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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
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Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
- 16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Ultimi commenti
Messaggi del 24/09/2007
Il giudice sportivo ha squalificato per tre giornate Maicon, espulso ieri nel secondo tempo della partita della quarta giornata di campionato Livorno-Inter. Il brasiliano è stato punito "per avere, al 35° del secondo tempo, a giuoco fermo, colpito con un calcio ad un gluteo un calciatore avversario (Bogdani, ndr) riverso al suolo per un precedente fallo".
Maicon salterà così Roma-Inter di sabto pomeriggio, ore 18.
Per la Roma, ammenda di 15.000 euro per per avere suoi sostenitori, prima dell'inizio della gara, fatto esplodere un petardo nel settore avversario e per avere altresì, prima dell'inizio della gara e al 40° del secondo tempo, lanciato numerosi oggetti di varia natura nel settore avversario. Stessa entità di multa e per gli stessi motivi per la Juventus.
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Ce rode er culo! Inutile girare troppo intorno al discorso. Quando si buttano via due punti dalla finestra non può che essere questo lo stato d’animo. Con la partita saldamente in pugno prendere il gol allo scadere in quel modo ridicolo è una doppia pugnalata.
Brutto, davvero brutto fare regali ad una squadra che, a differenza di quanto si sente in giro, il secondo tempo non ha mai tirato in porta e i giallorossi erano nettamente padroni del campo. Se la neopromossa nel primo tempo avrebbe forse meritato il pareggio nella ripresa il punteggio doveva essere tennistico.
Il coraggio di Ranieri nello schierare le tre punti è giustificato dalla difesa ridicola che si ritrova. Purtroppo Perrotta e Mancini hanno fallito troppe occasioni, in particolare il corridore giallorosso ha ripetuto la difficile impresa di Reggio: non prendere la porta spalancata. Ma c’è anche Mancini che si addormenta nell’area piccola per un paio di volte, c’è Taddei che con un ottimo dribbling si crea l’occasione d’oro ma spara in fallo laterale.
Quello che avevamo accennato nelle scorse partite si è verificato proprio contro gli odiati bianconeri. Il piccolo neo di una Roma strepitosa è quello di non chiudere subito, immediatamente una partita già morta. Quando l’ex giocatore Del Piero ha fallito il rigore con tutte le occasioni avute subito dopo si dovevano celebrare i funerali. Quello che era successo con il Siena prima e con la Reggina poi si è ripetuto e questa volta il destino beffardo non ci ha perdonato.
Solo questo imputiamo alla Roma. Per il resto lasciamo stare le chiacchiere stupide che si sono sentite dopo l’incontro. Quelle chiacchiere che parlano di pareggio giusto, Juve da scudetto eccetera. La squadra capitolina ha fatto vedere la netta differenza tra la cioccolata e la … (vabbè avete capito).
Guidata dal suo immenso capitano, trascinatore vero, ha ribaltato senza troppi problemi lo svantaggio iniziale. Ripeto è mancato quel cinismo, quella cattiveria che avrebbe tappato la bocca a quelli che parlano solo con il risultato.
Peccato perché iniziare il ciclo infernale con più quattro dalla seconda sarebbe stato importante. Comunque siamo ancora primi e continuando a volare basso andiamo a Firenze. Ricordando ai giocatori di demolire la porta quando sono nella zona calda del campo e ai tifosi di evitare gli olè quando al partita è ancora in bilico. Si festeggia sotto la doccia!
