Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 01/09/2007

Spalletti: "Dimostriamo che abbiamo imparato la lezione dell'anno scorso"

Post n°558 pubblicato il 01 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Ieri è terminato il calciomercato: un bilancio
"Da un punto di vista mio di ruolo, di addetto ai lavori della Roma, è molto positivo per quanto ci riguarda. Noi abbiamo seguito il programma che avevamo, di andare a raddoppiare questi ruoli. Anzi, forse si è fatto qualcosa di più, siamo più di 23 e questo ci permette di stare abbastanza tranquilli da un punto di vista numerico. Poi ci sarà da vedere lo scorrimento delle situazioni, che diventa difficile da prevedere. Noi abbiamo buoni calciatori in tutti i ruoli, abbiamo possibilità di scelta. La società, compatibilmente con le disponibilità, ha fatto un buonissimo lavoro".
Si è accostato alla Roma un attaccante come Bogdani: deluso dal suo non arrivo?
"Noi siamo stati attenti a mettere insieme un numero di calciatori che prevedesse tutte le possibilità e che potesse dare un modo di sviluppo completo alla nostra organizzazione. Effettivamente a noi ci manca un centravanti di ruolo, forte di testa, un terminale con quelle caratteristiche. Se lo avessimo trovato lo avremmo portato, per andare a completarci. Anche se la nostra idea è di continuare come abbiamo sempre fatto con questo modo di non dare riferimento nel reparto offensivo, di questa intercambiabilità di ruoli. Quello che importa e che è evidente è che dà lo stesso vantaggio ai fini del risultato, perché la Roma ha sempre fatto gol. Per quanto riguarda lo sviluppo, il prendere in mano la partita, secondo me così è meglio e visto che lo abbiamo fatto, lo vogliamo mantenere. La punta alta ci sarebbe servita solo per variare ma, quando abbiamo tentato di variare in questi due anni, anche se non c'è mai stato uno con queste caratteristiche, anche avendo Nonda, non siamo riusciti a sviluppare lo stesso gioco. Vogliamo andare avanti per questa strada e non ci crea alcuna complicazione il fatto di non aver portato a casa uno con queste caratteristiche".
L'Oscar del mercato a chi lo dà?
"Diverse squadre hanno lavorato bene, come l'Inter la Juve e la stessa Fiorentina. Poi dipende dalle prospettive, da quello che si vuole. Il Milan ha la sicurezza di avere una rosa importante che, nonostante il periodo difficile dello scorso anno, non è da ritoccare, perché è una grande squadra. Anche noi abbiamo fatto bene. Ci sarà da vedere quando si comincia. L'Inter ha fatto acquisti importantissimi, miratissimi".
E' sempre l'Inter la squadra da battere?
"Dipenderà dallo scorrimento delle situazioni, dall'aspetto psicologico ed emotivo della squadra. Ci sono tante cose per sviluppare un buon calcio, non ci sono solo qualità fisiche e tecniche. Si vede che le squadre passano un momento buono, dove riesce tutto e c'è il fattore psicologico che diventa fondamentale per arrivare a fare molto bene in un campionato. Dal punto di vista delle potenzialità e dei nomi e degli acquisti fatti come valori, come nomi e come spesa, mi sembra che l'Inter sia la prima".
Per la prima volta un organito di quantità. Ci saranno regole per la gestione del turn-over?
"Non c'è bisogno per ora di fare turnover, perchè per ora si gioca una volta alla settimana. E' un discorso di conseguenza della conoscenza degli elementi, alla gestione della settimana, di quello che farà vedere l'elemento in settimana. Verrà scelta di volta in volta, nelle tre partite in una settimana, tenteremo di far ruotare e di usare quasi tutti. Per dare a tutti la possibilità di recuperare, senza metterli sotto stress come l'anno scorso, dove qualcuno ha dovuto giocare cinque-sei partite di fila in quindici giorni".
Con le piccole la Roma lo scorso anno ha perso 15 punti...
"Anche se ci sono squadre meno blasonate, possono sempre far bene e, quell'aspetto psicologico e degli stimoli, può dare un contributo importante contro le squadre più forti. Occorre mantenere la stessa voglia nell'andare ad affrontarle, altrimenti rischi di non portare a casa delle vittorie che ai fini della classifica sono importanti. Domani sarà una partita dove dovremo far vedere di aver imparato un comportamento da mettere in pratica. Poi si può non vincere una gara, ma non mi sta bene la gara dell'anno scorso contro l'Ascoli come  comportamento di squadra".
La punta che non è arrivata poteva cambiare in meglio la squadra?
"La può cambiare anche in peggio. Quando abbiamo tentato di mettere uno più fisico, non abbiamo mai ritrovato un'intenzione giusta a livello di squadra, perché questo tipo di gioco non è riconosciuto da quelli che dovrebbero ruotare intorno a questa prima punta. Non è detto che prendendo questa punta ci saremmo per forza migliorati, è da vedere".
