Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 30/09/2007

Verso Manchester: Panucci non convocato

Post n°656 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

La Roma rialza la testa dopo il pesante 4-1 con l'Inter. Stamattina, la squadra si è allenata a Trigoria. Le buone notizie arrivano da Perrotta. Simone, che sul finire della gara con i nerazzurri era stato costretto a uscire per un leggero infortunio, si è allenato regolarmente con Tonetto, Giuly, Cassetti e Pizarro. Non è in dubbio per la partita di martedì con il Manchester. Per il gruppetto (cui poi si è aggiunto Aquilani) ha svolto solo corsa defaticante agli ordini del preparatore atletico Paolo Bertelli. Cassetti dovrebbe farcela a recuperare pienamente per il Parma. Al termine, hanno giocata una partitella quelli che non sono scesi in campo con l'Inter. Tra i gialli Curci, Ferrari, Cicinho, Pit, Spalletti, Unal e Falco. Tra i neri Bertagnoli, Barusso, Antunes, Zotti, Brighi, Esposito e Vucinic. Andreolli si è fermato invece a palleggiare con il preparatore atletico Luca Franceschi. Intanto, i tifosi hanno voglia di rivincita. Fuori Trigoria è stato esposto questo striscione: "Non è una battaglia a decidere la guerra".

Al termine dell'allenamento il tecnico, Luciano Spalletti ha diramato la lista dei calciatori convocati. Partiranno alla volta dell'Old Trafford 21 calciatori: Aquilani, Antunes, Barusso, Bertagnoli, Brighi, Curci, Cicinho; De Rossi, Esposito, Ferrari, Giuly, Juan, Mancini, Marangon, Mexes, Perrotta, Pit, Pizarro, Tonetto, Totti, Vucinic. A sorpresa, non è stato convocato Panucci. L'Uefa intanto comunica che l'arbitro di Manchester United-Roma sarà lo spagnolo Manuel Mejuto Gonzalez, l'arbitro della storica finale di Champions Milan-Liverpool del 2005.

 
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Lotito, la Morale dov'è?

Post n°655 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

A Formello sta per scoppiare una bomba ad orologeria. Claudio Lotito, il presidente dell'Ente Morale S.S. Lazio, il "moralizzatore" del calcio italiano, sta per esserne investito. Ad inchiodarlo alcune intercettazioni, pubblicate sul sito Laziali.info (testata giornalistica registrata nel 2005 al Tribunale di Roma), già inserite tra gli atti del processo per il tentativo di scalata alla Lazio e per le minacce proprio al suo presidente (un processo incredibile dove tra l'altro non si capisce di cosa siano imputati i 4 ultras biancoazzurri...) . Peraltro, saranno tutte oggetto di perizia il 25 ottobre, su richiesta della difesa di uno degli Irriducibili sotto processo, Paolo Arcivieri. «Intercettazioni che Laziali.info trasmetterà presto alla Superprocura federale diretta da Stefano Palazzi e alla Procura di Roma, perché la Lazio è un Ente Morale. E la morale si fa con i fatti», assicura l'editrice del sito, Lia Barlettelli.

Conversazioni telefoniche tra Lotito e l'ex responsabile sanitario biancazzurro Alfredo Carfagni (dimessosi a novembre 2006...), che testimoniano come il "moralizzatore" fosse venuto a sapere, nell'aprile di un anno fa, di problemi cardiaci di un suo giocatore. Nonostante il parere contrario dei medici del Sant'Andrea, Lotito chiese però a Carfagni di ottenere un'idoneità provvisoria: «Famoglieli fare (gli esami) da un'altra parte, mica c'è bisogno del Sant'Andrea». Un certificato che sarebbe poi arrivato grazie all'intervento del Policlinico Umberto I. Ma per chi? Per un giocatore che non è mai sceso in campo quest'anno. Per un calciatore che a luglio si è infortunato al menisco e che pochi giorni si è fratturato una mano per una pallonata in allenamento. L'identikit corrisponderebbe a quello del difensore Sebastiano Siviglia, 33 anni. Una vita davanti. Il suo futuro e quello di Lotito sono affidati alle indagini che potrebbero essere condotte, in tempi rapidi, dalla magistratura ordinaria e da quella sportiva.