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Nemmeno il tempo di metabolizzare la delusione per il pareggio di ieri pomeriggio, e la Roma torna al lavoro. Questa mattina i giallorossi si ritrovano a Trigoria perché c'è da preparare la trasferta di Firenze di mercoledì. Una gara che alla luce dei risultati di ieri, la Fiorentina è seconda a due lunghezze dalla Roma, assume i contorni di un nuovo big match. Chi non ci sarà sicuramente è Marco Cassetti, che ieri dopo mezzora è stato costretto ad uscire dal campo per infortunio. I primi controlli effettuati subito dopo la fine della partita hanno evidenziato una lesione muscolare all'adduttore della coscia destra. Questa mattina o al massimo domani (bisogna aspettare che si riassorba l'ematoma) saranno effettuati altri controlli, ma sembra probabile che l'esterno debba rimanere fuori per almeno dieci-quindici di giorni. In questo caso salterebbe oltre alla gara con la Fiorentina, almeno quelle con l'Inter, con il Manchester e con il Parma. «C'è un po' di rammarico perché siamo andati in vantaggio meritatamente - ha detto ieri Cassetti parlando della gara con la Juventus - abbiamo creato tante occasioni, ma siamo stati puniti allo scadere. Comunque abbiamo compiuto un altro passo in avanti, il campionato è lungo e duro per tutti, siamo solo alla quarta giornata e c'è ancora tempo». E al futuro, e alla gara con la Fiorentina, pensano già altri giallorossi. «Rimane il primato in classifica, ma siamo solo all'inizio del campionato. Abbiamo fatto una buona prestazione e ora pensiamo alla Fiorentina».
Protagonista sfortunato della gara con la Juve, Simone Perrotta conta di rifarsi proprio mercoledì sera al Franchi. «Nelle ultime partite purtroppo mi trovo a commentare gol sbagliati da me. Mi dispiace, ma fa parte del calcio. Spero di rifarmi contro la Fiorentina».
Proprio a Firenze Spalletti potrebbe ricorrere per la prima volta nella stagione ad una maggiore alternanza rispetto a quanto fatto finora. Al posto di Cassetti il ballottaggio è tra Cicinho e Panucci con il brasiliano che parte favorito, anche perché Christian da quando è tornato dalla Nazionale non ha ancora svolto un allenamento con i compagni a causa dell'infortunio alla schiena. Un turno di riposo potrebbe toccare anche ad Aquilani «andare a 4 punti di vantaggio sulle altre, significava dare un'impronta importante al campionato. Saremmo andati a Firenze, forti di un grande vantaggio» che potrebbe lasciare il posto a Pizarro, che ieri è rimasto tutta la gara in panchina. In rampa di lancio anche Ferrari, che si è ripreso dall'infortunio al ginocchio e aspetta di fare il suo esordio dal primo minuto, mentre uno tra Giuly e Vucinic potrebbe trovare spazio al posto di Mancini, a meno che Spalletti decida di dare un turno di riposo anche a Taddei. In quel caso il francese e il montenegrino potrebbero trovare entrambi posto dal primo minuto.
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Guardate bene la classifica: la Roma è sempre prima. Dopo Nemmeno l'ultimo minuto di Zampagna basta per levarsi l'amarezza. Perché se Morganti di Ascoli Piceno faceva come Stafoggia di Pesaro (che nel '95 convalidò il gol di testone-Manfredini alla Roma) adesso il campionato era morto ammazzato, con la squadra di Spalletti che aveva doppiato Milan-Juventus, staccato l'ipercorazzata Inter sortita da Calciopoli, ipotecato un'altra Supercoppa, organizzato il Circo Massimo e l'Intercontinentale. Probabilmente se finiva 2-1, finiva così. Pochi dubbi a proposito. Ma se le fughe per la vittoria non riescono, necessari diventano i ritorni alla realtà. Senza stare a sentire i se e i ma, e, soprattutto, i saggi per forza (quelli che direbbero "meglio così", e ovviamente non è meglio così manco per niente) a guardarlo in fondo questo 2-2 arrivato alla fine, se non ti dà quel tantissimo che avresti meritato, non ti toglie niente. La Roma era prima da sola e ci resta bella così com'è. Tutti a Firenze. Ieri a un certo punto la Roma è stata bella e possibile, come i traguardi che insegue, prima di sprecarsi non tanto in quel colpo di testa (fra l'altro simile a uno abbastanza famoso di Pruzzo nella stessa porta) ma in tanti altri da ko mancati, sfiorati, dovuti, sognati. Il ragazzo di Calabria buono ieri, soltanto ieri per carità, c'aveva la maglia del Verona, quello della Roma s'è divorato il 3-1 tricolore sotto la Sud: duelli rusticani (d'altronde, probabilmente, Cicinho ha gli stessi antenati del marchigiano Morganti). Ieri a un certo punto c'era solo la Roma perché la Juventus era esattamente la stessa che aveva ingaggiato e sofferto duelli con Frosinone e Albinoleffe, poi è tornata la Juve, quella che non molla e che, insomma, trova risorse non si sa dove, ma anche sulla linea laterale. A un certo punto tutto era davvero cambiato.