Sorteggi di Champions
"Con la Dinamo e con il Manchester partite insidiose. Ora i nostri giocatori riconoscono meglio queste situazioni. Sono campi molto insidiosi e due squadre toste che dovremmo andare ad affrontare".
Tenere a freno gli entusiasmi dentro e fuori lo spogliatoio sarà difficile?
"Se fosse entrato il palo di Miccoli, sarebbe cambiata la gara, per dire. E' chiaro che se si analizzano bene le partite, dando vantaggio a queste situazioni che sembra si siano sviluppate a nostro favore, quando la squadra dopo il 2-0 avremmo meritato di chiudere la partita, ma è l'attenzione alla continuità che fa la differenza durante la partita. Basta un episodio per cambiare lo scenario della partita, le insidie sono moltissime. Per far bene ci sono delle situazioni che vanno migliorate, nonostante si siano vinte due partite importantissime".
Su Antunes
"Presto per dare una valutazione. L'ho visto in dvd, nonostante non sia stato io ad indicarlo, ma la società. Una società come la Roma deve avere dei giovani da far giocare fuori e riportarlo a casa, a giocatore fatto".
Inserimento di Cicinho
"Sta lavorando bene, anche se ha bisogno di un po' di allenamento. Ora è più in condizione. Se giocherà dall0'nizio oppure no lo vedrò domani".
Si sente più tranquillo quest'anno? Vede più la squadra di Spalletti?
"Dei segni di crescita ci sono stati, in queste due partite. Squadra che è rimasta più tranquilla, che ha avuto la possibilità di gestire la partita nonostante fosse in vantaggio. Da un punto di vista di giocatori a disposizione, mi sento più tranquillo, perché poi le cose succedono a tutte le squadre. Sono più tranquillo perché ho diversi giocatori infortunati e nonostante questo ho potuto mettere in campo altri giocatori in grado di affrontare queste squadre".
Aver trovato l'assetto giusto è la forza o la debolezza?
"Se la squadra funziona, perché dovrei cambiare? Dov'è il bisogno? All'inizio, quando non si faceva il risultato, abbiamo provato a mettere la difesa a tre, perché i risultati non venivano, per dare qualcosa in più, un incentivo, una motivazione. Ci siamo ricreduti, poi".
C'è il rischio di essere prevedibili?
"Quando le cose un altro le impara, se sei uno che sta attaccato al tuo lavoro a cercare sempre cose nuove, tu sei sempre un passo avanti. L'importante è trovare sempre qualcosa di nuovo, sia come ricerca, che come rapporto con i calciatori. Noi abbiamo due punte piccole, perché facciamo più gol di molte altre squadre che hanno attaccanti più alti. Per cui si va avanti con questa squadra in tranquillità. Per come si è iniziato quest'anno, tutto ci dice che abbiamo fatto bene così".
Domani Totti festeggiato allo stadio per la scarpa d'oro
"Bello che venga premiato, perché se l'è meritato. Bello che lui abbia detto più volte grazie ai compagni. Bello anche per il nostro pubblico perché ha partecipato e contribuito a questa conquista. Bello anche per me, perché mi sono fatto una foto con la scarpa d'oro e me la porterò a casa".
Le convocazioni della Nazionale, tanta Roma. Merito di Spalletti?
"Il merito è sempre dei calciatori, sono loro che hanno le qualità, che vanno in campo. Noi possiamo cercare di fargli avere attenzione a queste qualità per metterle a disposizione del gruppo, del comportamento di squadra. Però le qualità ci sono sempre e le danno loro. Secondo me molto gli dà l'ambiente: se il calciatore prende una direzione giusta, questo è un ambiente che al calciatore fa sentire un entusiasmo che gli permette di avere dei comportamenti e di evidenziare della qualità che è al limite della propria possibilità".
Farà rivedere in chiave Champions, il 7-1 di Manchester?
“Non ci sarà bisogno, se la ricordano bene da soli e si ricordano anche gli episodi. Magari gli farò vedere quella del 2-1 in casa, perché lì la squadra si comportò molto bene e c'era la possibilità di fare ancora meglio, di fare altri gol. Quelle possibilità lasciate lì sul campo, quelle le farò rivedere”.
A Manchester molti hanno detto: 'Si torna nell'inferno'. Parlavano degli scontro avvenuti lo scorso anno...
"Mi sembra esagerato, altrettanto scorretto. Perché anche i nostri tifosi hanno dovuto subire ingiustizie quando siamo andati noi a giocare a Manchester. Penso che quello che è successo nella partita, non risuccederà nella prossima, perché bisogna evidenziare una crescita. Il fatto che se ne sia parlato in maniera costruttiva, occorre essere pronti per dare un aiuto e capire quale deve essere il comportamento allo stadio, metterà a posto le cose e non succederà niente".
E' rimasto deluso dall'Inter, visto la gara di Supercoppa e quella con l'Udinese?
