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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
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Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Messaggi del 22/09/2007
"Dobbiamo essere la Roma delle ultime partite per battere la Juve". Luciano Spalletti, allenatore della Roma, in conferenza stampa, anticipa la sfida di domani contro i bianconeri all'Olimpico: "Loro, per storia e giocatori a disposizione, sono forti. Sarà una partita emozionante".
Roma-Juve, può essere definito il primo esame di maturità?
Sicuramente sì, ce ne saranno diversi in questi giorni, anche se qualcuno c'è già stato. La cornice e il contorno in una partita del genere, va anche oltre il calcio giocato. E' una partita particolare, emozionante.
Zico ha detto di aver studiato la Roma per battere l'Inter. E anche Ranieri le ha fatto i complimenti. Quanto la inorgoglisce che tutti parlano bene di voi?
I complimenti fanno sempre piacere. Io posso farle delle confidenze: i calciatori bravi basta lasciarli stare e poi regalano questi sviluppi. La qualità della Roma fa parte di un dono naturale e di mettersi a disposizione per un unico fine. L'euforia? E' una cosa che mi fa piacere, la faccetta che hanno e gli occhietti tranquilli.
Si parlava dell'euforia in città...
Mi sembra che questa euforia e questo entusiasmo del nostro pubblico, sia gestita in modo correttissimo.
Cosa teme della Juventus?
Della Juventus si teme la storia, la forza in generale, i grandi calciatori che hanno tenuto in un momento particolare per la società. Si teme l'esperienza del suo allenatore, che ha fatto bene ovunque è stato. Lui sa fare questa professione, sa far esprimere al meglio i suoi giocatori.
Cosa ruberebbe alla Juve?
E' una cosa che non si fa, farebbe arrabbiare i miei calciatori. Non si fa nel principio, ma poi in realtà lo penso veramente. Sia io che Ranieri abbiamo a disposizione due grandissime squadre.
Come si ferma la Juve?
Come ha detto Ranieri: nessuno è imbattibile, noi dobbiamo fare quello che sappiamo e se ci si ricorda bene l'amichevole di questa estate, è ancora meglio: lì ci sono parecchie cose su cui difendersi.
L'Olimpico sarà pieno. Un motivo in più per vincere?
Ci fa sempre piacere avere l'abbraccio della curva, ma non solo quello. Sono tutti importanti i tifosi, più sono e meglio è.
I complimenti di Ranieri non sono una pretattica?
A me sembra una persona corretta, vera e diretta. Se l'avesse fatto per pretattica, non penso che verrebbe a turbare il nostro pensiero.
Roma-Juventus è una sfida sentita come e più il derby. Quanto è mancata questa partita la scorsa stagione?
Non ne abbiamo avvertita la mancanza, ne abbiamo giocate altre importanti. E di conseguenza non è che poi ci siano state delle lamentele da parte nostra per la mancanza della Juventus.
Cassetti sta facendo molto bene...
Ha fatto bene a ricordarlo, Marco sta facendo molto bene, merita quesi elogi, ma io sono convinto delle sue qualità, forse ce ne saremmo dovuti accorgere prima.
Si è mai chiesto perché la Juventus è la sua bestia nera? Ha fatto 11 sconfitte e due pareggi in Campionato...
Forse m'ha detto culo... Buttali via due pareggi con la Juve... Bisogna vedere un pochettino le situazioni di quel momento. A questo punto, mi farebbe piacere vincere contro la Juve. Può essere un tentativo per stimolare i miei calciatori a dare il meglio.
E' mai stato vicino ad allenare la Juventus?
No, ci sono state delle chiacchiere che anche io ho letto, ma io sono stato cercato poco. QUando lo hanno fatto, sono venuto a Roma.
Ha fatto rivedere l'amichevole di Cesena? Vi ha fatto crescere quella partita?
Ogni tanto rivediamo qualche cosa. Quella partita noi l'abbiamo vista a suo tempo, rivedemmo due o tre cose che caratterizzarono il risultato, questa volta no. Domattina si guarda l'ultima partita contro l'Udinese, quella in cui hanno fatto molto bene.
A lei sta più simpatica la Juventus del dopo Calciopoli?
Visto quello che è venuto fuori, qualcosa è stato rilevato, a questa dò più fiducia.
Nelle ultime partite avete evidenziato tanto possesso palla. E' una dato a vostro vantaggio? E' quello il punto di forza della Roma?
