|
CIAO GABBO... ONORE!
"Si può morire così, per giunta dormendo? Qualcuno ci deve dire perché. Se parliamo di perdono dobbiamo parlare di giustizia e questa è una morte che chiede giustizia. Ci sarà una giustizia divina sulla quale nessuno può permettersi di parlare, ma ci deve essere anche una giustizia umana, che non sia una vendetta ma che aiuti per quanto possibile a placare gli animi di tanti di noi".
Dall'omelia pronunciata da Don Paolo Tammi durante il funerale di Gabriele Sandri.
In memoria di Gabbo, fratello di questa Urbe Immortale... al di là dei colori
OLTRE 200.000 VISITE AL BLOG!
Viene dopo tante finte battaglie, il giorno in cui c'è da fare sul serio, e si ristabiliscono di colpo le gerarchie naturali:
avanti gli ultimi, i dimenticati, i malvisti, i derisi. Essi ebbero la fortuna di non fare carriera, anzi di non volerla fare, di non smarrire le proprie virtù nel frastuono degli elogi mentiti e dei battimani convenzionali.
Essi ebbero la fortuna di assaporare amarezze sane, ire sane, conoscere lunghi silenzi, sacrifici ostinati e senza lacrime, solitudini di pietra, amicizie non sottoposte all'utile e non imperniate sull'intrigo.
Berto Ricci
KAISERSLAUTERN, 26 GIUGNO 2006:
Lettera della squadra al Presidente Sensi
Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.
Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.
Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno
Serie A: 18^ Giornata:
Chievo-Inter
Atalanta-Napoli
Bari-Udinese
Cagliari-Roma
Catania-Bologna
Lazio-Livorno
Parma-Juventus
Sampdoria-Palermo
Siena-Fiorentina
Milan-Genoa
Classifica:
- Inter 39
- Milan* 31
- Juventus 30
- Roma 28
- Parma 28
- Napoli 27
- Palermo 26
- Sampdoria 25
- Bari* 24
- Chievo 24
- Fiorentina* 24
- Genoa* 24
- Cagliari* 23
- Udinese* 18
- Livorno 18
- Bologna* 16
- 16
- Atalanta* 13
- Catania 12
- Siena 12
* una partita in meno
Marcatori Giallorossi in Campionato
9 reti: Totti.
4 reti: De Rossi.
3 reti: Vucinic.
2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.
1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.
Giudice Sportivo
Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:
€ 77.000,00
Squalificati per la prossima gara di campionato:
Espulsi nell'ultima partita:
5 ammonizioni.
De Rossi.
4 ammonizioni:
Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.
3 ammonizioni (in diffida):
Totti.
2 ammonizioni:
Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.
1 ammonizione:
Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.
Prossime gare AS Roma
6 gennaio, 18^ giornata:
-
9 gennaio, 19^ giornata:
-
12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:
-
Europa League
Sedicesimi di Finale:
Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)
Marcatori giallorossi in Europa League:
11 reti: Totti.
3 reti: Menez, Okaka, Cerci.
2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.
1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.
Siti preferiti
- Core de Roma
- Il Romanista
- Sito Francesco Totti
- Roma For Ever
- Roma Roma
- ASRoma Ultras
- Vecchie Abitudini
- Anti Juve
- Curva Sud
- Alberto Mandolesi
- Forza Roma Blog
- Nobiltà Romana
- AS Roma e basta!
- Er Lupacchiotto!
- Popolo Giallorosso
- Roma Amor
- La mia Roma
- La Roma
- Simone Perrotta Fans
- AS Roma Store
- Romanisti
- Forza e Onore!
- Sei Unica
- Roma Vittoriosa
- Globo Gol
- Mai nessuno come noi!
- Roma News
- Totti10
- Camper On Line
- Juve Ladra!
- Avventure allo stadio
- LA DESTRA!
- usqueadfinem
- La Roma Siamo Noi!
- Fronte Nero Blog
- Forza Roma punto com!
- La webTV che parla di Roma!
