Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 07/11/2007

Spalletti: "Risultato strameritato"

Post n°874 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Urbe_immortale

"Penso che sia un risultato strameritato". Così Luciano Spalletti ai microfoni della Rai al termine della gara tra Sporting Lisbona e Roma. "È un risultato strameritato - ha aggiunto il tecnico della Roma - per quanto la squadra ha fatto in campo". E alla domanda sulle assenze, Spalletti risponde: "La squadra ha fatto vedere di stare bene in campo. Non voglio parlare delle assenze. Dobbiamo continuare su questa strada". E sul cammino in Champions dice: "Abbiamo ancora tanta strada da fare. Bisogna fare i risultati".

 
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Roma brutta e fortunata: da lassù forse ci ha pensato il Barone.

Post n°873 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Urbe_immortale

Ad esser romantici ed a voler credere nell'aldilà, c'è da pensare ed immaginare che lassù, il Barone ci ha messo una pezza spizzando quel tiraccio di Pizarro deviato da una capocciata di Andersson Polga.

La deviazione del difensore brasiliano dello Sporting infatti, permette alla Roma di portare via un pareggio dal "Josè Alvalade" dopo che i giallorossi non erano stati bravi a gestire l'iniziale vantaggio ottenuto con Cassetti dopo appena 4 minuti, facendosi recuperare e superare da una doppietta dello scatenato brasiliano Liedson (bravo e cattivo come deve essere un centravanti, altro che il montenegrino Fabio Junior bianco...).

La Roma ha barcollato veramente stasera, ma alla fine è restata in piedi a Lisbona. Quando il capitombolo sembrava inevitabile è arrivata l'autorete del 2-2 che significa qualificazione più vicina. Con i tre punti di vantaggio sullo Sporting, frutto del 2-1 dell'andata, che restano intatti ed il Manchester virtualmente già alla fase ad eliminazione diretta, il passaggio del turno sarà deciso dai prossimi incontri con la Dinamo (a Kiev, il 27 novembre) e all'Olimpico con i Red Devils. Ma la squadra di Spalletti è padrona del proprio destino.

Stasera è stata una Roma modesta che ha ottenuto un risultato che vale oro. Per una volta, ed è quasi una novità, la Roma non ha sofferto per disattenzioni, distrazioni, o sprechi sotto porta, ma è stata messa sotto sul piano del gioco da una buona squadra, che gioca un buon calcio. La Roma ha patito le tante assenze, gli infortuni subìti anche strada facendo (Tonetto nel riscaldamento, Mexes durante la gara) e, stranamente, l'incapacità di tenere in mano il pallino del gioco, contro una squadra più brava ad offendere che a difendere. Ma stavolta, per una volta, siamo stati fortunati e, complice un Paulo Bento che ha fatto di tutto per far pareggiare la Roma con un paio di mosse allucinanti (fuori Izmailov e, soprattutto, dentro Vukcevic che allontanava Romagnoli da Pizarro liberando il cileno al comando del gioco giallorosso), alla fine è arrivato questo pari che sà tanto di massimo risultato possibile per quanto mostrato nei 90'.

Spalletti, come detto, ha dovuto fare a meno all'ultimo minuto di Tonetto, colpito da un'indurimento muscolare, e il francese Giuly ha preso il suo posto; per il resto tutto confermato con Vucinic vertice offensivo in sostituzione di Totti, infortunatosi coi portoghesi 15 giorni fa. Lo Sporting si presenta con la stessa formazione dell'Olimpico ad eccezione di Anderson Polga che torna in difesa e Veloso che ritorna nel suo ruolo di centrocampista.

La partita si mette subito bene per la Roma che al 4' si trova già avanti: Cassetti triangola con Mancini e dal limite dell'area fa partire un fortissimo destro che termina all'incrocio dei pali con Tiago che resta immobile. I giallorossi sono padroni del match con trame veloci soprattutto sulla sinistra, nonostante al 13' venga annullato un gol a Liedson per carica su Doni. Ma al 22' un'indecisione tra Doni e Mexes permette e Liedson di insaccare a porta vuota per il più facile dei gol. I portoghesi, caricati dal gol, cominciano a spingere in cerca del vantaggio, con i giallorossi che agiscono di contropiede e provano a rendersi pericolosi, ma rischiano di andare in svantaggio prima quando Djalò mette fuori di testa da ottima posizione e poi nel recupero quando Moutinho sfiora il palo con un rasoterra dal limite.