Nella strada che abbiamo deciso di intraprendere, è quello che volevamo che avvenisse. Se non riuscissimo a farlo, andremmo a sfruttare altre situazioni. Soprattutto a livello fisico.
Come stanno Esposito e Cicinho, due giocatori poco utilizzati fino ad ora?
Io ci metterei anche Ferrari e gli altri che non sono stati utilizzati. Questi qui sono tutti a un buon punto perché è segno che si sono allenati bene. Non avendoli usati, hanno dato qualcosa in più per sopperire alla mancanza della partita. Quando saranno chiamati in causa, potranno rappresentare il nostro valore aggiunto nel corso dell'anno.
Cicinho ha bisogno di più tempo per inserirsi negli schemi?
Non tanto negli schemi, deve entrare nel gruppo, Cicinho qualcosa ha da migliorare. Doveva riprendere confidenza col calcio giocato, ha avuto un infortunio importante, riprendere i ritmi, come lo stesso Esposito, qualcosa gli manca.
Lei ha preso qualcosa da Giampaolo, allenatore del Cagliari, che ha imbrigliato la Juventus?
Abbiamo visto anche quella lì. Effettivamente il Cagliari aveva messo in difficoltà la Juventus. Giampaolo è un grandissimo allenatore, ha rinnovato il contratto e gli faccio i complimenti e non voglio togliergli niente però se noi andiamo ad applicare il nostro comportamento, si fa anche meglio del Cagliari.
Lo stato di tensione del nostro calcio è sempre molto alto, dal suo punto di vista si può far qualcosa? Ha mai pensato di arrivare su questi argomenti che non fanno parte della sua sfera tecnica?
Secondo me si fa male a parlare sempre di errori arbitrali, però effettivamente ci sono molte cose da cambiare. Discorsi ne sento fare, qualche comportamento dai calciatori migliore c'è, diciamo che il nostro pubblico non deve fare il tifo contro. Non fare gli abbasso, ma solo incitare la nostra squadra. Forse la motivazione che si deve giocare alle 3, può darci uno stimolo a fargli vedere che una partita di questo genere può giocarsi anche in notturna. Quando dissi l'altra volta che il pubblico della Roma è cresciuto con noi, è vero e mi fa piacere. Questi ragazzi qui hanno dimostrato che si meritano la totalità del nostro fiato.
Come sta vivendo questo momento della Roma? Sente la responsabilità?
Noi sentiamo la responsabilità di un pubblico importantissimo a livello mondiale, la voglia della gente che cammina per Roma la dobbiamo trasferire sul campo. E per questo dobbiamo essere seri e professionali.
Sarebbe stato meglio giocare di sera?
Dobbiamo meritarci la fiducia, bisogna strappargliela questa fiducia. Deve far parte del nostro valore.
Totti ha promosso una fondazione per un museo in questa città della Roma. Che ne pensa?
Mi sembra corretto, credo non possa essere diversamente visto quello che è successo e per la partecipazione che c'è stata alla mostra.
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Nuovo corso. In casa bianconera queste due paroline magiche sono valse un forte sconto di pena nel processo a Calciopoli, come se il distacco dalla triade Bettega-Moggi-Giraudo attestasse di per sé la purezza della Juventus targata Giovanni Cobolli Gigli. Rompere con il passato è servito per arginare il fiume di polemiche che rischiava di travolgere la Vecchia Signora, condannando la società alla serie C che meritava e ad un probabile fallimento societario. Riccardo Agricola non appartiene al nuovo corso. Era medico bianconero con la Triade, è responsabile medico della Juventus anche oggi. Ha alle spalle un processo per doping, con una condanna di un anno e dieci mesi di reclusione in primo grado, un'assoluzione nel processo d'appello e una prescrizione annunciata nell'ultima tappa davanti alla Corte di Cassazione. Non è stato condannato, la Corte ha respinto l'accusa di doping, ma ha confermato che la denuncia di Zeman ("Il calcio deve uscire dalle farmacie"), era tutt'altro che campata in aria. E che la Juventus ai suoi giocatori somministrava tanti, troppi farmaci. La Corte di Cassazione lo scorso 29 marzo ha dato ragione al procuratore di Torino Raffaele Guariniello, annullando l'assoluzione pronunciata in Appello ma dichiarando allo stesso tempo scaduti i termini di prescrizione del reato. E così Agricola se l'è cavata, la Juventus ha festeggiato una prescrizione che fa solo rima con assoluzione, e Cobolli Gigli non ha pensato che fosse il caso di liberarsi di Agricola. Eppure, secondo la tesi della Procura accolta dalla Corte di Cassazione, il medico juventino "somministrava farmaci senza giustificazione sanitaria, in modo pericoloso per la salute degli atleti, con l'obiettivo di migliorare le prestazioni agonistiche". Per quell'abuso di farmaci che probabilmente ha messo in pericolo la vita di Salvatore Garritano e di tanti altri ex calciatori, che ha lasciato il dubbio sulla morte di Andrea Fortunato, la Juventus avrebbe dovuto rimuovere Agricola. E invece dopo la sentenza Cobolli Gigli si è limitato ad esultare per aver evitato la condanna: «Sono soddisfatto perché è stato sottolineato che la Juventus non ha mai fatto uso di Epo. La prescrizione? Non è dipesa da noi». Il lifting juventino non ha avuto effetti.