Ma non c'è solo il caso-Siviglia. In un'altra intercettazione, che risale al 7 aprile 2006, l'ex deputato di Forza Italia Cesare Previti, ora affidato ai servizi sociali dopo la condanna per il processo IMI-SIR e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, si lamenta con Lotito perché il figlio Umberto, un portiere, non gioca. Previti accusa della latitanza dal campo del figliolo sia l'allenatore, l'ex giocatore della Lazio Franco Nanni sia il coordinatore del settore giovanile biancazzurro, il generale (in pensione) Giulio Coletta: «Io - dice Previti al "moralizzatore" - nun me vado a raccomandà cor generale». Certo che no, Previti lo fa con il presidente. Guarda caso, un mese dopo Nanni non viene riconfermato. Mentre la responsabilità di Coletta è limitata fino ai Giovanissimi Nazionali. Per le fasce superiori, le decisioni vengono prese dal ds Walter Sabatini. Risultato, quest'anno Umberto Previti diventa il terzo portiere nella lista Champions.

Solo Il Romanista e La Repubblica hanno denunciato l'esistenza di queste intercettazioni. Nella conferenza stampa di ieri, Delio Rossi ha elegantemente glissato: «L'ambiente è concentrato sulla sfida contro il Real, ma io tengo di più alla Reggina». E a Siviglia?

