Creato da Urbe_immortale il 11/09/2006
Blog dedicato all'A.S. Roma, la squadra della Capitale!

Lettera della squadra al Presidente Sensi

Ciao Presidente,
ci affidiamo a queste poche righe per dirti tutto quello che a volte magari non siamo riusciti a trasmetterti a voce o attraverso i gesti e i comportamenti.
Qualcuno di noi Ti ha conosciuto dal giorno in cui sei diventato “Il Presidente”, qualcuno ti ha incontrato durante i  Tuoi 15 anni di presidenza e qualcuno Ti ha conosciuto da poco, ma in ognuno di noi è rimasto impresso il tuo sguardo profondo, carico di umanità, pur se determinato e a volte, forse per chi Ti conosceva troppo poco, anche un po’ duro, ma nessuno di noi può dimenticare la passione con cui ci hai sempre seguito, anche quando non eri presente fisicamente. Sei sempre stato vicino a noi, a volte come Presidente, altre come un secondo padre.
In questi anni hai saputo coniugare sport e solidarietà umana e sociale, senza mai perdere i valori morali che sono propri dello sport. Hai fatto tanto per la Roma e per Roma, le tue passioni dopo l’amore per la tua famiglia, e i romani e i romanisti – e non solo loro – ti hanno accompagnato con dignità e riservatezza, così come Tu hai affrontato la Tua ultima battaglia, una delle tante ma sicuramente la più dura.
Noi non Ti lasceremo solo e non lasceremo sola la Tua famiglia e la famiglia romanista; la nostra forza sarà l’unione e faremo il possibile per farti sorridere da dove sarai, uno di quei tuoi sorrisi che ci regalavi quando venivi in spogliatoio per darci la carica.

Ciao Presidente, Tu sei sempre con noi.

 

Il gol di De Rossi alla Fiorentina commentato dal grandissimo e compianto Alberto D'Aguanno

 

Coppia di Campioni!

 

Il Capitano e Capitan Futuro

 

Serie A: 18^ Giornata:

Chievo-Inter

Atalanta-Napoli

Bari-Udinese

Cagliari-Roma

Catania-Bologna

Lazio-Livorno

Parma-Juventus

Sampdoria-Palermo

Siena-Fiorentina

Milan-Genoa

 

Classifica:

  1. Inter   39
  2. Milan*   31
  3. Juventus   30
  4. Roma 28
  5. Parma   28
  6. Napoli   27
  7. Palermo   26
  8. Sampdoria   25
  9. Bari*   24
  10. Chievo   24
  11. Fiorentina*   24
  12. Genoa*   24
  13. Cagliari*   23
  14. Udinese*   18
  15. Livorno   18
  16. Bologna*   16
  17.    16
  18. Atalanta*   13
  19. Catania   12
  20. Siena   12

* una partita in meno

 

Marcatori Giallorossi in Campionato

9 reti: Totti.

4 reti: De Rossi.

3 reti: Vucinic.

2 reti: Perrotta, Brighi, Burdisso.

1 rete: Taddei, Mexes, Riise, Menez, Cassetti.

 

Giudice Sportivo

Multe all'A.S. Roma nel corso della stagione:

€ 77.000,00

Squalificati per la prossima gara di campionato:

 

Espulsi nell'ultima partita:

 

5 ammonizioni.

De Rossi.

4 ammonizioni:

Cassetti, Pizarro, Menez, Perrotta.

3 ammonizioni (in diffida):

Totti. 

2 ammonizioni:

Vucinic, Andreolli, Mexes, Burdisso.

1 ammonizione:

Taddei, Okaka, Cerci, Vucinic, Doni, Riise, Motta, Guberti, Brighi.

 

Prossime gare AS Roma

6 gennaio, 18^ giornata:

 -

9 gennaio, 19^ giornata:

 -

12 gennaio, Coppa Italia, Ottavi di Finale:

 -

 

Europa League

Sedicesimi di Finale:

Panathinaikos-Roma (18 e 25 febbraio)

Marcatori giallorossi in Europa League:

11 reti: Totti.

3 reti: Menez, Okaka, Cerci.

2 reti: De Rossi, Riise, Vucinic.