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Stamattina la Roma si ritroverà a Trigoria per l'ultima seduta di allenamento prima della sfida con la Rubentus. Nella formazione anti-Juve, Spalletti dovrebbe riproporre per dieci undicesimi quella che ha superato la Dinamo Kiev. L'unico ballottaggio sulla trequarti riguarda la fascia sinistra dove sono in tre a giocarsi una maglia: Giuly, Mancini e Vucinic. Il favorito dovrebbe essere il francese mentre per Amantino potrebbe esserci spazio mercoledì prossimo contro la Fiorentina. Vucinic però, nell'allenamento di ieri è apparso molto in palla. Anche Pizarro, che ieri non ha partecipato alla partitella insieme a Taddei, dovrebbe partire dalla panchina, così come Ferrari, che ormai è pienamente recuperato. Durante l'allenamento di ieri mattina Spalletti ha fatto disputare una partitella a campo ridotto. Da una parte (maglia gialla) Curci, Cicinho, Kuffour, Ferrari, Antunes, Brighi, De Rossi, Giuly, Perrotta e Totti, dall'altra (maglia nera) c'erano Julio Sergio, Cassetti, Mexes, Juan, Tonetto, Barusso, Aquilani, Esposito, Mancini e Vucinic.
Non ha preso parte alla seduta di ieri Alexander Doni. Il portiere brasiliano ha lavorato solamente in palestra a scopo puramente precauzionale. L'ematoma sul fianco sinistro rimediato contro la Reggina non è ancora del tutto riassorbito, ma la sua presenza in campo non è assolutamente in dubbio. Chi invece rischia di non esserci è Christian Panucci, che anche ieri ha continuato a svolgere lavoro differenziato per il dolore alla schiena. Difficile che Spalletti lo rischi, soprattutto perché Cassetti sta andando benissimo offrendo ampie garanzie, e poi perché c'è sempre Cicinho in rampa di lancio e in attesa di fare il proprio esordio dal primo minuto.
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Uno dei pochi calciatori della Juventus degni di meritare stima illimitata, è Gianluigi Buffon, ragazzo che poco c'entrava con il vecchio stile juventino di quando Moggi era uno della triade che comandava quella lercia società.
Ieri, il portiere juventino, è intervenuto a Rete Sport, nel contenitore radiofonico della mattina quando in studio c'erano David Rossi, Stefano Petrucci e Ugo Trani. Un Buffon sincero e senza peli sulla lingua, che ci rende onore e le sue non sembrano affatto parole di circostanza, semmai scaramantiche.
