebbe essere la sfida in famiglia tra Vucinic e Totti.

 
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Le pagelle di Italia-Spagna

Post n°1957 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

BUFFON 6,5: Sicuro su due tiri nel primo tempo di Villa e Silva, il secondo dei quali peraltro indirizzato fuori. Poi vede uscire un altro sinistro velenoso di Silva ed il palo lo salva su una mezza papera. Ci affidiamo a lui per i rigori ma sarà più bravo Casillas.
ZAMBROTTA 6: Si fa saltare con troppa facilità da Torres nell'azione da cui nascerà l'occasione più pericolosa del primo tempo. Ma fornisce contributo prezioso nel corso della gara, sbrogliando anche una situazione pericolosa nel finale dei tempi regolamentari.
PANUCCI 6: In difficoltà sulle corse lunghe, quando manca qualche copertura e si getta all'inseguimento degli avversari. Così perde un contrasto spalla a spalla con Torres che per fortuna poi sbaglia il facile assist a Villa. Tende sempre a temporeggiare sull'avversario, sapendo di non poterlo fermare in aggressione.
CHIELLINI 7: Concentratissimo, entra con perfetta scelta di tempo in tutte le palle mezze, vincendo ogni contrasto e ripulendo l'area da ogni chiazza di fango.
GROSSO 6: L'occasione più ghiotta gliela nega Toni spostandogli un pallone prima della battuta. Resta più cauto del solito, come tutta la squadra e quando prova da quella parte trova tutti gli spalli intasati.
AQUILANI 5,5: Timido e poco a suo agio nel centrocampo bloccato voluto da Donadoni, dove ognuno deve solo fare qualche passo e liberarsi del pallone. Altra cosa quando si libra sicuro negli spazi sempre nuovi creati dal movimento degli spallettoidi.
(3' sts Del Piero s.v.: ha una solo palla buona da portare avanti in verticale, ma sembra stanco come gli altri ed è appena entrato, finisce inevitabilmente rimpallato).
DE ROSSI 7: Il guardiano del faro è costretto a spandere il suo raggio laser a compasso per togliere da davanti l'area di Buffon ogni palla potenzialmente pericolosa. Risolve da solo diverse conclusioni, affacciandosi una sola volta verso la porta opposta. Alla fine fa lo stopper aggiunto ed è bravo come gli altri. Nulla toglie il rigore sbagliato.
AMBROSINI 6: Vale un po' il discorso di Aquilani, anche se si fa vedere di più perché dal lato di Cassano gli spagnoli sono leggermenti più cauti e qualche spazio in più gli si crea. Lo sfrutta con un paio di buoni suggerimenti laterali, non concretizzati.
PERROTTA 5,5: Si danna nel ruolo che gli ha ritagliato Donadoni sulla scia di quel che vede fargli fare nella Roma: ma a casa sua ha un ruolo attivissimo anche in fase di possesso grazie al movimento degli altri, qui è assolutamente sprecato. E così si fa vedere solo a rincorrere chi degli avversari imposta per primo (13' st Camoranesi 6,5: Entra e sfiora subito il gol. Poi non incide in ruoli non suoi).
TONI 4: Un intruppone. Per tutta la partita non la prende mai e quando ce la fa svirgola di testa in maniera troppo morbida, e Marchena saltando ad occhi chiusi riesce a respingere. Nel secondo tempo quasi si stira per arrivare ad arpionare un pallone di Zambrotta indirizzato al solissimo Grosso. Speriamo ora che una volta tornato al Bayern, non rientri più in Nazionale!
CASSANO 5,5: Tenuto larghissimo a sinistra è chiamato a svolgere un compito improbo: viene servito sempre di spalle perché l'Italia rinuncia a spingere, e quando anche salta il primo francobollatore, Sergio Ramos, se ne trova davanti altri tre. Suo l'unico spunto del primo tempo, per Toni che spreca. (29' st Di Natale 6,5: entra a squadre già stanche e logicamente ha l'occasione di farsi vedere. Nei supplementari prima lancia magicamente Grosso che servirà Toni, anticipato, poi sul corner di testa costringe Casillas al miracolo).
DONADONI 4,5: Troppa prudenza non è mai giustificata. Tiene la squadra bloccata e spera solo nel colpo di genio di interpreti via via sempre più stanchi. Mette il centrocampo romanista ma poi lo fà giocare con una linea a 4 snaturando Aquilani a destra (ed Ambrosini a sinistra). E' ora che torni a casa e ci resti.

 
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Donadoni, non è roba per te fare il CT!

Post n°1956 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Vienna non è Berlino, ma sembra Manchester. La Nazionale è eliminata dagli Europei dopo aver pareggiato contro le "Furie Rosse". Dagli 11 metri il primo a sbagliare è proprio Daniele. Rimedia Buffon, poi fallisce anche Di Natale. La squadra ha a lungo subito gli avversari e cambierà il cittì, che dice: «Non mi aspetto niente. Dovrei aspettarmi qualcosa? De Rossi non stava bene, è stato stoico a rimanere in campo». Danielino: «Mi spiace tantissimo per tutti i tifosi italiani». Stringiamoci tutti intorno a lui, da oggi si torna a pensare soltanto alla Roma!