1 rete: Guberti, Perrotta, Andreolli, Scardina.

 

« La Roma non ha mai pianto

e mai non piangerà:

perché piange il debole,

i forti non piangono mai. »

Dino Viola

 

Immenso Capitano

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Rabona di Aquilani e gol del Capitano al Milan

Il fantastico gol del Capitano a Marassi

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CAPITAN FUTURO! D.D.R.!

 

    

 

 

 

 Francesco, Daniele e Simone

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    CAMPIONI DEL MONDO!

  

Vivi come se tu dovessi morire subito,

 pensa come se tu non dovessi morire mai.

 

Messaggi del 20/05/2008

Europeo con 4 romanisti!

Post n°1697 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Sono 24 i pre-convocati di Roberto Donadoni, commissario tecnico della Nazionale, per i prossimi Europei di Austria e Svizzera. Intanto, il ct ha rinnovato il contratto - in scadenza 2008 - con la Federazione fino al 2010. Lo ha annunciato il Presidente Federale, Giancarlo Abete, in conferenza stampa.

PORTIERI: Buffon, Amelia, De Sanctis

DIFENSORI: Panucci, Cannavaro, Materazzi, Barzagli, Chiellini, Grosso, Zambrotta

CENTROCAMPISTI: Pirlo, Gattuso, Ambrosini, De Rossi, Aquilani, Perrotta, Montolivo, Camoranesi

ATTACCANTI: Qua­gliarella, Toni, Borriello, Di Natale, Del Piero, Cassano

 
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Per Doni, Coppa a rischio

Post n°1696 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Il portiere ha problemi al ginocchio, come Mexes. Juan è pronto. Taddei ci prova

Oggi pomeriggio, alle 16, si riparte. A Trigoria, i giallorossi torneranno ad allenarsi dopo la giornata di riposo concessa ieri da Luciano Spalletti. Un giorno utile per cercare di smaltire le amarezze dell'ultima di campionato e ricominciare a concentrarsi sull'ultimo impegno ufficiale della stagione romanista: la finale di Coppa Italia. Anche questa volta, di fronte, ci sarà l'Inter. Inevitabile, dunque, pensare a una rivincita, da esprimere in gara secca e nel proprio stadio. Uno stadio che traboccherà di passione, visto l'entusiasmo dimostrato dal popolo giallorosso a Fiumicino. Lo stesso che oggi, a Trigoria, porterà una delegazione dei Boys, pronta a omaggiare con uno striscione Capitan Futuro Daniele De Rossi.

Nel tentativo di centrare la nona Coppa Italia della propria storia, nonché la seconda consecutiva, il gruppo di Luciano Spalletti dovrà comunque verificare quest'oggi la condizione di alcuni giocatori, non al top. In cima alla lista c'è Doni, che nella gara con il Catania ha avuto problemi per una torsione del ginocchio. Il dolore è stato sopportabile a caldo ma, smaltita l'adrenalina per il match, si è fatto sentire, costringendo il brasiliano, negli spogliatoi, a mettere del ghiaccio. Così, nonostante il giorno di riposo, Doni ieri è passato al Fulvio Bernardini per i primi controlli, che comunque proseguiranno oggi. Oltre al problema al ginocchio, poi, non va dimenticato che il portiere brasiliano convive ormai da tempo con un dolore alla spalla destra che, anche a Catania, lo ha costretto all'utilizzo di antinfiammatori e di un macchinario elettronico che ha lo scopo di addormentare la parte infortunata.

Da valutare anche le condizioni di Taddei, in fase di recupero dallo stiramento al flessore della coscia sinistra. Il brasiliano è tornato a correre sabato scorso, a distanza di quindici giorni dal ko. Lo staff giallorosso, a meno di una settimana dalla finalissima di Coppa Italia, sta cercando di fare il possibile per permettere a Rodrigo di essere della partita, anche se le possibilità appaiono abbastanza ridotte. Sicuramente maggiori le chance di rivedere dal primo minuto Juan, in panchina a Catania. Magari facendo riposare un Philippe Mexes non al meglio per l'infiammazione al ginocchio. Infine, assente sul campo ma non sugli spalti Francesco Totti, che in questi giorni sta continuando a lavorare con Silio Musa e Vito Scala per ripresentarsi al meglio nella prossima stagione. Per il momento, tanto lavoro in palestra e fisioterapia, operazioni che proseguiranno anche nel corso dell'estate. Un'estate che, per il capitano, si preannuncia all'insegna della fatica più che della vacanza.

