C'è solo l'A.S.Roma!

Derby di ritorno alle 21,15

Il derby Lazio-Roma del 19 marzo avrà inizio alle 21.15. Lo ha deciso la Lega Calcio. Si tratta di un esperimento per studiare un'ulteriore 'spalmaturà delle gare del campionato di serie A da parte della Lega Calcio. La variazione d'orario, che era nell'aria dopo l'ultima riunione del Consiglio di Lega, si propone, nel primo caso, (quello che concerne Inter-Livorno anticipo della 4/a di ritorno) di evitare la sovrapposizione di due partite; nell'altro di far scivolare di un tempo la partita principale in una giornata infrasettimanale nella quale tutte le gare si disputano alle 20.30.

Juan è rientrato in gruppo

La squadra è tornata al lavoro per la prima delle due sedute previste per oggi: subito una buona notizia per Spalletti, che può contare sul rientro in gruppo di Juan, fermo dallo scorso 16 gennaio, quando il brasiliano si infortunò nel corso del match di Coppa Italia con il Torino. Da valutare il suo utilizzo: se sabato contro la Juventus o martedì prossimo contro il Real Madrid.

Juan vuole esser in campo sabato sera

Oggi, a Trigoria, si torna a lavorare. Ed anche questa volta, così come accaduto il 6 febbraio scorso, sarà una doppia seduta. Un allenamento che potrà essere utile soprattutto per capire a che punto è il recupero di Juan, uno dei giocatori più attesi in vista del tour de force che aspetta i giallorossi nelle prossime settimane. Il brasiliano, che il 16 gennaio ha subito un trauma contusivo distorsivo con lesione di secondo grado del comparto esterno del collo del piede destro e l'infrazione dell'apice peroneale, in questi quasi trenta giorni si è allenato con costanza, in compagnia di Luca Franceschi, per cercare di presentarsi al meglio agli appuntamenti cruciali contro Juve e Real. Dopo le prime sedute a ridosso dell'infortunio, all'insegna di piscina e fisioterapia, l'ex Leverkusen ha iniziato la fase riguardante il differenziato in palestra per poi affacciarsi con costanza sul campo (dal 30 di gennaio, giorno in cui il resto del gruppo era a riposo). Il suo primo approccio sul terreno, non lo ha visto andare oltre della semplice corsetta. Diverso, invece, è stato il lavoro che ha svolto dal 2 febbraio, con un maggiore numero di esercizi e la confortante presenza del pallone, utilizzato in alcune occasioni. Uno sviluppo delle operazioni che ha però subito una frenata venerdì scorso, con il brasiliano rimasto a casa per un'influenza che non gli ha permesso di allenarsi. Un imprevisto che, seppur marginale, ne ha però frenato il recupero proprio alla vigilia della settimana decisiva per il suo eventuale rientro. Oggi, riaprendo i cancelli di Trigoria alla squadra, sarà importante vedere quale tipo di lavoro svolgerà Juan, in modo da capire se ci saranno possibilità di ritrovarlo già con la Juve o con più probabilità per la sfida con il Real.

Ma oltre al recupero del centrale della Seleçao, i pensieri di Luciano Spalletti in questo momento sono rivolti alla formazione che sabato si dovrà presentare a Torino, non dimenticando allo stesso tempo l'appuntamento di tre giorni dopo in Champions. In poche parole, si punterà ad un turn-over ragionato per non sprecare energie ma neanche snaturare troppo la squadra. Perciò, contro i bianconeri, dovrebbe tornare sulla sinistra Max Tonetto, dopo il parziale turno di riposo concessogli contro la Reggina. Al centro, invece, si rivedrebbe Ferrari accanto a Mexes, considerando che Juan dovrebbe essere pronto per il Real. Per quanto riguarda la linea mediana, Pizarro dovrebbe far coppia con De Rossi dopo l'assenza strategica (essendo in diffida) con i calabresi. A questo punto uscirebbe Alberto Aquilani, che però insieme a Giuly sembra il principale candidato per occupare il ruolo di trequartista centrale facendo così riposare Perrotta per la Champions. Quindi, come laterali alti, Mancini e Taddei dovrebbero scendere in campo sia con la Juve che con il Real, anche se uno spazio al posto dell'ex Siena potrebbe ritagliarselo Cassetti (che, contro gli spagnoli, insidia anche Tonetto). Scontata, invece, la doppia presenza di Totti al centro dell'attacco.

