Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 27/09/2007

Totti: "Speravo di festeggiare vincendo"

Post n°640 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Francesco Totti festeggia il suo compleanno davanti alle telecamere di Roma Channel. In una lunga intervista, trasmessa alle 14.30 dal canale televisivo giallorosso, il capitano parla della Roma attuale, della famiglia e dei suoi obiettivi personali.

Il pareggio di ieri a Firenze?
"Speravo di festeggiare il compleanno con una vittoria. In campi come quello di Firenze e Palermo non è facile tre punti. Abbiamo disputato una buona partita, contro una grande squadra, abbiamo giocato bene anche senza di me e gli altri giocatori inftorunati. Possiamo ritenerci più che soddisfatti".

Christian è stato il primo a farti gli auguri?
"Il primo messaggio di auguri me lo ha inviato mia moglie, poi mia madre. Ho dormito tutta la notte con Christian: l'ho abbracciato e questo è il più bel regalo di compleanno. Inizialmente piangeva quando lo accompagnavo a scuola e andavo via. Arrivavo all'allenamento con il magone. Ora si è abituato. Si è integrato. La piccola mangia e dorme. Anche Christian è stato bravo da piccolo. Non posso lamentarmi".

Tanti tifosi ti hanno rivolto messaggi d'auguri
"Li ringrazio tutti, mi sento molto legato al pubblico giallorosso perché prima di essere un giocatore e il capitano della Roma sono un tifoso. Mi sento nei loro panni".

Un tifoso ti chiede se l'Old Trafford può essere l'occasione giusta per rifare il "cucchiaio".
"Sì. Potrebbe essere la partita giusta. Potrei farlo, anche se è meglio non dirlo prima perché poi se lo aspettano. Appena sarà il momento lo farò".

Tra Kaka e Ronaldinho chi ti regaleresti?
"Farei la conta... Uno qualsiasi dei due, insomma, andrebbe bene".

Tra una vittoria con l'Inter e una con il Manchester quale scegli?
"La risposta scontata è vincere entrambe le gare. Tra le due gare, però, preferisco un successo a Manchester".

Il tuo futuro dopo il calcio giocato?
"Allenare i bambini sarebbe molto bello. Però sarebbe affascinante anche diventare Direttore Tecnico e restare vicino ai miei compagni De Rossi e Aquilani e ai ragazzi che crescono nel settore giovanile. Ci penseremo. Rimarrò legato, comunque, a questo gruppo. A questa società. Probabilmente prenderò la strada della dirigenza".

Seguirai un po' la carriera di Bruno Conti?
"Sì. Spero di emluarne parecchi passi".

Una tifosa ti scrive: "E' nella semplicità la forma della vera grandezza, proprio come nelle poesie che tu sai scrivere con il pallone".
"E' una frase bellissima. Particolare. La ringrazio. Mi inorgogliosce il fatto che in campo possa dare tanto per la squadra e soprattutto per i tifosi".

Ti arrivano messaggi d'auguri e di complimenti non soltanto come calciatore ma anche come uomo per la tanta solidarietà che hai fatto e stai continuando a fare.
"Questa è la cosa più importante. Fanno piacere i riconoscimenti e gli elogi come calciatori, ma quando ci sono i ringraziamenti per me uomo, per quello che faccio fuori dal campo, è ancora più bello".

 
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Altre tegole sulla Roma: Taddei fuori 3 settimane, out anche Aquilani.

Post n°639 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Rodrigo Taddei ha effettuato oggi a Trigoria un controllo ecografico da cui si è evidenziata una lesione muscolare a cavaliere tra 1° e 2° grado a livello del gemello mediale in sede miotendinea distale. Dovrà osservare un periodo di riposo presumibile in 2-3 settimane.

Il brasiliano così salterà le gare con l'Inter, il Manchester ed il parma, rientrando forse contro il Napoli dopo la sosta. Una vera maledizione per lui, che aveva saltato anche lo scorso anno le due gare con l'Inter in campionato e la partita di Manchester.