 
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Ma a Catania poteva finire in tragedia

Post n°1695 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

di Daniele Lo Monaco de Il Romanista

Teppisti al Massimino sin dalle 12. Calci e pugni ai taxi dei giornalisti. E minacce di morte ai giocatori giallorossi

Il pomeriggio di un giorno da cani di Catania comincia in realtà con la calma apparente della sera prima presso il ritiro scelto dalla Roma, il Romano Palace sul lungomare detto della Playa, dal lato della costa sabbioso, verso l'aeroporto. Lì, un imponente schieramento di forze dell'ordine ha vegliato sulla serenità della comitiva giallorossa, dopo aver trasformato l'albergo in un bunker inaccessibile da ogni lato viste le esplicite minacce rilanciate dai siti internet degli ultras rossoblù sulle intenzioni di disturbare per quanto possibile il sonno dei romanisti. Dietro l'albergo, e lateralmente, erano state dislocate decine di finanzieri in alcuni punti strategici, con particolare attenzione al parco retrostante, chiuso al pubblico già dalle 19.30. Davanti stazionavano invece altrettanti poliziotti oltre il cancello, sulla strada che costeggia il mare, con l'enorme giardino a far da robusto cuscinetto tra ogni eventuale disturbatore e il gruppone dei giocatori. Chi si è intrattenuto un po' di tempo fuori dal cancello nel tardo pomeriggio di sabato, non ha però potuto far a meno di notare quelle macchine con due o tre persone dall'aspetto poco raccomandabile che ogni tanto passavano a gettare un'occhiata, si fermavano qualche secondo e poi ripartivano, senza mai tradire quell'espressione di emozionata attesa che contraddistingue sempre i tifosi che cercano un contatto almeno visivo con gli idoli ammirati in televisione. Di fatto, in ogni caso, per tutta la notte non è accaduto niente, tanto da autorizzare qualche ottimistico pensiero riguardo la fragilità delle minacce di vendetta ventilate sui già citati "muri" dei siti internet. Niente di più sbagliato.
In realtà il proposito di vendicare i tre catanesi feriti nei pressi dello stadio Olimpico in occasione della gara d'andata si è rivelato qualcosa di più di una "goliardata" da tastiera. Bande di teppisti a volto scoperto hanno infatti conquistato il territorio intorno al Massimino sin da mezzogiorno, in spregio a ogni regola di civile convivenza e in virtù di una disinvolta strategia delle forze dell'ordine che, come ha confessato al collega Chiusano di Repubblica il questore di Catania Michele Capomacchia, dal giorno della tragedia Raciti preferiscono non intervenire capillarmente a reprimere ogni focolaio di violenza ma cercano di lasciar sfogare gli istinti se non accade nulla di gravissimo. Diversi gli obiettivi scelti per "sfogare gli istinti": i taxi in arrivo al Massimino che evidentemente portavano allo stadio gente non di Catania e il pullman della Roma. "Solo" per due volte, a conti fatti, si è sfiorata la tragedia senza che nessun poliziotto sia riuscito a intervenire: in una strada a trecento metri dall'impianto in cui si sarebbe giocato, quando un'orda di una decina di teppisti ha assaltato un taxi con tre giornalisti (chi scrive e i colleghi di Repubblica Chiusano e Gamba), tirando calci e pugni alla cieca e non riuscendo per fortuna nel tentativo di trascinare i malcapitati giù dalla macchina pubblica, e nel vialone attiguo quand'è passato il pullman della Roma, circostanza che ha salvato i giornalisti (perché il più ghiotto obiettivo ha distolto gli animali che s'accanivano sulle prede) e che ha spaventato i giocatori, per la rottura del vetro con un colpo di martelletto e per quel colpo ancor più pesante scagliato con un masso contro il parabrezza anteriore, che per fortuna ha tenuto.
E non avevamo visto ancora niente: perché il vero scandalo del pomeriggio catanese sta in quel che è accaduto all'interno dello stadio. Nel comportamento irresponsabile di molti giocatori (scorretti e teatrali nelle loro proteste sempre ingiustificate all'inizio, vergognosi per le pressioni della ripresa ai loro colleghi giallorossi con le richieste di lasciarli pareggiare), nelle violente reazioni dei tifosi della tribuna che hanno costretto i dirigenti della Roma a lasciare l'impianto in anticipo (tanto che il ds Pradè ha rifiutato il saluto del presidente Pulvirenti a fine partita, in segno di protesta per il trattamento ricevuto), nell'incivile atteggiamento delle decine di inservienti a vario titolo fatti entrare a bordo campo per minacciare con il gesto del taglio della gola giocatori e panchinari della Roma, nell'indegna leggerezza con cui sono state assegnate le casacche da steward a personaggi la cui principale occupazione è stata quella di far scavalcare i tifosi della curva nella parte finale della gara e di nasconderli poi alla vista di chissà quali forze dell'ordine facendoli accucciare dietro i cartelloni pubblicitari. Per festeggiare il pareggio, nel caso che si fosse verificato. Per sfogare in altri modo la rabbia covata e fomentata dalle 13 in poi qualora invece il risultato avesse alla fine condannato alla B il Catania. Questo è quello che è accaduto l'altro giorno in una delle più belle città della Sicilia e che la Lega calcio, nonostante la presenza a bordo campo del vicecapo della Procura Federale Carlo Piccolomini, ha sanzionato con 15.000 euro di multa.