"Penso sia difficile fare delle preparazioni mirate a lunga scadenza nel calcio. Sicuramente, io non ho la possibilità di un'analisi approfondita, perché occorre avere i giocatori sotto mano e conoscerli. A me sembra che sia una squadra che permette di stare tranquilli,  nonostante i cattivi risultati. Ci può stare il momento in cui alcuni meccanismi sono ancora arrugginiti e che ti giri male una situazione. Anche perché l'Udinese ha pareggiato su un'auto-rete, hanno commesso un errore su un'espulsione, ci sono stati dei particolari che non si ripropongono in tutte le partite e che hanno creato difficoltà importanti ai fini del risultato. Bisogna valutare obiettivamente quella che è la potenzialità della squadra e della rosa e, al di là di due risultati negativi, la vedo sempre una squadra che può arrivare in fondo a tutte le competizioni".
Tra i convocati in Nazionale, sembra non ci sia Panucci...
“Non lo so, non voglio andare a creare problemi al lavoro altrui con dichiarazioni troppo facili da fare. Per me, anche per fare un complimento, è facile dire che è da Nazionale, visto come si è adattato a questo nuovo ruolo. Si sta comportando bene, sta facendo bene nella Roma. Per quanto riguarda le convocazioni ci penserà Donadoni, un professionista serio”.
Il Siena ha subito due sconfitte (una in Coppa Italia, una in campionato): si aspetta una partita a viso aperto?
“In Coppa Italia hanno cambiato molto in formazione e non è veritiera. Loro domenica hanno giocato contro la Sampdoria impostandosi con un sistema molto offensivo, facendo giocare tre attaccanti come Maccarone, Chiesa e Frick. C’è stata qualche polemica, ho letto qualcosa, e questo lascia supporre che ci sarà un centrocampo più folto. Ma sarà sempre così, soprattutto per le squadre che verranno a giocare a Roma. Noi dobbiamo essere bravi a prevenire e a soffocare le loro ripartenze, perché la squadra tenterà di impostare la partita sui contropiedi e le ripartenze. Noi dobbiamo essere pronti e non farci trovare come squadra lunga, in ritardo nel leggere le situazioni quando c'è il cambio di fase. Loro hanno fuori Bucchi e Corvia, dobbiamo vedere. Conoscendo bene Mandorlini, è evidente che lui sa trasmettere un carattere importante alla squadra e questo a volte è quello che crea più timore. Una squadra che sa giocare bene però è tranquilla, puoi trovare sempre la possibilità con la qualità di cui disponiamo, di andare a creare dei problemi. Quando trovi squadre tignose, che magari sanno giocare un po’ peggio, ma usano la foga e l’impatto fisico, lì ci sono meno spazi per infilarsi”.
La panchina di domani sarà di tutto rispetto, nonostante le tante assenze…
“Sicuramente sì, questo è in pratica quello che abbiamo detto prima parlando di mercato e di completamento di rosa. L’evidenza è che rimangono questi giocatori fuori che potrebbero giocare titolari e che sono convinto che potranno dare un contributo importante ai fini della partita".
La ricchezza della Roma sono l’interscambiabilità di ruoli dei giocatori, come Cassetti, Giuly, che è stato quasi una sorpresa?
“Su Giuly che sia stata una sorpresa no, perché Giuly sa fare benissimo anche la prima punta, con le caratteristiche che ha. E' molto bravo a ruotare sulla linea dei difensori, a venirsi a prendere palla tra le linee, ha la facilità di interpretare molto bene la palla sulla via di mezzo presa sui piedi. Viene incontro e si butta bene con una grande facilità. E’ rapido, è bravo a saltare l’uomo, a qualtià tecnica abbinata all'estro, può fare tutti e quattro i reparti offensivi. Il fatto che diversi giocatori sappiano interpretare più ruoli fa sì che la squadra giochi sempre un calcio accettabile, proprio perché lasciandoli fare i giocatori fanno un’ottima partita”.
Tanti gli elogi alla Roma: le fa piacere o la preoccupa?
“E’ giusto, perché effettivamente questi ragazzi hanno giocato un buonissimo calcio, mi fa enormemente piacere se detto da uno come Kaka, che è sicuramente maestro in questo tipo di calcio. Noi abbiamo preso dal Milan, perché è stata la prima squadra con Ancellotti che ha cercato di insistere con la palla a terra, andando a trovare come qualità le combinazioni di reparto. Se ne sono accorti bene, perché i ragazzi lo meritano, perché si sono impegnati e hanno fatto le cose seriamente. Se è stato fatto qualche complimento, ce lo prendiamo questa volta”.
Ha mai pensato ad un'evoluzione del suo gioco?
“Il fatto di lavorare sempre in maniera profonda nella costruzione, nello sviluppo, nel miglioramento, usando gli stessi concetti, quando ci lavori sopra, la pratica ti dà sempre qualcosa di più. Quando uno impara il tuo modo di fare, tu attraverso questo impegno costante, sei sempre un pezzettino avanti. L’essenziale è essere seri e lavorare in maniera professionale. Il resto, i risultati vengono da soli”.