Anche Alberto Aquilani, a seguito della distorsione alla caviglia riportata ieri sera, non ci sarà contro i nerazzurri e forse anche nella trasferta in terra inglese.

 
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La paura è che alla fine pagheremo cari questi punti persi

Post n°638 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Avevamo chiesto più concretezza sotto porta per i nostri, ma purtroppo sembra che la concretezza, dopo aver visto la Magica a Firenze, sia ancora troppo lontana.
Dopo domenica scorsa, quando il Pippero ha provato a sfondare il tabellone ed i nostri si son mangiati gol a ripetizione, anche ieri sera la posta intera non sarebbe stata immeritata.

Dopo Mancini e Perrotta contro l'armata brancaleone bianconera, ieri sera c’hanno pensato, scrupolosamente in ordine alfabetico, l’arbitro Bergonzi er mejo fico del Bigonzo, Doni, Ferrari, i guardialinee e Spalletti (quando ce vò, je tocca pure a lui).

Vediamo perché. L’arbitro perché ha sbagliato almeno venti fischi, tutti decisivi. Ha fermato Mancini per fuorigioco, quando la palla al brasiliano gliel'aveva data un difensore viola ed Amantino era nell'area piccola e a porta vuota. Non ha espulso Mutu, non ha espulso Donadel per quella forbice assassina su Aquilani al 43° e ha ammonito Mexes per aver subito lui un fallo da Pazzini.

Doni, perché altre volte decisivo, non ha chiamato il pallone a De Rossi. Lì la palla è sua, come tutte quelle nell'area piccola, e non ci sono scuse. Sempre Doni perché da quando sta a Roma nun para un rigore manco se s’ammazza mentre con altre maglie fa il fenomeno.

Ferrari, perché un’entrata in scivolata su un campo in quelle condizioni è come fare il bunging jumping con le stringhe di liquirizia. Con Juan al centro della difesa, anche Mexes appare molto più tranquillo e disinvolto. Ferrari ieri sera ha sbagliato nel procurare il rigore ed ha sbagliato in tante altre situazioni. Non c'era, e se c'era dormiva.

I guardialinee perché non hanno fatto quello che è il loro, valutare correttamente le geometrie in campo.

Spalletti perché per la prima volta si è snaturato in una accettazione del non gioco per portarla a casa che ha regalato tanto tempo alla Fiorentina per riorganizzarsi. Poi, quando eravamo 2-1, è tornata la vecchia Roma che spinge, ma forse sarebbe il caso che quando si stà vincendo, i terzini rimangano un pò bloccati dietro così almeno non becchiamo contropiedi come quello che hanno causato il rigore su Vieri e dove Panucci era posizionato all'ala destra in attacco! Il Mister lo adoriamo, perchè ha fatto tanto per la Roma, ma deve dare più cattiveria a questa squadra. Riguardatevi la partenza dell'azione del contropiede viola del rigore: lì De Rossi deve stendere Mutu con un fallo tattico e prendere il giallo, ma almeno avrebbe fermato l'azione! E quelle cose le fai solo se hai un allenatore che ti incute cattiveria agonostica. Usiamo troppo il fioretto, sia in attacco che in difesa. Bisogna essere cinici, spietati e cattivi.

Siamo dispiaciuti, amareggiati e anche un po’ incazzati. La Roma non è una squadra da lotta testa a testa ed oggi potevano essere addirittura a +4 sull'Inter, e sabato affrontarla con l'occasione di ammazzare il campionato.

Può succedere qualsiasi cosa quest’anno. Può succedere veramente di tutto. Ma non vincere nulla, e quindi perdere, con una Roma così forte sarebbe veramente da criminali. Vedremo sabato.

 
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AUGURI CAPITANO!