 
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Scandalo Catania: soltanto 15.000 euro di multa

Post n°1694 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Ha documentato tutto il Giudice Sportivo, ma non ne ha tenuto conto: nelle motivazioni della multa al Catania c'è tutto quello che è successo domenica pomeriggio al Massimino, solo che la sanzione è assolutamente sproporzionta, quasi un buffetto rispetto a quello che avrebbe meritato una situazione del genere. Niente squalifica del campo, se la caverà con una sanzione di 15.000 euro la società del presidente Pulvirenti, nonostante il comportamento criminale degli steward, i soggetti preposti al mantenimento dell'ordine pubblico, che evidentemente avevano altre priorità: nel sottopassaggio hanno provato in tutti i modi a intimidire i giocatori della Roma, nel corso della gara hanno dato una mano ai tifosi a scavalcare le recinzioni per entrare in campo. Saccani ha annotato tutto, ma il Giudice Sportivo si è limitato all'ammenda, «per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere un petardo, acceso tre bengala e un fumogeno e lanciato un altro bengala nel recinto di giuoco; a titolo di responsabilità oggettiva per avere omesso di impedire l'ingresso nel recinto di giuoco, nella fase conclusiva della gara, di alcune decine di persone non autorizzate; entità della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere b) ed e) e comma 2 CGS per avere la Società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi; recidiva». Motivazioni che avrebbero giustificato una sanzione ben più dura dei 15.000 euro di ammenda - proprio ieri l'Atalanta, per un petardo, un bengala e cinque fumogeni, ne ha presi 7.000, la Juventus per un fumogeno 4.000 - ma il dottor Tosel ha deciso per una clemenza tanto inattesa quanto inspiegabile. La gravità dell'accaduto è confermata dalla decisione della Procura Federale, che ha avviato un'inchiesta sui fatti di Catania: il procuratore della Figc Stefano Palazzi ha disposto l'apertura di un fascicolo, verranno sentite anche le forze dell'ordine.

