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CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
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Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
- 16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
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Ultimi commenti
Messaggi del 12/11/2007
Tornando per un attimo al calcio, anche se oggi ne abbiamo tutti poca voglia, dobbiamo registrare un comunicato ufficiale di ItalPetroli riguardo delle voci di un interesse da parte del miliardario americano Tom Hicks, di acquistare la società.
Prima i russi, ora quindi gli americani. La Roma potrebbe finire nelle mani di 'mister Hicks'. Il gruppo di investitori HMTF, tra i quali anche Tom Hicks, già proprietario del Liverpool, starebbe rastrellando azioni della Roma per rilevare il club. Oggi infatti il titolo della Roma in Borsa è volato, con un +5,6%.
Una conferma, seppur parziale, arriva proprio da una nota ufficiale di Italpetroli, holding della famiglia Sensi che indirettamente controlla la Roma: «In merito ad un potenziale interesse per l'acquisizione del pacchetto di maggioranza dell'A.S. Roma S.p.A. da parte di investitori americani, Compagnia Italpetroli S.p.A., nella sua qualità di controllante indiretta della società, rende noto su richiesta della Consob quanto segue: A Compagnia Italpetroli è stata rappresentata da parte di terzi, l'esistenza di un possibile interesse di un investitore americano in merito all'investimento nel capitale dell'A.S. Roma; tuttavia, Compagnia Italpetroli non ha mai ricevuto, nè direttamente, nè indirettamente, alcuna manifestazione di interesse, nè offerta da parte del suddetto investitore, avente ad oggetto il pacchetto di maggioranza del capitale dell'A.S. Roma».
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Ecco la soluzione dei geni che ci governano! Vietare le trasferte!
Questa la prima proposta dell'Osservatorio emersa dalla riunione in corso al Viminale sugli incidenti di ieri. Saranno i prefetti a definire di volta in volta la vendita individuale dei biglietti per i tifosi ospiti.
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Potrebbe aggravarsi, e speriamo sia così, la posizione di Luigi Spaccatorella, l'agente che ha ucciso Gabbo, e passare da omicidio colposo a volontario. Un rappresentante di commercio che ieri mattina ha visto il poliziotto sparare ha testimoniato in Questura a Roma, affermando: "Ha sparato impugnando la pistola con entrambe le mani e le braccia erano tese. Non mi sembra sparasse in aria, anzi...".
Il magistrato ha notificato all'agente di polizia che ieri ha sparato il colpo che ha ucciso Gabriele Sandri il reato di omicidio colposo. Lo si apprende dalla questura di Arezzo. Il magistrato ha anche nominato il consulente tecnico per gli accertamenti irripetibili durante l'autopsia. Quella del reato di omicidio colposo, secondo la questura di Arezzo, è una prima conclusione giudiziaria a seguito della ricostruzione dei fatti, iniziata ieri pomeriggio e protrattasi sino a tarda notte. "Nel ribadire la massima, completa e leale collaborazione all'autorità giudiziaria e l'assoluta trasparenza nonchè la volontà di assumerci le responsabilità, come già affermato dal Capo della Polizia Antonio Manganelli - prosegue la Questura - attendiamo gli ulteriori sviluppi che arriveranno dai risultati e dalle indagini tecniche e da una testimonianza raccolta presso il commissariato di pubblica sicurezza di Roma e inviata immediatamente alla questura di Arezzo che l' ha sottoposta al vaglio della procura inquirente".
LA SVOLTA - Ma nel primo pomeriggio il questore Vincenzo Giacobbe, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato che la posizione dell'agente potrebbe aggravarsi: "Riteniamo che il reato colposo potrebbe avere evoluzioni diverse in senso peggiorativo", ha detto Giacobbe precisando che il poliziotto potrebbe essere accusato di omicidio volontario. "Mi pare difficile - ha aggiunto - ma uno dei due colpi sembra sia andato orizzontalmente al terreno. Le successive perizie accerteranno perché e come". Il questore ha spiegato che è stata "ritrovata l'ogiva conficcata nel collo della vittima nel corso dell'ispezione cadaverica di ieri. E' stato trovato un bossolo, si cerca il secondo". Nel frattempo l'agente di polizia è stato destinato ad "attività interna". (Vergognoso! Un qualsiasi altro cittadino sarebbe già in galera da ieri pomeriggio!)