L'errore di De Rossi dal dischetto, il bis di Di Natale e tutti a casa, con Donadoni a guidare mestamente il gruppo. Epilogo malinconico ma sinceramente giusto per un Europeo cominciato male e finito peggio. Dispiace, certo, dopo l'ultima partita affrontata senza arte né parte dal gruppo inutilmente innervato di forze giallorosse. Dispiace soprattutto che il tracollo dagli undici metri, a due anni dal finale thriller analogo ma vincente di Berlino, sia stato avviato proprio da DDR: il migliore di una stagione intera, compreso il triste viaggio in Svizzera e in Austria. Una punizione immeritata, per un protagonista che - almeno lui - può rappresentare una garanzia per un futuro che promette un ritorno all'antico: via l'inadeguato C.T., di nuovo spazio a Lippi. L'amarezza è tanta, l'incertezza per quello che sarà pure. Ma, siamo onesti, poteva andare diversamente? Che minestra insipida è sembrata, e non soltanto ieri sera, l'ItalRoma senza Spalletti in panchina. A che serve Perrotta, se nessuno apre varchi alla sua corsa? E che senso ha vedere Aquilani costretto a macinare chilometri nei panni di un mediano alla Gattuso o sulla fascia destra? E, in generale, qual è l'idea di squadra esportata in questo torneo balordo: quale il modulo, quali i titolari, quale la filosofia di gioco? Ora con ogni probabilità, e secondo costume tipicamente italiano, pagherà Donadoni, cui sarà presentato un conto che in larga parte non gli appartiene. Colpe maggiori ha chi lo ha scelto, chi lo ha confermato, chi s'è grottescamente affrettato a rinnovargli il contratto alla vigilia dell'Europeo per poi imporgli un percorso a ostacoli: al primo errore, l'accordo si straccia. Addio Italroma, addio nazionale campione del mondo. Ripartiremo con chi nella lotteria dei rigori ha avuto più fortuna. Ma con un gran timore: la storia, specie nel calcio, raramente si ripete.

 
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Siamo fuori dall'Europeo.

Post n°1955 pubblicato il 23 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Nei quarti dell'Europeo azzurri battuti 4-2 ai rigori. Nei 120' un palo di Senna, una grande occasione di Camoranesi, ma a fine supplementari è ancora 0-0. Dal dischetto decisivi gli errori di De Rossi e Di Natale. Aquilani impiegato fuori ruolo dal pessimo Donadoni, ottimo De Rossi che però sbaglia il rigore (bravo però Casillas), desolante e patetico l'intruppone Luca Toni.

L'avventura è finita. La Spagna ci batte 4-2 ai rigori e ci caccia dagli Europei. La magia di Berlino svanisce in una notte torrida viennese. Dopo 120' senza gol, sbagliano dal dischetto De Rossi e Di Natale, mentre Buffon illude parando il tiro di Guiza. La Nazionale volta pagina; i campioni del mondo escono di scena. Speriamo ora che Abete cacci il pessimo Donadoni per far tornare Lippi, visto che Capello ce lo siamo fatti scappare. 

Donadoni schiera il centrocampo della Roma, De Rossi, Aquilani e Perrotta, con Ambrosini, ma snatura Alberto ed il milanista facendogli fare gli esterni di un 4-4-2 che non ha un senso logico. Aqui a destra, De Rossi al centro e Ambrosini a sinistra. SuperSimo trequartista alle spalle di un Luca Toni ormai patetico, un intruppone clamoroso, che speriamo ora torni a Monaco di Baviera per rimettere piede in Italia soltanto alla fine della sua carriera. Cassano infine, viene fatto giocare molto largo a sinistra, in una zona ibrida che non da supporto a nessuno, ne ai centrocampisti ne all'intruppone là davanti.
Gli azzurri partono alti e accennano al pressing che la Spagna limita subito. A ritmo lento, gli iberici ruminano gioco orizzontalmente, ma danno un'impronta più evidente alla partita. Al 9' Silva si accentra e libera un sinistro deviato e poi bloccato da Buffon. Nulla di trascendentale, ma prova evidente che è la Spagna a tenere in mano le redini del gioco. Dell'Italia il più ispirato appare Cassano. Il blucerchiato nel breve non ha rivali, ma ha poco appoggio, finendo vittima del raddoppio. Al 18' si vede Torres; imbeccato da Iniesta penetra in area dalla sinistra, ma alza la mira. Sono segnali a cui l'Italia dovrebbe dare peso. Su quel corridoio gli spagnoli godono di libertà: Aquilani è troppo leggero e sente il peso della responsabilità. Al 19' ecco l'Italia. Il cross di Ambrosini dalla sinistra viene girato debolmente di testa da Perrotta; nessun problema per Casillas. Al 23' è ancora Ambrosini a spingere sull'acceleratore, ma sbaglia a scodellare subito per Toni, evidentemente attardato. Al gol si avvicina però la Spagna. Con Villa al 25': punizione tesa in mezzo a una selva di gambe, parata a terra da Buffon. L'Italia sembra uscire dalla gabbia, ma manca l'uomo d'ordine e Perrotta fatica nel suo compito. Va meglio la Spagna che con Silva al 32' impegna ancora Buffon. Ma la cosa bella la fa Cassano al 36' su tocco di Ambrosini; il cross del barese per Toni è perfetto, ma il bomber non salta: occasione gettata al vento. La replica fa paura: al 38' Silva dal limite sfiora il palo alla destra di Buffon. La Spagna gioca meglio. Fatichiamo a centrocampo, dove De Rossi e Ambrosini sono costretti a lavorare per tre, limitando così le sortite sulle fasce di Zambrotta e Grosso.
Silva mette subito la firma all'inizio della ripresa, ma Chiellini gli dice di no con una chiusura da marpione. Il ragazzo della Juve fa gli straordinari e deve alzare la voce perché non filtriamo. Al 10' Torres gabba Panucci e mette dentro: ci pensa ancora Chiellini a metterci una pezza. Sembriamo vicini alla capitolazione. Al 13' Camoranesi entra per Perrotta. Ne avevamo bisogno come il pane, ed è proprio lui al 16' a far gridare al gol, evitato da uno strepitoso Casillas con il piede sinistro. La Spagna, con Fabregas e Cazorla (fuori Xavi e Iniesta) fa più possesso palla, ma ci siamo anche noi.
Camoranesi ha dato ordine ed equilibrio. Al 29' Di Natale rileva Cassano, ma la Spagna torna a comandare. Al 35' Buffon respinge con una violenta punizione di Senna. Al 36' è invece il palo a salvarci, perché a Buffon sfugge la palla sul nuovo bolide del brasiliano. Noi ci proviamo ancora con Toni, ma a Luca mancano centimetri. E al 38' l'impeto dell'inguardabile bomber toglie a Grosso la palla-gol per eccellenza sul cross di Di Natale. Esce Torres ed entra Guiza e gli ultimi minuti sono di furore. Ed è Zambrotta a salvare la patria al 93' anticipando Villa.
Supplementari ed è subito thrilling, perché al 3' Villa conclude a lato d'un soffio. Ma al 5' per due volte ci avviciniamo al gol: prima Marchena anticipa Toni, poi Di Natale sfiora di testa. E ci mangiamo le mani, perché a conti fatti le occasioni più nitide sono le nostre. Lunghe e disfatte, le squadre si affidano a istinto e passione. Ma tocca anche a Del Piero, dentro per Aquilani al 108'. Loro ci provano di più; Buffon salva su Villa: soffriamo troppo e al 120' Cazorla sciupa a lato il diagonale che consegna la sfida ai rigori. E questa volta il miracolo di Berlino non si ripete.
 