Polemico Pradè, intervenuto alla consegna dei premi Ussi al Circolo Canottieri Aniene. «L'Osservatorio dovrà dare spiegazioni su quello che è successo ieri. A Parma i tifosi dell'Inter sono riusciti a entrare allo stadio, mentre a Catania il settore ospiti era occupato dai tifosi locali. A posteriori, i provvedimenti presi non mi sono sembrati similari: Lega e procura Figc dovranno fare chiarezza su quanto è accaduto». Sullo stesso tenore le dichiarazioni di Bruno Conti, che ha parlato Rete Sport e a Centro Suono. «Non ce l'ho con Catania in particolare, ma ieri ho visto troppe persone a bordocampo durante la partita. A noi hanno rotto il vetro del pullman, ci hanno tirato roba contro, in tribuna i nostri dirigenti sono stati messi dentro un gabbiotto. A fine partita, poi, ci hanno battuto tutti le mani. Ma non è possibile che per una partita di calcio ci sia un clima di guerra». La vedova Raciti, Marisa Grasso, ha parlato degli incidenti di Parma, in cui è rimasto ferito (in maniera non grave) un poliziotto. «Non si possono più sopportare queste scene di violenza e vivere con l'ansia che qualcuno si ritrovi a vivere la mia stessa situazione: di questo passo si dovranno chiudere le porte degli stadi e guardare le partite davanti alla televisione».

 
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Gli aiutini regalano all'Inter 11 punti

Post n°1693 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

I MERDAZZURRI FAVORITI PER TUTTA LA STAGIONE DA UNA LUNGA SERIE DI ERRORI ARBITRALI: ALCUNI EPISODI SONO STATI CLAMOROSI

Diciotto partite viziate, un girone intero. Decisivo lo scontro diretto di San Siro

UNO PER UNO TUTTI I REGALI DEGLI ARBITRI ALL'INTER

RIGORI NON DATI:

Empoli-Inter: fallo su Saudati.

Livorno-Inter: fallo di Burdisso su Diamanti.

Juventus-Inter: Cordoba cintura Del Piero.

Inter-Atalanta: fallo di Maxwell su Ferreira Pinto.

Inter-Milan: fallo di Cambiasso su Vieira.

Siena-Inter: fallo su Locatelli.

Inter-Parma: fallo di Cordoba su Corradi.

RIGORI DATI:

Inter-Lazio: non c’è fallo di Stendardo su Burdisso.

Inter-Torino: non c’è il fallo di Comotto.

Siena-Inter: non c’è fallo di Codrea su Cruz.

Inter-Parma: il fallo di mani di Couto è involontario.

Inter-Empoli: non c’è il fallo di mani di Vannucchi, che prende la palla di testa.

Inter-Reggina: il fallo di Tognozzi è fuori area.

GOL IRREGOLARI:

Empoli-Inter: il gol di Ibrahimovic è in netto fuorigioco.

Inter-Catania: il gol di Crespo è preceduto da un fallo di mani di Adriano.

Inter-Atalanta: Cruz prima di segnare spinge Carrozzieri.

Fiorentina-Inter: prima del gol di Jimenez c’è un fallo di Samuel su Pazzini.

Catania-Inter: il gol di Cambiasso è in netto fuorigioco.

Atalanta-Inter: prima di segnare Vieira commette fallo.

ESPULSIONI MANCATE:

Sampdoria-Inter: una gomitata di Viera non è sanzionata col rosso.

Inter-Roma: Burdisso, già ammonito, non è espulso per un fallo su Taddei.

Parma-Inter: la gomitata di Viera su Couto meriterebbe il cartellino rosso.

ESPULSIONI A FAVORE:

Inter-Atalanta: espulso Simone Inzaghi ma è Julio Cesar a simulare.

Inter-Roma: Mexes, già ammonito, è espulso per un fallo su Crespo che simula.

Aiutini, aiutoni, chiamateli come volete, la sostanza non cambia: alla fine del campionato il saldo dell’Inter riguardo ai favori arbitrali è senza dubbio in attivo.

Sono molti di più rispetto ai tre di differenza che hanno separato i nerazzurri dai giallorossi i punti in favore della squadra di Mancini: almeno 10 in più, senza tenere conto di tanti episodi (che pure ci sono stati) la cui influenza sul risultato non è così diretta.

Un esempio, per rendere le cose più semplici. Durante Inter-Lazio (tanto per non scontentare nessuno) il risultato si sblocca grazie a un rigore inventato: Burdisso e Stendardo si strattonano a vicenda, l’assistente De Santis segnala il penalty, l’arbitro Damato lo assegna. La partita finisce poi 3-0: l’episodio ha evidentemente influenzato l’andamento della gara, ma non è dimostrabile che i nerazzurri non avrebbero vinto lo stesso. Al netto di questi tanti episodi (evidenziati nella tabella in pagina) però ce ne sono tanti altri in cui gli errori arbitrali hanno inciso direttamente sul risultato.