Post n°637 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Guardi giocare Francesco Totti e pensi che a 31 anni non è da tutti fare ancora il fenomeno. Pensi che gli altri campioni della sua generazione, quelli dell'anno 1976, non se la passano poi così bene. E vedi la differenza, netta, tra chi l'età la patisce e chi, invece, nel tempo che scorre trova un insolito alleato. Migliora con gli anni, il Capitano. Non può farlo in eterno, ma può farlo adesso. Chi lo conosce bene, come l'amico De Rossi, non si stupisce: «Francesco che smette di giocare nel 2010? No, non si fermerà lì - dice dalle colonne del Guerin Sportivo - Il recupero dall'infortunio, lo splendido periodo che sta vivendo, la conquista della Scarpa d'Oro, sono la dimostrazione che potrà giocare più a lungo». Potrà farlo, certo. Ma è il futuro. Il presente dice che Totti, 31 anni oggi, ha davanti a sé la sua possibile miglior stagione. Ha già vinto un Mondiale, uno scudetto. Ha festeggiato una Coppa Italia e alzato al cielo per due volte la Supercoppa Italiana. Ha mostrato all'Europa intera la sua Scarpa d'Oro: ventisei gol nell'ultimo campionato, bomber vero. Ma sono parti del tutto, tasselli di un mosaico da completare. Le magie da fare sono ancora tante, proprio come i trofei da vincere.

E poi i gol. Fino a oggi, in serie A, il capitano ne ha realizzati 155; dice di voler arrivare a 200 prima di appendere gli scarpini al chiodo. Una follia? Tutt'altro. Perché la scorsa stagione Francesco ha fatto centro 32 volte: 26 in campionato, quattro in Champions, due in Coppa Italia. E quest'anno, imprevisti permettendo, può segnare ancora di più.
E pensare che, a poche centinaia di chilometri di distanza, un illustre coetaneo di Francesco, un certo Ronaldo, vive una delle cicliche fasi negative della sua carriera. Trentuno anni, il buon Ronie, li ha compiuti pochissimi giorni fa, il 22 settembre. E, visto il periodaccio, come regalo di compleanno ha chiesto una speciale protezione dagli infortuni. Chissà se Ballack, ieri, avrà espresso lo stesso desiderio spegnendo le sue 31 candeline. Ma nel suo caso, non bastasse il problema al ginocchio, ci si è messa anche la rivoluzione in panchina (seppur gradita), con Mourinho che sbatte la porta e un degno sostituto che non arriva. Problema che riguarda pure un altro del 1976, Andriy Shevchenko. Non uno qualsiasi, ma un attaccante capace di vincere il Pallone d'Oro (era il 2004). L'ucraino, a dir la verità, di grattacapi ne aveva abbastanza anche con Mourinho in panca, viste le liti frequenti e gli sfoghi affidati alla stampa inglese. La sostanza, comunque, non cambia: Sheva, 31 anni dopodomani, non è più quello di un tempo. Poi c'è Emerson, che le 31 candeline le ha spente il 4 aprile. E c'è Alessandro Nesta, nato il 19 marzo, sempre del 1976. Ma, anche qui, il paragone non regge. Perché quell'età d'oro che Totti sembra vivere oggi loro l'hanno già passata da un pezzo. Alla fine dai uno sguardo alla Liga. Lì uno che l'età pare proprio non sentirla lo trovi. Si chiama Ruud van Nistelrooy: 31 anni compiuti il primo luglio, una Scarpa d'Oro sfiorata la scorsa stagione. E pensare che anni fa qualcuno, dopo un infortunio al ginocchio, lo dava per finito. Proprio come Francesco l'anno scorso...

AUGURI CAPITANO!

 
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La maledizione di Taddei: salta ancora Inter e Manchester

Post n°636 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Sul suo rendimento, in questi prime gare del 2007-08, i giudizi sono contrastanti, ma Spalletti è uno abituato a fare di testa sua: per lui Taddei è un intoccabile, e difatti sette volte su sette il brasiliano snobbato dalla Seleçao è partito nella formazione titolare, con tutto che nel reparto avanzato le alternative ci sono, dopo gli arrivi estivi di Esposito, Giuly e il ritorno di Brighi. Ieri, per la prima volta, l'ex giocatore del Siena è stato costretto a uscire prima dell'intervallo, per un problema muscolare al polpaccio, dando spazio ad Aquilani, tenuto a riposto in vista della gara di sabato contro l'Inter, dopo un inizio di stagione passato a tirare la carretta. E adesso la formazione di sabato diventa un rebus, visto che il forfait di Taddei è praticamente certo: le sue condizioni verranno valutate oggi, possibile che si tratti di uno stiramento, caso nel quale salterebbe anche Manchester. Il brasiliano sembra avere una sfortuna particolarmente selettiva: non ne salta molte, ma spesso e volentieri si trova a mancare quelle più importanti.