Cerci: "Il campo dirà se merito la Roma"

«Per il momento non penso al futuro. Devo continuare a far bene come sto facendo adesso. Poi si valuteranno tante cose, solo il campo saprà dire se sarò all'altezza della situazione». Al decimo gol stagionale in B con il Pisa, cui è stato girato in prestito dalla Roma, Alessio Cerci racconta a romanews.eu il suo momento d'oro: «La promozione in serie A del Pisa? Vogliamo continuare a esprimere il nostro calcio e a giocare come stiamo facendo in questo momento. Andiamo in campo per vincere sempre, poi vedremo quello che succederà». Al buon momento di Alessio sta contribuendo il rapporto, fantastico, con la dirgenza: «Mi ha aiutato a inserirmi la fiducia di Ventura e della società che mi sta dando questa opportunità. Avevo bisogno solo di giocare e di avere fiducia. Anche con i compagni mi trovo benissimo, siamo un gruppo unito a tutti gli effetti». Per il momento, Alessio mira solo a fare bene: «Il mio obiettivo adesso è quello di giocare al massimo, poi a fine anno si vedrà. È normale che ora devo giocare, per crescere e per avere continuità, però bisogna anche valutare altre cose». La Roma continua a seguire il suo bomber: «Bruno Conti è la persona che sento di più. Mi fa i complimenti quando segno e quando faccio delle buone prestazioni. Con Spalletti invece ho parlato quando è venuto a Coverciano, dove ero in ritiro». Alessio segue sempre la Roma: «È stata la mia squadra quando ero piccolo. È un grande gruppo ed esprime un ottimo calcio. Penso che arriverà fino in fondo anche in Champions». Chissà che il prossimo centravanti giallorosso non possa essere lui.

Mancini: "Presto il rinnovo"

«Entro la fine del mese tutto dovrebbe essere messo nero su bianco». L'ennesima tappa nella telenovela del rinnovo del contratto di Mancini arriva dalle parole dello stesso brasiliano. E' apparso decisamente ottimista sull'argomento Amantino, intervenuto a margine dell'iniziativa "Saranno Tifosi", il concorso per le scuole medie, promosso dalla Regione Lazio. «Stiamo lavorando ancora - ha spiegato - ci sono da sistemare alcuni dettagli relativi a delle clausole, ma spero di firmare presto». Quando? Questa la domanda di tutti i tifosi che, dopo averlo atteso per quasi un anno, hanno ritrovato in un lampo il giocatore che ricordavano, quello capace di fare la differenza in Italia come in Europa.
L'occasione per mettere la fatidica firma arriverà tra pochi giorni, subito prima o subito dopo la partita col Real Madrid. Ovvero nell'incontro la cui data di massima era stata fissata l'ultima volta che le parti si erano sedute allo stesso tavolo. Era il 15 gennaio, da una parte Rosella Sensi, Daniele Pradè, Bruno Conti e la Mazzoleni, dall'altra Amantino col suo procuratore Gilmar Veloz. In quella occasione arrivò la schiarita attesa da mesi. Si ripartirà da lì, da quei 2,5 milioni più i premi (che potranno arrivare fino a un milione) per quattro anni, il limite fissato dalla società. Ma l'attesa della firma non sembra avere effetti negativi sulle prestazioni di Mancini. Non più. Ora che ha ritrovato la forma migliore il brasiliano è sereno e in campo si vede. E' stato lui a confermare il momento di grazia: «Sto bene fisicamente e mentalmente. E riesco a fare delle cose importanti. Sia io sia la squadra adesso stiamo andando bene, spero che continui così. Nei mesi passati ero un pò nervoso, anche perchè certe cose che di solito facevo in campo non mi venivano, ora invece va tutto molto meglio. E riesco a esprimermi al massimo».

Vero, la differenza si vede. E tutti sperano che il momento continui a lungo, per lo meno per un altro mese, quello decisivo per la stagione. Magari ripetendo negli ottavi di Champions di quest'anno quanto fatto dodici mesi fa a Lione con quella serie di finte che mandò ai matti Reveillere e che spalancò le porte della qualificazione ai quarti. Le avversarie oggi nel mirino si chiamano Juventus, Real Madrid, Fiorentina, Inter e ancora Real, un tour de force da fare spavento. Ma Amantino non vuole guardare troppo avanti: «Prima c'è la sfida con la Juve a cui pensare. Poi ci concentreremo sul Real. Una squadra che merita grande rispetto, ma la Roma è forte e affronteremo questo confronto con la voglia di vincerlo». Spaventato dal 7-0 rifilato dagli spagnoli nell'ultima di campionato al Valladolid? «Sappiamo della forza di questa squadra e quel risultato non cambia niente. Noi però stiamo attraversando un momento buono e possiamo anche batterli».