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Turchia in semifinale. Croazia, atroce beffa

Post n°1954 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Urbe_immortale

I tempi regolamentari finiscono 0-0, poi la Croazia va in vantaggio al 119'. Ma nel recupero arriva il gol Senturk. Dagli undici metri gli uomini di Terim non sbagliano ed è trionfo.

Erano state le squadre più spettacolari e imprevedibili della prima fase,e lo sono state anche ieri notte a Vienna. Hanno vinto i turchi che hanno pareggiato al 121' con Senturk il gol di Klasnic fatto appena 3' prima! Poi ai rigori il trionfo, l'incredibile trionfo.
Eppure per novanta minuti ieri sera Croazia e Turchia si sono completamente annullate, senza che nessuna delle due desse l'impressione di poter prevalere. L'unico a tentare qualche giocata degna di tal nome è il genietto Modric, che prima (18') mette un assist d'oro a Olic (traversa clamorosa, bissata dal tiro scentrato di Srna) e poi fa lo stesso anche a una manciata di secondi dalla fine, sempre mettendo in condizioni Olic di battere Rustu. Ma il centravanti croato, che pure gioca una partita tutta sangue, sudore e sacrificio, non riesce nemmeno stavolta a trovare la coordinazione giusta per segnare. Il bello è che si temevano falli e interventi duri per le rivalità etniche fra i due popoli, quando invece sul campo è uno spettacolo di fair-play, interventi duri ma composti, falli ridotti al minimo indispensabile, nessuno antisportivo. Nel primo tempo piace maggiormente la Croazia, che tuttavia s'impantana nelle sabbie mobili della difesa turca, priva di Servet Cetin (ginocchio a pezzi e rischi troppo elevati per rischiare). Nella ripresa la Turchia prende il possesso del centrocampo, ma lascia troppo solo Nihat in avanti e si ferma sempre a un passo dalla rete. E così la partita si trascina stancamente verso il novantesimo, con Bilic che si vede costretto a togliere lo spaesato Kranjcar e a studiare ogni mossa con attenzione quasi maniacale. Logico che si finisca ai supplementari in un quadro a tinte fosche. Entra Klasnic, ma è Tuncay a sfiorare il vantaggio alla fine del primo tempo supplementare. Poi il finale alla Hitchcok e l'incredibile successo della Turchia ai calci di rigore.
CROAZIA-TURCHIA 2-4 d.c.r. (1-1)
Croazia (4-4-1-1): Pletikosa, Corluka, R. Kovac, Simunic, Pranjic, Srna, Modric, N. Kovac, Rakitic, Kranjcar (18' st Petric 5.5), Olic 6.5 (6' pts Klasnic s.v.). A disp. 23 Runje, 2 Simic, 6 Vejic, 8 Vukojevic, 9 Kalinic, 13 Pokrivac, 15 Knezevic, 16 Leko, 12 Galinovic. All.: Bilic
Turchia (4-4-2): Rustu, Sanoglu, Gokhan Zan , Emre Asik, Balta, Hamit Altintop, Topal (31' st Semih), Tuncay Arda, Kazim Kazim (15' st Ugur Boral), Nihat. (12' sts Karadeniz ). A disp. 12 Zengin, 2 Cetin, 5 Emre Belozoglu, 11 Metin, 13 Emre Gungor, 19 Akman, 21 Mevlut Erdinc. All.: Terim . Arbitro: Rosetti (Italia) 6. Reti: nel sts 14' Klasnic, 16' Semih. Sequenza rigori: Modric (fuori), Arda (gol), Srna (gol), Semih (gol), Rakitic (fuori), Hamit Altintop (gol), Petric (parato). Angoli: 7-4 per la Croazia Recupero: 2' e 3'; 0' e 2' Ammoniti: Tuncay, Arda, Ugur Boral ed Emre Asik per gioco scorretto.

 
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Panucci: "La Roma stà facendo benissimo!"