Ma ecco la telefonata intera tra il "moralizzatore" e Cesare Previti:
TELEFONATA 7/4/2006-ORE 21:42
Previti: «Pronto Claudio, so Cesare».
Lotito: «Ciao Cesare, oh, che mi dici?»
Previti: «Senti Claudio io ti chiamavo per queste vicende diciamo che ruotano intorno alla Lazio. C'è una cosa che mi riguarda personalmente de sta storia nel settore giovanile, di questo generale, di Nanni e de come vengono condotte le cose. Claudio, io so stato sempre na persona seria, 'na persona per bene, lo sai non ti ho mai detto niente di mio figlio, ma che mio figlio venga discriminato e trattato a calci in culo da gentarella da quattro soldi che tu hai messo a rappresentare la gloriosa maglia biancoceleste, io questo proprio non te lo consento proprio, io faccio un casino, ce faccio una conferenza stampa sopra. Proprio veramente succedono lì delle cose da basso impero, con un generale da operetta che non capisce un cazzo di calcio e che caccia via i ragazzi bravi e difende quelli che non hanno proprio le qualità manco più elementari». (...)
Lotito: «Ma guarda, io de sta cosa non ne so nulla. Tieni presente che ho già dato disposizioni, dal prossimo campionato prenderò in mano personalmente il settore giovanile e cambierò tutto (...) ».
Previti: «Però ci hai messo, scusami Claudio, ci hai messo questo soggetto che è un incapace».
Lotito: «Ho capito».
Previti: «Non c'è dubbio. Questo io te l'ho detto quando sei venuto, quando mi hai fatto il regalo di venire a cena a casa mia e io sono sempre onorato della tua amicizia, però queste cose non le posso sopportare, non le sopporto come laziale, perché tu sai che ogni laziale si sente laziale come patto d'onore con Dio, proprio, noi non siamo come i romanisti. Ma non le posso manco sopportare come padre (...) . Mio figlio ha fatto 2-3 partite di quelle che hanno vinto 7 a zero, pur essendo, credo io, a livello, de giocare, non solo ne a Lazio, ma in qualsiasi squadra de prima serie per quell'età, eh cazzo!!! Questo, però, ma perchè? Perché se chiama Previti? Perché so amico tuo? Come si permettono?. (...) Tu sai perché questo penso che qualcuno te l'avrà detto, sennò questo generale è un disonesto con te, tu sai che nelle varie squadre sono stati cacciati via degli elementi bravi sono stati accantonati degli elementi che non firmano perché non si sentono garantiti in nessun modo, e so stati messi i raccomandati de papà, questo 'o sai?»
Lotito: «Guarda di questo, onestamente, non ne so nulla».
Previti: «Tu non puoi non saperlo». (...) . Vedi adesso tu sei ovviamente animato dalle migliori intenzioni, ma adesso, però, io c'ho il problema di mio figlio, il problema di mio figlio è un problema immediato, perché mio figlio è seduto sulla panchina per fare giocare un raccomandato».
Lotito: «Chi è sto raccomandato? Dimme come se chiama questo?»
Previti: «Luciano, Luciani, Apollo, che ne so, uno arto e grosso che tutto adesso osannato da Nanni e che è rientrato perchè il padre de questo ha parlato con il generale, questo qua era stato allontanato perché era un cattivo soggetto tecnicamente non vale un cazzo perché è solo grosso e fregnone e mio figlio che s'è fatto mezzo campionato de panchina perché c'era il figlio di Iannarilli, che aveva, diciamo, una precedenza su Umberto, perchè aveva fatto un campionato l'anno scorso da titolare e, poi, comunque, decisamente bravo. (...) Il signor Nanni un par de volte che ha parlato con me quando so andato a vede le partite a vedere le partite degli altri, perché io Umberto non l'ho mai visto giocare praticamente, me dice che Umberto è bravo, Umberto è forte, Umberto qua, Umberto là, che Umberto promette, tutti sti cazzi, immagino che me lo dica come segno di verità, al momento in cui diventare titolare o comunque, deve, finalmente giocare e preferiscono questo personaggio. Eh, no, no, no, no, questo non va bene, guarda proprio veramente non lo posso accettare questo. Ma quale fine campionato, non me frega niente, io te lo tolgo mio figlio e te lo dico pure perché te lo tolgo. Eh, proprio è na cosa che non è accettabile sul piano mo-ra-le, né io mi vado, naturalmente, a raccomandà cor generale, o me vado a raccomandà?».
Lotito: «No, ma hai fatto bene, tu non te devi raccomandà».
Previti: «Eh!».
Lotito: «Ma adesso, ma adesso, il generale sul piano tecnico non dovrà più mette mano a nulla, per questo, perché, io adesso mando il mio, quello che si occupa del fatto tecnico mio, quindi, che me sceglie i giocatori pure della prima squadra, che penso de calcio ne capisce, ce mando Delio Rossi». (...)
Previti: «Me dispiace che tu sei il presidente della Lazio e io so amico tuo». (...) . Tu non devi aspettare la fine del campionato, dalla subito sta scossa, se il generale ha dato cattiva prova mettece subito questo, scusa, è quello che, il nome non me lo ricordo, però, è uno bravo. (...) Vedi di cambià l'atmosfera». (...) . Un'altra cosa che mi segnalano per dirti è che (il generale Coletta, ndr) se ne va con una donna lì, la porta alle partite de tutti i tipi questa pontifica, parla di calcio, parla di calciatori, nella realtà è quello che sta succedendo adesso, io te dico che devi intervieni subito, se dai na scossa a st'ambiente».
Lotito: «Intanto cerco di sistemare tuo figlio...».
Previti: «Devono fare cose giuste. Fino ad oggi Umberto è stato discriminato, ecco questo è quelo che io ti devo dichiarare e guarda che non accetto, scusami, Claudio, giudizi tecnici che sono stati già dati, perché se qualcuno te dice ma Previti non vale un cazzo, eh no, a quel punto je faccio causa, dico per dire, perché veramente il giorno dopo me lo porto via con tutto quel che segue». (...)
Lotito: «Ma no, il generale non può esprimere giudizi tecnici».
Previti: «(ironico) Dico qualche generale perché io non so quanti sono i comandanti lì che parlano».
Lotito: «Ma Cesare ma te pare, non a caso io ho telefonato alla persona di mia fiducia, che segue i fatti della prima squadra ...».
Previti: «Se lo veda giocare, gio-ca-re e può esprimere un giudizio».
Lotito: «Stai tranquillo che questa cosa verrà rimossa».