«La Roma è la favorita, la Juve la squadra che deve fare l'impresa». Qualcosa è davvero cambiato, ora è la formazione di Spalletti ad essere la favorita, l'undici da battere, la società che mira a traguardi importanti in Italia e in Europa. Il numero uno della Nazionale spende parole d'elogio per la società capitolina e dichiara: «Gioca il miglior calcio d'Italia e forse d'Europa. Già l'anno scorso aveva una buona base e meccanismi oliati, quest'anno ha preso quei quattro giocatori che permettono ai titolari di rifiatare. Può giocarsi le sue carte, ma deve trovare continuità nel rendimento». Una Roma forte e competitiva che quest'anno è stata protagonista di un mercato oculato, ma importante dal punto di vista tecnico: «I nuovi erano tutti giocatori che si conoscevano. Sono rimasto colpito da Juan, che tra quelli presi era il meno noto». Rispetto al passato il prepartita non è stato infiammato dalle consuete polemiche. La Juve cerca di darsi una nuova identità dopo gli scandali che ne hanno causato, giustamente, la retrocessione. Sono dunque cambiati i valori tecnici in campo e Buffon ne è consapevole: «Ci apprestiamo a giocare in un clima sereno, a differenza degli altri anni, quando saltavano sempre fuori i fantasmi del passato. Questo non fa che bene al calcio, alla fine si affronta questa partita in condizioni diverse, la Juve in passato era sempre un po' favorita, questa volta è l'opposto. E credo che questo sia bello. Nella vita è tutto una ruota, ci sono momenti in cui vinci e altri in cui devi rifiatare e applaudire gli altri. In questo momento noi siamo un po' in secondo piano ma stiamo facendo il possibile per ritagliarci il nostro spazio in campionato. Veniamo d'altronde da uno scandalo che ha messo in luce le colpe di chi gestiva questa società. Quella di ora è tutta un'altra società, che fà trasparire un'immagine pulita della Juventus, anche se sarà dura rifarsi un nome dopo quello che è successo e che ha causato la retrocessione della squadra. Ora come ora, pareggiare o vincere una partita per noi in questo momento ha un sapore diverso rispetto a prima».
Il portiere confessa poi di essere stato molto vicino alla società capitolina: «Svelo un segreto: l'anno che sono andato via da Parma sono stato veramente a niente dal passare alla Roma, Sensi arrivò ad offrire 70 miliardi per me, ma la Juve offrì ancora di più e la Roma andò su Pelizzoli, che era leggermente più giovane di me ed era sulla cresta dell'onda anche lui». Vabbè, tanto ora c'è Doni: « È tra i primi tre portieri in assoluto». Vero.
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«Roma-Juventus è cambiata, prima noi l'affrontavamo sempre da sfavoriti». Lo dice Daniele De Rossi in un'intervista a Sky, in cui il centrocampista spiega anche che «negli incontri con la Juve quest'anno c'è una sorta di equilibrio, inevitabile visti i nostri risultati e il loro blasone. Questa ha un sapore particolare sopratutto per noi romanisti - sottolinea - perchè avremo davanti una squadra forte con grandi individualità, e con una voglia di rivincita dopo la stagione di purgatorio». Ma cosa teme De Rossi della squadra di Ranieri? «Il loro orgoglio - risponde il campione del mondo - e la classe di Nedved, Del Piero, Trezeguet e di tutti gli altri giocatori che compongono questa squadra». In questa stagione, viene chiesto a De Rossi, la Roma prende meno gol (zero finora in match ufficiali) per il fatto che proprio il suo 'Capitan Futurò dà più spesso una mano in fase difensiva? «Non è per questo che non abbiamo ancora preso gol - dice a Sky il giocatore di Spalletti -: era così anche quando ne abbiamo presi sette a Manchester o in tutte le altre stagioni. Quello è sempre stato il mio ruolo e sono contento che non abbiamo ancora preso gol»
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"Della Juve non mi frega niente! Io sto qui alla Roma e del resto non mi interessa!". Si conferma un'altra volta testaccino di Tolosa, Phiippe Mexes, difensore della Roma. Intervistato in conferenza stampa, il francese ha anticipato Roma-Juve: "Vogliamo i tre punti. Nedved? Lasciamo stare va...".
Arriva Roma-Juventus. Sensazioni?
E' una bella partita, stiamo vivendo un buon momento, vogliamo prendere tre punti perché è una sfida fondamentale.
Roma-Juve non è una partita come le altre...
Fa sempre piacere giocare queste partite, la Juventus è una grande squadra, noi vogliamo vincere per andare avanti.
Tu ti troverai davanti Nedved.
Mi dispiace di aver detto che mi stava sulle palle, prima era così, ora però è passata. Speriamo di fare una bella partita.
Te l'aspettavi un inizio così positivo della difesa e della squadra?
Fa sempre piacere non prendere gol, ma non è solo merito nostro, ma di tutta la squadra che gioca insieme a noi.
Come ti trovi con Juan?
Juan è un bravissimo ragazzo, molto bravo e simpatico, e poi è fortissimo. Mi trovo bene anche con Giuly, Barusso, Esposito. Si sono integrati tutti alla grande i nuovi acquisti.