Post n°1953 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Gli danno l'onore della sala grande, Gattuso s'accomoda in quella più piccola. E lui risponde con uno show multilinguistico, rispondendo in spagnolo agli spagnoli, in inglese agli inglesi, in francese allo spiritoso italiano che gli ha chiesto di Domenech, in romanesco ai romani e in napoletano ai napoletani. Christian Panucci si prende la scena, sia in campo sia in sala-stampa, e non la molla più. Gustatevi lo show, davvero significativo sia per le questioni azzurre sia per quelle giallorosse. C'è anche un'ammissione sul ruolo del futuro che farà piacere a Spalletti e gli farà dimenticare la stilettata sulla presunta scarsa adattabilità a giocare tre partite in sette giorni...
Christian, sei diventato così importante che se adesso manchi siamo nei guai.
«Pensa come siamo messi».
Ma quella storia che non puoi giocare per tre partite di seguito?
«Quello lo sostiene Spalletti».
Insomma, stai bene.
«Sto recuperando benissimo, anche stamattina abbiamo fatto i test, sembra che sono quello che recupera meglio. Non sento mai la stanchezza, ma devo essere consapevole che al prossimo aprile sono 36 anni. In questo momento l'importanza della competizione e la mia voglia mi danno grandi stimoli. Nella mia carriera non mi sono mai stirato in 18 anni. Scusate, posso toccarmi?, tanto non si vede. Se mi ha fatto così, va ringraziata mia mamma. Fatelo, ora arriva. Se manca lei non si gioca».
A chi devi dire grazie, oltre alla mamma?
«A me stesso e anche a Spalletti. Sì, magari abbiamo avuto qualche incomprensione, io a 32 anni pensavo "ma che vuoi insegnarmi?", invece mi ha dato grandi consigli, abbiamo fatto grandi chiacchierate, ho imparato ancora tanto e questo mi ha portato adesso qui. Malgrado abbia il mio carattere, ho fatto scelte molto rigide, poche uscite, poche discoteche, questo mi ha aiutato ad essere qui, in forma, a questa età».
Al Mondiale non ci pensi?
«Non sarebbe intelligente. Avrò 37 anni e mezzo... Ma può darsi che un altro anno o due posso giocarli ancora ad alti livelli».
Con Chiellini come va?
«Ci parliamo molto, anche fuori dal campo. Non è facile trovarsi, mai provati i tempi. Ma Giorgio è bravo, per me tra un paio d'anni sarò uno dei centrali più forti del mondo».
Pure Barzagli è andato ko?
«Donadoni m'ha detto: "Li stai gufando tutti". Io gli ho risposto: "Tra due anni gli presto il mio corpo"».
Potrebbe essere il turno di Aquilani con la Spagna? In fondo la vostra intesa in campo potrebbe essere un plusvalore per la Nazionale.
«Alberto sta bene, è un talento. Ma noi abbiamo un centrocanmpo di grandi giocatori e solo il ct può scegliere».
Sai che la Roma ha preso Riise?
«Ho giocato con lui nel Monaco, è un bravissimo ragazzo e un gran giocatore, darà una mano a Max a sinistra, ne abbiamo bisogno. Speriamo che possa aiutarci a crescere. E' un giocatore importante, sono acquisti mirati, la società e il mister stanno facendo benissimo. Come uomo non so, i norvegesi sono molto dritti. Come calciatore, beh, ricordo che a Monaco ci allenavamo di mattina, lui appena arrivato al campo tirava delle bordate di sinistro a freddo che se provavo a farle io poi mi ci voleva un mese per recuperare. Fisicamente è una bestia, può darci davvero una mano».
Siamo già a quattro esterni, per te si profila spazio solo al centro?
«Io credo che l'anno prossimo il terzino lo farò poco. L'andamento di Spalletti era quello di farmi giocare in mezzo, credo sarà così anche in futuro. Non avrò grandissime pretese. E' giusto che io stia lì a dare una mano quando ce ne sarà bisogno. Ma farò di tutto per ritagliarmi uno spazio».
Si è parlato di sorpasso socioeconomico della Spagna ai danni dell'Italia.
«Sono d'accordo. Da quando giocavo io a Madrid la Spagna è cresciuta tanto, già cresceva all'epoca, 12 anni dopo è cresciuta di più. Sono d'accordo con Zapatero, la loro politica è stata sicuramente superiore alla nostra. Ma sul campo passiamo noi...».
Aragones ha detto che se Gattuso è il simbolo dell'Italia lui è un prete.
«Dipende sempre dalle domande che si fanno. Gattuso è importante per noi, ma non è il caso di fare polemiche».
Gli toglieresti Villa o Torres?
«Sono forti entrambi. Come sono forti Henry e Benzema... Del resto arrivati a questo punto se pensi di entrare con cerveza e jamon (birra e prosciutto, ndr) in mano hai sbagliato tutto».
Vogliono ancora vendetta per Tassotti e Luis Enrique.
«Non viviamo del passato, questa è solo una partita tra due storiche rivali».
A livello di nazionale la Spagna ha vinto poco, perché?
«L'Italia è sempre stata molto più preparata nelle grandi competizioni. La Spagna è cresciuta molto, ma ha sempre puntato molto sulla tecnica, Italia e Germania anche sul fisico. Forse anche noi ci stiamo spostando tecnicamente verso di loro».
Hai un rapporto intenso con Donadoni. Sei il ct ombra?
«Ricordo quando mi chiese di tornare. Il venerdì gli dissi di no, non mi sembrava il caso. "Ti richiamo domani", mi disse. Io parlai con mio padre, ex allenatore, uno che in carriera avrà detto sì e no cinque parole. E decisi di tornare. Era un amico che aveva bisogno, non potevo dirgli di no. Ma non è un vantaggio avere un ct come amico. Sono obbligato a dare di più e parlo anche di meno. Ha giocato davanti a me quattro anni... Come se io tra quattro anni allenassi De Rossi».
Chi ti ha dato di più come allenatore?
«Umanamente forse Capello, tatticamente con Sacchi e Spalletti mi sono trovato meglio».
Ti sei arrabbiato nei giorni scorsi per le critiche?
«Dopo la partita contro l'Olanda secondo me si è esagerato. Non per me, la critica con me è stata giusta, ho giocato una brutta partita, da 4, 3, anche da 2 e se un amico giornalista mi mette 6 quando gioco male non sono certo contento, anzi. Ma a livello umano con il ct si è oltrepassato il limite. In quella partita Donadoni c'entrava poco. L'approccio sbagliato è stato il nostro, forse ha inciso che negli ultimi venti giorni non avevamo giocato partite. Ma non abbiamo mai pensato al silenzio-stampa».
Domenech dice che l'Italia l'ha fatta vincere l'arbitro?
«Se sostiene che c'era rigore e espulsione, o non ha visto la partita o non ci ha capito niente o vuole fare polemica per forza. Questo è uno che non fa altro che trovare scuse quando perde, sin dall'Under 21».