- Radio Roma Web
- Forza Roma
I miei Blog Amici
Tag
Area personale
Menu
Chi può scrivere sul blog
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
Ultimi commenti
Messaggi del 19/05/2008
«L'Osservatorio dovrà dare spiegazioni su quello che è successo ieri. A Parma i tifosi dell'Inter sono riusciti a entrare allo stadio, mentre a Catania il settore ospiti era occupato dai tifosi locali. A posteriori, i provvedimenti presi non mi sono sembrati similari». Così il direttore sportivo della Roma, Daniele Pradè, a margine della consegna dei premi Ussi al circolo Canottieri Aniene a Roma. «Lega e procura Figc dovranno fare chiarezza su quanto è accaduto», conclude.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Le parole di Bruno Conti, Direttore tecnico della Roma, a Rete Sport: "Io non smetterò mai di ringraziare questo pubblico stupendo. Vi posso garantire che noi come siamo arrivati a Roma, volevamo abbracciare idealmente i tifosi. Ma ci è stato detto che non potevamo e i ragazzi ci sono rimasti male"
Bruno, vogliamo ringraziarvi per questo grande campionato.
Grazie a voi, io non smetterò mai di ringraziare questo pubblico stupendo. Vi posso garantire che noi come siamo arrivati a Roma, volevamo abbracciare idealmente i tifosi. Ma ci è stato detto che non potevamo e i ragazzi ci sono rimasti male.
Rimane più il rammarico per aver perso oppure c'è la consapevolezza di aver fatto un grande campionato?
Noi abbiamo fatto un grandissimo campionato, fino all'ultimo ce la siamo giocata. Voglio ringraziare la squadra per averci regalato grandi emozioni. E' questa la strada giusta da seguire, Spalletti ha fatto un grandissimo lavoro. C'è anche rammarico, lo scudetto si poteva vincere, ma tornare indietro ora non serve. Sabato c'è una finale di Coppa Italia, facciamo solo i complimenti e basta.
Cosa pensi delle frasi di De Rossi a fine partita?
Tutti hanno visto quello che è successo, ma noi dobbiamo superare anche queste situazioni. La nostra grande soddisfazione è che nessuno ci ha regalato qualcosa, siamo arrivati fino alla fine senza aiuti da parte di nessuno.
Un commento sui fatti di Catania?
Non è bello andare in una città dove il pullman si ferma 4 minuti per sicurezza oppure l'aggressione ai giornalisti dentro il taxi. Non ce l'ho con Catania in particolare, ma lo dico affinché questo calcio cambi. Ieri ho visto troppe persone a bordocampo durante la partita, così non va, qualcosa deve cambiare e mi rivolgo alle istituzioni di questo sport.
Vucinic ha segnato un grandissimo gol a Catania. E' lui il primo acquisto della prossima stagione?
Quante critiche ha avuto Vucinic ad inizio stagione? Mirko ha dimostrato attributi sempre, anche ieri a Catania con Terlizzi. Lui è un giocatore di grandi doti, ma può migliorare ancora. Può agire al centro dell'attacco, sulla fascia, ci ha dato grandi soddisfazioni.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
La Roma pensa già alla campagna acquisti per il prossimo campionato. Uno dei tanti nomi presenti nella lista di Luciano Spalletti e Daniele Pradè è il laterale sinistro del Tolosa, Jeremy Mathieu. Il contratto del francese scadrà a giugno 2009 e ha ribadito che presto farà sapere delle novità sul suo futuro: “Mi prendo qualche giorno di riflessione per decidere”.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Archiviato il campionato, la Roma di Spalletti deve pensare alla finale di Coppa Italia che si gioherà sabato all'Olimpico. Oggi, lunedì, i giallorossi riposeranno, mentre da domani pomeriggio, alle 16, saranno di nuovo a lavoro. Da mercoledì a venerdì, invece, la seduta di allenamento sarà dalle 11. Da verificare le condizioni di Taddei, infortunatosi lo scorso 2 maggio ai flessori della gamba destra e ancora in dubbio per il big match con l'Inter.
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Doni dalla parte di De Rossi. Anche se con un po' di timidezza in più rispetto al compagno. Il portiere della Roma, infatti, dice e non dice. Ma alla fine, a leggere tra le sue parole, sembra pendere più dalla parte di De Rossi... «È andata così, diciamo che l'Inter ha meritato di vincere», inizia Doni. Che poi, però, si lascia andare: «Le parole di De Rossi? Lui parla meglio di me - ha detto il numero 32 alla consegna dei premi Ussi - e sa esprimere certe cose meglio di me. Quello che è successo lo abbiamo visto tutti, ci sono state cose così, rigori un po' dubbi. Ma preferisco lasciar parlare gli altri. Per fortuna abbiamo ancora la Coppa Italia. Se la vincessimo diventerebbe comunque una stagione da 10».