Cinque le partite incriminate: Inter-Atalanta 2-1, Siena-Inter 2-3, Inter-Parma 3-2, Inter-Empoli 1-0, Inter-Roma 1-1. Non uno ma ben tre gli errori di Banti in Inter-Atalanta del il 24 novembre. Il gol del 2-0 è irregolare: Cruz segna, ma prima spinge Carrozzieri. Negato, poi, un rigore netto all’Atalanta, per fallo di Maxwell su Ferreira Pinto. Nel finale, viene espulso Simone Inzaghi, ma il rosso è il frutto di una simulazione del portiere interista Julio Cesar, che finge di aver preso un colpo dall’attaccante avversario. In Siena-Inter del 13 gennaio 2008, doppio errore di Girardi. Sullo 0-0 viene concesso un rigore ai nerazzurri per un fallo inesistente su Cruz. Anzi, è l’argentino a commettere un’irregolarità nei confronti di Codrea. Non concesso, invece, un penalty al Siena per un fallo su Locatelli. Inter-Parma 3-2 è una delle gare che suscita maggiori polemiche. L’arbitro Gervasoni non concede un rigore al Parma per un fallo di Cordoba su Corradi. Poi, sul 2-1 per i gialloblù, a 2 minuti dalla fine dà un penalty inesistente all’Inter: Couto, nel tentativo di deviare un tiro di Ibrahimovic, tocca il pallone con la testa e forse lo sfiora con la mano, peraltro involontariamente. Il difensore viene anche espulso. Collina, designatore degli arbitri, parla di errore e punisce Gervasoni. Sullo 0-0 di Inter -Empoli l’arbitro Tagliavento concede un rigore ai nerazzurri per un inesistente fallo di mano di Vannucchi. L’empolese, in realtà, colpisce il pallone con il volto. «E se ci fosse stato un intervento di mano sarebbe comunque stato involontario, vista la breve distanza». Per concludere l’opera, lo scontro diretto con la Roma. Due episodi su tutti. Al 22’ del secondo tempo Rosetti grazia Burdisso, già ammonito: il suo duro intervento su Taddei merita almeno il secondo giallo. Al 38’ della ripresa l’ingiusta espulsione di Mexes, già ammonito pochi minuti prima per un’interpretazione un po’ troppo rigida del regolamento, per un inesistente intervento su Crespo. In tutto sono 9 i punti in più dei nerazzurri, 11 se consideriamo i due tolti alla Roma nello scontro diretto. Facile fare il calcolo di come sarebbe andata senza gli aiutini...

 
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Moratti, un idiota totale: difende persino i devastatori di Parma

Post n°1692 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

C'era una volta il gentiluomo Moratti, quello che sfoderava solo sorrisi e belle parole, quello che spendeva ma non vinceva, perché, dice lui e dice Calciopoli, i campionati non erano regolari.

C'è, oggi, l'irriverente Moratti, che si perde in battute fuori luogo e nella strenua difesa di un gruppo riuscito nell'impresa di inimicarsi l'Italia intera (laziali a parte). C'è, oggi, il presidente che rivendica la sua onestà, contrapponendola alle usanze juventine, ma che sempre più ricorda i tempi andati, proprio quelli bianconeri. E che a ventiquattro ore dal sedicesimo scudetto, sorride e ripete quanto sia tutto «fantastico, meraviglioso, bellissimo». Dice, di nuovo, che l'Inter ha vinto contro «tutta l'Italia, che sperava in un nuovo 5 maggio». Alla Coppa Italia neanche ci pensa. Ma quando un tifoso gli ricorda la partita di sabato, lui tira fuori la frase a effetto: «A Roma ci manderei i ragazzini». Il sostenitore applaude entusiasta: «Bravo, bravo!». Gli sportivi, e non solo giallorossi, non apprezzano. Spunta subito il precedente, ma quella è una storia ben diversa. Era l'Inter di un altro Moratti, Angelo, papà di Massimo. Era la stagione 1960/61. E a Torino i nerazzurri si presentarono con la Primavera non per irriverenza, ma per protesta contro la Federcalcio presieduta da Umberto Agnelli, che non aveva omologato la vittoria a tavolino sulla Juve, ordinando la ripetizione del match. Realtà imparagonabili, insomma. «Ma era solo una battuta - spiega il presidente nerazzurro - La Coppa Italia va rispettata. E poi se mandiamo i ragazzini l'arbitro farà troppa fatica ad aiutarci». Poteva rimediare, Moratti. E invece riesce persino a peggiorare le cose.