 
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Il Capitano e quel silenzio imbarazzato sugli spalti

Post n°654 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Il modello della grandezza di un uomo, così come di un calciatore, può anche arrivare per paradosso, cioè attraverso il capovolgimento di quelli che sono i comuni parametri di giudizio: dalla lunetta del calcio d'angolo, zero a zero gonfio di entusiasmo e aspettative, Roma-champagne, nei pronostici, che rovescia tutte le sue bollicine sul vassoio interista: un piattone svogliato, un po' troppo sufficiente, e il destino annunciato si capovolge, come se quella palla che aveva dato appuntamento a centro area fosse impazzita e, da sola, avesse deciso di rinculare fino all'altro emisfero del campo, dove nessuno l'aspettava, ospite indesiderata che Giuly decide di prendere a schiaffi, quando l'uscio è ormai spalancato. Così, percosso e attonito, l'Olimpico sta muto contemplando l'errore del Capitano, gelato come se il timido vento fosse diventato tramontana, ammutolito, ancor più che dallo svantaggio, dall'imbarazzo del doversi trovare, con le sessantamila anime che si porta sulle spalle, a commentare l'inenarrabile. Il Capitano ha sbagliato, anzi peggio: ha fatto una stupidaggine, in un'occasione in cui si cercava per l'errore altrui. E proprio in quel silenzio innaturale, in quei commenti a mezza bocca che ognuno sibila senza guardare negli occhi il vicino di posto, per paura di trovare conferma alle proprie impressioni. Fosse capitato ad un altro, a qualsiasi altro, lo stesso Olimpico muto sarebbe esploso nella disapprovazione rabbiosa; invece è stato il Capitano, figlio prediletto ed eletto, e allora implode nell'incredulità. Il rispetto e la considerazione, per chi è grande davvero, passano anche attraverso un imbarazzato silenzio.

Peccato, perchè fino a quel momento, a quella stupidaggine colossale, il Capitano era andato benissimo, come al solito. Rientrava, lanciava, faceva salire la squadra, concludeva in porta. Poi la torta avvelenata, a quarantott’ore dal trentunesimo compleanno. Dacourt,che parte da stopper aggiunto, gli tira baci prima e grandi pedate poi: è l’annuncio di una serata maledetta. Francesco, dopo un inizio incoraggiante a dispetto dei non pochi acciacchi e della gabbia in cui l’Inter lo rinchiude, la consuma sotto gli occhi allibiti della sua gente. Sbaglia clamorosamente il corner che lancia il contropiede che stravolge il profilo della partita e di lì in poi è un calvario. Voglia di rifarsi tanta, esiti malinconici. Cerca senza fortuna giocate che non trova mai, sfiora un gran gol sull’1-3, ma è solo uno sprazzo. Una serata no per tutti, Capitano compreso e soprattutto per il Capitano.

 
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Formazione-rebus per Manchester

Post n°653 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

PROBLEMI DI FORMAZIONE A DUE GIORNI DAL MATCH DI CHAMPIONS. TADDEI OUT, PIZARRO NON AL TOP E ORA ALTRE DUE INCOGNITE.

Alberto ha ancora dolore, piccolo fastidio anche per Simone. Vucinic, Esposito e Cicinho in pre-allarme.

«Alberto va valutato. Aveva ancora dolore vivo, un fastidio importante, non è potuto neanche venire in panchina. Perrotta bisogna vedere se è un crampo o un problemino muscolare. Domani valuteremo». Cioè questa mattina, alla ripresa degli allenamenti. Luciano Spalletti dopo la gara contro l'Inter ha fatto il punto sulle condizioni di Alberto Aquilani e Simone Perrotta. Sono loro due a tenerlo maggiormente in ansia in vista della gara di Manchester di martedì sera.