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Roma si è svegliata Campione d'Italia. Non è arrivato lo scudetto, Ibrahimovic ha rotto l'incantesimo a mezzora dalla fine, però resta la bontà della stagione, del gioco espresso e della correttezza mostrata in campo contro tutto e tutti. C'erano almeno 4000 persone ieri ad accogliere la squadra a Fiumicino, un bagno di folla per ringraziare questi ragazzi che sabato prossimo magari si potranno riscattare battendo in finale di Coppa Italia l'Inter. i giornali, romani e non, sono tutti per i giallorossi. Il fondo di Roberto Renga, nello sport del Messaggero, è eloquente: "Complimenti soltanto alla Roma". Il Corriere dello Sport - in apertura - racconta di una "Roma da applausi". Tuttosport, quotidiano sportivo vicino alle sorti di Juventus e Toro, mosso più da uno spirito antiinterista che romanista, va oltre: "Sono 15", riferito agli scudetti vinti dai nerazzurri. Il titolo del 2006, assegnato a tavolino dopo le vicende di calciopoli, è cancellato con una croce. E nell'articolo del Direttore, Paolo De Paola, vengono prese anche le parti a De Rossi e Spalletti, polemici dopo Catania-Roma nei confronti del club di Via Durini: "Ma li avete sentiti De Rossi e Spalletti? - si legge in prima pagina - Vi sono apparse le parole di chi ha riconosciuto il pieno merito dell'avversario? A Moratti piace molto questa situazione esclusiva, ma lo sport è condivisione, è apertura, è lealtà, è rispetto, è attenzione per gli altri. Altrimenti diventa uno sgradevole esercizio muscolare (grazie ai soldi). L'antipatia del potente è fisiologica, il potere dell'antipatico è destinato a crollare in un fragore di applausi. Da tutta Italia".
L'APPLAUSO DELLE 12 Anche dalle trasmissioni radiofoniche del mattino della Capitale è arrivato il sentito omaggio a Totti e compagni per le emozioni vissute in quest'annata esaltante. David Rossi, nell'apertura della trasmissione di questa mattina, a Rete Sport, ha lanciato un appello a tutti i romanisti all'ascolto: tributare un applauso agli eroi del 2007/2008. No, non Moratti, Mancini, Ibrahimovic, Cambiasso o Vieira. No. Il pensiero dovrà essere per i veri campioni d'Italia: da Aquilani a Zotti, tutti, nessuno escluso. Quando, come e dove? Alle 12, con semplicità, dove vi trovate in quel momento, applaudite!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Forse è stato quando l'attenzione s'è spostata verso il pullman della Roma, che è passato sulla strada attigua proprio in quel momento - verrebbe da dire provvidenzialmente se non fosse che anche lì poi si sfiorerà la tragedia - che il branco di vigliacchi che ci stava aggredendo ha mollato la presa. Altrimenti chissà quando sarebbe finita e soprattutto come. Nei secondi immediatamente successivi - eravamo intorno alle 13.30, un'ora e mezza prima della partita - l'orda si è riversata addosso al pullman della Roma: insulti, sputi, manate, calci alle fiancate e poi, quel ch'è peggio, un vetro sfondato con un martelletto di chirurgica precisione e un sasso di grandi proporzioni lanciato contro il parabrezza che, per fortuna, ha tenuto. Tutto ripreso e documentato dalle telecamere della polizia: le immagini sono da ieri pomeriggio al vaglio degli inquirenti per le identificazioni del caso. Nel frattempo il nostro taxi era riuscito a sfilarsi dal vicolo sostanzialmente cieco in cui s'era infilato e dopo qualche altro metro ha lasciato i clienti - il vostro cronista e due inviati di Repubblica, Gamba e Chiusano - presso le transenne che adesso delimitano l'immensa piazza diventata tristemente famosa la sera della tragedia Raciti, quella dove scorrazzavano i due Defender del reparto Celere nel vano tentativo di disperdere i facinorosi che volevano spaccare tutto.