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Il magistrato ha notificato all'agente di polizia che ieri ha sparato il colpo che ha ucciso Gabriele Sandri il reato di omicidio colposo. Lo si apprende dalla questura di Arezzo. Il magistrato ha anche nominato il consulente tecnico per gli accertamenti irripetibili durante l'autopsia. Quella del reato di omicidio colposo, secondo la questura di Arezzo, è una prima conclusione giudiziaria a seguito della ricostruzione dei fatti, iniziata ieri pomeriggio e protrattasi sino a tarda notte. "Nel ribadire la massima, completa e leale collaborazione all'autorità giudiziaria e l'assoluta trasparenza nonchè la volontà di assumerci le responsabilità, come già affermato dal Capo della Polizia Antonio Manganelli - prosegue la Questura - attendiamo gli ulteriori sviluppi che arriveranno dai risultati e dalle indagini tecniche e da una testimonianza raccolta presso il commissariato di pubblica sicurezza di Roma e inviata immediatamente alla questura di Arezzo che l' ha sottoposta al vaglio della procura inquirente". Il questore di Arezzo, d'intesa con il magistrato, terrà una conferenza stampa. Nel frattempo l'agente di polizia è stato destinato ad "attività interna".
Dunque la farsa continua. Omicidio colposo è il reato contestato all'assassino di Gabriele Sandri. Tradotto in parole semplici, l'omicidio colposo viene contestato anche a chi alla guida di un auto investe ed uccide un pedone, e comporta una pena lieve, in genere dall'anno e mezzo ai tre anni di reclusione, che non vengono mai scontati in carcere, soprattutto se l'imputato è incensurato. Quindi, è stato ammesso palesemente dalle Autorità, che in Italia esistono morti di serie A e morti di serie B, assassini di serie A ed assassini di serie B. A Catania, c'è in carecre da più di 8 mesi un ragazzo diciottenne accussato di essere l'omicida dell'ispettore Raciti, anche se non c'è mai stata uno straccio di prova a suo carico. Chiaro che se il colpevole è lui, questo ragazzo dovrà marcire in galera, così come però il colpevole dell'omicidio di Gabriele Sandri, il quale però avrà la solita pacca sulla spalla.
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Questa mattina il Corriere della Sera riporta le prime parole di Luigi S., l'agente della Polizia Stradale dalla cui arma risulta essere partito il colpo che è costato la vita al tifoso laziale Gabriele Sandri. "Non ho mirato a niente, non ho puntato nessuno - dice tra le lacrime -. Ero almeno a duecento metri, come avrei potuto? Il primo colpo l'ho sparato in aria e il secondo m'è partito mentre correvo, accidenti a me. Adesso lo so, sono rovinato".
Agente scelto, 12 anni di servizio ricchi di successi e attestati di stima, ora non si dà pace: "Così ho distrutto due famiglie, quella del ragazzo e la mia...". Dopo il primo colpo sparato in aria, secondo il regolamento, avrebbe dovuto rimettere nella fondina la pistola d'ordinanza, una Beretta 92 Sb. Ma lui non l'ha fatto, è stato imprudente: !Perché noi siamo abituati a correre nei campi per inseguire i rapinatori, i trafficanti di droga, i latitanti — lo difendono a spada tratta i suoi colleghi — e la pistola la teniamo in pugno". Stavolta, però, c'è scappato il morto. "C'era appena stata la rissa tra i tifosi laziali e juventini, una rissa violentissima — raccontano in coro i poliziotti di Battifolle —. Le auto dei tifosi stavano già ripartendo e Luigi, così, correva in parallelo al guard-rail per identificarne almeno il modello. Non lo diciamo per giustificarlo, ma per sottolineare che è stata una disgrazia. Oltretutto il proiettile, per arrivare dall'altra parte, ha dovuto superare due guard-rail a tripla onda e la rete sul new-jersey centrale. Magari ha subìto anche una deviazione...".