Con Taddei sicuramente out, Pizarro non ancora al massimo della condizione, l'eventuale forfait dei due centrocampisti complicherebbe non poco i piani del tecnico giallorosso. Quando negli ultimi minuti della gara contro l'Inter Perrotta si è avvicinato alla panchina giallorossa per farsi controllare dal medico, il pensiero è corso subito alla gara di Manchester. In caso di assenza di Perrotta a Manchester, Spalletti avrebbe gli uomini contati. Due delle tre maglie a disposizione per il ruolo di trequartista dovrebbero andare a Mancini e Giuly: il francese giocherà esterno, con Amantino sulla fascia opposta, se Perrotta sarà a disposizione. Altrimenti giocherà centrale alle spalle di Totti. In questo caso si libererebbe un posto sulla fascia. In lizza ci sono Esposito, che ieri nei pochi minuti in cui è stato in campo ha dimostrato di essere in una buona condizione, Vucinic, in tal caso Mancini potrebbe essere spostato a destra, ma non è detto che Spalletti non possa optare per Cicinho, che è stato provato spesso sulla linea dei trequartisti.

Capitolo Aquilani. Il centrocampista sente ancora dolore e a questo punto l'obiettivo è quello di cercare di recuperarlo almeno per la panchina per poi mandarlo in campo per uno spezzone di gara. Pizarro infatti non è ancora al massimo e quella di Manchester sarebbe la terza partita da titolare in sette giorni. Non dovrebbe cambiare nulla in difesa, con Mexes e Juan confermati al centro e Panucci e Tonetto esterni.

 
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Juan, parole sante...

Post n°652 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Dopo che ieri l'Inter ci ha asfaltati e la Fiorentina sorpassati, oggi anche Juve, Napoli, Palermo e Atalanta hanno la possibilità di farci precipitare in classifica.

«Condannati da un episodio» ha detto Spalletti. «Senza l'espulsione di Giuly era un'altra gara» in coro i giocatori. Ma l'analisi più lucida e veritiera è stata quella dell'ultimo arrivato, del brasiliano Juan: «Abbiamo anche peccato di presunzione, una squadra con più esperienza avrebbe gestito meglio la gara dopo il pari». Non c'è tempo per piangere; martedì si torna all'Old Trafford con Perrotta e Aquilani in dubbio.

Musi lunghi e bocche chiuse. Questa è la scena all'uscita dei giocatori della Roma dagli spogliatoi. Nell'area dedicata alle interviste passano di corsa preferendo non rilasciare alcuna dichiarazione Totti, Mancini, Doni, Panucci,Vucinic e De Rossi. Per Daniele, però, la scusante di correre via per risolvere un problema personale. A cercare di trovare un motivo a questa sconfitta ci ha pensato così Juan. Il brasiliano è rientrato al centro della difesa proprio nella partita più amara. «Peccato - le sue dichiarazioni - perché avevamo cominciato nella maniera giusta. L'approccio alla gara era quello che il mister ci aveva detto di fare, avevamo dato prova di poter sbloccare presto il risultato, visto che dopo pochi secondi Julio Cesar ha dovuto fare il miracolo su Mancini». Ancora una volta un episodio in negativo ha deciso la gara. «Sono azioni che possono succedere in una partita. Ci sta nel nostro gioco che punta molto alla velocità. Battiamo spesso il corner così, peccato che questa volta è andata male e loro sono partiti in contropiede».

Da quel momento in poi la Roma è sembrata andare in bambola. «Era difficile giocare in dieci contro undici. Comunque nella ripresa eravamo pure riusciti a pareggiare. Lì abbiamo peccato di presunzione, ci siamo galvanizzati e abbiamo commesso l'errore di non gestire il risultato. Una squadra con maggior esperienza raggiunto il pareggio doveva cercare di mantenerlo fino alla fine. Poi loro hanno avuto la possibilità di inserire due attaccanti e lì siamo andati di nuovo in difficoltà». Una bastonata dal punto di vista psicologico. «No, una partita che è meglio perdere adesso che siamo solo alla sesta. Adesso il campionato continua e dobbiamo tirare su la testa in fretta. A cominciare da Manchester, dove ci attende una battaglia dura. Lì dovremo dare subito il segnale che il gruppo sa reagire a sconfitte come quella di oggi».

 
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"Ora pensiamo solo al Manchester" 

Post n°651 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Le interviste di Roma Channel nel dopo gara.