Scene di ordinaria violenza a Catania, Italia, nel 2008, dov'è ancora possibile che un gruppo di vigliacchi repressi possa circondare un taxi e, messo a tacere il conducente catanese - «Muuuto devi stare» - cominciare a colpire senza motivo con violenza cieca gli occupanti, cercando di trascinarne fuori qualcuno, e magari lavorarlo meglio lì, in mezzo alla strada, davanti agli occhi di altre centinaia di tifosi che guardano senza intervenire. Limitati i danni riportati: la tessera giornalistica che chi scrive ha mostrato per testimoniare che la presenza allo stadio era giustificata da motivi professionali è stata strappata via dalle mani e finita chissà dove, qualche colpo sulle braccia protese in difesa, qualche calcio ben assestato soprattutto ai due malcapitati seduti sui posti posteriori, quasi strappati fuori dall'abitacolo di peso, e ovviamente molti danni alla carrozzeria del taxi.
Dentro, l'atmosfera di caccia all'uomo s'è intensificata soprattutto dopo i gol dell'Inter, come raccontiamo nella cronaca della partita. E aggiungiamo le testimonianze raccolte sul volo di ritorno, dove la rabbia per il secondo posto s'è mischiata alle considerazioni sullo scampato pericolo: quelle di chi era in panchina, minacciato dagli inservienti di morte qualora la Roma non avesse fatto pareggiare il Catania, dei dirigenti in tribuna, costretti a lasciare lo stadio tra gli insulti prima della fine, dei giocatori, schifati da tutto. E non solo per l'epilogo del campionato.
Daniele Lo Monaco, il Romanista
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Si dovrebbe parlare di calcio, ma diventa esercizio sterile quando la Roma è campione d'Italia per poco più di un'ora e l'Inter lo sarà per tutto l'anno, ma lo è ancor di più dopo aver visto quel che è successo a Catania, in un'enclave extraterritoriale dove tutto è consentito, grazie all'indecorosa complicità di chi dovrebbe sovrintendere all'ordine pubblico e il più delle volte invece addirittura fomenta il disordine, come certi steward che per tutto il secondo tempo hanno favorito l'eccitazione dei tifosi, aiutando i meno abili a scavalcare le vetrate, facendoli persino accomodare di nascosto dietro i tabelloni pubblicitari per attendere il momento dell'invasione senza essere visti. Per non dire del comportamento dei giocatori, come quel Baiocco che dal primo minuto ha cercato solo di far aumentare la tensione sul campo randellando gli avversari e protestando con disgustosa teatralità, come quell'altro fenomeno di Tedesco, che mentre Perrotta voleva restituire la palla scodellata dall'arbitro in un momento in cui ne erano state mandate due in campo, ha anticipato l'intervento ed è partito palla al piede in area di rigore, come tutti gli altri che chiedevano spudoratamente alla Roma di farli pareggiare, in spregio ad ogni norma sportiva, forti del rancore assetato di sangue delle migliaia di imbarbariti tifosi che premevano sulle vetrate cercando di sfondarle a calci, mentre tutto lo stadio intonava l'inquietante coro «A Roma non ci tornate», perché i giocatori giallorossi non facevano pareggiare la loro squadra, e chissenefrega dell'Empoli che in un punto più tranquillo d'Italia sperava di veder trionfare il merito sportivo. Avesse segnato il 2-0, o non fosse riuscito Martinez a pareggiare, a Catania la giornata sarebbe finita malissimo per la Roma e per chi l'accompagnava, con buona pace della signora Raciti, bellissima nella sua dignità condivisa con pochi altri catanesi civili.