Nel secondo tempo Mexes resta negli spogliatoi per l'infortunio alla bocca ed alle costole subìto nello scontro con Doni in occasione del pareggio dei lusitani e viene sostituito da Ferrari. La ripresa parte sulla falsa riga della fine del primo tempo con i padroni di casa in pressione e la Roma ad agire in contropiede, ma al 65' arriva il vantaggio dello Sporting: dopo un calcio d'angolo battuto corto, Izmailov fa partire un tiro cross sul quale si avventa Liedson come un falco e con un bel colpo di testa in tuffo batte Doni.

La partita adesso sembra chiusa perchè la squadra di Spalletti, lenta e imprecisa, non va oltre qualche tiro dalla distanza permettendo alla difesa biancoverde di non correre particolari pericoli, ma come detto al 90° arriva il pari con Pizarro che calcia dalla distanza e una doppia deviazione, l'ultima delle quali del brasiliano Anderson Polga, inganna un immobile Tiago facendo impazzire di gioia i circa 1200 tifosi giunti dalla capitale. Un pareggio importante per la Roma arrivato in extremis che tiene a 3 punti di distanza gli uomini di Bento, anche se, con una migliore gestione del gol di Cassetti, avrebbe potuto portar via l'intero bottino che avrebbe permesso di avere maggior tranquillità in vista dei prossimi incontri nella trasferta di Kiev e nella sfida contro il Manchester United del 12 dicembre.

 
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Carlo Liedholm: "Il cuore di mio padre è a Roma"

Post n°872 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Urbe_immortale

Mauro Macedonio de Il Romanista intervista Carlo, il figlio del Barone.

La provinciale che porta a Cuccaro, quassù nel Monferrato, si chiama anche la "strada del vino". Attraversa la campagna, tra terreni arati e un susseguirsi di vigneti in lunghi filari. I colori sono ancora quelli dell'autunno, anche se l'inverno è ormai alle porte. Il profumo del vino, quello rosso, forte, ti sembra quasi di respirarlo, insieme a quello dei formaggi e dei salumi. Lungo la strada, tra la nebbiolina incipiente, ci accompagna un pallido sole.

Cuccaro è un paesino arroccato in mezzo alla collina. 384 anime, recita la scheda. Una, quella di Nils Liedholm, se n'è andata l'altro ieri. E in paese c'è commozione e rispetto per quella famiglia così riservata, così lontana dai clamori. «Il signor Liedholm, Nils, non lo vedevamo più da tempo - mi raccontano i suoi compaesani al bar della piazzetta. - Non faceva più le sue passeggiate, come quando c'era ancora la moglie. Il figlio Carlo, invece, passa sempre di qui. Si ferma a fare colazione, spesso in compagnia dei due figli».

Carlo lo incontro a Villa Boemia, dove si arriva attraverso una stradina non asfaltata nel cuore della campagna. La cascina è l'abitazione della famiglia e, insieme, la sede dell'azienda vinicola (sito internet dell'azienda www.liedholm.com) che padre e figlio hanno saputo far crescere in tutti questi anni. Al citofono il figlio di Nils è gentile. Quando gli dico che sono del Romanista mi apre volentieri il cancello, mi viene incontro e mi accompagna in casa. Entriamo. Nel grande ingresso la bara, di legno chiaro, già chiusa. «In Svezia - mi dice Carlo - non si usa allestire camere ardenti. E soprattutto, si chiude subito la cassa, perché si preferisce conservare il ricordo delle persone da vive. Piuttosto, la tradizione svedese vuole che i funerali vengano celebrati almeno una decina di giorni dopo da quando la persona scompare. E' un modo per sedimentare, quasi metabolizzare il dolore. In questo caso, abbiamo voluto mediare aspettando tre giorni, fino a giovedì, per celebrarli qui a Cuccaro». Una decisione, aggiunge Carlo, che consentirà anche a chi è molto lontano («So che in tanti verranno dalla Svezia - mi dice - dall'ex presidente dell'Uefa, Lennart Johansson, al figlio di Nordhal, amico di famiglia, oltre ad alcuni rappresentanti della federazione. Parenti no, perché non ne abbiamo più da quelle parti») di raggiungere questo piccolo paesino.