 
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3 nomi per l'attaccante

Post n°1952 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Si è ristretta la rosa dei "papabili" per l'attacco:
Huntelaar, Gomis, Luis Fabiano sono ancora in corsa.

Huntelaar, Gomis, Luis Fabiano. Quando la Roma (tra qualche settimana o addirittura a fine agosto) sferrerà l'attacco decisivo per prendere la punta, sceglierà tra questi tre. Tutti gli altri nomi fatti in questi giorni sembrano usciti dalla ristretta lista di "papabili" di Daniel Pradè. Niente Mario Gomez, dunque, e meno male aggiungo io! Il bomber dello Stoccarda, che ha fin qui deluso all'Europeo, è finito nel mirino del Bayern Monaco che non vorrebbe fargli lasciare la Germania, ma il contatto telefonico che c'è stato ieri tra i due club ha portato a una fumata nera: «Abbiamo detto che non venderemo il giocatore. Per noi la questione è chiusa», ha detto Oliver Schraft, portavoce dello Stoccarda. Ma Bayern o no, la Roma non sembra più interessata a lui.

Come al talento francese Ben Arfa, una idea intrigante ma con troppi dubbi sul carattere del ragazzo. A quanto pare interesse non c'è invece mai stato per lo spagnolo del Maiorca Guiza che era stato semmai offerto a Trigoria. Bocciato anche Saha per le perplessità sulle sue condizioni fisiche.

Restano dunque in tre i candidati a diventare il grande colpo del mercato romanista. Età diverse, caratteristiche diverse, prezzo diverso. Il più costoso in assoluto è Klaas Jan Huntelaar, per il quale l'Ajax vuole una trentina di milioni, ma se non farà sfracelli ad Euro 2008 alla fine verrà ceduto per molto meno. Costano la metà gli altri due. Per l'emergente Gomis, 22 anni, entrato all'ultimo istante nel gruppo di Domenech, il Saint Etienne chiede 15 milioni. Ma con la prematura eliminazione dei galletti il suo prezzo è già sceso. E poi c'è Luis Fabiano, 27 anni, nel pieno della maturità. Per fargli lasciare Siviglia serviranno 12 milioni di euro. Ma il mercato delle punte da qui al momento in cui effettivamente la Roma chiuderà una trattativa, potrebbe cambiare. E molto. Anche nei prezzi. Meglio attendere, dunque, per poi pescare dal mazzo uno dei tre assi già individuato. Il preferito.

 
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Ora si lavora su Loria

Post n°1951 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Il budget resta di 20-22 milioni, dal brasiliano ne rietreranno 15. Brighi e Giuly in sospeso.

La Roma non ha affatto esaurito il "tesoretto" di 20/22 milioni di euro per il mercato con l'acquisto di John Arne Riise (5 milioni) dal Liverpool e il riscatto di Mirko Vucinic (12 milioni) dal Lecce. La punta per sognare lo scudetto arriverà e sarà di ottimo livello. Come? Ricavando i soldi necessari dalla cessione di Mancini all'Inter. Tutto previsto, dunque. La prossima settimana potrebbe arrivare la fumata bianca per il trasferimento del brasiliano di Belo Horizonte alla corte di Mourinho. L'operazione è avviata: il giocatore è già d'accordo con Branca e Oriali per un contratto di 4 milioni di euro a stagione più i premi. La Roma chiede 15 milioni, l'Inter ne offre 8, ma alla fine si troverà un'intesa. I dirigenti giallorossi non accettano contropartite tecniche, l'affare si deve fare (e si farà) solo per soldi. Sicuramente non si ripeterà l'estenuante trattativa Chivu dello scorso anno, la volontà di arrivare ad una conclusione felice - senza tira e molla - è di tutti.

Dunque, ricapitolando, circa 5 milioni restanti dal "tesoretto", più gli euro incassati dalla vendita di Amantino. E torniamo ai 20/22 milioni iniziali. Con questi denari si cercherà di prendere il centravanti, il terzo difensore centrale e un esterno d'attacco sinistro per il partente Mancini. È probabile che l'intero budget venga impiegato per un attaccante (Gomis, Huntelaar, Luis Fabiano) e che per l'esterno si tenti un prestito di buon livello. Per quanto riguarda il difensore, che andrà a colmare il buco lasciato scoperto da Ferrari, si parla sempre più con insistenza di Simone Loria del Siena, roccioso marcatore, classe '76, con il vizio del gol. Arriverà a Trigoria (così come Arthur, il designato vice Curci) girando al club toscano contropartite tecniche (Rosi, Barusso, Alvarez, Curci e Antunes). L'incontro decisivo dovrebbe avvenire la prossima settimana.

Il giocatore, intanto, non vede l'ora di mettersi a disposizione di Spalletti: «Se mi verrà data questa occasione - ha detto ieri Loria a Centro Suono Sport - vorrei coglierla, ma non per la presunzione di dire che sono forte. Se la Roma mi cerca, penso mi ritenga all'altezza. Dipende dal Siena se andrà in porto. Sa che per me la Roma sarebbe importante. Io sono una persona che ha sempre lavorato molto per migliorarsi e penso che questa sarebbe un'occasione buona per migliorare. Credo che se vogliono le società possono trovare un modo per accordarsi. Le mie caratteristiche? Non mi piace dire come sono. Preferisco dimostrarlo sul campo, nelle partite o durante gli allenamenti. Tra le mie virtù, comunque, c'è la forza fisica».
Il mercato non si ferma qui. Altri tre giocatori giallorossi, per motivi diversi, potrebbero fare le valigie e lasciare la Capitale: si tratta di Matteo Brighi, Ludovic Giuly e Mauro Esposito. Il primo ha il contratto in scadenza nel 2009, la società non è più molto convinta di rinnovarlo, nonostante l'ottimo apporto del centrocampista di Rimini. L'altro preferirebbe tornare a giocare in Francia per chiudere la carriera. Esposito, infine, ha avuto poche chance per mettersi in luce, complici i continui infortuni, dovrebbe trovare una sistemazione in una società di livello inferiore per tornare quello di una volta. Se dovessero prendere strade diverse, la Roma si ritroverebbe nelle condizioni di doverli sostituire. Ma questa è un'altra storia, il mercato inizia ufficialmente il primo luglio. Pradè è già al lavoro.