A casa i milioni di tifosi della Roma, compresi (se mai avessero avuto l'intenzione di mettersi in viaggio) quelli che per sentirsi eroi accoltellano dalle parti dell'Olimpico universitari e padri di famiglia che vanno allo stadio con l'unica colpa di non amare la Roma. Così al ritorno a schivare gli assalti vendicativi di altri eroi da cento contro uno, stavolta siciliani, sono quelli che per diversi motivi raggiungono il Massimino in taxi magari per lavorare e se non possono provare di essere catanesi doc vanno incontro a brutti quarti d'ora, com'è capitato ieri a qualche giornalista romano aggredito prima della gara. Qualche problema anche per il pullman della Roma, arrivato allo stadio con un vetro rotto a causa di un sasso scagliato da un tifoso catanese nei pressi dello stadio. Per fortuna non succede niente di più grave e alle 15 ogni energia - anche quelle potenzialmente violente, evidenti nelle facce spiritate che si notano persino in tribuna - viene convogliata nella passione per le vicende della squadra di casa: suggestiva la scenografia al fischio d'inzio, sotto l'occhio sonnacchioso dell'Etna, e magma ribollente di tifo rossoblù all'interno dell'impianto, con marcette, palloncini, rotoli di carta, sciarpe, bandiere e un'unica voce a scuotere le fondamenta, perché il Catania deve salvarsi fermando la rincorsa della Roma. Vucinic non è d'accordo e seminando sul campo avversari come birilli fa un tunnel anche all'Etna e deposita in fondo al sacco, scatenando la gioia dei bianchi sul campo e la rabbia a questo punto maldissimulata dei tifosi di casa. Una scintilla successiva tra il montenegrino e Terlizzi fa montare la minaccia: «A mezzanotte, uscite a mezzanotte». Baiocco è un insensato, litiga furiosamente con tutti aizzando di più gli animi, il giallo gli arriva tardivo al 43'. All'intervallo si va con la Roma campione d'Italia, sembra tutto troppo bello per essere vero. Infatti segna l'Inter e per fortuna dell'incolumità di chi deve tornare a Roma pareggia Martinez.
Finisco con il dire che l'anno scorso questa squadra sarebbe dovuta esser mandata in serie B solo per quel che hanno fatto i loro tifosi nella sera dell'omicidio di Raciti. Oggi invece, questi barbari ancora vivacchiano in Serie A, e quando si và a giocare in quella città ed in quello stadio, accadono cose che neanche nel Burundi o in Colombia accadono! Laddove non c'è riuscita la Lega, o meglio, non ha voluto la Lega, ossia far sparire Catania, speriamo che ci pensi presto l'Etna!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
«Siamo noi, siamo noi, i campioni dell'Italia siamo noi». Cantano anche questo coro i circa quattromila tifosi accorsi a Fiumicino per accogliere la squadra di ritorno da Catania. Uno scudetto che il campo non ha voluto regalare a tutto il popolo romanista, comunque vincitore dal punto di vista del tifo e dell'entusiasmo. È infatti indiscutibile che, dopo quanto accaduto, domenica 18 maggio sarà una data da ricordare con più amarezza che gioia. Eppure l'attaccamento dei tifosi nei confronti della squadra va oltre e porta migliaia di supporter, compreso il papà di Francesco Totti, a invadere pacificamente il "Leonardo da Vinci", come se a dover festeggiare siano proprio loro.
Intorno alle 19 la Roma-Fiumicino non è una strada qualsiasi. Sembra una delle tante che ogni domenica i tifosi percorrono per andare all'Olimpico. Perché una macchina su cinque, tra quelle incrociate durante il tragitto, è tinta di giallorosso, tra sciarpe e bandiere. Sono in tanti a muoversi e ad arrivare, tant'è che nei pressi del "Terminal A", quello dedicato ai voli nazionali, comincia un'interminabile fila di macchine parcheggiate alla bene e meglio con all'interno fan romanisti di tutte le età: dalla signora anziana al bambino di neanche un anno in braccio al papà. Questo sciame di tifosi si muove ordinatamente verso la zona "Arrivi", che però appare già congestionata, considerando la gran folla presente nonostante i giocatori siano ancora in volo.
Nella zona in cui hanno deciso di radunarsi i supporter, sembra di essere in Curva Sud. La passione e il tifo non mancano. Figuriamoci i cori: «Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli, con la Roma in fondo al cuor». Applauso scrosciante. Poi, subito, «C'è solo un Capitano, un Capitano». Un pensiero rivolto a Francesco Totti, assente per infortunio a Catania, che il numero 10 avrà sicuramente apprezzato e gradito viste le dichiarazione di affetto rilasciate nei confronti del popolo giallorosso a Fiumicino: «Ci avevo creduto per un po', peccato - il commento a fine partita - È bello vedere tanti tifosi festeggiare il gruppo, vuol dire che squadra e tifosi sono un'entità' unica. Dobbiamo ringraziare tutti per questo campionato e adesso abbiamo ancora la possibilità di vincere la Coppa Italia». Un obiettivo, questo, da centrare nell'ultimo appuntamento ufficiale della stagione, ma a cui a Fiumicino non si pensa. L'attenzione, a poche ore dalla fine di un sogno, è tutta per i beniamini perché, come recita uno dei tanti stendardi, «Er core me se'nfoca» quando vedo la Roma. Non mancano neanche dediche speciali ai "nemici" storici, come juventini e laziali, e a quelli odierni, ovviamente interisti. Tra i più bersagliati Roberto Mancini, Sinisa Mihajlovic e Marco Materazzi, ognuno dei quali ha ricevuto un bel coro "personalizzato".