Detto questo, vado alle considerazioni personali: TUTTE STRONZATE! Questa merda d'uomo, questo Luigi S., deve andare in galera e ci deve marcire per il resto della sua lurida vita. Lui ha tirato, ha puntato l'arma, verso un auto che era dall'altra parte della carreggiata, in uscita dall'area di servizio opposta, ed ha sparato. La rissa, se mai una rissa c'è stata, era finita. Dov'è l'altra macchina di juventini? Perchè mai, uno che ha appena finito di fare a botte, si è già addormentato, dopo pochi secondi, nell'auto su cui viaggia? Lui non ha sparato in aria, perchè ne la Renault Megane dove viaggivano i ragazzi della Lazio, nè lo stesso Gabbo, volavano in quel momento. Lui ha tirato ad altezza d'uomo, mosso da chissà cosa gli stava dicendo il cervello in quel momento.
Questo è un omicidio, un omicidio compiuto da un pazzo esaltato che aveva una divisa addosso, e che probabilmente, ora avrà anche capito cos'ha fatto e si starà logorando dal dolore. Ma questo non significa nulla. La scorsa settimana a Guidonia, un ex-colonnello dell'esercito si è impazzito ed ha iniziato a sparare dal balcone di casa sua, uccidendo e ferendo i passanti. Ora anche lui stà impazzendo dal dolore perchè si è reso conto di cos'ha fatto, ma non per questo non dovrà essere processato e condannato per omicidio. Luigi S. dev'essere arrestato (ed invece al momento è soltanto PERSONA INFORMATA DEI FATTI), accusato di omicidio, processato e condannato, possibilmente all'ergastolo, come un qualunque cittadino.
Inoltre, in uno stato serio, oggi il Ministro dell'Interno, il Capo della Polizia, il Questore di Arezzo ed il Presidente della FIGC si devono dimettere oppure devono essere rimossi, perchè ieri hanno gestito malissimo la situazione, fornendo un assist incredibile a quelle frange di ultras che non aspettavano altro che iniziare una guerra, una guerriglia urbana, contro le Forze dell'ordine che stavano facendo servizio d'ordine nei vari stadi italiani.
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Almeno in momenti come questi, con il cuore gonfio di lacrime per un altro tifoso innocente morto ed una città, la nostra, messa a ferro e fuoco per una rappresaglia senza senso, almeno adesso bisognerebbe essere sinceri. Avere il coraggio di dirsi le cose come stanno. E invece girano le solite balle. Il solito vuoto dibattito. Il solito scarico di responsabilità che non porterà a niente fino al prossimo morto. E' così da trent'anni: abbiamo perso il conto dei decreti legge che dovevano rimettere a posto tutto. Ridare il calcio ai tifosi. E invece lo hanno sepolto.
Bisognerebbe essere sinceri almeno oggi e non avere paura di dire subito una cosa: non è stata una tragica fatalità. Una tragica fatalità è un vaso che scivola da un balcone e ti colpisce in testa, un gradino che ti fa scivolare, un colpo di vento che fa sbattere una finestra rompendo il vetro che ti cade addosso tagliandoti una vena. Se un poliziotto da trenta metri spara ad un ragazzo seduto nella sua macchina che sta uscendo da un autogrill e gli spezza il collo, quella non è una tragica fatalità. E' UN OMICIDIO. Si può discutere se colposo, volontario o addirittura premeditato, ma sempre omicidio resta. Qualcuno ha spinto quel vaso, rotto quel gradino, soffiato sulla finestra fingendosi vento. Quel qualcuno è un omicida. UN ASSASSINO. Anche se ad oggi, ventiquattrore dopo i fatti, non è nemmeno indagato e non ne conosciamo nome, cognome ed età, come sarebbe accaduto se al suo posto ci fosse stato un cittadino qualunque.