Poi ci sarà la sfida scudetto con l'Inter nel turno infrasettimanale. Una partita alla quale si arriverà senza averla potuta preparare a dovere per colpa degli impegni ravvicinati. Una partita con un solo risultato possibile, la vittoria, per ridurre quel distacco che si è creato in parte per merito dei nerazzurri, in parte per i favori ricevuti da Ibra e compagni. Ultimo in ordine di tempo quello di Catania con il gol del vantaggio di Cambiasso in netto fuorigioco. Sulla questione arbitrale Amantino non si nasconde più di tanto: «Gli errori a favore dell'Inter sono una cosa un pò fastidiosa. Noi però cercheremo di fare più punti possibili, dobbiamo pensare solo a fare il nostro campionato». Basterà? Forse. Soprattutto se da qui alla fine la Roma avrà a disposizione il Mancini dell'ultimo mese, magari anche migliore, forte di un contratto di quattro anni. Per il quale «ci sono da sistemare gli ultimi dettagli».

Totti: "L'Inter? E' aiutata!"

«Non penso che l'Inter abbia fatto quello che ha fatto la Juve, loro vincono sul campo. Ma qualcosa sotto c'è». Dopo l'ennesimo errore arbitrale in favore dell'Inter Francesco Totti ci mette la faccia e dice la sua su quanto sta accadendo in questo campionato. Finora aveva preferito non sbilanciarsi, e aveva lasciato passare tutti gli episodi dubbi, quelli con il Parma con Gervasoni protagonista compresi. Poi però è arrivata domenica sera, la partita di Catania e il gol convalidato a Cambiasso in fuorigioco che ha risolto a favore dei nerazzurri un match che si era fatto complicato. La classica goccia che fa traboccare il vaso ormai colmo. E allora si è concesso alle telecamere per mettere un po' di puntini sulle "i". Una presa di posizione netta che per lui non è una novità assoluta. Non è la prima volta. Poco meno di tre anni fa, era il marzo del 2005, fece scalpore la sua conferenza stampa in cui attaccò frontalmente la Juve. Fu subito dopo lo scandaloso 2-1 per i bianconeri all'Olimpico con Racalbuto protagonista. E Francesco ci andò giù duro: «Difficile vincere undici contro quattordici (facendo riferimento alla terna arbitrale, ndr). Abbiamo fatto di tutto per vincere, ma era difficile in quella situazione. Di quel match cambierei il risultato e l'arbitro».
Tre anni dopo rieccolo davanti alle telecamere, questa volta di Sky, ma con toni diversi: «Penso ci sia un pizzico di sudditanza psicologica. Da parte di tutti, perchè hanno paura a parlare male dell'Inter in questo momento. Se avessero il coraggio e la lealtà di dire quello che vedono sarebbe tutto più facile, negare l'evidenza è un pò difficile». Niente mezze parole, niente allusioni, Totti va dritto al nocciolo della questione. Poi, proprio per evitare fraintendimenti chiarisce: «Non voglio attaccare l'Inter. L'Inter società non c'entra niente, i giocatori sono bravi e vincono sul campo ma qualcosa sotto c'è, nel senso che hanno dei piccoli aiutini. Fa parte del calcio. Come accadeva alla Juve tanto tempo fa, ora c'è l'Inter». L'Inter di oggi come la Juve di Calciopoli? Totti capisce al volo che le sue parole potrebbero essere interpretate in questo senso e allora precisa subito: «Non penso che l'Inter abbia fatto quello che ha fatto quella Juve. Sono uscite delle intercettazioni e abbiamo capito cosa c'era dietro e quale era la verità. L'Inter non penso abbia fatto la stessa cosa: loro vincono sul campo. Gli arbitri possono sbagliare, non è semplice gestire i novanta minuti e non sbagliare mai, ma sbagliare sempre dalla stessa parte un pò ti fa pensare».Come ha sbagliato la Roma a Siena, gli dicono. «Gli sbagli li facciamo perché siamo una squadra forte e una squadra forte può permettersi di perdere. Siena è la seconda partita che abbiamo perso, la prima era lo scontro contro l'Inter. E anche quello ci può stare. Quando abbiamo vinto lo scudetto, abbiamo perso tre partite. Nelle ultime tre partite loro dovevano perdere o pareggiare, ma alla fine riescono sempre a vincerle e questo dispiace. Quando tu speri in un passo falso, non succede mai».