il Milan, anche l'Inter s'è piantata e la Lazio è in zona retrocessione. Guardate bene questa foto: è Cicinho che dà la mano all'arbitro a fine gara mentre i nostri in mezzo al campo abbracciano gli juventini che ci hanno appena rubacchiato un pareggio con un controfallo mai visto prima ma pazienza... Totti si cuce la bocca dopo una doppietta da urlo, De Rossi è furioso ma consola Morganti («eppure è bravo»), Spalletti elogia la squadra che s'è mangiata un mare di gol. Ma siamo sempre primi. Anche come classe.
Doni superato e non aveva mai preso gol; Cassetti fuori dopo aver giocato sempre, lui che non avrebbe dovuto farlo mai; la Juve bianconera aveva gli stessi colori della più onorevole Juve Stabia; la Juve-Juventus che era quei "tre là davanti" come la Roma di Delneri (che è secondo!); il rigore dato a favore di Nedved era quasi ciusto veramente; Mexes umano mentre l'Andrade della Juventus era lo stesso che giocava con Renato, soltanto un po' più lento... Ecco perché la Roma non ha vinto, ma pareggiato: perché può succedere di non giocare benissimo sempre, di pareggiare dopo aver vinto sempre. Fa parte dell'imprevisto, della zolla, della rimessa, del gol subito-gol mangiato: un controfallo. I dati che contano, però, sono dati e basta: come la classifica, come il fatto stesso che in questa squadra gioca e insegna Francesco Totti (155 gol in campionato, 192 da romanista, 6 alla Juve, 10 alla carriera). I dati: la Roma è prima da sola e se pure dovesse soltanto pareggiare le prossime due gare, contro la Fiorentina e l'Inter, si ritroverebbe aritmeticamente prima (fra le squadre che contano per lo scudetto). Se all'inizio del campionato qualcuno avesse detto che la squadra di Spalletti sarebbe stata capolista dopo 6 partite (e tra queste Palermo, Firenze, Juventus e Inter) tutti i romanisti avrebbero firmato. Più semplicemente: se qualcuno avesse detto che dopo 4 partite la Roma avrebbe avuto 2 punti in più dell'Inter (che fa pari contro l'insuperabile Livorno e a San Siro con l'Udinese che ne prende 5 dal Napoli) 3 sulla Juve, 4 sul Milan, tipo il quadruplo sulla Lazio, chi non avrebbe firmato? Questa è la realtà, non un rimpianto, e soltanto un po' un modo per accontentarsi. Bisogna farlo perché bisogna andare avanti. Perché così ha sempre fatto questa squadra che non sta lasciando niente al caso. Soprattutto questo è un dato.
L'ultima volta che la Roma ha battuto la Juventus in campionato era l'8 febbraio del 2004, quella conclamata del 4 zitti e a casa . In quella partita con la Juventus giocavano Buffon, Legrottaglie, Camoranesi, Nedved, Trezeguet, cinque giocatori che ci stanno anche adesso, quattro ce n'erano ieri e l'altro, il patriota , no solo perché infortunato. Significa che la metà di questa nuova Juventus è vecchia almeno tre anni e quattro stagioni (la spina dorsale di una squadra che, Calciopoli a parte, avrebbe dominato). In quella partita con la Roma, invece, giocavano Pelizzoli, Zebina, Samuel, Chivu, Emerson, Dacourt, Lima, Cassano, otto giocatori che non solo non c'erano ieri, ma che proprio non ci sono più. Gli altri tre erano/sono Panucci (che ieri stava in tribuna) Mancini (che ieri quasi non c'era) e Francesco Totti (che c'è e basta com'è scritto pure sull'autostrada). Significa che se c'è una squadra in costruzione, nel senso più vero del termine, cioè in crescita, progresso e programmazione, con delle prospettive aperte su un futuro eco di questo presente da capolista, è la Roma. Roma che pure, rispetto alla Juve, appare oggi, adesso, anche dopo questo 2-2, come la realtà più seria del calcio italiano e non solo. Prima, da solo.