Ed è patetica, oltre che pericolosa, la versione data ieri da questore di Arezzo: patetica perché se in quell'autogrill un agente ha esploso due colpi di pistola, gli unici colpi di pistola, e lì un tifoso è morto per un colpo di pistola, non ha senso dire che l'agente forse non ha causato la morte del ragazzo; ed è pericolosa perché se si dà la sensazione che ci sono morti di serie A e serie B (perché non fermare il campionato, se venne fatto per il povero Raciti?), e quindi anche assassini di serie A e serie B, e perchè così facendo si arma la mano dei teppisti che cercano vendetta. Alcuni non aspettavano altro.
Almeno oggi, bisognerebbe essere sinceri. Avere il coraggio di dire che Gabriele Sandri era un bravo ragazzo che tutti da ieri piangono, e che Gabriele non avrebbe approvato quel che è successo dopo a Roma. I venti agenti feriti, gli assalti a tutte le caserme delle forze dell'ordine della zona del Flaminio, una per una, con una sistematicità agghiacciante, il pestaggio di sei vigili urbani che stavano lì a smistare il traffico, la devastazione della sede del Coni, le botte a fotografi e cameraman. Non era per Gabriele che lo hanno fatto. Non era per Gabriele che si sono armati di spranghe e bastoni, che si sono coperti il viso con i passamontagna e per tre ore hanno seminato il terrore in una zona nevralgica della città: lo stadio Olimpico, il teatro delle nostre passioni sportive, il luogo dove un tempo si andava per sognare. Non era per Gabriele, anche se diranno di averlo fatto in suo nome, per vendicarlo. No. Lo hanno fatto perché odiano i poliziotti, i carabinieri, e tutti quelli che hanno una divisa. Anche se dirigono il traffico e basta. E' su questo odio insensato che dovremmo riflettere. Sui motivi per cui un agente della Polstrada, con dieci anni di servizio ed un curriculum da primo della classe, spara ad altezza uomo da trenta metri perché ha notato una rissa. Non perché sa che lì in mezzo c'è Bin Laden o Totò Riina o un altro pericoloso terrorista. No, c'è una banale rissa fra i passeggeri di due macchine. Magari litigano per il traffico, una questione di precedenze… Magari, non sarebbe accaduto nulla. E invece il poliziotto vede le sciarpe e le bandiere. Lì ci sono tifosi, che ai suoi occhi evidentemente sono altrettanto cattivi e pericolosi dei terroristi. Perché vanno in trasferta, nonostante i decreti, perché amano il calcio, nonostante tutto. E perché odiano quelli come lui, con la divisa. Che spesso ci rimettono la salute, tornano a casa feriti e menati. Mesi fà poi uno di loro è anche morto ammazzato. E' successo poco tempo fa, a febbraio, anche se non è chiaro ancora chi lo abbia ammazzato. E allora lui spara. E uccide.
Non è una tragica fatalità una cosa che può accadere ogni domenica. Questo è il Far West. Anzi, è una guerra. E' la guerra del calcio. Per questo dico che ci sono molti colpevoli della morte di Gabriele Sandri. Tanti: per non avere fatto abbastanza per restituire il calcio ad una dimensione civile ed umana. Per non avere denunciato i violenti, per non aver spinto i tifosi di tutte le squadre a incontrarsi, parlarsi. Non odiarsi più. Anche con chi ha una divisa ed è lì per difenderci. Salvare il calcio, ammesso che sia ancora possibile, non è solo un fatto di divieti, è una questione di cultura. Di educazione, di rispetto. Che nessuno insegna più. Se un decimo del tempo impegnato per la riforma dei diritti televisivi, fosse stato impiegato per parlare ai tifosi, non far sentire soli i tanti innamorati di calcio, oggi forse non piangeremmo Gabbo. Ma volete mettere 900 milioni di euro da spartirsi, con una banalissima vita umana? Se questi sono i parametri di chi ci governa, aveva ragione Matarrese a dire, dopo la morte di Raciti, che i morti nel calcio fanno parte del sistema. Di questo sistema.