 
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I Sensi: "Decidiamo noi!"

Post n°1950 pubblicato il 21 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Il Messaggero annuncia l'aggiornamento del piano di rientro: servono 250 milioni entro il 2010
Un comunicato ItalPetroli ammette per la prima volta la possibilità di cedere il club giallorosso.

Per la prima volta la famiglia Sensi ammette la possibilità di cedere l'AS Roma. E' quello che si evince dal comunicato diffuso ieri, naturalmente «su espressa richiesta della Consob», in risposta a quanto riportato da Il Messaggero . Secondo il quotidiano di Via del Tritone, infatti, è in via di definizione l'accordo per l'aggiornamento del piano di rientro del debito del Gruppo ItalPetroli, che ammonta a quasi 380 milioni di euro (340 soltanto verso Banca Unicredit, che detiene il 49% delle azioni del gruppo). Un piano che prevederebbe la restituzione di 250 milioni di euro entro, e non oltre, il 2010 per poi spalmare il resto del debito (quindi circa 130 milioni) con scadenze a quindici e trenta anni. La firma sarebbe dovuta arrivare già ieri, se non ci fosse stato da lavorare su alcuni dettagli. Il tutto, comunque, andrà presentato a Pricewaterhouse per accertare la continuità aziendale del gruppo in modo tale da certificare il bilancio entro il 30 del mese.

In che modo si possono trovare 250 milioni entro il 2010? Cedendo asset, tra cui magari anche la Roma. Il comunicato diffuso ieri da ItalPetroli ammette questa possibilità quando riporta che il gruppo «potrà individuare in totale autonomia quali beni dismettere. Conseguentemente, sarà esclusiva facoltà di quest'ultimo stabilire se far rientrare o meno il pacchetto azionario di controllo in A.S. Roma S.p.A. tra i beni da utilizzare a tale scopo senza che vi sia alcuno specifico obbligo al riguardo». In pratica, la possibilità c'è ma sarà ItalPetroli a decidere se tra le attività da dismettere ci sarà anche l'As Roma. Poi non è da escludere che, qualora l'obiettivo non fosse raggiunto entro il 2010, non possano scattare dei mandati a vendere obbligatori da parte di Unicredit, modalità che peraltro era già prevista nella vecchia versione del piano. Ma questo sarebbe solo un passaggio successivo.

Per ora, si registra la prima ammissione che l'eventualità di vendere la società giallorossa esiste, a prescindere dal fatto che sarà solo la famiglia Sensi a decidere se e quando farlo. Ben diverso dal «Non ha iniziato, né programmato alcuna iniziativa o procedura volta alla dismissione della propria partecipazione di controllo in AS Roma», cioè la formula che era stata usata nei precedenti comunicati. Il comunicato non smentisce neanche l'imminenza della chiusura dell'aggiornamento del piano di rientro del debito annunciata dal Messaggero, che poi è stato il motivo della diffusione dello stesso comunicato, che fa riferimento a notizie diffuse da «un organo di stampa». «Le intese in corso di definizione tra Unicredit Banca di Roma S.p.A., la famiglia Sensi e le società del Gruppo facente capo a Compagnia Italpetroli S.p.A. - si legge - prevedono un impegno da parte di queste ultime a ridurre l'indebitamento di Gruppo mediante la cessione di beni a queste facenti capo esclusivamente nella misura necessaria a ridurre tale indebitamento a livelli convenuti».

In sintesi, la banca (che per ora non esercita l'opzione call sul 2% che la farebbe diventare azionista di maggioranza di ItalPetroli) ha concesso una ulteriore apertura di credito ai Sensi, che accumuleranno comunque interessi passivi pari a circa il 6% all'anno e che, nella seconda fase del piano, andranno restituiti prima del capitale rimanente. Una scelta in parte dettata dalla buona volontà dimostrata in passato dai Sensi, visto che nel 2004 il debito ammontava a 659 milioni, dall'altra obbligata, alla luce dell'impossibilità di attuare il piano di rientro del debito. Ma stavolta, a differenza del passato, i tempi sono più stretti. Se necessario, infatti, entro il 2010 si può anche vendere la Roma per trovare 250 milioni. 

 
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Ufficiale: Vucinic è tutto della Roma

Post n°1949 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

La Roma ha riscattato Mirko Vucinic. Incontro e accordo a Trigoria fra Bruno Conti, i ds delle due squadre Daniele Pradè e Guido Angelozzi, il procuratore del giocatore, Alessandro Lucci. Questo il comunicato ufficiale reso dalla società giallorossa, che ufficializza il riscatto definitivo del centravanti montenegrino: "L'A.S. Roma S.p.A. ed il calciatore Mirko Vucinic rendono noto di aver perfezionato l'accordo con l'U.S. Lecce S.p.A., per la risoluzione a favore dell'A.S. Roma dell'accordo di partecipazione ex art. 102-bis in essere, relativo al diritto alle prestazioni sportive del Calciatore. Il corrispettivo previsto a favore dell'US Lecce per la risoluzione dell'accordo di partecipazione è stato fissato in € 12 milioni, da pagarsi in tre annualità (di pari ammontare) tramite LNP, a decorrere dalla stagione sportiva 2008/2009".

 
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POST MUSICALE!