L'anno scorso, a questo punto, non era così; rispetto all'anno scorso questa squadra ha un punto in più. Nemmeno nel 2001 era così: alla quarta giornata la Roma di Capello perdeva a San Siro da Hakan Sukur (che è un po' peggio che prendere gol da Iaquinta); rispetto alla Roma campione d'Italia questa qui ha un punto in più (la similitudine prossima è l'Atalanta quasi in testa...). C'è poi un'altra cosa che ha odor di rosa... In quel campionato la Roma non riuscì mai a battere la Juventus, e nemmeno quella che iniziava con Tancredi-Nela-Vierchowod-Ancelotti-Falçao... Allora uno può pure dire che l'ha fatto apposta, perché tanto si sa che la verità è un'altra. Che per esempio quel controfallo fischiato è un po' troppo fiscale, ché lo vedi fischiare di rado (un precedente qual è?) ma che nessuno già ci pensa più. Daniele De Rossi ha detto: «Mi sembra strano, ma lo facciamo passare. Potevamo essere grandissimi, siamo solo grandi». Che c'è di meglio di questa sintesi? Il gol di Zampagna.
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Tanta rabbia e delusione per quello che questo Roma-Juventus poteva essere e non è stato. Lo si legge anche negli occhi di Rosella Sensi al momento dell'uscita dalla tribuna autorità. Attorniata dal doppio degli uomini della sicurezza rispetto alle altre partite, l'amministratore delegato in giacca bianca e pantaloni neri (proprio oggi?) trova comunque le parole per riempire di elogi i suoi ragazzi. «Hanno disputato una gran bella partita, ed il risultato è bugiardo. La Roma è stata nettamente superiore. Meritavamo di vincere perché abbiamo costruito tantissime occasioni da gol». Ancora una volta ha esultato da vera tifosa ai gol di Francesco Totti, soprattutto sul secondo quello che aveva ribaltato il risultato a favore della Roma: «Francesco ha dimostrato ancora una volta di essere un grande campione, ma anche gli altri sono stati molto bravi. Peccato non aver chiuso in tempo la partita come avremmo meritato».
Troppi errori sottoporta, il gol mancato da Perrotta è da mangiarsi le mani: «E' troppo facile dirlo adesso. Io non riesco un motivo per cui rimproverare i ragazzi. I gol falliti sono cose che succedono a chi produce tante occasioni da gol soprattutto in velocità». Quando esce fuori l'argomento scudetto Rosella Sensi professa calma, così come nel momento in cui i microfoni gli si moltiplicano davanti al viso: «Abbiamo dimostrato di essere una gran bella squadra, ed il nostro campionato deve andare avanti senza problemi. Il gruppo è compatto e gioca un calcio bellissimo. Episodi sfavorevoli come quello che ci è capitato oggi non si ripeteranno troppo spesso». A proposito del gol di Iaquinta ci sono state proteste da parte dei giocatori sulla decisione di Moranti di dare il fallo laterale alla Juve: «Lasciamo perdere queste cose.Non voglio commentare l'arbitraggio. La Roma ha dimostrato di essere un'ottima squadra anche al cospetto della Juve, e questa è l'ennesima conferma che il mister sta lavorando bene e che la stagione può regalarci delle belle soddisfazioni. E questo mi basta!».Guardando la classifica c'è da ringraziare qualcuna tra quelle squadre che hanno affrontato le dirette concorrenti al titolo: «A dimostrazione del fatto che il campionato è molto equilibrato e gli imprevisti sono dietro l'angolo».
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«L'arbitro ha indicato l'orologio, ma per la perdita di tempo avrebbe dovuto ammonirmi. Sul rigore sono stato sfortunato
Penso di aver giocato bene e che brividi la "torcida" dell'Olimpico»
Aveva gli occhi del mondo puntati addosso,compresi quelli del suo Brasile, ma uno come lui a certe cose ci è abituato da tempo. Certo è che Cicinho questo Roma-Juventus non se lo dimenticherà presto: «Mi dispiace molto perché la squadra è stata nettamente più brava, ha costruito tante occasioni da gol e meritava la vittoria. Sensazioni in questo debutto all'Olimpico? E' stato bellissimo già il primo impatto quando mi dirigevo verso la panchina. Si sentiva che non era una partita come le altre e la cornice di pubblico, la torcida era qualcosa da far venire i brividi».