Poi c'è il commento alle dichiarazioni di Daniele De Rossi, che ha parlato di torneo falsato per sudditanza. E quello parrebbe frutto del buon senso, se non fosse per la tendenza a pensare che il romanista sia stato temporaneamente incapace di intendere e di volere: «Quando finisce un campionato si possono avere tante cose da dire, specialmente se si è fatta molta fatica e si pensa di aver meritato la vittoria. Non si può essere pignoli su quello che dice un giocatore stanco, arrabbiato e dispiaciuto. Nei confronti di De Rossi, quindi, non c'è nessuna critica, anzi c'è comprensione». E ancora: «Capisco la rabbia della Roma, ma noi abbiamo meritato. Bisogna accettare quando uno vince. La Coppa Italia? È una sfida che dimostra che le due società hanno lavorato molto bene. Deve essere una festa, se possibile un po' meno astiosa». Insomma, il tempo passa, le parole volano e la solfa non cambia. C'è anche il tempo per dire che «una vittoria della Champions a tavolino» sarebbe «una buona idea»

Ma il peggio arriva quando si parla dei danni che gli interisti hanno provocato a Parma. Ci si aspetta che il presidente stigmatizzi certi comportamenti. E invece lui tira fuori la «disorganizzazione»: «È stato brutto, c'era questo temporale. Non era previsto che si presentassero tanti tifosi allo stadio e questo ha messo in imbarazzo un po' tutti. Non è la prima volta che succede». E l'assalto all'asilo? «Credo sia stato involontario. Da quello che ho letto pensavano fosse parte dello stadio». Sorvolando sul termine "involontario", che lascia comunque perplessi, sorge una domanda: da quando assaltare parte di uno stadio è una cosa lecita?

 
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"Espulsi dallo scudetto"

Post n°1691 pubblicato il 20 Maggio 2008 da Urbe_immortale

Conti: «Tutti hanno visto». Doni: «De Rossi ha detto tutto». Pradè: «Il rimpianto è il rosso a Mexes»

Più forte di tutto. Dopo una notte insonne, dopo i festeggiamenti dei tifosi giallorossi accorsi lo stesso a Fiumicino, la Roma ieri si è risvegliata con la consapevolezza che il verdetto espresso dal campo non è stato giusto. I tre punti di distacco dall'Inter non dicono la verità e se non ci fossero stati gli errori arbitrali, tanti, in favore dei nerazzurri, le cose sarebbero andate diversamente. Roma però non è Milano, e lo stile da queste parti lo conoscono. Per questo Bruno Conti, Daniele Pradè e Alexander Doni ieri hanno preferito concentrarsi sulle cose positive della stagione romanista piuttosto che sui favori ricevuti dai nerazzurri.