SIMONE PERROTTA: «Ci sta perdere contro l'Inter, ma in 11 abbiamo fatto bene e per alcuni tratti abbiamo creato anche più dell'Inter. Poi è normale che in 10 sia diventato tutto più difficile. Noi siamo consapevoli della nostra forza e sappiamo quali sono le notre qualità, non siamo ridimensionati, non è una lettura giusta questa. In dieci contro undici è sempre difficile, noi siamo stati bravi anche a pareggiare poi sul 2 a 1 forse c'è mancata un pò di forza». Sul Manchester: «Sarà una gara difficile ma affascinante, la prepareremo bene. Perché sono uscito? Sto bene, credo sia stato solo un crampo».

MANCINI: «È stata una partita storta, decisa da un episodio. Giocare contro l'Inter in inferiorità numerica è molto difficile. Ora dobbiamo mantenere la calma perchè il campionato è lunghissimo e può succedere di tutto. Non dobbiamo mollare e dobbiamo continuare a giocare con il nostro atteggiamento». Ora la testa è alla Champions. «Concentriamo le nostre forze sulla partita di Manchester. Questa sconfitta è già passata. Vogliamo riprenderci subito, siamo forti, tranquilli e penso che a Manchester potremo reagire».

PHILIPPE MEXES: «Per lo scudetto ci siamo anche noi, la sconfitta di questa sera è stato solo un episodio. Il risultato è pesante, ma abbiamo giocato bene poi l'espulsione ci ha penalizzati. In 10 è sempre difficile, prima la partita l'avevamo in mano. Dopo una partita così non è l'ideale andare a giocare all'Old Trafford, ma la Champions è un'altra competizione, abbiamo perso la battaglia non la guerra. Dopo l'espulsione abbiamo lottato, ma è arrivato il secondo gol che ci ha fatto male, l'Inter è una bella squadra ma non ci ha messo in difficoltà quando eravano 11 contro 11».

DAVID PIZARRO: «Vorrei rigiocare questa partita 11 contro 11. Ora dobbiamo pensare a riprenderci e andare a Manchester consapevoli di avere una grande squadra, non commetteremo gli errori dello scorso anno. In chiave campionato non cambia nulla».

DANIELE PRADE': «Eravamo partiti bene, l'episodio del rigore ha cambiato tutto. Dobbiamo pensare subito al Manchester. Partite come queste ti fanno crescere. Credevamo in una vittoria, adesso pensiamo alla Champions e speriamo vada bene.

 
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Spalletti: "L'espulsione ci ha condizionato"

Post n°650 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

«Adesso il fattore psicologico diventa fondamentale. Rimane l'amarezza ma bisogna saperla usare nella maniera giusta: metterla lì, ingoiare l'amaro e farselo servire per reagire. Devi essere forte dentro, altrimenti non ce la fai». Così Luciano Spalletti a Sky dopo la netta sconfitta per 4-1 della Roma con l'Inter nel big match della sesta giornata di campionato. Un match sul quale ha influito molto l'episodio del primo gol. «L'espulsione è stata fondamentale in una partita come quella di oggi, perché non giocavamo contro una squadra con cui puoi sopperire all'uomo in più. E il fatto che l'Inter avesse una punta sola ha rimarcato la distanza, perchè dovevamo anche andare a scalare di più. Se avessero avuto due punte ci sarebbe stato da scalare meno, invece così c'era sempre da uscire con un centrale».

Eppure la Roma nella ripresa era riuscita anche ad acciuffare il pareggio, durato solo 4 minuti. «Quella è stata la cosa peggiore che abbiamo fatto -spiega Spalletti-: non dobbiamo lasciarci trascinare dall'euforia per un episodio, invece abbiamo pressato alto, non siamo rimasti compatti come prima, la squadra voleva ripartire all'attacco mentre in quel momento bisognava aspettare. Dopo il pareggio siamo andati a fare gli sbarazzini, come successe l'anno scorso a Manchester, per fare subito il secondo goal, invece di aspettare un attimo e leggere la nuova situazione. Sono cose che capitano e che devono servire per acquisire la mentalità giusta. Penalizzati dal trittico di partite difficili? È vero ma siamo comunque attrezzati, chiaro che se si è affaticati incontrare una squadra forte quanto te può metterti in difficoltà».