Post n°1948 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Ascoltate questa canzone semplicemente spettacolare e commovente!

E poi mi dite...

 
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Comunicato ItalPetroli

Post n°1947 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Sarà «esclusiva facoltà» del gruppo Italpetroli, azionista di riferimento della As Roma, stabilire se «far rientrare o meno il pacchetto azionario di controllo» del club giallorosso «tra i beni da utilizzare» per ripianare l'indebitamento del gruppo nei confronti di Unicredit. Lo scrive il gruppo della famiglia Sensi in una nota diffusa su sollecitazione della Consob in cui sottolinea come «le intese in corso di definizione» tra la banca, i Sensi e le società del gruppo Italpetroli «prevedano un impegno da parte di queste ultime a ridurre l'indebitamento mediante la cessione di beni a queste facenti capo esclusivamente nella misura necessaria a ridurre tale indebitamento a livelli convenuti». I Il management del gruppo Italpetroli - prosegue la nota - «potrà individuare in totale autonomia quali beni dismettere ai fini del raggiungimento degli obiettivi» di riduzione del debito.

 
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Butragueño: "De Rossi di un'altra categoria!"

Post n°1946 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

«Non so se è da Real Madrid, ma Daniele De Rossi è un giocatore di categoria superiore». È una promozione a pieni voti quella dello storico attaccante delle Merengues, Emilio Butragueño. «È uno dei pochi bravo a fare tutto», spiega el Buitre, «grande visione di gioco, imperioso a centrocampo, veloce a rientrare in difesa».

 
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Panucci: "Gioco sempre, ho un fisico bestiale!"

Post n°1945 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

Segna, e difende. Titolare per scelta e per forza, Christian Panucci ha l'età giusta per le responsabilità e per dire tutta la verità, e nient'altro. Comincia da Donadoni, il difensore azzurro: «Molte volte si dice che il ct è anche un amico, ma per me Donadoni è qualcosa di più, un ragazzo che ha giocato davanti a me per 4 anni, il resto non lo dico per non mettere in difficoltà nessuno. È come se io tra qualche anno allenassi De Rossi...».

Ce la fa a giocare tante partita di fila? Alla Roma... «Non ho problemi, era Spalletti che diceva che non potevo giocare e io cercavo di trovare delle scuse. Ho l'entusiasmo e la voglia di fare bene perchè è la mia ultima competizione importante. Ringrazio mia mamma per il fisico che mi ha fatto. Gioco da centrale, è il ruolo nel quale ho giocato più spesso da gennaio con la Roma. Il mister ha deciso di cambiare tutto dopo la prima partita, sto facendo il massimo, mi trovo bene e spero di continuare. Mi auguro che passerà l'Italia, ma sappiamo che la Spagna è forte e ci metterà in difficoltà».

L'entusiasmo dopo la Francia è a mille. «Dopo l'Olanda pensavamo di andare tutti in vacanza, mentre ora l'obiettivo è vincere. Abbiamo fatto quadrato e abbiamo la consapevolezza di essere una squadra forte».

Domenech dice che ci ha aiutato l'arbitro. «Non commento le sue parole, le immagini parlano da sole. Se quello non è rigore ed espulsione vuol dire che o non ha visto la partita o non ci ha capito nulla. Vuol fare polemiche sul nulla, è dal '94, quando perse gli Europei under 21, che cerca scuse».

 
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"Loria andrà alla Roma"

Post n°1944 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

L'agente: «Sono ottimista, il contratto sarà di 3 anni»
Nell'operazione anche Galloppa, Arthur e Curci.

«Siamo in attesa di comunicazioni da Siena per il trasferimento alla Roma. Spero che i toscani capiscano la volontà del giocatore di entrare in una squadra grande come la Roma, volontà palesemente dimostrata. Sono ottimista per la chiusura dell'operazione». A parlare, ai microfoni di Teleradiostereo, è stato Antonio Dell'Aglio, procuratore di Simone Loria, il giocatore individuato dalla Roma per rimpiazzare nel reparto arretrato Matteo Ferrari, andato via per fine contratto (ieri l'agente Gianni Corci, che il giorno prima aveva parlato di un forte interessamento dell'Inter, su precisa richiesta di Mourinho, verso il suo assistito, ha ipotizzato a tuttomercatoweb.com un trasferimento all'estero).

L'agente di Loria non escludeva neppure che l'operazione potesse concludersi già in giornata, ovvero ieri. Non è successo, ma la trattativa resta in uno stato molto avanzato, tanto che la Roma non sta seguendo altri difensori. «L'anno scorso fu pagato 750 mila euro - ha continuato Dell'Aglio - non so quanto chieda di preciso il Siena ma spero sia una cifra che possa consentire per Simone la realizzazione di un sogno. Non mi sbilancio in percentuali, ma sono particolarmente ottimista: con la Roma ho avuto contatti, Simone ha altri tre anni di contratto con il Siena, durata che a noi sta bene. Sta ora ai club trovare l'intesa, leggo di un possibile scambio allargato che comprenderebbe anche altri giocatori».

Ha letto bene, l'agente: la situazione del suo assistito, trentadue anni a ottobre, è legata a doppio filo con quella di Daniele Galloppa, in comproprietà tra i due club. Una comproprietà che non può essere rinnovata, vista l'opposizione del giocatore, che ha il contratto con la Roma in scadenza nel 2009, e non vuole rinnovare, almeno non in questa fase del mercato. Le comproprietà vanno decise entro mercoledì, martedì Roma e Siena s'incontreranno per decidere il futuro di Galloppa e Loria. Se il centrocampista di Tor de' Cenci dovesse rimanere in Toscana - per poco, lo hanno già chiesto Torino, Sampdoria e Genoa, e i bianconeri potrebbero cederlo già quest'estate - la società giallorossa otterrebbe anche il prestito di Arthur Gusmao, il portiere brasiliano che poteva arrivare a Trigoria già a gennaio. Non se ne fece nulla perché la Roma non riuscì a trovare una sistemazione a Curci, adesso c'è lo stesso problema, ma un po' più di tempo per lavorarci. E, se la Juventus, alla ricerca di un secondo d'esperienza per Buffon, dovesse puntare su Manninger, potrebbe essere proprio il Siena la prossima destinazione dell'ex portiere dell'under 21.