CONTI Il direttore tecnico romanista è intervenuto ieri mattina prima a Rete Sport e poi a Centro Suono Sport. «Si è parlato di alcuni aiutini all'Inter - le sue parole - ma noi dobbiamo essere superiori in tutto, visto che nessuno ci ha aiutato e siamo soddisfatti di questo. Tutti hanno visto quello che è successo, ma noi dobbiamo superare anche queste situazioni». L'ultima polemica domenica. Il presidente dell'Empoli, Fabrizio Corsi, ha criticato il comportamento della Roma dopo il vantaggio dell'Inter. Il pareggio del Catania ha infatti condannato l'Empoli alla serie B. «C'è già un precedente con il presidente dell'Empoli, non mi va di parlare di quella persona. Mi va di pensare a noi. Le critiche le lasciamo agli altri. Mi interessa quello che ha fatto vedere la Roma. Il calcio deve essere questo. La dimostrazione che la squadra ha dato in campo. Anche se non siamo arrivati all'obiettivo che volevamo, dobbiamo essere superiori e avere la testa giusta, le critiche lasciamole agli altri». La stagione romanista è stata fantastica. «Noi abbiamo fatto un grandissimo campionato, fino all'ultimo ce la siamo giocata. Voglio ringraziare la squadra per averci regalato grandi emozioni. È questa la strada giusta da seguire, Spalletti ha fatto un grandissimo lavoro. C'è anche rammarico, lo scudetto si poteva vincere ma tornare indietro ora non serve. Sabato c'è una finale di Coppa Italia, facciamo solo i complimenti e basta». La proprietà ha voluto ringraziare la squadra e il tecnico. «La dottoressa Sensi ha fatto i complimenti sull'andamento del campionato e su cosa hanno dato i ragazzi. Chiaramente c'è rammarico, ma questa squadra guidata da Spalletti, che rimarrà assolutamente alla guida della Roma, ci ha fatto vivere momenti meravigliosi». Tanti complimenti vanno fatti anche ai tifosi, che domenica notte sono andati lo stesso a Fiumicino. «Non smetterò mai di ringraziare questo pubblico stupendo. Vi posso garantire che noi come siamo arrivati a Roma volevamo abbracciare idealmente i tifosi. Ma ci è stato detto che non potevamo e i ragazzi ci sono rimasti male». Sabato però i calciatori avranno la possibilità di dare una gioia ai propri tifosi vincendo la Coppa Italia. «I ragazzi hanno dimostrato di saper reagire subito. Da domani si prepara questa partita. Roma e i romani non li può toccare nessuno». Infine un giudizio su Vucinic, che si è finalmente consacrato a grandi livelli e che sarà riscattato. «Quello che ha dimostrato il giocatore in questa settimana e a Catania è incredibile. Quante critiche ha avuto Vucinic ad inizio stagione ma ha dimostrato attributi sempre. Lui è un giocatore di grandi doti, ma può migliorare ancora. Può agire al centro dell'attacco, sulla fascia, ci ha dato grandi soddisfazioni».

PRADÈ Il direttore sportivo Daniele Pradè ieri mattina ha partecipato alla cerimonia di consegna dei premi Ussi. Inevitabile parlare degli aiutini interisti. «Il rimpianto più grande - le sue parole - è per lo scontro diretto di Milano. Se avessimo vinto quella partita e ci fossero stati episodi giusti, come l'espulsione di Burdisso e la non espulsione di Mexes, ora parleremmo di un'altra situazione». Giustificato, quindi, lo sfogo di De Rossi a fine partita. «Daniele è l'espressione della nostra romanità, ha detto quello che pensava e credo che lo ha fatto anche in maniera garbata. Credo che ci sia stato un periodo in cui l'Inter ha raccolto di più di quello che ha meritato. Quando noi meritavamo qualcosa di più non lo abbiamo ottenuto». Poi solo complimenti alla squadra e al tecnico. «Spalletti ha fatto un lavoro eccezionale, soprattutto sotto il profilo dei comportamenti e degli atteggiamenti. Abbiamo conquistato i nostri tifosi». Sabato la finale di Coppa Italia. «Andremo con lo spirito giusto. È la quarta finale consecutiva che giochiamo e ci teniamo da morire. Ci faremo trovare preparati, la vogliamo vincere». Sulle critiche mosse dal presidente dell'Empoli, Corsi, Pradè ha preferito glissare. «La Roma ha sempre dimostrato la sua sportività, anche a Catania noi volevamo vincere».

DONI C'era anche Alexander Doni alla consegna dei premi Ussi. Il portiere brasiliano ha proseguito sulla scia di De Rossi, anche se con un pò di timidezza in più rispetto al compagno. «È andata così, diciamo che l'Inter ha meritato di vincere. Le parole di De Rossi? Lui parla meglio di me e sa esprimere certe cose meglio di me. Quello che è successo lo abbiamo visto tutti, ci sono state cose così, rigori un pò dubbi. Ma preferisco lasciar parlare gli altri. Per fortuna abbiamo ancora la Coppa Italia. Se la vincessimo diventerebbe comunque una stagione da 10».

 
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