Lo scorso anno giocò ventinove partite di campionato, ma fu spettatore in entrambi i confronti con l'Inter campione d'Italia: particolarmente pesante la sua assenza in quello di andata, quando era stato regolarmente convocato, e dette forfait solamente all'ultimo minuto, in una gara in cui la Roma perse dopo venticinque minuti pure Mancini, rimediando la prima sconfitta stagionale. Mancò all'ultimo pure a Manchester, quando la squadra sentiva odore di grandissima impresa, anche grazie al suo gol al 44' del primo tempo della gara di andata, poi seguito da quelli di Rooney e Vucinic. Al ritorno non poté riprovarci: era già in formazione quando si dovette arrendere al collaterale del ginocchio, Spalletti rimase spiazzato, mise in campo il montenegrino al suo posto e le cose andarono come andarono. La squadra non vede l'ora di cercare la sua vendetta, lui ben difficilmente riuscirà a giocarsela: tra quattro giorni la partenza per l'Inghilterra, la prudenza dovrebbe escludere la sua presenza. Quasi una maledizione per un giocatore che nel 2005-06, appena arrivato, ne giocò 38 su 38: adesso è una Roma diversa, con molte più alternative, ma di certo Spalletti, dovendo scegliere le partite in cui rinunciare a lui, non avrebbe mai indicato Inter e Manchester.

 
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Spalletti: "Dovevamo vincere"

Post n°635 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

«È stata una bella partita, va bene così». Anzi no. «La gara andava chiusa, dovevamo vincerla». Luciano Spalletti si contraddice a distanza di pochi secondi e la sensazione è che il pareggio di ieri, il secondo 2-2 consecutivo dopo quello con la Juventus, gli vada stretto. Molto stretto.

«È stata una bella partita - esordisce al microfono di Sky - mi sono divertito. Le due squadre si sono date battaglia a viso aperto, c'era grande voglia di duellare. Si poteva fare qualcosa di più, poi però va bene così». Ancora una volta il gol della rimonta è arrivato nel finale, per un fallo ingenuo di Ferrari con la difesa che si è fatta trovare impreparata davanti all'ennesimo assalto di Mutu e soci. «Quando si riesce a dare estro, qualità e imprevedibilità alla manovra - spiega il tecnico -, poi si concede qualcosa. Ma al di là del nostro erroretto (testuale) , secondo me abbiamo avuto la possibilità di chiudere la partita. Bisognava fare gol, abbiamo avuto diverse occasioni». Dopo le reti di Trezeguet e Iaquinta, sono arrivati i gol di Gamberini e Mutu. E così la Roma non ha più la miglior difesa del campionato: «Non sono un segnale i quattro gol presi nelle ultime due partite - sottolinea Spalletti -, ma i quattro fatti». Poi, però, non nasconde che la fase difensiva non ha funzionato al meglio: «Bisogna intensificare le attenzioni in questo reparto. Anche se bisogna dire che non abbiamo sofferto tantissimo, sono stati bravi loro a capitalizzare le occasioni».

Sabato arriva l'Inter e contro i nerazzurri proseguirà il tour de force di una Roma che potrà contare sul ritorno del suo capitano: «Totti lo recuperiamo - avverte Spalletti per poi puntualizzare - ma anche stasera abbiamo avuto la conferma che possiamo contare su tutta la rosa». Dallo studio Sky gli fanno notare che con la vittoria sulla Sampdoria, l'Inter ha raggiunto la Roma in vetta alla classifica. Ma il tecnico già conosce il risultato del Meazza: «Mi hanno detto che l'Inter ha fatto bene». E a tre giorni dalla sfida dell'Olimpico, Spalletti vuole stemperare le polemiche con Mancini: «Non mi fate litigare con lui. A parte quelle due battute, io stimo Mancini. Se allena grandi squadre vuol dire che ha qualità importanti. C'è stata una battuta sua e una controbattuta mia. Tutto qui».