Il tempo, in aeroporto, passa così, tra uno slogan e uno sventolio di bandiere. Il tifo non manca mai. Cresce, anzi, quando, con una sciarpata generale, si intona prima "Campo Testaccio" e poi "Roma Roma Roma". Un momento toccante che pochi istanti dopo viene spezzato da una voce incontrollata, secondo la quale i giocatori stanno uscendo dal "Terminal C", quello dei voli internazionali. La sterminata massa giallorossa si sposta di corsa, ma la fatica è inutile: di giocatori giallorossi neanche l'ombra. Così si torna indietro, attirati da un pullman Calabresi, uno di quelli solitamente utilizzati dalla Roma. Per molti quella è la "pista giusta": il mezzo viene accerchiato, ancora una volta inutilmente. Il pullman "buono", infatti, è già in viaggio per Trigoria, dove alcuni tifosi si dirigono comunque, per dire ai propri beniamini quello che uno dei tanti supporter del "Leonardo da Vinci" ha voluto scrivere su una bandiera tricolore: «Grazie ragazzi».
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
A Catania andiamo in vantaggio con Vucinic, nel secondo tempo il gol dello zingaro craoto-svedese spezza il sogno: finisce 1-1. Lo scudetto è dell'Inter, ma De Rossi tira fuori tutto: «Meritato? Sì, ma da noi. Troppe partite sono state falsate. Se l'avesse fatto la Juve cosa si sarebbe detto?». Spalletti: «Non è rosicone, ha ragione. Diciamo che per un periodo l'Inter è stata fortunata. I complimenti li faccio ai miei». Pizarro: «Campionato regolare? Mi viene da ridere». Gli interisti invece non sanno proprio vincere. Maicon: «Ripassate». Chivu: «Vengo a Roma con la maglia tricolore» (magari ce vieni, merda!)
Mentre i tifosi nerazzurri se ne fregano del divieto alla trasferta e devastano Parma, noi scriviamo un'altra meravigliosa pagina di tifo. In quattromila vanno a Fiumicino per salutare la Roma. Totti: «È bello, squadra e tifosi sono una cosa sola. Però è un peccato, a un certo punto ci credevo». La polizia non permette al pullman di passare attraverso la folla, ma l'urlo è solo uno: «I campioni dell'Italia siamo noi». L'appuntamento è sabato all'Olimpico. Per dire grazie ai giocatori, per spaccare il culo ai merdazzurri, per la Coppa Italia. Per noi e per i nostri colori!