Un luogo che Nils e la moglie, che lui adorava, scelsero nel 1973, l'anno in cui Liedholm approdò per la prima volta sulla panchina della Roma. «L'idea, inizialmente - spiega Carlo - era quella di acquistare una villa a Sanremo. Sembrava tutto fatto. Poi invece il venditore, che si era già impegnato verbalmente, ci ripensò. E allora, mia madre, che era piemontese, propose di rinunciare al mare per andare a stare in campagna. Quando l'acquistammo, questa casa, era in condizioni molto brutte. C'erano però i vigneti. Anche se l'azienda vinicola è nata soltanto qualche anno più tardi. All'inizio, infatti, ci limitatavamo a vendere le uve». Una passione, quella per i vini, che è andata crescendo negli anni. «Quando cominciammo, nel '77, commettemmo anche molti errori, come l'aver legato troppo il vino al calcio. Anche se lo spumante che realizzammo per lo scudetto della Roma aveva una sua ragione d'essere. Separate le due cose, l'azienda vive oggi di vita propria, viaggia per altri canali e ha assunto anche una risonanza a livello internazionale».

Torniamo a Nils. Come ha vissuto suo padre questi ultimi mesi?
«Dobbiamo tornare indietro di tre anni e mezzo. Il momento della svolta è stato la Pasqua del 2004. Mia madre era mancata il 9 febbraio e quel giorno, a metà aprile, eravamo in chiesa. Mio padre, forse per l'emozione o il caldo, ebbe una forte crisi cardiaca, qualcosa che colpisce soprattutto chi è stato atleta, come lui. Fu così che gli applicarono un pacemaker. Da allora, però, c'è stato un progressivo aggravarsi delle sue condizionie, soprattutto, i danni si sono man mano trasferiti anche a livello cerebrale. Da tempo era stabilmente su una sedia a rotelle. Non perché gli mancassero le forze, ma perché non aveva più il senso dell'equilibrio. Nelle ultime settimane, poi, era diminuita anche la sua lucidità e, gli ultimi giorni, aveva definitivamente perso conoscenza. Se n'è andato nella maniera più serena e indolore. Quasi passando dal sonno, senza accorgersene…».

Un rapporto, quello con suo padre, che ha avuto tanti momenti di complicità, anche professionale.
«Ho frequentato a Coverciano il corso come direttore sportivo, ma devo dire che spesso mio padre mi attribuiva meriti che erano innanzitutto suoi. Anche se è vero che gli suggerii, allora, di visionare Ancelotti e qualcun altro. Di sicuro, lui aveva una grande capacità nell'intravedere il campione. Qualche anno fa segnalò alla Roma un giocatore svedese che militava allora in serie B, nel Malmoe. Ma l'affare non andò in porto. Quando la società giallorossa si fece avanti per prenderlo - ma lui era già all'Ajax - il prezzo era diventato esorbitante. Quel giocatore era Ibrahimovic».

Una vita ed una carriera professionale, quelle di Nils Liedholm, più o meno equamente divise tra Milano e Roma. Un'andata e ritorno a più riprese.
«Lui è stato un tifoso del Milan, perché quando giochi in una squadra non puoi non rimanervi legato. Il suo cuore però, tenendo conto del calore dei tifosi, era rimasto a Roma, una città per la quale ha sempre avuto un amore unico».

Si è parlato tanto del Liedholm scaramantico, una caratteristica così poco "nordica"…
«E' vero, mio padre ha avuto un periodo in cui è stato molto scaramantico. In realtà, aveva soprattutto un grande interesse per l'astrologia. Qualcosa, peraltro, che oggi viene utilizzato, come metodo di selezione del personale, anche in tante aziende. Lui prediligeva soprattutto i giocatori dello Scorpione o della Bilancia, come lui. Non a caso, Falcao era quello nel quale si riconosceva di più. Lo stesso portamento, lo stesso incedere sul campo campo, a testa alta. Anche se mio padre era forse più potente fisicamente, mentre Falcao era più dotato sul piano tecnico».