Intanto, in attesa di affrontare Ibrahimovic e Crespo, Spalletti può continuare a guardare tutti dall'alto al basso. La sua Roma è sempre prima in classifica, gli altri sono sempre dietro a inseguire. E se boccia il risultato del Franchi, il tecnico promuove la squadra: «Abbiamo giocato bene, i ragazzi mi sono piaciuti». Alla fine un commento su Bergonzi: «È un arbitro di prospettiva, qualche esperienza in più gli farà bene». Ma non c'è tempo per le polemiche, sabato è già ora di pensare all'Inter.

 
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Pizarro: "Abbiamo buttato altri due punti"

Post n°634 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Esterni in copertina nella Roma di Firenze, quella che per la prima volta ha ballato in difesa e centrocampo, cosa che non le era mai capitato in maniera così marcata in questo avvio di campionato. Ma anche forse nella partita peggiore il gioco funziona, lo dimostra la facilità con cui la squadra di Spalletti si è presentata davanti a un Frey che come al solito quando gioca contro la Roma fà il fenomeno, pur dovendo rinunciare al finalizzatore per eccellenza, il miglior cannoniere d'Europa, uno che tre giorni prima della gara di Firenze aveva dimostrato la sua forma con due gol alla Juventus.

Senza Totti è salito in cattedra Alessandro Mancini, con un gol di quelli che forse solo lui e il capitano possono fare in questa squadra, un pallonetto che ha lasciato di stucco il portiere francese. Un gol importante per ricominciare, in una stagione per lui particolarissima, iniziata con la fascite plantare che gli ha fatto saltare la Supercoppa e le prime tre giornate di campionato, e soprattutto senza la certezza di un posto da titolare, che solo nei primi sei mesi in Italia, quelli in B con il Venezia, aveva dovuto conquistarsi sul campo. Tra quelli che sono venuti a contenderglielo, proprio quello che, con un velo da campione, aveva tratto in inganno la difesa viola, aiutandolo a segnare il primo gol stagionale, Ludovic Giuly. Il suo arrivo, in estate, aveva suscitato parecchio entusiasmo, in parte raffreddato dall'esordio ufficiale, la Supercoppa di San Siro, in cui aveva mancato tre facili occasioni per portare in vantaggio la Roma. Poco più di un mese dopo, il francese è già a quota due, prima di ieri aveva già segnato contro il Siena, in una partita in cui i toscani sembravano sul punto di trovare il pareggio da un momento all'altro. «Quest'anno posso arrivare a dieci», ha dichiarato ieri sera il francese fuori dagli spogliatoi. Sarebbe un grande traguardo, visto che in tre anni a Barcellona ne ha fatti solamente diciotto, dieci il primo anno, cinque il secondo e tre il terzo.

Peccato che ci sia poco da festeggiare, e che il secondo centro stagionale del piccolo attaccante ignorato da Domenech non abbia portato i tre punti, sfuggiti per la seconda volta in tre giorni proprio quando la vittoria sembrava vicina, per quel rigore a cucchiaio trasformato da Mutu. Un penalty che non ha convinto per niente il giocatore che lo ha procurato, Matteo Ferrari, entrato in scivolata sul neo entrato Vieri: «L'arbitro non mi è piaciuto, il rigore era dubbio», ha dichiarato il difensore, all'esordio stagionale dal primo minuto dopo gli otto giocati la settimana scorsa in Champions contro la Dinamo Kiev. In realtà il calcio di rigore era sacrosanto, semmai è stato Matteo a commettere una sciocchezza colossale, perchè mai avrebbe dovuto entrare in scivolata su un campo reso scivoloso dalla pioggia. L'arbitro piuttosto, è stato scandaloso quando non ha espulso Donadel per un fallo da codice penale su Aquilani al 43°, quando non ha espulso Mutu per una gomitata a Cinicho sul 2-1 e quando ha fermato in fuorigioco Mancini solo a 2 metri dalla porta, vuota, quando invece il pallone gliel'aveva passato un difensore viola.