 
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Riise: "Ho voluto la Roma perchè è un grande club"

Post n°1943 pubblicato il 20 Giugno 2008 da Urbe_immortale

«Sono stato accolto
come uno di famiglia
È bello pure il tempo
Ho incontrato lo staff»

«Sono qui per lavorare
integrarsi non sarà facile
il club vuole migliorare
pure in Champions»

«Volevo una nuova realtà
e imparare un altro calcio
ora tornerò in Norvegia
e parlerò l'italiano»

«Gioco dietro a sinistra
ma, se serve, ovunque
Voglio lasciare il segno
Carew? Io farò meglio»

«Siete un grande club, vi divertirò. Spalletti mi ha colpito, chiede il 100%
Io non mollo mai. Totti e De Rossi? Non vedo l'ora di giocarci insieme»

Chiamatelo come vi pare. Anche "Thunderbolt", se volete: «Basta che gioco bene». Ma non Ion Riise, né Gionarneriise . «Io sono John Riise». Il gialloroscio, appunto. La maglia della Roma sulla terrazza dell'Hilton gli sta a pennello, la coccarda sulla spalla contrasta piacevolmente con i capelli ramati. La faccia è sveglia, ma il solleone di Roma si fa sentire: «Fa molto caldo, da non credere». Alle spalle il Cupolone, davanti le telecamere di Roma Channel , è la prima intervista italiana di John Riise.

Qual è stata la tua prima impressione della Roma?
«Sono stato accolto come uno di famiglia. Ho incontrato già lo staff. Qua è tutto molto bello, pure il tempo. Anche se fa troppo caldo, sono solo le 9...».
Pensi di riuscire ad integrarti?
«Sono venuto per lavorare duro, ma non sarà facile. Perché la Roma ha fatto bene, è arrivata seconda in campionato e vorrà migliorarsi. Integrarsi non sarà semplice. Spero di migliorare anche io come calciatore».
Perché hai voluto la Roma?
«Perché è un grande club, con tifosi stupendi. Quest'anno ha vinto la Coppa Italia e vorrà migliorarsi anche in Champions».
Perché hai lasciato Liverpool?
«Volevo una nuova esperienza, un nuovo Paese. Avevo bisogno di imparare una nuova lingua, un nuovo calcio. E Roma è stata la migliore scelta. Ho incontrato Spalletti, ieri (mercoledì), mi ha spiegato tante cose. Ha grandi motivazioni, questa è una nuova sfida».
Com'è il tuo rapporto con Benitez?
«È un grande tecnico, ma avevo necessità di cambiare. Roma è stata la mia scelta».
C'è chi ha scritto che il tuo autogol con il Chelsea ha cambiato i rapporti con Benitez.
«Bugie. Chiunque può sbagliare una partita. Volevo fare una nuova scelta».
Dove vorresti giocare?
«Dove vuole il tecnico. Di solito, dietro a sinistra, ma posso giocare ovunque. Farò del mio meglio».
Conosci il 4-2-3-1 di Spalletti?
«Sì, me ne ha parlato lui. Adesso voglio tornare in Norvegia e imparare l'italiano».
Come immagini Spalletti?
«Mi ha colpito per la sua passione e la sua motivazione. È una grande persona, che chiede il 100%».
Conosci qualche giocatore della Roma?
«Giuly, dai tempi del Monaco e Panucci. Giuly è forte, piccolo e veloce. Conoscerò anche Totti che è un grande, un idolo».
E la storia di Roma?
«No, non conosco la città. Quando tornerò, prima di tutto vedrò la squadra, poi la città e vorrò parlare italiano».
Qual è il tuo carattere?
«Sono uno che non molla mai. Mi piace il gioco maschio, ho grandi polmoni. Corro molto e faccio tutto per la squadra».
Quante emozioni ricordi in tanti anni di Liverpool?
«Molte. Ho collezionato 350 presenze in totale, ho avuto tanti amici. Avrò una nuova vita e tante amicizie anche qui. Non sono felice, sono felicissimo».
Quest'anno non hai mai segnato, perché?
«Per tante ragioni, sono qui per battere il mio record di gol. Prima di tutto voglio divertirmi e giocare».
Con due finali di Champions, una vinta, hai tanta esperienza.
«E voglio metterla al servizio della Roma, che comunque ha giocatori esperti. Spero di aiutare la squadra a fare meglio in Europa».
Chi vuoi ringraziare?
«Il mio agente, la Roma e il tecnico che mi ha voluto. Voglio lasciare il segno».
Anche Mourinho è venuto in Italia.
«È un grande allenatore, ma noi dobbiamo fare meglio dell'Inter».
La Norvegia non c'è agli Europei, che ne pensi?
«Credo che l'Italia possa vincerli. La mia Norvegia è un piccolo paese. Proveremo a crescere, io adesso lavoro per la Roma però».
Cosa pensi di Totti e de Rossi?
«De Rossi sta crescendo moltissimo. È uno dei migliori centrocampisti d'Europa. Corre tantissimo, sa tirare e segnare. Totti è fantastico, grande tecnica e sa fare gol. Sarà molto interessante giocare con loro»
Sei il secondo norvegese dopo Carew, la vostra lite è roba passata?
«Sì, anzi ho parlato con lui della Roma. Qui è stato bene. Cercherò di fare meglio di Carew».
Cosa puoi dire ai romanisti?
«Sono felice di essere qui. Di avere firmato. Voglio divertirli e dare tante gioie e tanti gol. Forza Roma!».

 
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