Come ha vissuto lei, Carlo, quegli anni romani?
«Benissimo. Ero un ragazzo, negli anni 70 facevo il liceo classico. Credo che Roma sia la città che ricordo con maggiore affetto. Gli anni dal '79 all'84, poi, sono quelli a cui sono più legato. Erano gli anni del presidente Viola e, anche se si è vinto molto meno di quanto si sarebbe potuto, restano anni bellissimi. Io sono diventato allora un tifoso romanista. Negli anni in cui eravamo stati in altre città, da Monza a Verona e a Firenze, non andavo mai alle partite. La passione mi è nata invece a Roma, dove ero sempre allo stadio. Di quegli anni, resta anche, purtroppo, il ricordo di quell'ultima partita di Coppa dei Campioni contro il Liverpool. Un rammarico, una delusione, che hanno segnato a lungo anche mio padre».

Che tornò però di nuovo a Roma, dall'87 all'89, e poi in quella parentesi di fine stagione nel '97, dopo l'esonero di Carlos Bianchi. E ancora, come consigliere della società, in anni più recenti.
«Quest'ultima esperienza è stata per lui altrettanto importante. Aveva un bel rapporto con il presidente Sensi e tutta la sua famiglia. Stava bene a Roma. Veniva su, qui a Cuccaro, solo una volta ogni due-tre settimane, perché gli piaceva il ruolo che gli era stato ritagliato».

Si è detto tanto dell'eredità che suo padre lascia dal punto di vista calcistico. A lei, qual è l'insegnamento che ha lasciato, sul piano umano?
«L'esempio della sua vita. Mio padre era una persona dalla bontà d'animo straordinaria. Penso all'educazione e alla cortesia. Verso tutti. Ma non quella fine a se stessa… Credo che se vi fossero più modelli come lui, anche il calcio se ne gioverebbe…».

 
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Il Capitano dopo la sosta

Post n°871 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Urbe_immortale

La domanda che tutti i tifosi giallorossi si stanno ponendo, da quando lo sciagurato intervento di Liedson ha messo ko il capitano giallorosso, è la seguente: quando rivedremo in campo Francesco Totti? Sono passati ormai quasi quindici giorni da quel Roma-Sporting Lisbona e le voci che si sono rincorse non hanno mai chiarito in pieno la portata dell'infortunio e quando effettivamente il numero dieci sarebbe tornato in campo. Prima si era parlato di un recupero lampo per il Milan, ipotesi subito accantonata per poterlo riavere in vista del derby con la Lazio. Anche la stracittadina, però, è andata. E così si è passati in rapida successione alla speranza di rivederlo in campo prima ad Empoli e poi per il decisivo match di Champions in Portogallo. Ritorno che sembrava quasi concretizzarsi con l'inserimento di Totti nella lista dei convocati per Lisbona, che però si era rivelato un errore da parte del sito ufficiale della Roma.

Alla resa dei conti, da quando il Capitano si è infortunato (ovvero il 23 ottobre scorso), solamente il giorno seguente ha svolto una lievissima corsetta affacciandosi sul campo B. Nelle seguenti sedute, invece, è rimasto in palestra per svolgere della fisioterapia che gli permettesse di sgonfiare la forte contusione rimediata alla caviglia destra. Questo significa che, a meno di rapidi miglioramenti, vederlo in campo contro il Cagliari rimane più che altro una speranza. Più probabile il ritorno dopo la sosta.

Discorso simile per Christian Panucci, costretto a saltare gli appuntamenti di Empoli e Lisbona e a dedicarsi a fisioterapia e lavori diversificati per una contusione rimediata nel derby. Per il difensore della nazionale, perciò, bisognerà ancora aspettare. Buone notizie arrivano invece da un altro degli infortunati: Rodrigo Taddei. Il brasiliano sta continuando il suo programma di lavoro, svolgendo esercizi sia atletici che tecnici sul campo e accelerando i tempi di recupero di un infortunio (lesione muscolare del secondo gemello mediale) che nella peggiore delle ipotesi richiede due mesi per tornare alla piena efficienza. Taddei, infortunatosi il 26 settembre contro la Fiorentina, è ormai pronto e al ritorno della squadra da Lisbona non è escluso un suo reinserimento nel gruppo.