E invece, di vita umana in vita umana, è il calcio stesso che sta morendo. Gli stadi sono sempre più vuoti: brutti, freddi, insicuri, perché una persona normale dovrebbe andarci? Ci vuole un coraggio da leoni certe volte per andare alla partita. Vi pare normale? Qualcuno dice che il calcio è lo specchio di una società malata, violenta. Non è vero. Decine di migliaia di persone si riuniscono ogni settimana per i grandi concerti rock, o per manifestazioni politiche, o per guardare le sfide di basket o rugby. E non succede nulla. Nulla. E lì non ci sono tornelli, biglietti nominali, metal detector, schedature. Si va, si partecipa e si torna a casa sereni. E' il calcio ad essere malato, ad esprimere tutti gli istinti peggiori della nostra società. E questo per una ragione semplicissima. Perché abbiamo avuto i peggiori dirigenti del mondo, perché i politici non ci hanno capito nulla quando non hanno scelto di combattere certe frange violente, e perché noi tutti con la violenza e con i violenti non abbiamo mai voluto fare davvero i conti.
Perché quando due ministri, la Melandri e Fioroni, annunciano che faranno un giro d'Italia delle scuole con i calciatori per parlare ai ragazzi, per insegnare lealtà sportiva e rispetto, e poi se non lo fanno, nessuno gli intima di andare a casa. Perché quando i presidenti dei club incassano i soldi dei diritti tv, poi non mettono neanche un euro per darci stadi più sicuri.
No, meglio comprare un terzino in più, della sicurezza dei tifosi.
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Oggi pomeriggio alla fine sono uscito da casa, insieme a mia moglie, ed ho lasciato con disgusto quel che stavo sentendo in televisione e le notizie che arrivavano man mano sulla morte del povero Gabriele per opera di un poliziotto assassino. Si, perchè diciamolo a chiare note, non sapremo il nome del poliziotto che ha sparato ma sappiamo che è un assassino, ed è giusto quindi chiamarlo con il suo nome.
Non ci venite a raccontare ora la solita storia che per 1.200 euro al mese questi ragazzi si rischiano la vita. Nessuno ha chiesto loro di fare i poliziotti, ma questo mestiere l'hanno intrapreso per una loro volontà. Quello che è successo oggi a Badia al Pino è qualcosa di folle, che nulla ha a che fare con il calcio e con il poliziotto che rischia la vita per uno stipendio da fame. Oggi c'è stato un idiota in divisa che ha sparato ad altezza d'uomo dall'altra carreggiata di un'autostrada su un'auto che stava lasciando l'area di servizio dalla parte opposta a lui. Punto. E quindi per questa merda d'uomo ci vuole la galera, quella vera, l'ergastolo puro e duro, come ci vuole la galera per i teppisti che distruggono gli stadi e le loro zone limitrofe, o per chi ha ucciso l'ispettore Raciti a febbraio (semmai ne venissero accertate le responsabilità).
A Roma c'è una famiglia, quella di Gabriele Sandri, che non riesce a darsi una spiegazione plausibile, perché oggettivamente non c’è, del perché il loro figlio sia uscito da casa (anzi, sia partito direttamente dal lavoro perchè il ragazzo aveva lavorato tutta la notte) per andarsi a divertire con gli amici e non vi farà più ritorno. Quello che è successo a questo sfortunato ragazzo laziale avrebbe potuto accadere a ciascuno di noi in una delle tante di trasferte alle quali abbiamo partecipato, prendendo una macchina e partendo con quattro amici.
Abbiamo dovuto attendere la Domenica Sportiva per sentire le prime parole sensate da stamattina ed a pronunciarle è stato Fulvio Collovati. Tutta la giornata è stata spesa dalle istituzioni e dalla comunicazione nella ricerca spasmodica di confezionare un involucro credibile a questa sciagura che ha una dinamica fin troppo semplice ed un alibi credibile ad un uomo che nella vita tutto doveva fare tranne che il poliziotto.
C’è stato chi ha sparato e c’è stato chi è stato colpito e ucciso. Inutili le dietrologie e le fantastiche interpretazioni.