Il brasiliano è soddisfatto della sua prestazione: «Penso di aver giocato bene. Certo non è che potevo dimostrare tutto in novanta minuti, ma mi ritengo soddisfatto e su questo cercherò di lavorare di più per migliorare nelle prossime occasioni che il mister mi offrirà». In effetti da due suoi lanci millimetrici sono nate prima l'azione del secondo gol giallorosso, quando tagliando il campo ha pescato Mancini sul lato dell'area avversaria, e poi l'occasione d'oro fallita da Perrotta. Ma l'indice dei tifosi è puntato verso di lui sulla manovra difensiva. La Juventus nella ripresa, infatti, ha avuto due occasioni da gol ed in entrambe Cicinho ha ricoperto il ruolo del colpevole. «Nell'episodio del rigore sono stato un po' sfortunato. Ho cercato di togliere il pallone a Nedved ma ho trovato il suo piede. Per fortuna poi che Del Piero ha tirato fuori». E sull'episodio del fallo laterale e del conseguente 2-2? «Non ho capito nulla su quello che è successo. L'arbitro mi ha indicato l'orologio e quindi ho pensato che avesse giudicato la perdita di tempo. Ma allora perché non mi ha ammonito?»
C'è spazio anche per la nazionale brasiliana, nei pensieri di Cicinho. Nel suo Paese i tifosi, tramite un sito internet, gli hanno riconsegnato la maglia da titolare come laterale destro: «Sono molto felice per questo ed orgoglioso per il fatto che la scelta venga dai tifosi. Io cercherò di farmi trovare pronto così come quando mi capita di scendere in campo per la Roma». Quanto ai suoi compagni nella Roma, anche Juan ha avuto la fiducia dei tifosi essendo stato eletto centrale difensivo accanto a Lucio, mentre a Doni, l'attuale titolare, i tifosi brasiliani hanno preferito Rogerio Ceni del San Paolo, il portiere-goleador che batte le punizioni come pochi al mondo.
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Daniele De Rossi è stato autore di un bel gesto dopo il rigore sbagliato dal Pippero. E' andato verso il compagno in azzurro e lo ha consolato accarezzandogli la testa.
Capitan Futuro però, ai microfoni di Roma Channel chiarisce tutta la sua amrezza per l'assurdo pareggio subito all'87° da una Juventus che meritava ampiamente la sconfitta:
«Abbiamo perso l'occasione per un bel distacco, ma noi andiamo avanti. Quando la Roma vinse il suo ultimo scudetto, perse alla quarta contro l'Inter e Capello disse: siamo una grande squadra. Abbiamo avuto tante palle gol e per vincere qualcosa bisogna avere quel pizzico di cinismo in più che non ti fa prendere un gol rocambolesco all'ultimo». Gol nato da un controfallo che De Rossi contesta: «Quando c'è uno che perde tempo (nel caso Cicinho) si ammonisce e si ribatte il fallo. Non si cambia squadra che batte il fallo. E allora se batto in ritardo una punizione dentro l'area l'arbitro che fà? Mi dà rigore contro? Morganti è un grande arbitro, ma diciamo chiaramente che per lui oggi è stata una giornata no e ci siamo andati per le piste noi, perchè ci ha danneggiato. Già sul rigore era stato molto generoso perchè Nedved ha fatto quello che sà fare meglio, cioè buttarsi per terra, ma poi sul quel cambio di fallo laterale è stato proprio assurdo».
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Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
Inviato da: lolita_72gc
il 08/10/2009 alle 14:57
Inviato da: Solo_Camo
il 27/09/2009 alle 15:13
Inviato da: LadyWitchBlood
il 08/07/2009 alle 11:25
Inviato da: pensoquellochetuvuoi
il 21/06/2009 alle 17:15