 
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Domani la premiazione all'Olimpico della Scarpa d'Oro a Totti

Post n°557 pubblicato il 01 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Cinquantamila e forse più saranno i tifosi che domani riabbracceranno la Roma all'Olimpico dopo la magica notte per la festa degli ottanta anni. Cinquantamila e forse più, che assisteranno all'esordio casalingo della terza Roma di Luciano Spalletti. E saranno sempre cinquantamila, o poco più, quelli che con i propri occhi vedranno brillare la Scarpa d'oro che sarà consegnata a Francesco Totti. Il Capitano riceverà il premio pochi istanti prima del fischio d'inizio di Roma-Siena. Un riconoscimento, quello di Totti, inseguito da tutto lo stadio nell'ultima partita dello scorso anno contro il Messina. Ma i premi per Francesco non finiscono qui, visto che già oggi, a Trigoria, attenderà la visita di alcuni rappresentanti della Diadora, ex sponsor tecnico della Roma ma non del suo numero 10, che invece continuerà ad indossare gli scarpini dell'azienda veneta. La Diadora consegnerà a Totti un riconoscimento per il titolo di capocannoniere.

Tornando alla gara di domani, ad applaudire il simbolo di questa squadra ci sarà anche il presidente Franco Sensi. Anche in questo caso torneranno alla mente le immagini di quel Roma-Messina, in cui tutta la squadra consegnò nelle mani del presidente la Coppa Italia conquistata pochi giorni prima a Milano. Chissà che non si ripeta la stessa scena domani con la Supercoppa. Ne sarebbero felici anche gli oltre mille bambini che hanno ritirato il proprio biglietto gratuito per assistere alla gara con il Siena. I tagliandi che la Roma, prima tra i grandi club ad aver attuato la legge Amato, aveva messo a disposizione degli under 14, sono andati tutti esauriti nel tardo pomeriggio di ieri. Nonostante qualche difficoltà iniziale, dovuta ad alcune esigenze burocratiche per quei ragazzi non ancora in possesso di un documento d'identità, l'iniziativa ha riscosso un notevole successo.

 
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I SOLDI SPESI MEGLIO

Post n°556 pubblicato il 01 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Ceduti Nonda al Galtasaray e Alvarez al Livorno, non arriva il "botto" finale, ma non serviva.

Rosella Sensi: «E adesso ci si diverte».

Perrotta: «Sì, la rosa è completa».

De Rossi: «Mai più un 7-1».

E la campagna abbonamenti si chiude con 6.000 tessere

in più rispetto all'anno scorso.