Di parere opposto l'altro giocatore al rientro nella formazione titolare, David Pizarro. «Inutile lamentarsi, siamo noi che abbiamo buttato dei punti, sia contro la Juventus che contro la Fiorentina».

 
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2-2 a Firenze: Roma ancora raggiunta

Post n°633 pubblicato il 27 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Come con la Juve, anche a Firenze la Roma non riesce a tenere il vantaggio di 2-1 e si fa riprendere da una Fiorentina indomita e finisce ancora 2-2 ed è raggiunta in vetta alla classifica dall'Inter, a quota 11, in attesa del big match in programma sabato alle 18. Per i giallorossi è il secondo pareggio consecutivo e per 2-2, nonché la fine della sua imperforabilità esterna, che resisteva dallo scorso 20 maggio. 

La Roma è scesa in campo rivoluzionata nella formazione: in vista del doppio impegno Inter-Manchester United che ci aspetta, giocano Pizarro (e non Aquilani), Ferrari (e non Juan) e Cicinho (e non Panucci). Con Totti, Perrotta e Cassetti indisponibili.

Parte forte la Fiorentina, che forse pensa al primato ma sicuramente vuole dimostrare di non essere da meno della Roma capolista. Ma i giallorossi mettono subito in guardia l'avversario: al 4' Mancini scalda il destro, mandando alto di poco. Immediata la replica viola: Mutu inaugura il suo personale duello con Doni con un colpo di testa, ma la mira è sbagliata. Più fisica, aggressiva e intraprendente la Fiorentina, la Roma dimostra non solo di essere bella ma di saper anche andare al sodo: quando gioca di prima e in velocità mette in ginocchio la retroguardia viola. Il tutto sono una pioggia insistente che innaffia senza sosta il primo tempo. Al 19' arriva il gol: Mancini si guarda intorno, potrebbe servire un paio di compagni che si stanno smarcando, invece vede Frey in posizione leggermente avanzata e gli scucchiaia un destro vincente, beffandolo. Il pareggio arriva al 24': su azione d'angolo De Rossi sfiora di testa, Doni non chiama la palla e và a vuoto, Gamberini appoggia in rete di sinistro. Un errore di un guardalinee penalizza la Roma al 29' (l'ultimo tocco è di Ujfalusi, Mancini non può essere in fuorigioco), poi Mutu si ricorda di avere un conto in sospeso e arriva a un passo dal gol al 31' (Cicinho salva con Doni battuto), al 33' (destro fuori di un soffio) e al 36', con Doni miracoloso su un suo colpo di testa. Intanto la Roma ha perso Taddei per un problema muscolare al polpaccio destro: al suo posto c'è Aquilani. Che subito è decisivo: minuto 37', un suo tocco serve Giuly, che firma il raddoppio giallorosso.
Nella ripresa la Fiorentina mette Santana al posto di Liverani. Per venti minuti i viola tengono sotto il profilo dell'aggressività e dell'intensità, poi, inevitabile, arriva il calo fisico. E così la Roma si dà a un possesso palla accorto e sagace, nel tentativo di abbassare i ritmi, controllare le sorti del match, e colpire in controtempo. La gara si fa meno bella nella forma, ma resta vibrante nella sostanza. A tratti entrambe le contendenti soffrono, dando prova di saper stringere i denti. Panucci entra al posto di Mancini, risponde Prandelli inserendo Vieri al posto di Semioli. Frey salva due volte al 28' e 29' su Vucinic e Pizarro, Mutu si innervosisce e colpisce Cicinho con una gomitata (solo ammonizione), poi Balzaretti rileva Dainelli. Ma non è finita: al 34' Ferrari stende stupidamente Vieri in area; rigore che Mutu realizza con un cucchiaio di destro.
E' il 2-2 finale, e son 4 punti buttati in 3 giorni.

 
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