L'ultimo capitolo riguardante gli infortunati giallorossi è dedicato ad Alberto Aquilani, uno degli uomini chiave del brillante avvio romanista in questa stagione. Anche per il ragazzo di Montesacro si può cominciare a guardare al futuro con ottimismo, dimenticando la sfortunata notte di Manchester dove rimediò la lesione al secondo retto femorale della gamba destra. Oggi è previsto il suo ritorno da Cesenatico e già domani Alberto comincerà a lavorare con il gruppo. La fine del tunnel è vicina.

 
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Conferenza stampa pre-Champions di Spalletti e Mancini

Post n°870 pubblicato il 07 Novembre 2007 da Urbe_immortale

La conferenza stampa a Lisbona di Luciano Spalletti, allenatore della Roma, e Alessandro Amantino Faiolhe "Mancini", esterno d'attacco giallorosso. I due protagonisti anticipano - direttamente dallo stadio "Alvalade" - la sfida di domani contro lo Sporting, valevole per la quarta giornata di Champions League. In onore di Nils Liedholm, prima della partita, verrà rispettato un minuto di silenzio e la Roma giocherà con il lutto al braccio.

LE PAROLE DI SPALLETTI

Chi vede favorita tra Roma e Sporting Lisbona?

Loro hanno qualche obbligo in più, anche se per noi è fondamentale questo risultato.
Vincere potrebbe dare alla Roma la certezza della qualificazione e dare alla Roma la possibilità di giocare in Campionato. Possono essere due motivi per essere più cattivi sotto porta?
Vincere sarebbe un grande salto in avanti. Noi ci proveremo, le intenzioni debbono essere quelle, ma dovremmo tenere conto anche dello Sporting. La partita è difficile, ma poi è altrettanto chiaro che se noi riuscissimo a fare risultato, riusciremmo a dipanare i dubbi recenti.
L'atmosfera della Champions League, può garantire una soglia di attenzione per tutta la partita?
E' chiaro che l'attenzione va per ogni partita che andiamo ad affrontare, ma è chiaro che in questa competizione qualcosa di più la respiriamo. Può essere corretta questa sua analisi, ma se vediamo la gara di Empoli, ci sono stati due episodi a decidere la sfida. Io ho fiducia nei miei ragazzi, anche per gli errori riconosciuti dopo la partita di domenica.
Vucinic è passato dall'esaltazione alle critiche: in questo momento come lo vede?
Prima della partita di Empoli era euforico per il contributo che aveva dato. Dopo quella gara, era dispiaciuto. Lui deve sapere che le situazioni possono andare bene e andare male, deve restare tranquillo che da noi avrà sempre la massima fiducia. Per lui non sarà un problema giocare tante partite in serie, deve solo stimolarlo a fare bene.
Si ha la sensazione che la Roma stia ancora cercando un punto di equilibrio tra la praticità e la bellezza. In questo senso ha lavorato?
No, non ho lavorato in nessun senso. Non c'è stato tempo. Dirò qualcosa stasera e domani mattina. La sua analisi va su una partita condizionata dagli episodi. E' vero che la squadra doveva stare dieci metri più avanti, ma è anche vero che ha avuto delle occasioni per chiudere i conti e non l'ha fatto. C'è stata solo casualità.

LE PAROLE DI MANCINI

Chi vedi favorito in questa sfida?

Non c'è un favorito, entrambe le squadre giocano bene.
Dopo la notte magica di Lione, ti ritrovi a giocare un'altra partita importante in Champions. Senti che puoi tornare al gol anche in questa competizione?
Il momento mio è particolare: ora riesco a giocare bene. A Lione fu una serata fantastica, ma ora è passata. Speriamo di vincere questa volta, almeno potremo essere più sereni.
Molti sostengono che non sia contento quando vieni sostituito. E' vero?
Il fatto che il mister mi sostituisca, non può far piacere. Ma il mister è un comandante, decide lui, e io lo accetto.

 
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