L'editoriale di Stefano Petrucci su IL ROMANISTA di oggi

La fiera dei sogni, veri o presunti, s'è chiusa senza botti, come per molti è cominciata e si è sviluppata per mesi. Ma i tifosi della Roma non sono rimasti con l'amaro in bocca, né hanno inutilmente trascorso l'ultima giornata in febbrile attesa, con il naso all'insù. I fuochi d'artificio li avevano già visti, nello snodarsi di un mercato partito in punta di piedi, ma che ha finito per scatenare entusiasmi pressoché unanimi: Juan, Giuly, Cicinho, Esposito, Brighi, Barusso, Andreolli in ordine sparso. Non c'è stato bisogno di attendere le 19, per salutare il definitivo stop della giostra. La Roma era già a posto, il giovane mancino portoghese Antunes l'ultima tessera arrivata a completare un mosaico ideale. Restava magari da piazzare due o tre esuberi, a parte i giovani tipo Marsili: Nonda e Alvarez sono stati sistemati, Kuffour c'è rimasto sul groppone.
Qualcuno, non Luciano Spalletti, sognava anche l'arrivo, sul filo di lana, di una punta pesante: ieri sono bastate le voci su Bogdani, che non è propriamente la controfigura di Drogba, a infiammare i fans del centravantone da gettare nella mischia nei momenti di disperazione. Spalletti, che di sicuro non dimentica di poter schierare al centro dell'attacco la Scarpa d'oro Totti, la pensa diversamente e lo ha spiegato mille volte, inventando anche una bella immagine: «Non mi piace vedere una squadra che, se è in difficoltà, butta il cappello per aria». Qualche tifoso la vedeva in altro modo e magari si sarà dispiaciuto di sapere che Bogdani è finito al Livorno (appunto: non al Barcellona).
Si consolerà presto, contando i gol che il gioco della Roma continuerà a produrre, con Totti centrattacco e anche (o soprattutto?) in assenza di torri. Chi si sente orfano della punta di stazza ha potuto in fondo cominciare a consolarsi subito, già ieri, sghignazzando spietato alle spalle delle miserie altrui. Che bello sedersi in poltrona a guardare gli altri agitarsi come api costrette sotto vetro. Lontani gli anni in cui toccava aspettare l'ultimo gong del mercato, magari anche qualcosa di più, per portare a casa il giocatore inseguito da mesi. La Roma era fatta da giorni, Pradé non ha dovuto affannarsi a correre tra un box e l'altro dell'Atahotel milanese. Che bello, ammettiamolo, vedere Lotito, che aveva promesso di portare a casa Cruz o Adriano, Van Buyten o Kompany, arrancare dietro a Ivan Artipoli, difensore noto esclusivamente ai parenti stretti: lui l'unico "colpo" dei cugini appena aggregati all'élite del calcio europeo.
La Roma se la ride, e fa bene. E' partita sull'onda di una scelta difficile, la rinuncia a Chivu (e l'ardua sfida agli orridi Becali Brothers ), ma una volta trovato equilibrio sulla sua tavola da surf, non ha più sofferto tentennamenti. Il brasiliano Juan, nel rapporto qualità-prezzo, è uno dei più grandi affari della storia del calciomercato. Giuly, per ragioni analoghe (e non solo), è sulla stessa linea. Cicinho è un investimento straordinario: completa l'organico in un settore delicato (con Spalletti gli esterni devono volare come ali), è un giocatore formidabile per classe, esperienza, fascino esercitato sulla platea. Difficile dire quanti lo abbiano davvero visto giocare per due partite intere: eppure il suo nome ha immediatamente eccitato la fantasia tifosa. Il resto è comunque di qualità: Esposito va solo atteso, Barusso deve crescere, Brighi è una preziosa, silenziosa realtà, Antunes un investimento intelligente, al pari di Andreolli. Intelligente, in assoluto, è l'intera campagna romanista: importante nell'efficacia, oculata negli investimenti. Moratti, per rimpolpare la sua Inter già ridondante, ha speso oltre 40 milioni. Rosella Sensi, cui va il merito di aver sbattuto in faccia la porta al Lione per Mancini, si è fermata a 15, considerata la differenza tra le uscite (attorno ai 35 milioni) e le entrate, voce cui vanno iscritti soprattutto i 14 ottenuti per il difensore di Timisoara proprio dal dirimpettaio nerazzurro. Non è vero che bisogna spendere come matti per costruire uno squadrone. Il campo, persino aldilà dell'esito della Supercoppa e dell'avvio di campionato, sinora ha dato non a caso clamorosamente ragione a Rosella e ai suoi collaboratori. E la speranza che gliela dia fino alla fine della stagione non pare per niente campata in aria. Se va avanti così, anche quanti erano contrari alla cessione di Chivu (compreso chi scrive), celebreranno con piacere il trionfo di una strategia perfetta: calato tra le macerie interiste, il rumeno s'è immalinconito, involuto, evaporato. Mentre la Roma gode: più forte, più viva, più ricca di talento, di alternative e di prospettive. Nessun botto, ieri, a chiudere la giostra milanese. Non ci servivano. Li avevamo già sentiti, vedrete quanto ci divertiremo a sentirne ancora.

 
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