Tu hai segnato a Palermo, Juan a Reggio, mercoledì vi siete trovati in due davanti la porta per battere a rete. Un caso?
Sì, una casualità. Ci siamo trovati lì, fa piacere sempre segnare ma non è il nostro obiettivo fare gol.
Cosa pensi del museo della Roma?
E' una cosa giusta, questa società lo merita, stiamo facendo bene, speriamo di continuare su questa strada qui.
Tu e Juan formate una grande coppia. Quali differenze trovi con Chivu?
Per adesso è presto dirlo, ma non cambia tantissimo. Cristian è un grande come Juan, Marco (Andreolli, ndr) e Ferrari.
Di Mancini si parla sempre che può andare via. Secondo te sta bene nella Capitale?
Nello spogliatoio c'è tanta gioia, noi non ci accorgiamo mai di niente, non sapevamo che poteva andare via. Mancio per noi è un giocatore molto importante.
Fa bene questa squadra a credere nello scudetto?
Fa bene sì, ci crediamo anche noi, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra e vincere tante altre partite.
Come si è inserito Giuly?
Il suo contributo è stato buono, non è mai facile arrivare in una nuova realtà con una nuova lingua. L'ho preso sottobraccio, anche se non conosco bene tutti i locali di Roma...
Nedved ti stava antipatico anche prima o è stato solo un episodio a Cesena?
E' un grande calciatore, ci ho discusso per quello. Non è che mi sta antipatico così. Sul campo succede, domenica sarà un'altra partita, speriamo di vincerla.
La Juventus quest'estate ha mostrato un difetto della Roma: credevate di aver già vinto dopo i due gol. Poi arrivarono cinque gol. Vi hanno dato una sveglia?
Sono stati una bella sveglia. Da allora sono cambiate molte cose. Domenica sarà un'altra partita.
Quanto è lontana la Juventus dalla Roma?
Per me tutte le squadre si equivalgono, poi la Juventus è sempre la Juventus con grande carattere e grandi giocatori. Noi dobbiamo approfittare del buon momento che stiamo attraversando.
Ti ritroverai di fronte Trezeguet. E' un tipo difficile da marcare...
E' un grande attaccante, con Juan si troverà modo di non farlo muovere. Ma dobbiamo stare attenti anche agli altri che gli giocano intorno.
Juan ha spiccata personalità e in campo parla molto. Ti piace avere uno così al fianco?
Ognuno ha la sua personalità. Tutti sappiamo cosa fare in campo, poi quando c'è bisogno di parlare lo facciamo. Ma senza urlare, non ce n'è bisogno.
Ti trovi meglio con Juan o Chivu?
Con Chivu sono stato benissimo, come anche sono stato benissimo con Matteo.
Si parlava di differenze sul campo...
Sono un po' simile a Juan nel modo di giocare e portare palla.
Iaquinta-Trezeguet-Del Piero, li metti in ordine di pericolosità?
Trezeguet resta il più pericoloso, anche se sono tutti da tenere sotto occhio.
Nedved ti preoccupa più come giocatore o per come si comporta in campo?
Del suo comportamento è meglio non parlare... Vabbè, diciamo che è un grande. Lo sappiamo tutti come è Nedved. Vediamo domenica.
La Roma è una squadra con grande consapevolezza. Da cosa è dovuta?
E' una atteggiamento che abbiamo da quando c'è il mister. Ci troviamo bene con lui e nello spogliatoio c'è un grande spirito.
Siete carichi in vista della Juventus?
Siamo caricatissimi. Una partita del genere ti dà carica, in Campionato poi ti dà ancora più voglia di arrivare a domenica.
Giocare Roma-Juventus di pomeriggio toglie fascino rispetto alla sfida di sera?
Dal punto di vista personale, preferisco giocare di sera. Se hanno deciso così, alla fine non cambierà nulla. Resta una grande partita.
Rivedrete la partita di Cesena...?
Non lo so quello che farà il mister, dalla partita di Cesena sono cambiate un po' di cose. Noi dobbiamo vedere quello che la Juventus ha fatto di recente.
Sapete cosa avete sbagliato, quindi?
A Cesena abbiamo sbagliato tutti, compreso io. Ma, ripeto, questa volta sarà un'altra partita...
Che idea ti dà la Juventus? Ci giocheresti mai?
A me non me ne frega nulla della Juventus. Io sto qui, non voglio sentire queste coste. Io resto qui e non ci penso proprio.
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