C’era, e c’è tutt’ora, un modo molto semplice di stroncare sul nascere quella spirale che invece si è alimentata in un crescendo di risposte sbagliate a situazioni sbagliate nelle quali, ed anche in questo è necessario essere molto netti, molti mestatori di professione che albergano tra gli pseudo-tifosi, hanno trovato le motivazioni per scatenare le usuali scene di guerriglia urbana. A Milano, come a Bergamo e come poi a Roma stasera.
La giornata di campionato doveva essere sospesa, così come è accaduto dopo la morte del povero Raciti, e il responsabile dell’omicidio doveva essere arrestato, con tanto di conferenza stampa del Questore di Arezzo che invece di fornire un alibi all'assassino, avrebbe dovuto fornirne nome e cognome e comunicare il suo arresto.
Si è invece preferito buttarla in caciara, sport in cui si eccelle in Italia anche ai massimi livelli, alimentando il sospetto di una verità e di una giustizia che corre su un doppio binario: cieca e inflessibile, se si sta da una parte dalla parte degli ultras, e benevola e soccorrevole se si sta dall’altra parte, quelle delle forze dell'ordine.
In altri paesi, dove sono accadute disgrazie simili e con pressioni assai più gravi come quelle del terrorismo fondamentalista, i responsabili delle forze dell’ordine hanno assunto le responsabilità del caso arrivando anche al gesto estremo, simbolicamente ineccepibile, delle dimissioni.
Questo sarebbe dovuto accadere oggi se fossimo stati in un paese civile: dimissioni in blocco del Ministro degli Interni, del Capo della Polizia e del Questore di Arezzo, oltre a quelle, magari, del Presidente della FIGC. Questi 4 pupazzi oggi hanno fatto tutto il possibile per far scoccare la guerriglia urbana in più città, rischiando di provocare stragi su stragi, fregandosene di tutto e tutti. Quando morì l'ispettore Raciti, dopo mezz'ora sapevamo già tutto, perchè avevano dato la notizia a tutti i TG. Oggi, visto che è morto un semplice tifoso, si è pensato bene di dare la notizia dopo quasi 4 ore, affermando all'inizio che probabilmente, l'omicida era un tifoso avversario, uno juventino del sud che andava a Parma a seguire la sua squadra con la pistola. Quindi, questi 4 pupazzi hanno preso la decisione di far giocare tutte le gare di campionato, tranne Inter-Lazio, fornendo così un assist incredibile a tutti quelli che non vedevano l'ora di "regolare" vecchi conti in sospeso con le Forze dell'Ordine. Bergamo, Milano e Taranto erano l'apice di un clima di tensione che sfociava in violenza, ma anche negli altri stadi d'Italia, le curve e gli ultras protestavano a loro modo, togliendo striscioni e urlando slogan contro la Polizia. La chicca finale poi, è stata la decisione su Roma-Cagliari, quando alle 18 è stato deciso di non giocare, ma la Polizia era già allo stadio pronta al servizio ed i tifosi della Roma si erano già congiunti con quelli della Lazio, pronti alla guerra urbana. Magari, se questi 4 geni avessero deciso di non far giocare le partite di campionato, avremmo avuto molti meno episodi di guerriglia urbana che abbiamo avuto. Molti meno, perchè tutti a Roma, almeno chi ha frequentato una delle due curve, sapevamo già all'ora di pranzo che stasera sarebbe successo qualcosa di grave, perchè romanisti e laziali si sarebbero schierati insieme. Un mio amico che abita nei pressi dell'Olimpico, poco prima delle 18 mi ha telefonato, dicendomi di vedere movimenti strani, quei movimenti che con il passare degli anni di stadio, abbiamo imparato a conoscere ed a capire a dove avrebbero portato. La guerriglia urbana che è accaduta stasera a Roma, l'avrebbe predetta anche un bambino di 6 anni, ma questi geni no!
Ma si tranquillizzino lor signori, i signori Amato, Manganelli, Giacobbe e Abete. Sappiamo bene che non accadrà mai che avranno le palle di presentare le loro dimissioni, come sappiamo bene che al poliziotto assassino daranno una pacca sulla spalla raccomandandosi di non farlo più. Almeno in questo, nel nostro paese, non si invecchia invano.