«E'stato un campionato falsato». Non usa giri di parole, Daniele De Rossi, per definire lo scudetto appena conquistato dall'Inter. E fa bene. D'altronde non si è Capitan Futuro per caso, e lui lo è. Leader fino in fondo, non si tira mai indietro quando c'è da prendersi una responsabilità, in campo e fuori. Ieri lo ha fatto davanti alle telecamere, gridando all'Italia tutta la rabbia dello spogliatoio giallorosso. Perché nel calcio si fa presto a dimenticare i torti e le ingiustizie, a patto però di non averli subiti. E la Roma ne ha subiti tanti in questo campionato ma mai quanto i favori, gli aiutini per usare un termine caro a Francesco Totti, ricevuti dall'Inter. A dare il via al botta e risposta sull'asse Inter-Roma, le dichiarazioni di Maicon e Stankovic. «Meritava la Roma? Mah... Io dico, De Rossi questo è per te», la dedica del brasiliano a Daniele. «E' stata dura - le parole di Stankovic - soprattutto l'ultimo mese e mezzo. Possono gufarci tutti e inventarsi qualsiasi cosa, ma siamo i più forti. Faccio i complimenti alla Roma, che ha fatto un calcio spettacolo e ci hanno creduto fino alla fine ma l'Inter non è un caso se da due anni è in testa alla classifica». La risposta di Daniele non si è fatta attendere. «Grazie a Stankovic che ci ha fatto i complimenti per il nostro campionato. E' più facile fare i complimenti per i vincitori. L'Inter è una grande squadra e nessuno lo ha mai messo in dubbio. Lo scorso anno c'è stato un loro predominio a 360 gradi, quest'anno non me la sento di fargli i complimenti per il bene che voglio alla mia squadra. Sono un po' rosicone, comunque il campionato non dovevamo vincerlo a Catania». Il motivo? Semplice. «La differenza non l'hanno fatta gli scontri diretti. La differenza l'hanno fatta un paio di mesi, dove l'Inter su dieci partite ne ha vinte nove e tutti quanti sapete perché. Possiamo fare tutti i buonismi del mondo, tanto tra qualche anno nessuno se lo ricorderà. Durante l'anno, come è giusto che sia, l'Inter in un paio di mesi ha avuto un calo, ha avuto partite che non riusciva a vincere e gli sono state fatte vincere in assoluta buona fede, e ci tengo a precisarlo. Non ne ho mai parlato durante la stagione per non alimentare altre polemiche, non l'ho detto in settimana per non attaccare ulteriormente l'Inter che era stato già attaccato per cose che non c'entrano nulla con il calcio». Si può parlare tranquillamente di campionato falsato. «E' stato un campionato falsato. Queste cose non le abbiamo subite solo noi, basti pensare al Parma che contro l'Inter doveva vincere per forza mentre all'andata, fino all'85', aveva vinto la partita. Voglio sottolineare che non vedo nessuna associazione a delinquere, ma solo una sudditanza». La Roma comunque può rivendicare, con orgoglio, un titolo puramente platonico e simbolico. I vincitori morali di questo campionato sono assolutamente i giallorossi. «Sì, la Roma lo scudetto morale lo ha vinto. Lo ha vinto tutto l'anno. Abbiamo fatto una grande stagione, abbiamo creato un gruppo stupendo. Per il prossimo anno puntiamo su questo e anche sulla professionalità degli arbitri». Ancora arbitri. Ripercorre il film della stagione, De Rossi, e non riesce a farsi una ragione di come lo scudetto sia potuto sfuggire. «La sensazione è che i giocatori dell'Inter se lo sono sudato. Hanno lavorato tanto, non voglio sminuire il loro lavoro. Un campionato così particolare non si vedeva da tanto. Però non voglio immaginare cosa sarebbe successo se al posto dell'Inter ci fosse stata la Juventus...Quest'anno è successo il finimondo, dispiace parlare degli episodi. Almeno sette otto di partite falsate, anche se ne sarebbero bastate due. La partita si può vincere o perdere, abbiamo vinto con il Milan e con la Samp e non meritavamo. Quello che è successo quest'anno non è calcio». Nonostante il divieto di trasferta, ieri a Parma c'erano parecchi tifosi interisti mentre a Catania non c'era nessun tifoso giallorosso. «I tifosi a Parma? Credo che durante l'anno è stato usato un metodo di giudizio che, a mio parere, doveva essere usato anche in questa circostanza. Ma la differenza non l'hanno fatta i tifosi, l'hanno fatta gli errori arbitrali...». Sabato all'Olimpico la finale di Coppa Italia. La possibilità immediata di prendersi una rivincita. «La partita di sabato è un episodio singolo, può succedere di tutto. La carica la troveremo, davanti al nostro pubblico».
E chissà se Chivu manterrà la promessa fatta davanti alle telecamere di Inter Channel. «Vado a Roma con indosso la maglia con lo scudetto...». Ma magari ce vieni, grandissima merda che non sei altro! Te la famo magnà quella maja, zingaro rumeno!
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
Inviato da: IOXTEFOREVER
il 13/11/2009 alle 02:46
Inviato da: lolita_72gc
il 08/10/2009 alle 14:57
Inviato da: Solo_Camo
il 27/09/2009 alle 15:13
Inviato da: LadyWitchBlood
il 08/07/2009 alle 11:25
Inviato da: pensoquellochetuvuoi
il 21/06/2009 alle 17:15