 
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Durissima lezione dall'Inter

Post n°649 pubblicato il 30 Settembre 2007 da Urbe_immortale

Un dèjà vu. Un film già visto, tante, troppe volte. L’Inter impartisce una durissima lezione di maturità alla Roma e la sfida dell’Olimpico termina con un risultato che non ammette repliche.

E' accaduto quello che nessuno aveva previsto: che la stracriticata Inter di Mancini asfalta la stralodata Roma di Spalletti e si riprende il primo posto solitario e i galloni di favorita per il titolo finale. All'Olimpico finisce 4-1, ma non sarebbe giusto sparare sulla croce giallorossa senza tener conto dell'episodio che cambia il match: è il 27° quando una buona Roma paga carissimo un errore gravissimo di Totti, che batte un calcio d'angolo troppo corto e debole su Pizarro, il cileno viene anticipato da Maxwell che permette all'Inter di distendersi in contropiede, Cesar taglia davanti a Doni, che respinge miracolosamente, ma Ibrahimovic di testa cerca il tap in a porta vuota. Giuly para con le mani. Rigore ed espulsione. Dal dischetto Ibra non sbaglia: 1-0 Inter e comincia un'altra partita. Cambia tutto. L'Inter si ritrova con la giusta disposizione per gestire il vantaggio, la Roma con un buco a destra che Spalletti prova a tamponare spostando Perrotta. L'Inter ora respira, e gioca meglio, ma non concretizza qualche buona opportunità in fase di ripartenza. Gli errori, da entrambe le parti, si susseguono, si va al riposo sullo 0-1 con l'inerzia tutta a favore dell'Inter.

L'Inter a inizio ripresa perde i pezzi. Dacourt (problema inguinale) e Ibra (botta al collo del piede) sono costretti ad uscire. Dentro Crespo e Cruz: Inter ora a due punte con il 4-4-2. Un errore di Maxwell, che porta palla in maniera sciagurata nella propria area, diventa un assist per Perrotta che ne approfitta e trova la botta in area per il momentaneo 1-1.

Ma qui accade che la Roma resta con il baricentro alto allaricerca del gol vittoria seppur in 10, e così l'Inter reagisce come una belva ferita. Le mosse di Mancini si rivelano azzeccate, visto che Crespo e Cruz decidono la gara. El Jardinero ci prova subito con una botta di destro: palo. Il vantaggio lo sigla Crespo, che ormai ha i gol da segnare alla Roma per contratto; l'argentino raccoglie da predatore d'area la respinta di Doni su una botta di Cambiasso: 2-1. Il 3-1 che chiude i conti arriva 3' dopo: Cruz va a segno con un sinistro rasoterra angolato da fuori area, Doni non impeccabile.

La Roma ora fa acqua da tutte le parti. Spalletti ha forse il demerito (ma non aveva neanche il tempo) di rendere più solido il centrocampo dopo il pari. E l'inferiorità numerica (che non puoi nascondere con questo modulo, forse adottato in maniera troppo dogmatica in casi estremi come quello di stasera) fa il resto. L'Inter si riscopre cattiva e spavalda come lo scorso anno. E dilaga. Ha a disposizioni praterie, e ha voglia di sfruttarle. Cordoba trova il 4-1 di testa su cross da sinistra di Figo che pesa in maniera forse troppo pesante sulla Roma. In assoluto questa differenza tra le due squadre non c'è. Ma l'Inter stravince e torna a far paura. La vittoria dell'Olimpico non esprime verdetti, ma è un segnale importante mandato da Mancini e dall'Inter a tutte le concorrenti per la rincorsa al tricolore.

Finisce con la Roma in nove, con Perrotta out ed a rischio Manchester e con la sensazione che quella di inizio stagione sia stata soltanto una bella illusione, non per la qualità degli uomini, ma perchè questa squadra è troppo schiava dei suoi schemi e ancora molto immatura.

 
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