Si giungerà invece, vedrete, molto rapidamente alla proibizione delle trasferte senza che i vari Melandri, Amato e compagnia, siano riusciti a tirar fuori neanche una lezioncina piccina piccina da questo infinito giro di vite che oramai ha smembrato il pallone nostrano. Il male per loro è altro, alberga solo da una parte dello stadio (nelle curve), e solo da una parte del tessuto sociale (nei cittadini tifosi). La cosa che indigna di più è sapere già che anche quella di Gabriele sarà l’ennesima morte senza senso di uno stato che, come diceva Fabrizio de Andrè in una celebre canzone: "si costerna, si indigna, si impegna e poi getta la spugna con gran dignità!"
Ma perchè, come ci siamo indignati quando a febbraio venne ucciso l'ispettore Raciti (ma ricordo ancora che le responsabilità del presunto colpevole arrestato sono ancora tutte da accertare), oggi c'è da indignarsi maggiormente su quello che è accaduto?
Riepilogo i fatti, citando la fonte della Questura di Arezzo: nell'area di servizio di Badia al Pino, verso le 9 del mattino, si sono incrociate due vetture, forse tre, una con dei tifosi della Lazio che andavano a Milano, l'altra con dei tifosi juventini di Napoli che andavano a Parma (la terza non si sà quindi...). Sono volate parole grosse, insulti, poi, sembra, siano passati alle vie di fatto. Nell'area di servizio della carreggiata opposta, c'era una pattuglia della Polizia Stradale che stava controllando delle persone, ed attirati dalle urla, i poliziotti si sono avvicinati alla carreggiata, azionando le sirene ed urlando ai tifosi di smetterla. Uno dei poliziotti, al fine di indurre a desistere i partecipanti alla rissa, esplodeva due colpi con l'arma d'ordinanza, uno dei quali infrangeva il deflettore posteriore dell'auto dei tifosi laziali che stava lasciando l'area di servizio e colpiva Gabriele Sandri al collo. Ora, rileggete bene le righe che avete appena letto e capirete che ci sono delle grosse incongruenze e contraddizioni su quanto dichiarato su questa che è la versione ufficiale della Questura di Arezzo. Se il poliziotto voleva far desistere i partecipanti della rissa con la pensata geniale di sparare ad altezza d'uomo, ed ha colpito la vettura dei tifosi che stava lasciando l'area di servizio, dov'era la rissa? Dov'era l'altro gruppo di tifosi di opposta fazione? Che l'auto stava lasciando l'area di servizio ne è la prova che poi, il ragazzo che era alla guida ha guidato, terrorizzato, fino al successivo casello di Arezzo, dove poi sono stati chiesti i soccorsi, ma inutilmente. La verità è che oggi, come ha detto il legale della famiglia Sandri, è stato commesso un omicidio volontario, e per di più, per mano di un agente di polizia, cioè da coloro che dovrebbero tutelare i cittadini. Ma pensate voi se il colpo di pistola, che ha quindi attraversato le due carreggiate dell'A1, avesse colpito una delle auto in marcia sull'autostrada, magari proprio il conducente di un auto in marcia sull'A1 in quel momento. Pensate ad un auto impazzita senza più il conducente che si andava a schiantare su chissà quante altre auto in marcia. Vi rendete conto di cosa ha fatto questo celebroleso in divisa e di cosa avrebbe potuto causare di ancora più grave, magari causandone 5 o 6 di morti?
Ma questo è un paese dove zingari, rom e rumeri che commettono i crimini più efferati non vanno in galera o se ci vanno, vengono messi fuori da un indulto di un ministro pseudo-sinistroide, figuriamoci quindi se manderanno in galera un poliziotto assassino al quale stamattina alle 9 gli è andato in pappa il cervello ed ha voluto fare lo sceriffo con i cattivi...
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Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
Inviato da: lolita_72gc
il 08/10/2009 alle 14:57
Inviato da: Solo_Camo
il 27/09/2009 alle 15:13
Inviato da: LadyWitchBlood
il 08/07/2009 alle 11:25
Inviato da: pensoquellochetuvuoi
il 21/06/2009 alle 17:15